Recensione Putty Squad

Sviluppato per Amiga e mai uscito, arriva su Ps4 dopo vent'anni. Grande rivalsa o disfatta totale?

Recensione Putty Squad
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  • PS3
  • PSVita
  • PS4
  • Saranno pochi i giocatori che ricordano Super Putty, titolo sviluppato da System 3 su Amiga e Super Nintendo, pubblicato nel lontano 1992 proprio per il decennale della software house inglese. Ai tempi il gioco, un platform game dalla struttura decisamente atipica, riscosse discreti apprezzamenti, ingolosendo i fan di un genere ancora al vertice degli indici di gradimento. Sospinti dell'entusiasmo di pubblico e critica, i ragazzi di System 3 si misero immediatamente al lavoro su un sequel, Putty Squad, che andò incontro ad un destino tremendamente infelice. Ci vollero due anni perchè il progetto fosse pronto per la distribuzione, ma proprio in quei due anni la faccia del mercato ambiò radicalmente: l'era dei 16 Bit era ormai alla fine, e già furoreggiavano il Sega Saturn ed il 3DO, con la prima PlayStation pronta ai nastri di partenza e radicatissima in Giappone.
    Super Putty non uscì mai nella sua versione originale, su Amiga, ed arrivò fuori tempo massimo su SNES, sostanzialmente ignorato da chi già fantasticava di motori 3D e nuove frontiere del gaming.
    Dopo questa breve parentesi storica, la domanda sorge spontanea: cosa ci fa un gioco vecchio quasi vent'anni su PlayStation 4?
    Non pensiate che si tratti di retrogaming, perché le cose sono sostanzialmente più contorte di così. System 3, infatti, ha deciso apparentemente senza motivo di recuperare proprio all'alba di una nuova generazione il suo così sfortunato titolo, adoperarsi in qualche basilare revisione tecnica, e distribuirlo addirittura sulla piattaforma next-gen di Sony. E così, all'esorbitante prezzo di 19,90€, potete portarvi a casa un pezzo di storia. O meglio: un briciolo della storia nascosta del videogame, uno di quei fatterelli che forse sarebbe stato meglio dimenticare.
    Attenzione però: se siete temerari e masochisti, qualche grande catena di retailer propone Putty Squad in versione scatolata, venduto addirittura più caro di Killzone: Shadow Fall. Potrebbe essere un affare: uno di quei feticci del trash videoludico più spinto introvabili negli anni a venire, esplicitamente rimossi dalla censura collettiva dei giocatori.

    Budini, gatti e carote

    L'amorfo protagonista di Putty Squad è un budino blu. La consistenza molliccia del suo corpo gli permette di schiacciarsi a terra, allungarsi, persino gonfiarsi per trasformarsi in un pallone, capace di fluttuare negli stage di gioco. L'obiettivo, nei vari livelli che compongono l'avventura principale, è quello di recuperare altre gelatine mollicce nascoste chissà dove, e poi dirigersi verso l'uscita. Nel mentre, è possibile accumulare delle stelle, che aumentano progressivamente il potere d'attacco di Putty: se inizialmente dovremo cavarcela tirando un poco convincente cazzotto, ben preso saremo in grado di sparare missili e scariche elettriche in grado di disintegrare i molti nemici che popolano gli stage.
    Il gioco, insomma, è strutturato in arene, che vanno esplorate in lungo ed in largo alla ricerca degli altri membri della “Putty Squad”. Sulle prime si potrebbe persino restare in qualche modo stuzzicati dalla insolita mobilità del protagonista. Allungandosi verso l'alto o verso il basso possiamo aggrapparci alle piattaforme, scoprendo che l'estensione dei livelli procede anche in verticale, mentre la possibilità di fluttuare ci concede una buona libertà. Immaginiamo che nel 1994 tutte queste possibilità potessero letteralmente galvanizzare i giocatori, abituati alla progressione classica ed allo scorrimento bidimensionale. In fondo Super Putty, visto con spirito filologico, è un titolo che in qualche modo voleva sfidare la struttura tradizionale del genere. Oggi però è veramente impossibile provare la stessa meraviglia, e il titolo System 3 ci viene incontro con una serie di arene dal level design sconclusionato e confuso. E' anche colpa di una gestione degli elementi grafici davvero imbarazzante, che tende a mescolare gli oggetti dello sfondo con le piattaforme, rendendo molto difficile capire quali siano i supporti su cui è possibile saltare e quali invece semplici orpelli visivi che non possono reggere il peso di Putty. Per via della loto conformazione ritorta, incoerente e disorganica, esplorare gli stage è un'operazione che mette i nervi, facendoci rimpiangere persino i livelli così calcolati di tanti altri congeneri dell'epoca (qualcuno ha detto Yoshi's Island?).

    L'aspetto forse più allucinante di Putty Squad è però il comparto stilistico: il titolo System 3 sembra lo spaccio universale di un immaginario furiosamente eterogeneo e rabbiosamente pacchiano. Senza il carisma delle mascotte storiche del genere, la nostra sfera blu si trova costretta ad attorniarsi di ogni genere di improbabile creatura, spelluzzicando qua e là dai contesti più disparati, alla disperata ricerca di qualche personaggio che “buchi lo schermo”. In Putty Squad ci sono tigri con gli occhiali da sole, pasciuti soldati in mimetica ed elmetto, bruchi e zanzare, gatti armati di mitragliatrici e linci sullo skateboard. I bonus che possiamo raccogliere sono peperoncini rossissimi, bistecche e hamburger multistrato, ed anche i livelli di gioco sembrano un catalogo ben organizzato di tremendi cliché.
    Sorvoliamo poi sul comparto tecnico, francamente indecoroso in questa sua esibizione di un polygon count “ancestrale”: il problema, più che i modelli di una povertà imbarazzante, riguarda le animazioni veramente legnose, ed in generale le reazionic he sembrano davvero uscite da un sistema a 16 Bit. A priori non ci sarebbe niente di male in un prodotto che cerchi di recuperare mezzi espressivi e soluzioni un po' Retrò, ma Putty Squad è posticcio, bruttino e macchinoso.
    Lo si intuisce fin dal menù iniziale, sinceramente raccapricciante, e la sensazione viene confermata dall'accompagnamento musicale letteralmente preistorico.
    Ad oggi, non c'è una singola categoria di giocatori a cui il titolo sembra rivolgersi. Gli amanti del retrogaming lo troveranno tutt'altro che brillante, sia dal punto di vista scenico che da quello concettuale: una parentesi aperta e (per fortuna) chiusa in seno al genere platform, che ha poi espunto questo tipo di approccio dalla sua tradizione. Non osiamo immaginare quali improperi potrebbe proferire chi invece cerca un platform moderno: nei venti anni passati dall'ideazione di Putty Squad, la categoria si è evoluta non poco, toccando picchi letteralmente vertiginosi.

    L'operazione di System 3, insomma, è francamente ingiustificabile, e siamo abbastanza sicuri che solo i più autolesionisti porteranno a termine la modalità “Marathon”, una serie di livelli che va a comporre l'esperienza principale, e le varie “Challenge”, che invece ci impongono di superare uno stage stando attenti a varie statistiche, dal tempo impiegato al numero di stelle acchiappate. Entrambe le opzioni sono in fondo poco stimolanti, proprio perchè la sequela di stage si trascina pigramente verso il finale senza aggiungere davvero nulla alla formula di gioco, se non oggetti e veicoli speciali dalle funzioni tremendamente marginali. Dopo neppure un'ora, sovrastati dall'estetica di un titolo tanto kitsch, finiremo per spegnere la console senza appello.

    Putty Squad Putty SquadVersione Analizzata PlayStation 4Putty Squad risorge, come l'araba fenice, dopo una morte durata vent'anni. Ma invece che al mitologico uccello di fuoco, il titolo System 3 assomiglia ad uno zombi putrescente, che nel buio della sua tomba di scostante disinteresse si è conservato tutt'altro che in forma. Arriva quindi zoppicando, fiaccato da una concezione preistorica e poco efficace, e con in viso proprio una brutta cera. A poco servono gli interventi di “lifting” del team di sviluppo: dietro alla patina poligonale si intravede un'anzianità brutale, impietosa. Nei livelli del gioco zampettano mille improbabili creaturine, partorite da una creatività spicciola e triviale che neppure “Spot Goes to Hollywood”. Il destino di Putty, insomma, sarà lo stesso di mille altri protagonisti nati senza gloria: sepolto assieme a Gex, James Pond, Blinx...

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