Recensione Planar Conquest

Planar Conquest è un 4X, un genere che è la summa della strategia e della pianificazione: un ibrido tra Endless Legend, HOMM e King's Bounty.

Recensione Planar Conquest
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  • Pc
  • Le statistiche sono il cuore di ogni videogioco. Anche nel più action degli shooter si trovano numeri, cifre, cifrette ed equazioni, sommerse da migliaia di righe di codice e invisibili ai giocatori, tutti concentrati nella nobile arte del dispensare distruzione virtuale. Non sorprende quindi, data la maturazione del mercato degli ultimi anni, che gli strategici a turni stiano avendo sempre più successo, che le statistiche stiano venendo alla luce del grande pubblico. Planar Conquest è un 4X, un genere che è la summa della strategia e della pianificazione. L'ambientazione fantasy e alcune meccaniche lo rendono un ibrido interessante tra l'insuperabile Endless Legend e i vecchi Heroes of Might and Magic e King's Bounty. Una lotta all'ultima magia tra diverse razze in un mondo frammentato in diversi piani di esistenza, legati ad altrettanti elementi.

    E luce fu

    Si inizia dalla creazione del mondo di gioco. Come in ogni strategico di ampio respiro che si rispetti, definire i dettagli dell'universo da esplorare e conquistare è già una sfida di pianificazione e volontà tattica. Le schermate che vi permetteranno di organizzare le partite, come in Civilization, sono ben fatte e cariche di statistiche da poter modificare. Si parte da quanti piani inserire, la loro estensione e la loro geografia, per poi passare alla scelta della razza da interpretare e dall'eroe da metterci a capo. Le opzioni sono molto soddisfacenti, specialmente quelle dedicate al ritmo di gioco, che potrà essere accelerato o rallentato in pre-partita, a seconda di quanti turni (e quindi ore) si vuole far durare il tutto.

    Ciò che veramente stupisce però è la creazione dell'eroe. Avremo a disposizione una serie di razze ben definite, ciascuna con i suoi punti di forza e debolezza, come i draghi dalle truppe volanti e letali, ma con una popolazione dal tasso di crescita molto basso; oppure gli insettoidi, creature aracnidi dotate di estrema compattezza tra i loro ranghi e di una popolosità oltre la media, ma molto deboli nell'uso della magia. Si trovano anche diversi elfi, i classici umani con le statistiche buone un po' per tutto e i non-morti, i cattivoni dotati dell'esercito più potente del gioco, ma che non possono formare alleanze e devono corrompere i territori prima di conquistarli. Le strategie sembrano già interessanti, ma la schermata successiva permette di stabilire l'approccio della razza stessa, dando alcuni tratti positivi e negativi al proprio eroe, come la possibilità di pagare meno il lancio delle magie, oppure di specializzarsi in modo unico in una scuola magica, o altri che impattano su come recupererete le risorse o condurrete l'esplorazione. Impostato il tutto, la schermata di gioco vi risulterà familiare, essendo molto simile ad altri titoli appartenenti a questo genere. Una mappa in tre dimensioni e visuale isometrica, divisa a riquadri, con la vostra città di partenza al centro. Sparsi per la mappa, troverete dei punti di interesse del tutto analoghi a quelli di Heroes, ovvero che donano piccoli bonus a chi li scopre o potenti tesori custoditi da creature completamente fuori dalla vostra portata all'inizio di una partita. L'early-game scorre piacevolmente in Planar Conquest, proprio grazie all'esplorazione sempre interessante a causa della differenza di punti di interesse e conformità del terreno garantita dei diversi piani astrali. Questi ultimi sono connessi da portali che troverete in diverse zone e arriverete anche ad avere magie, edifici e oggetti in grado di facilitare il movimento del vostro impero sui diversi mondi. Tornando alle fasi iniziali, un difetto che abbiamo riscontrato è che non ci è dato modo di scegliere la posizione della prima città, fatto piuttosto irritante anche in seguito alla scelta di alcuni bonus dell'eroe. Inoltre le strategie all'inizio non offrono una grande varietà. A parte l'esplorazione, un po' tutta uguale (ma forse è inevitabile che sia così), si avranno due strade: espandersi militarmente o grazie all'uso delle magie e della ricerca; e la seconda non è sempre possibile. Difatti, soprattutto se avrete scelto mappe non troppo ampie in fase di creazione, sarà molto probabile che vi ritroviate un portale nei pressi della prima città, cosa che vi costringerà a difendervi fin da subito da incursioni di altri piani verso il vostro. Nello specifico, le città funzionano in modo molto simile a quelle del classico Civilization, per cui ogni insediamento ha un'area di influenza che pian piano, all'aumentare della popolazione, si espanderà, includendo le risorse circostanti.

    Un lungo viaggio

    Dai menu di gestione, ogni razza avrà una serie di palazzi generali e specifici da poter costruire che andranno a influenzare varie statistiche, come il cibo, la produttività e le difese, nonché le possibili truppe da poter reclutare. All'inizio tuttavia le possibilità di costruzione non saranno molte e questo fatto rende l'early-game di Planar Conquest (i primi 80-100 turni) un po' troppo blando. Per fortuna giungeranno poi battaglie più interessanti, magie più potenti e soprattutto gli eroi. Parlando di scontri, le battaglie si svolgono a turni su una griglia di dimensioni mai esagerate. Di norma infatti i vari eserciti non supereranno quasi mai le dodici-quindici unità e si punterà molto sulla specializzazione delle stesse o sul loro potenziamento magico. Il sistema è del tutto classico, con una variazione del tipico regolamento carta-forbice-sasso in chiave fantasy.

    Ovviamente le magie la fanno da padrone anche in questo caso ed è qui che Planar Conquest mostra i muscoli. In ogni caso, il tutto è incentrato sull'uso di tre risorse: oro, una specifica per ciascuna razza e la cosiddetta Potenza. Estratta da più o meno qualunque cosa di magico che troverete in giro per le mappe, man mano che accumulerete Potenza potrete suddividerla in tre aree di specializzazione: ricerca, mana e spellcraft, legate tutte e tre all'uso della magia. Questa merita un discorso a parte perché è sicuramente il comparto meglio riuscito di Planar Conquest. Esistono sette scuole di magia e sei scuole che mescolano i tipi precedenti a seconda degli effetti desiderati. Ad esempio la scuola ibrida della "Augmentation", comprende sia magie della scuola della Vita per curare le creature, sia della Terra per proteggerle con potenti scudi. Tuttavia ciascuna scuola è suddivisa in ben nove livelli di potenza, contenenti almeno sei diverse magie per i primi sei livelli e a scemare in quantità fino all'unico, singolo potentissimo incantesimo di nono livello, esclusivo per ciascuna scuola (anche nel caso di quelle ibride). Insomma la varietà è davvero encomiabile, tanto che è difficile trovare una lista completa di ogni magia in rete e dovrete scoprirle voi, se sarete in grado di arrivare a studiare, tramite la ricerca, i livelli più alti.

    Un comparto che fa invidia sia a Endless Legend, sia a Age of Wonders 3, tanto per chiarirci. Non stupisce quindi che la parte del leone di questo 4X la faccia il mid-game. Una volta superato lo scoglio un po' guidato dei primi turni della partita, le possibilità offerte dalle varie combinazioni di magie, città, mappe planari ed eroi sono veramente eccezionali. Questi ultimi possono essere reclutati in due modi: o da delle taverne sparse per tutte le mappe planari, oppure tramite la magia Summon Champion, da ricercare nella scuola Arcana, che non necessita di specializzazioni per essere studiata (al contrario delle altre dodici) e ricercabile da tutti. Ogni eroe è dotato di equipaggiamento specifico e di statistiche che ne governano l'uso sul campo di battaglia, alla stregue delle varie truppe reclutabili normalmente. Oltre ad essere trovato, l'equipaggiamento può anche essere creato su misura per ciascun eroe, spendendo il mana accumulato nella distribuzione di potenza di cui sopra, in un sistema di crafting piuttosto ben fatto e vario. In ogni caso gli oggetti più potenti li troverete assaltando le postazioni magiche dei vari mondi planari, custodite da guardiani che vi inceneriranno solo con lo sguardo finché non avrete la potenza militare necessaria a sfondarle. Un mid-game solido in Planar Conquest è necessariamente legato ad un equilibrio tra tutti i comparti di gioco e questo non è necessariamente un bene per un 4X. Le possibilità offerte dall'esplorazione e dal comparto magico e tattico non sono quindi utilizzate dal gioco stesso in maniera interessante e questo è certamente il difetto più grande della produzione Wastelands Interactive. Il motivo è molto semplice: esistono solo due modi per vincere una partita: lo sterminio totale delle altre fazioni, oppure lanciare una magia Arcana finale detta Spell of Domination, che richiede un accumulo di risorse notevole. L'end-game è quindi una naturale estensione del mid e non offre niente di particolarmente nuovo, alla lunga. Frustrante, dato che le premesse per un vero e proprio gioiello di strategia c'erano tutte. Due parole sul comparto tecnico e sull'interfaccia. Il primo è piuttosto solido e ben compiuto, anche se lo stile è piuttosto anonimo e classificabile nella grande scatola del fantasy generico. L'interfaccia presenta invece qualche clic di troppo sebbene sia tutto richiamabile tramite shortcut da tastiera.

    I menu sono ben listati e chiari nel loro intento ma non capiamo proprio come mai l'atto di selezionare unità, punti di interesse e città sulla mappa richieda ogni volta un clic aggiuntivo per deselezionare l'entità corrente. La cosa è molto irritante, anche perché sarebbe bastato implementare un uso del tasto destro più intelligente, riprendendolo da altri 4X da anni sul mercato. Qualche piccolo bug nella gestione delle risorse non impedisce comunque di promuovere tecnicamente il titolo che soffre tuttavia di una mancata traduzione in Italiano.

    Planar Conquest Planar ConquestVersione Analizzata PCPlanar Conquest è un ottimo ibrido tra Heroes of Might and Magic e Age of Wonders e saprà soddisfare tutti coloro che cercano una buona dose di sfida nel piacere ancestrale di scoprire turno per turno tutte le opzioni di uno strategico davvero vasto, sebbene accessibile nella sua complesssità. Un peccato quindi che una gestione troppo lineare dell'end-game e un early-game decisamente blando non ci permettano di premiare questo titolo in cui forgiare armature, lanciare potenti incantesimi e comandare una pletora di unità ben caratterizzate crea quella sindrome di "ancora un turno e poi vado" che tipicamente suscitano i migliori 4X. Alcune idee brillanti (come la risorsa Potenza e il sistema di magie) ci fanno consigliare il titolo Wastelands solo a tutti coloro ormai sazi di quel capolavoro di Endless Legend e dell'altro caposaldo del sottogenere fantasy della summa degli strategici a turni, ovvero Age of Wonders 3. Dato il prezzo non proprio budget, se non conoscete questi due titoli, forse è bene che orientiate i vostri acquisti su questi ultimi per saziare la vostra sete di battaglie epiche, mondi strani e statistiche da gestire non nelle immensità dello spazio, bensì in terre lontane e antiche, colme di magia da sfruttare per la vostra sete di potere e conquista

    7.0

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