Prince Of Persia è un video-sogno. E' un fugace viaggio onirico in un mondo da fiaba, in cui si fondono magistralmente la più ammirata tradizione ludica e il sovvertimento delle leggi spazio-temporali. L'appassionato di Action Adventures, risolvendo enigmi, saltellando di pianerottolo in sporgenza, e attraversando il gigantesco castello in cui è ambientato il 95% del gioco, scoprirà nelle meccaniche di The Sands Of Time una sapiente rilettura del grande Ico, incluso il finale che lascia di sasso e fa riflettere. Di fatto, ciò che impedisce all'allievo occidentale di eguagliare il maestro giapponese, è soltanto la carenza di vera profondità poetica, non controbilanciata dalla superiorità della fase d'azione, qui meglio gestita ed appagante. Per il resto, abbiamo un titolo di fattura eccellente, che si pone ai vertici della categoria nella produzione americana.
Nei pressi dell'olimpo
Anzitutto, i tocchi di classe si sprecano: dal mai abusato rallenty che supporta alcuni colpi con coreografico volteggio, alle fonti d'acqua dolce in cui ristorare l'energia. Un level design maestoso ed azzeccatissimo fa da cornice a personaggi superbamente animati, il Principe su tutti, baciato da oltre 750 digitalizzazioni di movimento. L'impatto cosmetico di TSOT è l'emblema dell'ingegneria visiva, della perfetta fusione tra artisticità e tecnica. Un motore grafico tipicamente multipiattaforma, pregevole ma non di per sé sbalorditivo, stupisce per l'efficiacia con cui è asservito al cesellìo delle textures, al disegno delle architetture, alla succitata bontà delle animazioni. Il sonoro è quello delle grandi occasioni: una colonna d'importante impatto, sviluppata come rock arabeggiante, motiva splendidamente soprattutto le spettacolarissime sequenze di lotta. Il tutto viene accompagnato da un doppiaggio italiano che, come ci ha abituati Ubi Soft, risulta tanto ben caratterizzato vocalmente quanto mal sincronizzato col labiale. Chiara Colizzi, in particolare, recentemente voce di Uma Thurman in Kill Bill e di Jade in Beyond Good&Evil, interpreta l'avvenente Farah, un po' la Yorda di The Sands Of Time. A concludere un confezionamento quindi di altissimo livello troviamo gli effetti speciali, sia visivi che sonori, entrambi sempre gioiosi per occhi ed orecchi. Menzione d'onore va all'interfaccia di controllo: semplicemente perfetta. La quantità di azioni e mosse eseguibile dal Principe è sorretta da comandi che fanno dell'intuitività più estrema il loro punto di forza: sembra quasi che ogni performazione nasca autonomamente sotto i polpastrelli.
Sognare è semplice...
La creazione di un control system tanto sopraffino ci porta ad evidenziare quello che è il solo difetto strutturale del titolo: la scarsità del livello di sfida. Di per sé, infatti, POP non è corto, per essere un Action Adventure. Ma quella decina di ore sufficiente a terminarlo non ne nasconde abbastanza di dovute ai tentativi. Il meccanismo di rewind temporale offerto dal pugnale magico consiste sia in un positivo azzeramento della frustrazione, sia in un negativo eccesso di facilitazione. Il terzetto Principe/pugnale/sistema di controllo viene ad essere davvero troppo forte, troppo impeccabile, troppo maledettamente superiore a Lara, a Ico, a Raziel, perché una difficoltà d'enigma ed un'ostilità nemica globalmente pari a quanto visto nelle rispettive avventure possa qui rappresentare un'importante sfida per l'esperto di pad. Tuttavia, Prince Of Persia The Sands Of Time è un video-sogno, e in quanto tale non vuole dichiaratamente rappresentare una grande sfida. Non vuole porre ostacoli troppo tignosi lungo la via del godimento onirico. Perché in un bel sogno non c'è nulla di difficile. Noi siamo gli eroi, volteggiamo e compiamo le più ostiche imprese in un batter d'occhio, soffermandoci solo a studiare il superamento di una stanza (compito in cui siamo facilitati dalle visioni del Principe) e a scambiare battute con Farah, per la quale il sentimento cresce e si approfondisce nel corso dell'avventura, in maniera decisamente piacevole. The Sands Of Time, in conclusione, avvolge il giocatore e lo fa volare nella fantasia e nel classicismo che caratterizzano le antiche leggende persiane. Per lasciarlo dopo averlo dolcemente cullato per una manciata d'ore, che scivolano via come sabbia fra le dita...
Che voto dai a: Prince of Persia: The Sands of Time
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7.8
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Recensione Prince of Persia: the Sands Of Time per Xbox
Leggi la nostra recensione e le opinioni sul videogioco Prince of Persia: the Sands Of Time per Xbox - 399
Fiabe e leggende dell'antica Persia
Prince Of Persia è un
video-sogno. E' un fugace viaggio onirico in un mondo da fiaba, in cui si
fondono magistralmente la più ammirata tradizione ludica e il sovvertimento
delle leggi spazio-temporali. L'appassionato di Action Adventures, risolvendo
enigmi, saltellando di pianerottolo in sporgenza, e attraversando il gigantesco
castello in cui è ambientato il 95% del gioco, scoprirà nelle meccaniche di The
Sands Of Time una sapiente rilettura del grande Ico, incluso il finale che
lascia di sasso e fa riflettere. Di fatto, ciò che impedisce all'allievo
occidentale di eguagliare il maestro giapponese, è soltanto la carenza di vera
profondità poetica, non controbilanciata dalla superiorità della fase d'azione,
qui meglio gestita ed appagante. Per il resto, abbiamo un titolo di fattura
eccellente, che si pone ai vertici della categoria nella produzione
americana.
Nei pressi
Anzitutto, i tocchi di classe si sprecano: dal mai abusato rallentydell'olimpo
che supporta alcuni colpi con coreografico volteggio, alle fonti d'acqua dolce
in cui ristorare l'energia. Un level design maestoso ed azzeccatissimo fa da
cornice a personaggi superbamente animati, il Principe su tutti, baciato da
oltre 750 digitalizzazioni di movimento. L'impatto cosmetico di TSOT è
l'emblema dell'ingegneria visiva, della perfetta fusione tra artisticità e
tecnica. Un motore grafico tipicamente multipiattaforma, pregevole ma non di per
sé sbalorditivo, stupisce per l'efficiacia con cui è asservito al cesellìo
delle textures, al disegno delle architetture, alla succitata bontà delle
animazioni. Il sonoro è quello delle grandi occasioni: una colonna d'importante
impatto, sviluppata come rock arabeggiante, motiva splendidamente soprattutto le
spettacolarissime sequenze di lotta. Il tutto viene accompagnato da un
doppiaggio italiano che, come ci ha abituati Ubi Soft, risulta tanto ben
caratterizzato vocalmente quanto mal sincronizzato col labiale. Chiara Colizzi,
in particolare, recentemente voce di Uma Thurman in Kill Bill e di Jade in
Beyond Good&Evil, interpreta l'avvenente Farah, un po' la Yorda di The Sands
Of Time. A concludere un confezionamento quindi di altissimo livello troviamo
gli effetti speciali, sia visivi che sonori, entrambi sempre gioiosi per occhi
ed orecchi. Menzione d'onore va all'interfaccia di controllo: semplicemente
perfetta. La quantità di azioni e mosse eseguibile dal Principe è sorretta da
comandi che fanno dell'intuitività più estrema il loro punto di forza: sembra
quasi che ogni performazione nasca autonomamente sotto i polpastrelli.
Sognare è
Lasemplice...
creazione di un control system tanto sopraffino ci porta ad evidenziare quello
che è il solo difetto strutturale del titolo: la scarsità del livello di sfida.
Di per sé, infatti, POP non è corto, per essere un Action Adventure. Ma quella
decina di ore sufficiente a terminarlo non ne nasconde abbastanza di dovute ai
tentativi. Il meccanismo di rewind temporale offerto dal pugnale magico consiste
sia in un positivo azzeramento della frustrazione, sia in un negativo eccesso di
facilitazione. Il terzetto Principe/pugnale/sistema di controllo viene ad essere
davvero troppo forte, troppo impeccabile, troppo maledettamente superiore a
Lara, a Ico, a Raziel, perché una difficoltà d'enigma ed un'ostilità nemica
globalmente pari a quanto visto nelle rispettive avventure possa qui
rappresentare un'importante sfida per l'esperto di pad. Tuttavia, Prince Of
Persia The Sands Of Time è un video-sogno, e in quanto tale non vuole
dichiaratamente rappresentare una grande sfida. Non vuole porre ostacoli troppo
tignosi lungo la via del godimento onirico. Perché in un bel sogno non c'è
nulla di difficile. Noi siamo gli eroi, volteggiamo e compiamo le più ostiche
imprese in un batter d'occhio, soffermandoci solo a studiare il superamento di
una stanza (compito in cui siamo facilitati dalle visioni del Principe) e a
scambiare battute con Farah, per la quale il sentimento cresce e si
approfondisce nel corso dell'avventura, in maniera decisamente piacevole. The
Sands Of Time, in conclusione, avvolge il giocatore e lo fa volare nella
fantasia e nel classicismo che caratterizzano le antiche leggende persiane. Per
lasciarlo dopo averlo dolcemente cullato per una manciata d'ore, che scivolano
via come sabbia fra le dita...
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