Recensione Point Blank DS

Una pallottola spuntata

Recensione Point Blank DS
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  • DS
  • Nato nelle sale giochi giapponesi come shooter per lightgun col nome di Gunbullet nel 1994, Point Blank fece la sua prima apparizione in europa quattro anni dopo su Playstation. Insieme alla GunCon, lightgun per PSX della Namco, era possibile ricreare nelle proprie case lo spirito da sala giochi e dare così il via a sfide all'ultima pallottola. Il gioco riuscì a conquistarsi un buon numero di appassionati, merito sopratutto del suo stile umoristico, di una grafica piacevole e di un gameplay immediato e divertente, specialmente in multiplayer. Successivamente vennero prodotti altri due capitoli, l'ultimo dei quali nel 2001, e poi, per un periodo lungo tutta l'era PS2, questo brand venne abbandonato nel dimenticatoio (nonostante l'uscita della GunCon2), lasciando così orfani tutti i giocatori dal grilletto facile.

    Dopo questa lunga assenza, Point Blank si riaffaccia di nuovo sulla scena videoludica mondiale, e lo fa sottoforma di cartuccia per Nintendo Ds. Come avrete capito dalla console sulla quale gira il gioco, questa volta per sparare non useremo una periferica a forma di pistola, come nei precedenti episodi, ma il pennino e il touch screen del portatile Nintendo. Questo porta ovviamente dei radicali cambiamenti nello "spirito" originale del prodotto: infatti, gran parte dell'appeal che il questo titolo aveva in passato è andato perduto e, se sfasciare un bersaglio sparandogli con una pistola poteva risultare divertente e in un certo senso appagante, abbatterlo toccandolo col pennino è sicuramente un esperienza meno emozionante. Il gioco, per chi non avesse mai provato un capitolo della serie, si presenta come un accademia virtuale, ironica e un po' demenziale, per pistoleri novizi. La modalità principale si dividerà in una serie progressiva di livelli, ognuno dei quali ci porrà davanti una sfida diversa: dal cercare di colpire una piccola mosca utilizzando un solo proiettile, al distruggere un satellite in 15 secondi, passando per occupazioni più classiche quali colpire un determinato numero di bersagli o di sagome di cartone raffiguranti criminali. Al termine di ogni livello, indipendentemente dall'esito positivo o negativo, riceveremo un punteggio, basato su diverse statistiche (accuratezza, rapidità e proiettili utilizzati). Il tutto è accompagnato da un comparto tecnico buono, con una grafica 2D abbastanza curata (comprendente anche alcuni elementi 3D, come ad esempio alcuni bersagli) che riesce a visualizzare un discreto numero di elementi in movimento su schermo senza presentare alcun tipo di rallentamento; le poche tracce musicali invece hanno una qualità altalenante, spaziando da alcuni pezzi orecchiabili, ad altri decisamente anonimi e ripetitivi.

    Point Blank DS offre al giocatore 40 "missioni" recuperate dai precedenti capitoli (un po' poche, considerate le oltre 100 che il gioco possiede come bagaglio) e 5 modalità di gioco ovvero Arcade, Wireless Vs, Freeplay, Brain Massage e Games Museum. Di tutte le modalità single player, quella che ricorda di più il gioco originale è quella Arcade: lo scopo sarà quello di riuscire a completare un certo numero di livelli (da 4 a 8), con a disposizione 3 vite, che, come è facile immaginare, decrementeranno ogni volta che non riusciremo a completare l'obiettivo di una missione. Per aggiungere un pizzico di sfida in più, nel gioco sono presenti alcuni oggetti, come ad esempio le bombe, che ci faranno perdere una vita se colpite per errore. Man mano che diventeremo più bravi, potremo aumentare la difficoltà del gioco, scegliendo tra i 4 livelli disponibili, da "Beginner" a "Insane"; incrementando la difficoltà, non solo le missioni diventeranno più ardue, ad esempio diminuendo la dimensione dei bersagli o moltiplicando il numero di oggetti penalizzanti (citati in precedenza), ma aumenterà anche la velocità di gioco, rendendo tutto notevolmente più frenetico. Purtroppo la presenza di "continue" infiniti smorza in gran parte la sfida che il gioco propone, rendendo semplice portarlo a termine. Resta comunque al giocatore lo stimolo di rigiocare per cercare di ottenere un punteggio finale sempre più alto e migliorare così i propri record.

    Dopo il trionfo ottenuto da Nintendo con Brain Training in madrepatria (e non solo) e vista la grande quantità di giochi di "allenamento" che sono usciti sulla scia del suo successo, alla Namco hanno pensato bene di inserire anche nel loro Point Blank una modalità analoga, chiamata appunto Brain Massage. In questa modalità potremo giocare i 40 livelli presenti nel gioco, divisi in gruppi da 4 secondo differenti tematiche volte allo stimolo di diverse aree del cervello: ci saranno dunque livelli dedicati a "testare" l'accuratezza del giocatore, altri la prontezza, altri i riflessi e così via (complessivamente 10 categorie, 7 disponibili da subito e 3 da sbloccare). Al termine di ogni prova, in base al punteggio totalizzato, otterremo un titolo, per un totale 100 riconoscimenti ottenibili: questa grande abbondanza è senz'altro un buon espediente per aumentare la longevità del prodotto, anche se, proprio a causa della sua natura, difficilmente dedicherete a questa modalità più di 20 minuti al giorno, ovvero il tempo necessario per completare le dieci fasi di allenamento. Infine, rimangono da analizzare le modalità Freeplay e Games Museum; la prima è una sorta di modalità allenamento, nella quale potremo scegliere di cimentarci in un singolo livello a qualunque difficoltà, per perfezionarci e tentare di migliorare i propri record. Games Museum, invece ci permetterà di giocare a 4 repliche virtuali di vecchie macchine da sala giochi della Namco, ovvero Gator Panic, Cracky Crab, Cosmo Gangs e Shoot Away, che altro non sono se non le versioni "estese" di 4 giochi presenti nelle altre modalità. Il nostro scopo sarà quello di colpire vari bersagli: alligatori, granchi, alieni o i più classici piattelli, seguendo delle regole che varieranno da gioco a gioco, come accadeva nei Coin-op originali. Queste due ultime modalità, però, non aggiungono ne tolgono nulla alla qualità del titolo, proponendosi come aggiunte fini a se stesse, e nulla più. Invece, contribuisce notevolmente a risollevare il valore del gioco la modalità multiplayer per due giocatori, con la quale -grazie al gamesharing- è possibile dare il via a frenetiche sfide possedendo solamente una cartuccia: ciò rende Point Blank adatto per tutti coloro che amano sfidare i propri amici. Il giocatore con la scheda di gioco, chiamato Parent System, definisce i termini della sfida, selezionando un "set" di 4 livelli e la difficoltà, e poi entrambi i giocatori inizieranno la sfida; le missioni seguono in tutto e per tutto le regole della modalità in single player e alla fine risulterà vincitore colui che ha totalizzato più punti.

    Point Blank DS Point Blank DSVersione Analizzata Nintendo DSSe tutto ciò che il gioco avesse da offrire fosse solamente la modalità per singolo giocatore ci troveremmo davanti ad un titolo a stento sufficente: un esiguo numero di livelli e le poche modalità valide disponibili, soprattutto per l'assenza del Quest Mode o del Theme Park presenti nei primi due Point Blank, avrebbero reso questo titolo decisamente superfluo nelle softeche degli utenti. Del resto l'abbandono della lightgun dovuto alla scelta del DS come piattaforma ha fatto si che il gioco sia allontanato dal genere di sparatutto per avvicinarsi a quello di raccolta di minigames, categoria già inflazionata sulla console portatile Nintendo. Fortunatamente è presente la modalità multiplayer che farà contenti molti possessori del gioco. Quindi, anche se nel panorama videoludico del DS c'è una discreta abbondanza di raccolte, Point Blank risulta nel suo piccolo una valida scelta: se vi piace giocare con un amico vi intratterrà per diverso tempo. Ma ricordate: in caso contrario lo giocherete al massimo quel quarto d'ora giornaliero per completare il Brain Massage.

    6.5

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