Recensione Pro Evolution Soccer

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Recensione Pro Evolution Soccer
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  • PS2
  • Introduzione

    Winning Eleven 5. Si pensava che uscisse più o meno al lancio della Ps2 nel marzo del 2000 o poco più tardi, ma poi arrivò la doccia fredda quando si scoprì che in realtà quel gioco di calcio presentato da Konami alla presentazione ufficiale della console era il seguito di ISS per N64 (poi rivelatosi, al contrario delle previsioni, un titolo mediocre). La prima indimenticabile immagine del gioco apparve a pochissimi mesi dalla commercializzazione: lo stadio di San Siro realizzato con una cura impeccabile e il bandierone dell'Olanda tra gli spalti. Un'immagine che non diceva poi molto ma che bastava per far sognare. Il 15 marzo 2001 Winning Eleven 5 arrivò nei negozi di tutti il Giappone e tramite importazione parallela anche in Italia (e in Europa naturalmente). Fu senza dubbio un capolavoro, ma il quinto capitolo di questa fortunata serie, a causa del breve sviluppo, non era esente da imperfezioni: IA dei portieri inferiore a quella di ISS Pro Evolution 2/WE2000, animazioni non molto fluide e livello di potenza dei tiri abbastanza basso. Poco tempo dopo, i programmatori dissero che per l'edizione europea si sarebbero impegnati a migliorare il gioco sotto ogni aspetto. Pochi ci credevano, a causa delle passate release europee sempre al di sotto delle controparti Jap. Grave ingenuità. I KCET sono uno dei pochi team che riescono in un modo o nell'altro a creare seguiti che apportano sempre delle novità o dei perfezionamenti (anche se questo più che un seguito è una "Final Version").
    Finalmente, il gioco più atteso dopo Metal Gear Solid 2, il titolo che i possessori di una Ps2 Jap giocano da tantissimi mesi, l'edizione europea di WE5 è qui. L'attesa è stata lunghissima, si aveva l'impressione che il tempo scorresse lentamente, all'infinito. E invece, Pro Evolution Soccer è qui, davanti a me. Non sembra nemmeno vero. Metto il cd nella console. Non è che forse è una demo, per altro non giocabile? Devo scegliere la lingua: italiano. Appare il logo della Konami e si apre l'introduzione. Sullo schermo: "Konami Computer Entertainment Tokyo", o più semplicemente, KCET. Mi chiedo quando dedicheranno a questo team un monumento, a quelli che ci hanno dato il più grande gioco di calcio di tutti i tempi. Nel frattempo l'introduzione va avanti. Bellina la musica di sottofondo (la cui qualità scende purtroppo a metà filmato), e bella l'idea di proporre in CG alcuni gol o azioni entrati nella storia (la rete di Paolo Rossi al Brasile nei mondiali '82). Finisce l'introduzione e compare la prima schermata fissa. "Pro Evolution Soccer", pronuncia una voce di sottofondo. Premo Start e sono finalmente nel menù principale. Come realizzazione grafica non fa di certo gridare al miracolo, ma è comunque chiaro ed elegante.

    Menù, opzioni e tattiche

    Le scelte sono bene o male le solite: Amichevole, Campionato, Coppa, Master League, Allenamento, Editor e Opzioni. Seleziono la prima modalità e scelgo di giocare una partita classica (ci sono anche le gare ai rigori). Squadre di Club, Nazionali o All-Stars? Club, club! Forza Milan!! Come avversari scelgo naturalmente l'Inter. Deciso l'incontro, decido adesso il tipo di maglie, dopo di che viene caricata la schermata delle opzioni: posso regolare le condizioni meteorologiche tra inverno/sereno, inverno/pioggia, estate/sereno ed estate/pioggia e giocare o di giorno o di notte. Durata della partita: 10 minuti (si va da un minimo di 5 a un massimo di 30) e massimo livello di difficoltà (scelta sconsigliatissima questa a chi non ha mai giocato a Iss Pro/Winning Eleven ). Da tifosissimo milanista quale sono decido di esibirmi nel mitico stadio di San Siro (in totale gli impianti sono otto). Non mancano poi altre classiche opzioni (tempi supplementari, rigori, infortuni ecc.)
    Dopo un brevissimo tempo di caricamento, appare il "Colosseo di Lombardia" (i nomi degli stadi e delle squadre di club sono purtroppo storpiati, idem i calciatori extracomunitari): la realizzazione grafica è a dir poco impressionante, ogni particolare è stato riprodotto alla perfezione. Sugli spalti bandiere che sventolano, bandieroni e infine fumogeni (pochissimi a dir la verità ma l'effetto del fumo è forse il migliore mai visto su Ps2). E' ora d'impostare la formazione. Le novità non sono poche. I parametri e le caratteristiche dei giocatori sono aumentati in notevole quantità e il valore di essi è visualizzato in cifre da 1 a 100. Il numero di tattiche a disposizione è leggermente aumentato ma fortunatamente possiamo sempre personalizzarle. Se nelle precedenti edizioni dovevamo impostare manualmente il comportamento di ciascun giocatore (normale, difensivo o offensivo), adesso il tutto è stato parzialmente automatizzato: l'atteggiamento dei giocatori può essere offensivo, bilanciato, difensivo ecc. Si può comunque sempre decidere di regolare il tutto da soli e anche qui non manca la novità: le frecce che indicano il comportamento non sono più solo due ma (indietro o avanti) ma ben nove e coprono praticamente tutte le direzioni; se in un 4-4-2 direzioniamo la freccia di un ala verso l'area di rigore avversaria, il giocatore nella partita durante la fase d'attacco tenderà ad accentrarsi e in caso di possesso palla avversario capiterà che andrà a pressare o infastidire il portatore di palla di quella zona.
    Le strategie selezionabili sono rimaste sempre le stesse (e possiamo impostare l'attivazione di esse in modalità semiautomatica o manuale). Ma le impostazioni da definire non si fermano certo qui. Il tipo di marcatura da assegnare a difensori e centrocampisti è di basilare importanza, per le squadre più forti l'uso di una difesa a zona è plausibile , mentre per le nazionali o i club di basso rilievo la marcatura a uomo (a scelta tra normale o stretta) è maggiormente consigliata. Le ultime scelte da intraprendere riguardano i battitori di punizioni, angoli e rigori e l'assegnazione della fascia di capitano. Dopo aver configurato la squadra, sono pronto per scendere in campo (per evitare di dover rifare ogni volta la formazione e la strategia, fortunatamente è implementata l'apposita opzione di salvataggio).
    Panoramica sullo stadio e subito dopo i calciatori escono dal tunnel degli spogliatoi, oggetti d'attenzione per i fotografi appostati ai loro lati (purtroppo sono completamente in 2D e immobili. Che costava renderli "vivi"?) e acclamati dalla folla. I giocatori si dispongono orizzontalmente sulla zona del cerchio di centrocampo e cantano gli inni (per lo meno usando la fantasia visto che in realtà degli inni veri e propri non c'è traccia). Dopo di che è la volta della foto di gruppo dove è già possibile notare la grande cura riposta nella creazione dei volti, praticamente identici a quelli veri. Al lato dello schermo ordinati verticalmente la lista dei giocatori che scendono in campo e infine, in pieno stile televisivo, i nomi si dispongono su una finestra che si apre al centro a seconda della tattica scelta e alle loro posizioni. E' tutto pronto per il fischio d'inizio.

    Il gioco

    E' bastato qualche secondo per disattivare la telecronaca (unica vera pecca delle versioni Pal di Winning Eleven). Jon Kabira resta impareggiabile. In compenso il resto è come al solito su livelli d'eccellenza. Ma andiamo con ordine. La velocità di gioco, come è accaduto con WE5 e come non accade nelle passate edizioni su Psx, non è regolabile, e come ci si poteva aspettare, è una giusta via di mezzo (non è né troppo veloce né troppo lenta). Il sistema dei passaggi è stato rinnovato rispetto a Iss Pro Evolution 2: al classico passaggio al compagno più vicino, ottenibile col tasto X, si affianca adesso lo stick analogico destro, a seconda infatti della forza che imprimiamo sul tasto R3 cambia la potenza del passaggio e inoltre possiamo impostare la direzione dove ci pare senza nessun limite. Sempre con lo stick destro e con la pressione contemporanea del tasto L1, effettuare cross con incredibile precisione non è più impossibile. I modi per eseguire un cross non sono comunque finiti: è possibile compierli con lo stick sinistro e a seconda del tipo di pressione che imprimiamo possono venire fuori anche passaggi corti o pallonetti. O ancora, con la combinazione L1+O, si da vita ad un cross automatico ad uno dei compagni in area di rigori e come negli Iss Pro su Psx, il tasto O verrà sempre utile. I comandi sono comunque tutti (o quasi) configurabili tramite un apposito pannello di controllo e i principianti o chi desidera apprendere esperienza lentamente potranno impostare i tasti come più gli aggrada. Il tiro è come al solito ottenibile con quadrato, mentre sono stati inseriti due nuovi tipi di scatti. Con R1 si esegue uno scatto veloce, con R2 uno medio e con L1 si cammina. In PES, a differenza nei precedenti capitoli, con questi tasti è possibile ottenere diversi tipi di dribbling con l'apporto della croce direzionale (o dello stick sinistro a seconda della configurazione), oltre che naturalmente effettuare dribbling diretti senza la necessità di compiere particolari combinazioni. Se aggiungiamo poi due tipi di finte e doppie finte potete capire come la scelta sia decisamente ampia. Per la corsa più lenta comunque, non pensiate che sia del tutto inutile, ricordate che i KCET le innovazioni che inseriscono in ogni episodio non sono mai inutili, e dopo quaranta partite giocate a questa edizione ve lo posso assicurare. I tipi di azione che creano comunque maggior grattacapi sono le triangolazioni, o come si dice in termini strettamente calcistici, uno-due. Abbandonato in parte il vecchio sistema, premendo contemporaneamente L1+X infatti la triangolazione viene solamente avviata; per concluderla toccherà schiacciare uno dei tasti appositi e verrà fuori o un passaggio di ritorno basso, o alto oppure è possibile ingannare gli avversari facendo finta di eseguire un uno-due (o ancora, non fare né la finta né fare il passaggio di ritorno). Spendere qualche riga per la grafica penso sia di dovere, medesimo discorso per il sonoro. Le caratteristiche salienti di PES sono tre: gli stadi, i giocatori e le animazioni. La bellezza degli stadi più imponenti è indescrivibile, i più impressionanti restano il Mezza, l'Amsterdam Arena, il Nou Camp e il St Denis, un vero spettacolo per gli occhi. non che gli altri siano da meno, ma questi quattro sono quelli più appariscenti (e sicuramente migliori di quelli di TIF2002). Peggiori del gioco di calcio targato Sony sono invece i calciatori, composti da una minor quantità di poligoni ma in compenso estremamente dettagliati nei volti. Il fiore all'occhiello di tutte le edizioni di Winning Eleven sono però sempre state le animazioni, e questo aspetto in PES è spinto a livelli altissimi. Le movenze dei giocatori sono eleganti e fluide, oltre che assolutamente realistiche. Sembra incredibile, ma una particolarità delle varie versioni di WE uscite in questi ultimi due anni è il vedere giocatori come Zidane, Shevchenko, Maldini, Serginho, Davids, Owen, Totti, Del Piero, Rivaldo, Contra e tanti altri, muoversi esattamente come le controparti reali (i KCET sono dei veri maestri). Le texture del campo sono abbastanza buone, gli effetti di luce sono invece appena discreti. I difetti grafici riguardano l'effetto pioggia, pessimo, e le ombre, mediocri. Nel complesso la grafica di PES è su livelli molto buoni, ma vedendo giochi come GT3, Ico o Metal Gear Solid 2, dispiace che il comparto estetico di questo titolo non s'attesta secondo i nuovi standard dei più grandi giochi Ps2. La realizzazione tecnica in compenso è ottima: nonostante non ci sia la tanto desiderata opzione 50/60Hz, i programmatori hanno ottimizzato il gioco in maniera tale da eliminare completamente le bande nere e a rendere la velocità di gioco identica ad un'ipotetica versione NTSC (ipotetica perché una controparte jap di PES non esiste, ma WE5 Final Edition dovrebbe andarci molto vicino). Il frame-rate è stabilmente fisso a 50fps e le scalette sono quasi inesistenti. Presenta in modo un po' fastidioso il flickering, che fortunatamente è impercettibile durante l'azione di gioco. Gli effetti sonori sono invece fatti davvero bene, le musiche invece per quanto non siano poi così male, potevano essere fatte meglio (quelle dei menù m'hanno ricordato il gioco di Capitan Tsubasa/Holly & Benji e la terza serie dell'anime). La telecronaca purtroppo è assolutamente da dimenticare, quella di Jon Kabira è davvero tutta un'altra cosa. Sarebbe bello se a partire dal prossimo episodio venga inserito qualche telecronista professionista e allo stesso tempo un po' "matto" come Tiziano Crudeli o Carlo Pellegatti (guarda caso sono tutti milanisti).

    Da Winning Eleven 5 A Pro Evolution Soccer

    Un confronto tra i due titoli in questione è doveroso. I fan della serie acquisterebbero PES anche se le migliorie fossero insignificanti o ancora peggio, praticamente nulle. Ma non è così. PES "distrugge" la pur bellissima edizione Jap di WE5 migliroando tutto quello che c'era da migliorare e implementando varie novità. Le principali critiche rivolte alla versione nipponica del gioco riguardavano l'IA dei portieri, ben al di sotto di quelli di WE2000/Iss Pro Evolution 2, e i tiri, che davano l'impressione nella maggior parte dei casi di essere lenti. In PES non solo l'IA dei portieri è stata migliorata, da renderli quasi al livello di quelli dell'ultima edizione su Psx, ma anche quella del resto dei giocatori (anche se lievemente) e segnare diventa un compito estremamente difficile. La potenza dei tiri è finalmente giusta, si ha la soddisfazione di tirare vere sassate decisamente appaganti e il lavoro svolto sulla loro meccanica regala un realismo stupefacente: l'esito di un tiro dipende da diversi parametri e condizioni.
    Anche le animazioni dei giocatori sono state migliorate e altre ne sono state aggiunte. Il pubblico è maggiormente definito, le texture del campo sono leggermente più belle e i modelli poligonali dei giocatori, assieme ai volti, sono molto più curati. Sono stati inoltre inseriti gli highlights alla fine di ogni tempo, scene d'intermezzo e tante altre cosuccie in modo da rendere questo PES più spettacolare e coinvolgente.

    Conclusioni

    Ci sarebbero tante altre cose da scrivere su PES, ma come potete vedere quello che è già stato detto è tantissimo. Ci sarebbe da parlare dell'editor (buono), del tutorial (ben fatto), delle tante competizioni disponibili e della mitica Master League, che gode adesso di un maggior realismo grazie alle squadre avversarie che adesso non staranno a guardare ma acquisteranno anche loro giocatori, e all'obbligo di non poter creare veri e propri dream team pena il fallimento (non potete prendere subito all'inizio calciatori forti perché non avete i soldi per l'ingaggio, praticamente con questa competizione PES diventa quasi un manageriale). Su Ps2 ci sono tanti capolavori come GT3, Silent Hill 2, Ico, SSX, GTA3, FFX ma sopra a Pro Evolution Soccer c'è solo sua maestà Metal Gear Solid 2. Un acquisto obbligato per chi possiede questa console, mentre per tutti quelli che non ce l'hanno il vero motivo per prendere Ps2+gioco. Il re dei giochi di calcio è qui e solo Winning Eleven 6 lo scalzerà, compratevi questo capolavoro assoluto e non fatevi abbattere dalle difficoltà iniziali. PES è una simulazione, e per giocarlo seriamente, dovrete imbattervi nel massimo livello di difficoltà, veramente difficile. Ci metterete un po' ad apprendere i comandi e ad acquisire la giusta esperienza per vincere un torneo, ma ne varrà la pena. Non importa quanto ci mettiate, prima o poi diventerete dei veri campioni. Se poi volete vincere a man bassa ogni competizione fin da subito, potete sempre optare per Fifa 2002. Come concludere questa recensione? Con una semplice frase:
    "WE ARE A FOOTBALL TRIBE"

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