Recensione Rambo: The Video Game

Poteva essere un'occasione per rileggere un grande personaggio degli anni '80. Purtroppo le cose non sono andate secondo i piani

Rambo: The Video Game
Recensione: Xbox 360
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Un videogioco su Rambo poteva essere molte cose. Una celebrazione del cinema anni '80 e del personaggio non avrebbe di sicuro guastato, ma anche una rilettura in chiave più ironica avrebbe potuto funzionare. Del resto, lo sviluppo da parte dei ragazzi polacchi di Teyon poteva già far squillare i primi campanelli d'allarme, dato il loro dichiarato amore per gli shooter guidati. A pensarci bene, Rambo: The Videogame è un prodotto completamente fuori dal suo tempo, come se un wormhole ne avesse inghiottito tutte le copie negli anni novanta e oggi le stesse vomitando a casaccio sugli scaffali. L'intero comparto grafico, la sua natura su binari, la stessa filosofia, ossia quella del tie in affrettato e a tutti i costi, sembrano non appartenere più alla contemporaneità. Quantomeno, se nelle meccaniche di gameplay si fosse annidata qualche sorpresa vintage, si sarebbe potuto parlare di revival, o di "so bad it's good"...

    Mambo? Jambo? Ah sì, Rambo!

    Per quanto possa apparire come un genere molto semplice da realizzare, lo shooter su binari nasconde molte insidie. Il ritmo, la qualità della regia delle sequenze di collegamento, il bilanciamento dei danni. Certo, non sarà neanche uno dei generi più complessi, ma la mano di un buono studio di sviluppo può davvero fare la differenza. Rambo: The Videogame ripercorre la storia dei primi tre film, quelli datati anni '80 per intenderci, e snobba completamente il sequel del 2008. Probabilmente gli sviluppatori, così come molti altri fan del personaggio, hanno trovato l'ultimo seguito francamente imbarazzante, e hanno deciso di non considerarlo parte del "canone", una decisione che cozza forse un po' con quella di produrre un videogame destinato a tormentare i sogni dei fan del buon John J. molto a lungo. Ma stiamo divagando.

    Partiamo quindi dal presupposto che produrre uno shooter su binari oggi, su qualunque piattaforma che non siano il Wii e il WiiU, è piuttosto folle. Se c'è un bel modo di godere degli sparatutto guidati è proprio puntando qualcosa allo schermo, non certo torcendo gli analogici del pad. La versione Playstation 3, naturalmente, supporta Move, e lo fa anche discretamente, ma chiunque non ne sia provvisto dovrà accontentarsi degli scomodi controlli tramite pad. Va meglio su PC, dove, se non altro, il mouse permette di essere più precisi e rapidi. Dal punto di vista del gameplay, non si segnalano grandi novità rispetto alla media del genere. Accompagnati dalle cut scene, sulla cui qualità torneremo in seguito, si passa da un punto d'azione all'altro, si eliminano le minacce accumulando punti e coprendosi per ricaricare (con una strizzata d'occhio alla ricarica attiva di Gears of War), e si prosegue. Quando ci si troverà in difficoltà con il livello di salute, se si saranno accumulati sufficienti punteggi con le eliminazioni sarà possibile attivare la Furia, godere di un rallentatore, di un bell'urlo di Rambo "strappato" dalla traccia audio di uno dei film (seriamente, sembra registrato da una fonte esterna) e recuperare vita per ogni eliminazione. Quando non si spara, in Rambo si guarda la bruttissima copia dei film originali, con alcune sequenze riprodotte quasi al millimetro, altre un po' modificate, intervallate costantemente da quick time event assolutamente casuali e fuori contesto. Semplicemente, in occasione di specifiche azioni di John a schermo, occorrerà premere con tempismo un tasto, pena il fallimento della prova.

    Potrebbe quasi apparire che gli sviluppatori ci abbiano provato, a variare leggermente la formula di Rambo, con qualche sequenza stealth e un sistema di perk da sbloccare, ma il bilanciamento della formula è semplicemente inaccettabile, considerando anche i picchi di difficoltà nell'ultima parte.
    E veniamo al comparto tecnico, il quale, sorprendentemente, si fa notare per un design assolutamente fedele a quello dei film. I fan si divertiranno a scovare alcuni dettagli interessanti, e questo probabilmente rimane l'unico merito degli sviluppatori. Peccato che questo design riuscito sia affiancato a un lavoro grafico proveniente più o meno dall'epoca dei film. Non ci sono molte parole da spendere, se non che alcuni clamorosi episodi di sparizioni all'interno di pareti e ragdoll impazzite sono riusciti a strapparci qualche momento d'ilarità.

    Rambo: The Video Game Rambo: The Video GameVersione Analizzata PlayStation 3Questo gioco, purtroppo, non riesce nemmeno ad essere un omaggio a Rambo. E' uno shooter on rail brutto, che cerca di trarre in inganno con gli screenshot sul retro della scatola, riuscendo nella mirabile impresa di far innervosire il giocatore ancora prima dell'apertura. Sebbene i due successivi film abbiano cambiato la prospettiva, la prima pellicola era chiaramente un elogio alla non violenza, e dimostrava come un uomo profondamente disturbato potesse essere più umano di tanti altri cosiddetti "normali". Non troverete messaggi qui, né omaggi al "primo Rambo", né a quello più guerrafondaio, né altro per cui valga la pena. Insomma, non siamo neanche dalle parti della tragicomicità, dato che la piattezza del gameplay e l'assoluta mancanza d'ambizione non hanno nemmeno permesso al gioco di diventare involontariamente ridicolo (tranne forse nel caso di qualche ragdoll impazzita). Avete visto il sequel del 2008? Ricordate la parte finale? Pensate a un cursore sullo schermo, e avrete un'idea abbastanza precisa di cosa può offrivi Rambo: The Videogame, solo con un aspetto visivo molto peggiore.

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