Recensione Quake Arena Arcade

Il Re degli sparatutto multigiocatore torna su Xbox LIVE!

Recensione Quake Arena Arcade
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • Introduzione

    In un’epoca videoludica ormai sepolta nella memoria dei giocatori, Quake non era solo uno sparatutto in soggettiva, era quasi una fede. Nata nel 1996 per MS-DOS con lo storico primo capitolo (in seguito convertito anche per Windows), la serie targata id Software entrò nell’olimpo dei grandi col secondo episodio, vera e propria perla del genere d’appartenenza (adattata poi anche sulle console casalinghe dell’epoca, molto prima che Halo desse il via all’invasione degli FPS su console).
    Anni dopo (più precisamente nell’ormai lontanissimo 1999), Quake III Arena si prefissò di stravolgere nuovamente il genere: difatti, assieme all’altrettanto celebre Unreal Tournament, dette il via ad un filone di titoli in cui le modalità di gioco multiplayer erano predominanti rispetto a quella per giocatore singolo. Per molti versi, quindi, questo nuovo Quake Arena Arcade altri non è che l’erede spirituale di quei titoli persi nei meandri della storia videoludica. Ma Carmack e soci saranno felici di tutto questo?

    Chi non muore si rivede

    Il gioco, come accennato poche righe più in alto, altri non è che una versione ‘riveduta e corretta’ del terzo capitolo della saga di Quake, interamente fondato sul comparto multiplayer. Ed esattamente come il titolo originale nato nel secolo scorso, anche Quake Arena Arcade affonda gli artigli in una serie di modalità di gioco chiaramente pensate per più giocatori in contemporanea. Ma andiamo per gradi: l’immancabile opzione per giocatore singolo consiste in una serie di prove attraverso le quali gli utenti saranno chiamati ad affrontare i BOT all’interno di labirintiche arene, sino ad il classico scontro con un boss di fine livello (alcuni dei quali, davvero coriacei).
    Divertente sulla breve distanza, noiosissima dopo solo poche ore, la campagna (se così possiamo definirla) per giocatore singolo altri non è che un mero banco di prova in vista dell’avvio di quella che può considerarsi a tutti gli effetti come la modalità principe di Quake Arena Arcade, vale a dire la modalità multigiocatore online: qui la velocità di gioco subirà una decisa impennata, immergendoci in una serie di duelli a suon di colpi di arma da fuoco all’interno delle numerose arene messe a disposizione degli utenti (circa quaranta, tra varianti e mappe originali). E fin qui, la sensazione di ‘essere di nuovo a casa’ pervaderà l’appassionato di lunga data. Ma ahinoi, l’entusiasmo durerà ben poco: infatti, le note dolenti arrivano proprio quando decidiamo di approfondire il discorso legato al gameplay.
    Il sistema di controllo via pad è purtroppo adattato in maniera imperfetta, facendo rimpiangere l’accoppiata tastiera/mouse. Alcuni movimenti, come ad esempio il salto e lo strafe laterale (entrambi fondamentali per uscire indenni dalle situazioni più incresciose), vi appariranno più rigidi e macchinosi del previsto, caratteristica questa destinata a perdurare per tutta la vostra permanenza all’interno delle arene di QAA. E non basta certo l'introduzione del comando ‘rotazione a 180°’ per colmare le lacune relative al sistema di gioco. Ciò è un vero peccato, considerando che sarebbe bastata anche solo una leggera rivisitazione dei controlli originali per rendere il tutto più accessibile, soprattutto per i giocatori cresciuti a pane e console.

    American Gladiators

    E sempre in virtù del DNA originale, Quake Arena Arcade fa del massacro incondizionato il suo punto di forza; opzioni come le sempreverdi ‘Cattura la bandiera’ o ‘Dominio’ lasciano infatti il tempo che trovano, non essendo all’altezza dell’orgia di sangue e power-up a cui il gioco ci ha abituati sin da tempi immemori con la classica modalità ‘Deathmatch’ (vale a dire, ‘Massacro’ puro e semplice). Si tratta pur sempre di un vero e proprio marchio di fabbrica, lontano anni luce dalle complesse modalità multigiocatore online e offline degli Halo e Call of Duty dei giorni nostri. Non che questo sia un male, tutt’altro (i nostalgici preparassero i fazzoletti), ma è il modo in cui il tutto è stato proposto a far storcere decisamente il naso. Inoltre, infastidisce la totale assenza di qualsivoglia modalità multiplayer locale tramite split-screen (a favore di un ben meno pratico System Link tra due console).
    Sempre sul piatto delle negatività, spiace inoltre constatare come anche relativamente al comparto tecnico, id Software / PI Studios non si siano sforzati più di tanto per offrire all’utenza un prodotto al passo coi tempi; tutto è esattamente come un tempo, ad eccezione forse di qualche texture in HD ed alcuni artifizi grafici riveduti e corretti. Ergo, messo da conto il supporto all'alta definizione e i 16:9, il motore grafico di Quake Arena Arcade è il medesimo messo in piedi da id Software nel secolo scorso. E ciò, a rigor di logica, non è propriamente una positività. Discorso non troppo differente per quanto concerne la partitura musicale heavy metal e gli effetti sonori del gioco, presi di peso dal capitolo originale datato 1999. Quindi, nonostante l’indiscutibile appeal ‘retrò’ ed il divertimento concessoci dalla frenesia degli scontri, Quake Arena Arcade è un titolo che accusa sensibilmente il passare degli anni, specie graficamente.

    Quake Arena Arcade Quake Arena ArcadeVersione Analizzata Xbox 360Quake Arena Arcade altri non è che un omaggio all’indimenticabile Quake III: Arena, uscito su PC oltre 10 anni fa (che nell’universo videoludico corrispondono ad un’intera era geologica). Spiace constatare tuttavia come un sistema di controllo mal calibrato per il Joypad del 360, un comparto tecnico decisamente non al passo coi tempi ed alcune modalità di gioco pressoché inutili (leggasi, l’intera campagna single player) rendano QAA inferiore di quanto in realtà avrebbe potuto essere (ed al prezzo di 1200 MP il nostro consiglio è di pensarci due volte). Probabilmente, una semplice riedizione in HD del terzo capitolo della saga sarebbe stata un’operazione commerciale più onesta e sincera. Così com’è, difatti, il titolo targato id Software / PI Studios non rende onore ad un titolo che all’epoca della sua uscita cambiò radicalmente il modo di intendere gli sparatutto in soggettiva multigiocatore. Nostalgia dei tempi andati?

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