Recensione Project Zero Maiden of Black Water

L'ultimo titolo della serie horror di Koei-Tecmo arriva finalmente in Occidente a più di un anno di distanza dall'uscita giapponese, disponibile in esclusiva assoluta su Nintendo Wii U.

Project Zero 5
Recensione: Wii U
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Wii U
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • "La tiepida luce del tramonto bagnava la piccola cittadina giapponese sorta ai piedi del Monte Hikami. Il sole arancione ardeva nel cielo, stanco, pronto a coricarsi dietro il profilo dell'alta montagna, salutando un altro giorno che pigramente volgeva al termine. In quella visione si specchiava il volto inespressivo della fanciulla, la cui mente sembrava appesantita, avvolta da una coltre di gelido vuoto che ne anestetizzava i pensieri. Solo una voce a stimolare i sensi della ragazza, un'eco lontana eppure chiara come acqua pura: "La montagna mi chiama", pensò lei, sempre invischiata in quella tela di torpore nella quale sembrava riposare da quando aveva memoria. "Sono sola, e sola me ne andrò, per sempre. Nella luce del sole la mia mente svanisce..." ripeteva a sé stessa mentre le gambe risalivano lente il piccolo sentiero erboso diretto verso i boschi. Il sole svanì, e le ombre della notte ricoprivano ormai il profilo delle cose disegnando forme irregolari, a tratti grottesche, quasi a voler distendere un lungo tappeto d'oscurità per accogliere l'incauto avventore in chissà quale incubo covato nel grembo dell'altura. "La montagna mi chiama" pensò lei un'ultima volta, prima di sparire per sempre nel buio. E io oggi mi maledico perché non ebbi il coraggio di fermarla."

    Così recita il paragrafo introduttivo di un vecchio tomo di cui noi di Everyeye siamo recentemente entrati in possesso, un volume inviatoci da un anonimo mittente: il libro è ingiallito dal tempo e consumato dall'umidità, e la maggior parte delle sue pagine sono ora illeggibili. Sulla copertina però è ancora possibile distinguere i caratteri originali, a comporre il titolo "Cronache del Monte Hikami": nel retro di copertina, ben celato, un biglietto di sola andata per una misteriosa cittadina sperduta in chissà quale località rurale del Giappone. Ancora scossi eppure sedotti da questo inquietante incipit abbiamo deciso di accogliere l'invito, avventurandoci a nostra volta nel mondo di Project Zero V: Maiden of Black Water, esclusiva Wii U in uscita il prossimo 30 ottobre. Avvertendo uno strano brivido abbiamo pensato bene di rispolverare la nostra Camera Obscura, gelosamente custodita in un angolino nascosto dell'armadio ormai dal lontano 2001, e ci siamo messi in marcia verso un lugubre luogo di morte, decisi a far luce sulla maledizione che ne appesta l'aria.

    Look at us through the lens of a camera...

    Il Monte Hikami era un tempo una ridente località turistica, luogo frequentemente visitato dai tanti avventori desiderosi di godere delle bellezze paesaggistiche offerte dall'area. La popolazione locale era nel contempo impegnata a portare avanti le tradizioni della propria piccola comunità, adorando le limpide acque che scorrevano dalla cima del monte quasi come fossero un'entità sacra, generatrice di vita e di prosperità. Il pericolo costituito dalla "black water", l'acqua oscura che secondo le credenze tutto avrebbe distrutto e corrotto, veniva contenuto grazie ad alcuni riti pagani che vedevano protagoniste le "Maiden", vergini delle acque, giovani fanciulle che, con la loro purezza, avrebbero impedito all'oscuro male di liberarsi. Qualcosa però dev'essere andato storto perché oggi quella stessa altura è divenuta un luogo mortifero ed inospitale, infestato da oscure presenze che sembrano rivestire una forte influenza sulle menti dei vivi che abitano nel vicino villaggio. Chiunque visiti il monte dopo il tramonto infatti scompare nel nulla, senza lasciare alcuna traccia, proprio come un fantasma. Le storie dei tre protagonisti di Project Zero V si intersecano, presentando un unico comune denominatore: la sparizione di un proprio caro. Yuri è una giovane sensitiva, anche lei caduta vittima del sovrannaturale richiamo. La ragazza, poco prima di compiere un gesto estremo, viene prontamente salvata dall'intervento della sua mentore Hisoka, potente medium che però svanisce a sua volta nel nulla poco tempo dopo, investigando su di alcune sparizioni avvenute di recente nella zona. Ren Huji invece soffre di insonnia: ogni notte l'uomo si sveglia di soprassalto, madido di sudore, a causa di un incubo ricorrente nel quale sembra che egli stesso, da bambino, abbia assassinato una giovane ragazza dai bianchi capelli, consumando un misterioso rito del quale non ha chiari ricordi. Dopo aver ricevuto una chiamata dal suo amico Kazuya, scomparso in circostanze fumose, Ren decide di investigare, nel tentativo di dare un senso alle sue visioni notturne. Infine troviamo Miu Hinasaki la cui mamma, guarda un po', è stata misteriosamente risucchiata dalle ombre dell'altura: l'arco narrativo dedicato a quest'ultimo personaggio si rivela purtroppo il più debole dei tre, supportato da una sceneggiatura a tratti banale e un po' pretestuosa che si dipanerà fortunatamente nell'arco di un limitato numero di capitoli. I tre personaggi giocabili hanno tutti delle buone ragioni per sfidare le proprie paure e recarsi nel sito turistico oramai abbandonato, diventando a loro volta inconsapevoli protagonisti di una storia d'orrore e di solitudine, nei cui dettagli preferiamo non addentrarci ulteriormente così da lasciare intatto il piacere della scoperta. Il gioco è suddiviso in 15 episodi, ciascuno dedicato ad uno dei protagonisti, ad esclusione della lunga sezione finale nella quale saremo chiamati a chiudere il ciclo narrativo dell'intero cast. Il titolo sviluppato da Tecmo Koei si presenta come un horror molto classico, che strizza l'occhio a quei capolavori degli anni '90 caratterizzati da un ritmo lento e ragionato, movenze dei protagonisti piuttosto pesanti e documenti testuali da recuperare per approfondire l'intelaiatura narrativa imbastita dal team di sviluppo. L'esplorazione degli ambienti di gioco viene alternata a fasi di combattimento durante le quali saremo chiamati ad utilizzare la Camera Obscura, icona della serie, una sorta di macchina fotografica del soprannaturale in grado di esorcizzare spiriti e fantasmi. Ecco che in questi frangenti il pad del Wii U diviene protagonista assoluto della scena, chiamato al difficile compito di simulare l'utilizzo della nostra "arma", con buoni risultati. Indirizzando la periferica verso lo schermo della TV potremo inquadrare l'ectoplasma di turno, per poi scattargli alcune foto utilizzando rullini di diversa tipologia, ciascuno contraddistinto da un differente potenziale esorcizzante. Per orientare l'obiettivo sarà possibile sfruttare sia i sensori di movimento interni sia l'analogico destro: il sistema funziona e convince, costituendo una piacevole implementazione del discusso controller Nintendo, pur presentando piccole sbavature nella gestione degli scontri più affollati. Il team giapponese ha concentrato molte energie nel tentativo di rinnovare il sistema di combattimento della saga grazie all'introduzione del "paddone", senza però stravolgerne più di tanto le fondamenta. Tornano così i "Fatal Frame", contromosse che consentono di arrecare ingenti danni con rapidi colpi consecutivi, affiancati da rinnovate possibilità difensive e da colpi speciali attivabili ogni volta che riusciremo ad inquadrare cinque "soggetti sensibili" nello stesso fotogramma. Pur non toccando vette di difficoltà particolarmente elevate (nella nostra partita settata su "Normal", massima difficoltà inizialmente disponibile, siamo morti solo due volte) le battaglie diverranno progressivamente più toste e "affollate", motivo per cui sarà necessario potenziare la Camera Obscura nel tempo grazie ai punti accumulati abbattendo gli avversari. Oltre ad alcuni accessori, i quali consentono di evitare con una rapida schivata gli attacchi oppure di visualizzare gli HP rimanenti del nostro obiettivo, avremo l'opportunità di montare nuove lenti sul dispositivo, ciascuna capace di sortire effetti specifici.

    Potremo ad esempio ridurre la velocità dei fantasmi, addirittura paralizzarli per alcuni istanti, oppure sfruttare un colpo "curativo" che ricaricherà parte della nostra barra vitale. É inoltre possibile intervenire sulle principali caratteristiche della Camera, potenziando danno, gittata, energia psichica (necessaria per usare i colpi speciali) e velocità di ricarica tra uno scatto e l'altro, per un sistema di sviluppo decisamente vario, anche se un po' sbilanciato a favore di alcuni potenziamenti rispetto ad altri. Le quindici "missioni" disponibili porteranno i giocatori a visitare numerose aree dell'Hikami, assicurando al titolo una varietà di ambienti lodevole, con scorci molto suggestivi quali quelli offerti dalla "Forbidden Valley" o dal maestoso "Shrine of the Ephemeral": a tal proposito però va detto che il gioco vi costringerà spesso a dirigervi nuovamente in luoghi precedentemente scandagliati, per poi porvi dinanzi a percorsi alternativi che conducono a location inedite. Il comparto narrativo viene portato avanti non solo attraverso numerose sequenze filmate ma anche grazie ai tanti documenti che rinverrete sul vostro cammino: la maledizione della black water trova le proprie origini proprio nella storia e nel folklore locali, elementi sintetizzati in una "lore" estremamente curata, che saprà certamente tenere alto il livello d'interesse del giocatore. Il buon livello generale raggiunto dal plot non viene però eguagliato dalla componente prettamente narrativa del titolo, guidata da un rapporto "causa - effetto" degli eventi principali afflitto da una ripetitività di fondo che alla lunga si farà sentire. Un piccolo sbuffo di rassegnazione risulterà inevitabile quando, per la quinta volta consecutiva, il gioco giustificherà il vostro ritorno sul monte con la scomparsa dell'ennesimo personaggio caduto preda del malefico potere, oppure quando, una volta salvatolo, dovrete nuovamente affrontare una sezione di backtracking per riportarlo in città, sperando che le sue voglie suicide possano finalmente trovare pace. La non sempre brillante contestualizzazione delle missioni viene fortunatamente compensata da un'ottima atmosfera e da una formula di gioco molto ben riuscita, che, come precedentemente accennato, si ispira a mostri sacri dell'horror videoludico, quali i primi Resident Evil e Silent Hill. Le fasi di esplorazione e di combattimento si alternano con efficacia lungo le circa 15 ore necessarie a terminare l'avventura, proponendo una struttura ludica ed un ritmo di gioco che soddisfaranno tutti coloro che sono alla ricerca di un gameplay più ragionato e meno votato alla spettacolarizzazione. I più accaniti fan del genere invece toccheranno il cielo con un dito, ritrovando un modo di concepire il videogame horror che sembrava oramai estinto.

    ...does it remove all of our pain?

    Project Zero V si rivela quindi un prodotto solido, d'altri tempi, che implementa con ingegno l'uso del pad e appassiona il giocatore con una storia che forse non brillerà per originalità, ma che, ispirandosi alla filmografia horror giapponese, riesce certamente a mantenere vivo l'interesse per tutta la sua durata. Purtroppo però il titolo presenta varie debolezze, alcune di queste certamente dovute al budget non propriamente stellare messo a disposizione degli sviluppatori.

    Come già sottolineato nel nostro hands-on il comparto tecnico della produzione lascia molto a desiderare, presentandosi come l'aspetto meno curato e più claudicante dell'intera opera. Escludendo la modellazione poligonale dei protagonisti e dei fantasmi, tutto sommato ben curati, la presentazione del titolo risulta piuttosto povera e datata, caratterizzata da texture poco dettagliate a causa della bassa risoluzione con cui vengono riprodotte. L'assenza di qualsivoglia mappa di superficie rende ancora più spoglia la resa generale degli ambienti di gioco, per un quadro ulteriormente funestato da frequenti compenetrazioni poligonali, animazioni legnose, evidente aliasing e una resa della vegetazione che definire "datata" appare quantomeno riduttivo. La gravità dei difetti grafici espressi da Project Zero V non impedisce fortunatamente di poter godere di quanto di buono il prodotto offre, ma certamente dispiace constatare la poca cura riposta in tale ambito, per un risultato finale indubbiamente lontano dai traguardi ai quali Wii U ha dimostrato di poter aspirare. Il sistema di movimento richiederà un po' di pratica per essere metabolizzato a dovere, così come la gestione della telecamera, a volte poco puntuale e non sufficientemente reattiva alle sollecitazioni del giocatore. Una problematica che si presenta alle volte anche durante i combattimenti contro più ectoplasmi, sopratutto quando questi si svolgono in ambientazioni poco spaziose dove riuscire a tenere inquadrati gli spettri più rapidi (scansando nel contempo i colpi degli avversari) può rivelarsi piuttosto macchinoso. Poco elegante anche la possibilità di rinvenire gli stessi oggetti più volte nel medesimo scenario, anche visitandolo con un personaggio diverso. Munizioni, erbe curative e boccette d'acqua sacra potranno così essere raccolte più volte e nello stesso posto in missioni diverse, con ripercussioni negative sull'immedesimazione generale, per un "horror" che non può così vantarsi del titolo di "survival" data l'abbondanza delle risorse presenti. Inoltre alla lunga, come precedentemente accennato, un certo grado di ripetitività delle singole missioni potrebbe cominciare ad affiorare: spesso infatti l'obiettivo principale della sezione di gioco consisterà nel seguire la traccia psicometrica di turno, oppure svelare oggetti invisibili all'occhio umano adoperando il potere della Camera Obscura, per una serie di enigmi ambientali appena accennati. L'unica variazione a tale formula è affidata a due specifiche missioni ambientate in città: nel negozio d'antiquariato di Yuri le protagoniste femminili cadranno in un sonno profondo dopo aver visitato l'Hikami, e Ren sarà chiamato a vegliare su di loro sfruttando il sistema interno di telecamere a circuito chiuso.

    Una struttura che non stravolge il gameplay del titolo, ma che varia con efficacia il ritmo di gioco offrendo una valida alternativa alle sequenze tradizionali.
    Infine dobbiamo ancora una volta sottolineare la totale assenza di testi o doppiaggio in lingua italiana: Nintendo non ha infatti localizzato il gioco nel nostro idioma, motivo per cui tutti gli utenti privi di una minima dimestichezza con l'inglese (o francese e tedesco se preferite) rischieranno di perdere numerosi dettagli relativi alla storia e alla "lore" del Monte Hikami, godendo solo parzialmente di quanto offerto da Project Zero V. L'inglese adoperato non è difficile da comprendere, con dialoghi sempre piuttosto brevi e non particolarmente complessi: vasta è invece la mole di documenti recuperabili nel corso dell'avventura, i quali spesso svelano retroscena importanti sulla trama e sui tanti personaggi che la compongono. Pur non costituendo un ostacolo insormontabile quindi, la mancata localizzazione si ripercuote certamente sul risultato finale, rischiando di tagliar fuori una buona fetta d'utenza.

    Project Zero: Maiden of Black Water Project Zero: Maiden of Black WaterVersione Analizzata Wii UProject Zero V ci ha soddisfatti. Il titolo tratteggia con efficacia una storia caratterizzata da sofferenza, solitudine e odio, affidandosi alle suggestioni tipiche delle produzioni horror di matrice giapponese. Il risultato finale presenta difetti evidenti, i quali però non riescono a raffreddare l'entusiasmo per una produzione che ripropone un modo di concepire l'orrore videoludico quasi d'altri tempi. L'esclusiva Wii U non è certamente adatta a tutti, motivo per il quale invitiamo i più insicuri a fugare i propri dubbi provando con mano la Trial version, demo estesa che sarà disponibile all'uscita e che, con le sue due ore e più di gameplay, saprà certamente dare un'idea più precisa sul prodotto finale. Agli amanti del genere invece il consiglio è quello di godere appieno dell'esperienza racchiusa in Project Zero V, con la consapevolezza che tale tipologia di gioco costituisce oggigiorno merce rara. Il Monte Hikami è lì che vi attende; attenti però a non farvi ingannare dalle tante ombre che ne infestano i boschi. Una di quelle potrebbe essere proprio la nostra, ancora invischiata nell'aura di questo melanconico incubo.

    8

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