Recensione Pikmin

La prima avventura del Capitano Olimar come non l'avete mai giocata

Recensione Pikmin
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  • Wii
  • NGC
  • Avvertenze! Leggere con attenzione.

    Era l’anno 2002 quando su Nintendo GameCube vide la luce l’ennesimo titolo Nintendo partorito dalla sconfinata fantasia di Shigeru Miyamoto: Pikmin.
    Con Pikmin si è assistito alla nascita di un nuovo, inaspettato brand, diventato fin da subito un vero e proprio "classico", grazie alla sua immediatezza e all'innovatività del gameplay. A tutt'oggi il titolo costituisce quindi uno dei picchi creativi della scorsa generazione di console; un prodotto che non può mancare nella ludoteca degli appassionati del settore. Peccato che ad un meritato successo di critica non sia corrisposto un adeguato successo commerciale (quanto meno in suolo americano ed europeo): il che ha relegato quindi l’opera di Miyamoto ad essere un prodotto semisconosciuto al grande pubblico.
    La sorte non proprio gloriosa toccata in sorte al gioco in esame e ad altri suoi illustri colleghi pare legata a doppio filo allo scarso successo riscosso dalla piattaforma su cui ha visto la luce; per questo motivo, approfittando dell'enorme popolarità che la nuova home console Nintendo sta ottenendo, la casa di Kyoto ha deciso di dare visibilità ai prodotti "chiave" della line up GameCube (in attesa di capitoli successivi?), proponendo una serie di titoli denominata "New Play Control!", che raccoglie un quelle grandi produzioni che -come Pikmin- sono passati inosservate e che possono guadagnare nuova linfa vitale grazie all'accoppiata di Wiimote e Nunchuk.
    Se da un lato questa raccolta permette a Nintendo di fare soldi facili, dall'altro è un'occasione ghiotta di recuperare ad un prezzo molto vantaggioso (29€) perle videoludiche ormai introvabili nei negozi, o nella più rosea delle situazioni, rintracciabili sulle piattaforme di E-Commerce ma a prezzi decisamente elevati.
    Per tali motivi questo articolo è dedicato in particolar modo a chi non ha mai potuto giocare all'originale Pikmin, trattando (in ogni caso) con un occhio di riguardo anche chi è interessato a valutare la qualità del lavoro svolto da Nintendo nel riadattare il gioco alla nuova console, per evidenziare pregi ed eventuali difetti della nuova versione rispetto all'edizione GameCube.

    Un mondo nascosto sotto i nostri occhi.

    Viviamo in un era in cui il tempo è denaro. Ma siamo sicuri di essere sempre stati così "schiavi" del nostro orologio da polso e degli impegni da non poter dedicare che pochi attimi alle nostre fantasie o ai semplici piaceri della vita, come viaggiare con la mente durante la lettura delle pagine di quel libro che ora sta sulla nostra mensola, in camera, sotto due dita di polvere?
    Torniamo sui nostri passi, indietro fino al punto in cui riuscivamo ancora a dare attenzione alle piccole cose che ci circondavano. Sediamoci in giardino in una giornata limpida, adagiamoci sul prato e prendiamoci lunghi attimi per osservare la vita minuscola che scorre sotto i nostri occhi, tra un filo di erba ed un fiore, all'ombra del nostro enorme corpo.
    Tutto ha una sua armonia e tutto è avvolto dal mistero: dove sta andando così di fretta quella formica? Che fine ha fatto la margherita che fino a ieri sbocciava bella ed imponente qui intorno? Con un po' di fantasia saremo in grado di rispondere a tutte queste domande. Pikmin non fa altro che solleticare la nostra curiosità, ci racconta un'avventura fiabesca ambientata nel piccolo mondo che ognuno di noi può trovare nel giardino sotto la propria casa.
    Miyamoto da quindi modo di iniziare l'esplorazione di un mondo incantato ponendoci nei panni del minuscolo Capitano Olimar (alto ben 4 cm), che a bordo della sua nave spaziale precipita dalle stelle sino al nostro pianeta. Il protagonista verrà suo malgrado coinvolto nella obbligata scoperta degli equilibri biologici che regolano questo corpo celeste così estraneo, ricco di quell'ossigeno per lui velenoso (tanto da costringerlo ad indossare perennemente la sua tutta spaziale). Da solo, sperduto in un mondo selvaggio, dovrà trovare tutti i pezzi dell'astronave Dolphin che si sono sparsi per il prato entro trenta giorni, così da poter tornare sano e salvo a casa prima che si esaurisca l'energia che alimenta il suo respiratore.
    Osservando ciò che ci circonda da un punto di vista come quello del Capitano Olimar tutto sarà diverso, ed anche una graziosa e docile coccinella può in realtà apparire come un terrificante mostro da cui stare alla larga. Abbiamo l'opportunità di entrare in contatto con tanti piccoli dettagli che il nostro occhio non può vedere o che la nostra mente sminuisce, dimostrando che in realtà noi stessi siamo metaforicamente dei piccoli alieni davanti a questo universo nascosto.
    L'esplorazione, spinta dalla curiosità di questa prospettiva tutta particolare, gioca quindi un ruolo molto importante sia a livello di gameplay che a livello emotivo: saremo costantemente in corsa verso l'orizzonte per superare la cresta dell'ennesima collina o in immersione sul fondo di una pozza d'acqua, per vedere cosa si nasconde sull'altra riva del lago che si estende poco più in là dal punto di atterraggio della nostra navicella.

    La speranza giace nei Pikmin.

    Solo un eroe mitologico riuscirebbe a sopravvivere completamente da solo, sperduto su un pianeta lontano da casa, cercando di ritrovare tutti i pezzi che si sono staccati dall'astronave al momento dell'atterraggio. Ed Olimar non lo è di certo.
    Olimar è un semplice ed orgoglioso ricercatore del pacifico pianeta Hocotate, in viaggio per l'universo per recuperare le sostanze più misteriose del cosmo. Non ha dalla sua parte alcun tipo di forza fisica, ma solo tanta curiosità e tanta intraprendenza, e saranno proprio queste due doti che gli permetteranno di cavarsela e di fare conoscenza con una curiosa forma di vita aliena, a metà fra una pianta ed un animale, e dalla forma vagamente simile alle carote che la moglie aggiungeva al minestrone di cui Olimar va pazzo: i Pikmin.
    I Pikmin, per ragioni che il capitano non riesce a comprendere, sono estremamente docili e cooperativi, e lo vogliono aiutare a ricostruire la Dolphin.
    Attorno ai Pikmin, al loro rapporto con Olimar e alla loro interazione con l'ambiente si sviluppa l'intero gioco. Gli esserini si dimostrano molto versatili, possono essere raggruppati in formazioni da cento unità (fra attivi, inattivi ed in crescita, piantati al suolo). Possono poi essere lanciati da Olimar verso mostri spaventosi al fine di farli combattere, verso risorse naturali come fiori, erba o nemici sconfitti per raccogliere nutrimento necessario a moltiplicare la specie, o ancora verso ostacoli, mura o mucchietti di legno per costruire passaggi, spostare o abbattere ostacoli.
    I Pikmin possono essere rossi, blu o gialli. Ogni tipo presenta particolari caratteristiche di adattamento ambientale che lo rende unico rispetto agli altri colori, permettendo ad esempio solo ai Pikmin blu di nuotare o ai Pikmin rossi di ignorare il calore di una fiamma. Come tutte le creature anche i Pikmin hanno una casa, una specie di fiore/cipolla in grado di librarsi nel vento, similmente all'astronave di Olimar.
    La loro forza apparente sta nel numero, poiché più Pikmin verranno adoperati per svolgere un determinato compito e minore sarà il tempo che impiegheranno per portarlo a termine.
    Quando però il gioco si fa duro, quando si lanciano dozzine di Pikmin contro un mostro decine di volte più grande di loro, ci si rende conto che a rendere i Pikmin veramente speciali è il loro coraggio e la loro estrema fedeltà al capitano Olimar: durante l'avventura dovremo essere forti, e consapevoli che molti dei nostri piccoli amici dovranno inevitabilmente morire, seguendo l'ineluttabile ciclo della natura, per permetterci di tornare sani e salvi a casa.
    Avremo modo di coltivare una quantità inenumerabile di Pikmin, ciò nonostante sarà difficile accettare a cuor leggero l'idea di dover sacrificare anche uno solo dei nostri compagni di viaggio, così generosi da aiutare a costo della propria vita un perfetto sconosciuto.

    Come essere ottimi capitani.

    I comandi di gioco risultano molto semplici ma altrettanto efficaci e ben studiati.
    Attraverso il control stick analogico comandiamo i movimenti del capitano Olimar, mirando una zona dello scenario con il puntatore e premendo B si chiamano a raccolta i Pikmin adiacenti al punto da noi indicato, che subito correranno alle nostre spalle. Con il pulsante A si sradicano i Pikmin da terra oppure si prende uno dei Pikmin alle nostre spalle per lanciarlo nella zona indicata con il cursore: saranno poi loro, in base alla vicinanza del punto d'atterraggio con una risorsa o con un nemico, ad intraprendere autonomamente azioni d'attacco o di raccolta.
    Possiamo anche gestire una rudimentale formazione: mentre abbinando alla pressione del tasto A la pressione del tasto B dividiamo i Pikmin per colore, premendo "giu" sulla croce direzionale li dividiamo per grado di evoluzione (foglia, germoglio, fiore).
    I comandi della telecamera sono affidati al tasto Z, che riporta la visuale alle spalle del Capitano Olimar, ai tasti laterali della croce direzionale per regolare il livello di zoom ed al tasto "su" della croce direzionale per cambiare l'altezza della telecamera dal suolo.
    Il tutto funziona in maniera pressoché perfetta e senza la benché minima sbavatura. Il valore aggiunto rispetto alla versione GameCube è la presenza del puntatore a schermo del Wiimote, in grado di rendere il metodo di controllo più comodo e meno frustrante rispetto all'edizione originale di Pikmin, permettendo di avere totale controllo sull'azione di gioco, in modo molto più rapido e preciso rispetto alla levetta con cui si muoveva originariamente il cursore.
    Così Pikmin ritrova davvero una seconda giovinezza. La sua natura di titolo Gestionale viene rintemprata non poco dal "New Play Control". Anche se ovviamente il vero valore del prodotto risiede nella sua varietà, della profondità della strategia da adottare, nell'"ars poetica" che sostiene tutta l'opera, e nella sua marcata originalità, che ancora oggi risplende, a fronte di un mercato sempre più stereotipato. In attesa di Little King's Story, che promette di riprendere il concetto alla base di Pikmin, e del terzo, attesissimo capitolo, anche l'origine della Saga mostra oggi un carattere unico.

    La bellezza della semplicità

    Sotto il profilo tecnico, Pikmin ha segnato uno dei più alti livelli qualitativi raggiunti su Nintendo GameCube. Di rimando, anche oggi -nella sua riedizione- sembra sfruttare in maniera più che adeguata le potenzialità del Wii fornendo un colpo d'occhio veramente eccellente.
    Oltre ad un buon uso di texture per caratterizzare il suolo e ad una riproduzione pressoché perfetta dell'acqua, la forza del titolo risiede nella cura artistica con cui gli ambienti sono ricostruiti e nell'elevato numero di Pikmin (100) che il motore di gioco riesce a gestire, in maniera intelligente, grazie alla poca complessità poligonale di cui godono i nostri piccoli amici.
    Rispetto alla versione GameCube possiamo ammirare una visuale 16:9 e sfruttare un'uscita a 480p; inoltre il frame rate è leggermente più solido ed è migliorata sensibile la pulizia delle immagini.
    Ad uno sguardo attento, tuttavia, abituato alle ultime produzioni Nintendo -come Super Mario Galaxy o Super Smash Bros. Brawl- non può sfuggire il fatto che nonostante la bontà del lavoro svolto e le feature applicate in questa riedizione, il Wii sia in grado di offrire una qualità ancora migliore, soprattutto a livello di texture. Si intravedono quindi dei margini di miglioramento che, nella migliore delle ipotesi, verranno colmati quando finalmente vedrà la luce il tanto chiacchierato terzo episodio della saga.

    L'accompagnamento musicale di Pikmin è composto da motivetti allegri e riflessivi, che lasciano il giusto tempo per assaporare anche i piccoli rumori ambientali del mondo naturale che esploriamo. A tratti, addirittura, il sottofondo sarà composto unicamente dai suoni della natura.
    Il risultato è a dir poco d'effetto, riuscendo a trasmettere serenità ed armonia, avvolgendo il giocatore in una spirale di poesia composta sapientemente, tassello per tassello, in quest'opera di Shigeru Miyamoto.

    Piccola curiosità musicale

    Durante il lancio della versione originale di Pikmin per Nintendo GameCube venne commercializzato nel solo suolo giapponese un singolo dei debuttanti Strawberry Flowers intitolato Ai No Uta (letteralmente "Canzone dell'Amore") ispirato al mondo di Pikmin.
    Il testo descrive le emozioni dei Pikmin in relazione al loro ruolo nel gioco, rivelando in essi un grande senso di tristezza ma al tempo stesso di immensa devozione nel compito di aiutare il capitano Olimar.
    Questa canzone comparve solo negli spot pubblicitari giapponesi dell'epoca e non è presente nel gioco, ma venne inserita come piccolo cameo in Pikmin 2. La canzone divenne ben presto popolare in Giappone tanto che il gruppo venne chiamato a comporre il tema principale di Pikmin 2.
    Seppure quest'opera venne composta prevalentemente come pubblicità per Pikmin ben presto le sue vendite superarono quelle del gioco. La canzone è stata quindi inserita di diritto come accompagnamento musicale nell'arena "Pianeta Distante" di Super Smash Bros. Brawl.

    Pikmin PikminVersione Analizzata Nintendo WiiNonostante sensibili migliorie al comparto tecnico, come la presenza dei 16:9 a 480p ed una pulizia dell'immagine superiore, nonostante un sistema di controllo in grado di surclassare il metodo originario, chi già possiede una copia di Pikmin per GameCube può resistere alla tentazione di comprare questa riedizione. Chi invece nella scorsa generazione non ha avuto modo di provare Pikmin non può lasciarsi scappare l'occasione di giocare ad un titolo di questo livello, per altro ormai difficilmente recuperabile nella sua versione originale e sicuramente non al prezzo di 29€. Un gameplay profondo ma immediato, un gusto per la sfida vagamente arcade e la poesia che trasuda da ogni poro rendono Pikmin un gioco adatto a qualunque tipo di giocatore, come avviene d'altronde per tutti i grandi classici della storia videoludica. Se non avete mai conosciuto il Capitano Olimar ed i Pikmin questo è il momento giusto di farlo.

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