Patapon Remastered Recensione: inno (di guerra) stonato

I minacciosi occhietti guerrieri tornano alla carica su PlayStation 4, ma il risultato è una caporetto in 4K...

Patapon Remastered Recensione: inno (di guerra) stonato
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  • PS4
  • Una premessa, d'obbligo: Patapon rientra senza dubbio alcuno tra i miei videogiochi preferiti di sempre. Ricordo ancora alla perfezione il folgorante impatto con questo assurdo mix di rhythm game, azione e RTS: correva l'anno 2008, e da quel momento in poi per la mia PSP ci fu sostanzialmente un Avanti-Patapon e un Dopo-Papapon, tante furono le ore che spesi in compagnia degli occhiuti esserini guerrieri nati dalla fantasia del designer e illustratore francese Rolito. Già, perché tutto in Patapon sembra essere stato costruito a tavolino per mandarmi fuori di testa e lasciarmi con gli occhioni a cuoricino tipici dei fumetti: dal concept tanto originale quanto innovativo - si parla di uno strategico bidimensionale con ordini da impartire alle truppe a tempo di musica, ovvero un'autentica follia senza precedenti - alla direzione artistica colorata ed estrosa, passando per il gameplay ammaliante, istintivo e mostruosamente immediato, perfetto per una fruizione da passeggio. Insomma, è stato amore a prima vista, e anche se per certi versi il seguito mi è piaciuto ancora di più (perché più approfondito e completo), l'originale ha avuto il merito di battezzare la serie ed è davvero uno di quei videogame che mi porterei senza pensarci un istante sulla proverbiale isola deserta.
    Nonostante la saga non abbia forse avuto la fortuna che si sarebbe meritata - è stata di fatto abbandonata dopo il terzo, trascurabilissimo episodio, rimanendo in qualche modo legata a doppio filo con PSP e saltando in toto PS Vita - sull'onda dell'effetto nostalgia Sony, a quasi dieci anni di distanza del debutto, ha comunque deciso di riproporre una versione rimasterizzata di Patapon per PlayStation 4: un'occasione potenzialmente ottima per tornare a divertirsi nei panni dell'Onnipotente, magari riscoprendo per la prima volta un autentico cult sfuggito all'epoca e rimesso a lucido con tanto di supporto alla risoluzione 4K. Questa sarebbe almeno grossomodo l'idea, sulla carta. Già perché, come si nota dopo pochissimi istanti, qualcosa - anzi, tecnicamente molto più di qualcosa - in Patapon Remastered semplicemente non funziona.

    Gli scontri coi boss sono sempre stati uno dei fiori all'occhiello della serie. Certo, senza fever e senza un ritmo stabile...

    Si comincia col piede sbagliato proprio a partire dall'inizio, per la precisione dal video di presentazione con cui si apre l'epica avventura di un manipolo di bizzarri bulbi oculari armati di lance, spade e frecce desiderosi di esplorare il mondo per giungere alla tanto agognata Fineterra: un filmato tremendamente sgranato, rozzo, con evidenti artefatti di compressione video del tutto incompatibili con le risoluzioni a cui siamo abituati oggigiorno, che subito denota una mancanza di cura che difficilmente ci si potrebbe aspettare da un'operazione del genere e più in generale da Japan Studio. Un passo falso che però, come si scoprirà a breve, è purtroppo letteralmente solo il primo di una lunga e dolorosa serie.
    Scrivevo, qualche riga sopra, della particolarissima giocabilità di un titolo così fuori dal comune: il bello di Patapon, da sempre, sta anche e soprattutto nel suo funzionare straordinariamente bene nonostante il concept oggettivamente delirante e all'apparenza persino impossibile. Senza bisogno di troppe parole, senza perdersi in lungaggini o spiegazioni eccessive, ma al contrario con un'immediatezza invidiabile e istintiva, legata ad appena 4 tasti: basta abbandonarsi al ritmo, seguendo le indicazioni video della cornice bianca che pulsa a bordo schermo e ancor di più gli input audio dati dalla coinvolgente colonna sonora tribale, per impartire ordini in 4/4 ai minuscoli adepti vettoriali. PATA-PATA-PATA-PON (ovvero una sequenza cadenzata dei pulsanti Quadrato / Quadrato / Quadrato / Cerchio) e via, in un attimo l'esercito di selvaggi occhietti è in marcia, più agguerrito che mai. PON-PON-PATA-PON (Cerchio / Cerchio / Quadrato / Cerchio) e il manipolo è pronto ad attaccare i malvagi Zigoton o i titanici boss di fine livello. È questione di battito interiore, di musica che ti suona dentro, di impulso naturale e spontaneo, quasi come un riflesso incondizionato: non servono per l'appunto parole, basta soltanto "sentire" - addirittura potendo prescindere dagli occhi e dalle immagini in senso lato - ed eseguire, comunicando come per magia attraverso un tamburo da guerra. O almeno, così era in origine, su PSP prima e su PS Vita poi, con l'emulazione all'interno della collana di uscite digitali "PSP Essentials". Su PlayStation 4 invece, l'errore e l'orrore: a rovinare tutto ci si mette infatti un input lag devastante, talmente percepibile e fastidioso da compromettere in maniera critica un ingranaggio altrimenti perfetto. Sarò sincero, sulle prime ho pensato dovesse essere irrimediabilmente colpa mia piuttosto che prendermela con il gioco: ho creduto che stessi in qualche modo sbagliando qualcosa, che fossi troppo stanco, che mi stesse sfuggendo chissà quale meccanica (nonostante fossi, come detto, un malato di Patapon con decine e decine di ore vissute in 4/4). Impossibile del resto mantenere a lungo i miei devoti adoratori in stato di Fever - il frenetico furore che si ottiene al decimo beat di fila e che spesso fa la differenza tra una vittoria e una sconfitta - o anche solo azzeccare il tempismo perfetto del classico comando base: i miei soldatini si muovevano sempre e comunque fuori tempo, sfasati, orrendamente atoni.
    Sono comunque riuscito ad avanzare per qualche missione, procedendo per inerzia e senza mai nemmeno lontanamente divertirmi visti i risultati modesti e distanti dalla mia effettiva performance, ma poi, arrivata l'ottava missione, il tracollo: ci ho provato nove volte di fila, fallendo sistematicamente nel punto critico in cui bisognava far piovere e ri-piovere nel deserto, e in preda alla frustrazione più totale ho spento la console, sconfitto e nervoso.

    Il villaggio permette di personalizzare l'esercito, scegliendo che tipo di truppe reclutare. Un'interessante spruzzata di strategia al cocktail di azione e ritmo.

    Il giorno successivo, riflettendo e facendo prove varie - incluso il remote play su PS Vita e l'impiego di cuffie, entrambi senza risultati anche solo vagamente degni di nota - ho optato per l'extrema ratio: acquistare l'originale emulato su PSVita dallo store (7.99€ comunque spesi decisamente bene) e recuperare da un amico una PSP con relativo UMD. Questione di appena qualche secondo, ed eccolo lì, l'incantesimo ammaliante di sempre che nove anni or sono mi aveva rapito il cuore: la notizia buona è che anche nel 2017 Patapon non ha perso una virgola dello smalto di un tempo, la notizia cattiva è che Patapon Remastered è un disastro su tutta la linea. Un'edizione rimasterizzata talmente male da risultare rotta, sbagliata, ingiocabile: nel passaggio dagli schermi portatili alle TV (Ultra) HD di casa si è persa non si sa come la sincronia audio/video, guastando una formula che avrebbe ancora moltissimo da dire ma che allo stato attuale delle cose risulta in una sola parola impresentabile.
    A poco possono servire allora le linee iper definite dei personaggi e degli sfondi stilizzati, che continuano ad avere il loro fascino pur avendo perso un po' di incisività per strada (fenomeno comunque inevitabile, considerando che nove anni in un'ottica di design così spinto sono su per giù un'era geologica): Patapon Remastered non funziona, non diverte e non è in nessuna maniera una celebrazione della gloria originale. No, Patapon Remastered è un affronto alla sua grandezza, un'offesa sacrilega al suo gameplay immediato e un torto assoluto alla sua originalità: fino a quando Sony non inserirà via patch un'apposita opzione per intervenire sulla sincronizzazione audio/video che avrebbe dovuto esserci di serie (ammesso che mai accada!), resistete al canto delle occhiute sirene e non supportate in alcuna maniera un'operazione incomprensibile e imperdonabile, che non rispetta né l'opera in questione né l'utenza. Piuttosto, recuperate Patapon su PSP o su PSVita, in modo da godervi il ritmo divino anche in mobilità: certo, non ci sarà il supporto al 4K, ma almeno lì riuscirete a giocarci e a godervi un esperimento meraviglioso.

    Patapon Remastered Patapon RemasteredVersione Analizzata PlayStation 4Patapon Remastered è una riedizione semplicemente inaccettabile di un piccolo grande cult: gli asset grafici saranno conformi agli standard Ultra HD (anche se pure in questo senso non mancano inattese sbavature, specie per quanto riguarda alcuni video renderizzati in maniera tutt'altro che chirurgica...), ma nel passaggio dalle console portatili a PlayStation 4 il gameplay è stato straziato e demolito da un input lag vergognoso, che letteralmente impedisce di giocare trasformando un cristallino distillato di divertimento e freschezza in un ignobile ammasso di frustrazione. Allo stato attuale delle cose siamo ben al di là di qualsivoglia possibilità di redenzione: impossibile consigliare un gioco in questo stato persino ai fan più accaniti, figuriamoci a chi dovesse affacciarsi per la prima volta a un titolo non comune, che a distanza di quasi un decennio avrebbe comunque ancora tantissimo da dare. Delusione cocente e in generale operazione gestita in modo grottesco da Sony, peccato.

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