Recensione Prince of Persia: the Sands Of Time per Xbox

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Recensione Prince of Persia: the Sands Of Time per Xbox
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS2
  • Gba
  • Xbox
  • NGC
  • Pc
  • Fiabe e leggende dell'antica Persia

    Prince Of Persia è un
    video-sogno. E' un fugace viaggio onirico in un mondo da fiaba, in cui si
    fondono magistralmente la più ammirata tradizione ludica e il sovvertimento
    delle leggi spazio-temporali. L'appassionato di Action Adventures, risolvendo
    enigmi, saltellando di pianerottolo in sporgenza, e attraversando il gigantesco
    castello in cui è ambientato il 95% del gioco, scoprirà nelle meccaniche di The
    Sands Of Time una sapiente rilettura del grande Ico, incluso il finale che
    lascia di sasso e fa riflettere. Di fatto, ciò che impedisce all'allievo
    occidentale di eguagliare il maestro giapponese, è soltanto la carenza di vera
    profondità poetica, non controbilanciata dalla superiorità della fase d'azione,
    qui meglio gestita ed appagante. Per il resto, abbiamo un titolo di fattura
    eccellente, che si pone ai vertici della categoria nella produzione
    americana.

    Nei pressi
    dell'olimpo

    Anzitutto, i tocchi di classe si sprecano: dal mai abusato rallenty
    che supporta alcuni colpi con coreografico volteggio, alle fonti d'acqua dolce
    in cui ristorare l'energia. Un level design maestoso ed azzeccatissimo fa da
    cornice a personaggi superbamente animati, il Principe su tutti, baciato da
    oltre 750 digitalizzazioni di movimento. L'impatto cosmetico di TSOT è
    l'emblema dell'ingegneria visiva, della perfetta fusione tra artisticità e
    tecnica. Un motore grafico tipicamente multipiattaforma, pregevole ma non di per
    sé sbalorditivo, stupisce per l'efficiacia con cui è asservito al cesellìo
    delle textures, al disegno delle architetture, alla succitata bontà delle
    animazioni. Il sonoro è quello delle grandi occasioni: una colonna d'importante
    impatto, sviluppata come rock arabeggiante, motiva splendidamente soprattutto le
    spettacolarissime sequenze di lotta. Il tutto viene accompagnato da un
    doppiaggio italiano che, come ci ha abituati Ubi Soft, risulta tanto ben
    caratterizzato vocalmente quanto mal sincronizzato col labiale. Chiara Colizzi,
    in particolare, recentemente voce di Uma Thurman in Kill Bill e di Jade in
    Beyond Good&Evil, interpreta l'avvenente Farah, un po' la Yorda di The Sands
    Of Time. A concludere un confezionamento quindi di altissimo livello troviamo
    gli effetti speciali, sia visivi che sonori, entrambi sempre gioiosi per occhi
    ed orecchi. Menzione d'onore va all'interfaccia di controllo: semplicemente
    perfetta. La quantità di azioni e mosse eseguibile dal Principe è sorretta da
    comandi che fanno dell'intuitività più estrema il loro punto di forza: sembra
    quasi che ogni performazione nasca autonomamente sotto i polpastrelli.

    Sognare è
    semplice...

    La
    creazione di un control system tanto sopraffino ci porta ad evidenziare quello
    che è il solo difetto strutturale del titolo: la scarsità del livello di sfida.
    Di per sé, infatti, POP non è corto, per essere un Action Adventure. Ma quella
    decina di ore sufficiente a terminarlo non ne nasconde abbastanza di dovute ai
    tentativi. Il meccanismo di rewind temporale offerto dal pugnale magico consiste
    sia in un positivo azzeramento della frustrazione, sia in un negativo eccesso di
    facilitazione. Il terzetto Principe/pugnale/sistema di controllo viene ad essere
    davvero troppo forte, troppo impeccabile, troppo maledettamente superiore a
    Lara, a Ico, a Raziel, perché una difficoltà d'enigma ed un'ostilità nemica
    globalmente pari a quanto visto nelle rispettive avventure possa qui
    rappresentare un'importante sfida per l'esperto di pad. Tuttavia, Prince Of
    Persia The Sands Of Time è un video-sogno, e in quanto tale non vuole
    dichiaratamente rappresentare una grande sfida. Non vuole porre ostacoli troppo
    tignosi lungo la via del godimento onirico. Perché in un bel sogno non c'è
    nulla di difficile. Noi siamo gli eroi, volteggiamo e compiamo le più ostiche
    imprese in un batter d'occhio, soffermandoci solo a studiare il superamento di
    una stanza (compito in cui siamo facilitati dalle visioni del Principe) e a
    scambiare battute con Farah, per la quale il sentimento cresce e si
    approfondisce nel corso dell'avventura, in maniera decisamente piacevole. The
    Sands Of Time, in conclusione, avvolge il giocatore e lo fa volare nella
    fantasia e nel classicismo che caratterizzano le antiche leggende persiane. Per
    lasciarlo dopo averlo dolcemente cullato per una manciata d'ore, che scivolano
    via come sabbia fra le dita...

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