Recensione Ratchet & Clank: Nexus

Ratchet & Clank si congedano da questa generazione con un episodio un po' troppo superficiale

Ratchet and Clank: Nexus
Recensione: PlayStation 3
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  • PS3
  • Dopo due capitoli molto lontani dalla formula classica, per nulla graditi dai fan e in verità abbastanza mediocri, Insomniac Games decide di riportare la saga di Ratchet & Clank su binari più regolari. Se ne esce quindi con Nexus, episodio molto più vicino per concezione all'ottimo A Spasso nel Tempo, ancora oggi uno dei capitoli più amati dagli appassionati. Esplorazione spaziale, sparatorie ed armi improbabili caratterizzano quella che sarà probabilmente una delle ultime avventure del Lombax e del suo metallico amico, esaltando chi proprio non aveva sopportato All-4-One e Q-Force. Al di là di uno svolgimento generalmente senza sorprese, il titolo parte bene e sembra avere tutte le carte in regola per soddisfare l'utenza più affezionata: sfortunatamente però Ratchet & Clank: Nexus è anche uno degli episodi più poveri di contenuti dell'intera saga. Stavolta, a mettere i bastoni fra le ruote di Insomniac, ci pensa insomma una longevità ridottissima, segno di uno sviluppo abbastanza frettoloso. Non è un mistero che l'azienda non abbia retto felicemente il colpo del passaggio allo sviluppo multipiattaforma, ma di fronte ad un titolo con appena una manciata di pianeti ed un'avventura che dura meno di cinque ore, non si può far altro che sentirci un po' delusi.

    Tra alti e bassi

    La storia di Nexus comincia a bordo di un'enorme nave-prigione che sta trasportando un ospite davvero speciale. Si tratta di Vendra Progg, una strega spaziale malevola e calcolatrice, che già nel corso dei primi minuti di gioco dimostra la sua spietata cattiveria. Vendra riesce a fuggire grazie all'intervento del nerboruto fratello, che attacca a testa bassa l'astronave mandandola letteralmente in pezzi.
    I primi momenti di gioco servono a (ri)prendere confidenza con il gameplay di Ratchet & Clank, fedelissimo alla sua tradizione. L'onnipresente Weapon Wheel, la Chiave Inglese per qualche assalto corpo a corpo e gli immancabili Graviscarponi ci accompagnano nel corso della sequenza iniziale, che si rivela insolitamente movimentata e spettacolare. Sbrigate le prime formalità con le truppe d'assalto, infatti, la fuga dal relitto dell'astronave è un tripudio di salti al limite ed esplosioni, con inedite sezioni a gravità zero in cui gli scarponi magnetici si dimostrano particolarmente utili per schizzare da un settore all'altro della mappa.
    Gli eventi introduttivi identificano anche il tono generale della produzione, che resta sempre spiritoso e molto ironico, ma stavolta sembra voler aprire a momenti narrativamente più maturi. La nuova antagonista è malvagia fino all'osso, e non si intravedono i tratti caricaturali di Nefarious o dei precedenti "supercattivi" che Ratchet ha spazzato via dalla galassia. Il fratello di Vendra allenta un po' la tensione, ed in generale non mancano battute e filmati divertenti, ma inaspettatamente qualche momento più serio e drammatico compare all'orizzonte. Più avanti la storia tende a farsi abbastanza prevedibile ma non spiacevole. Inseguendo i due supercattivi Ratchet avrà modo di scoprirne le origini e gli intenti: anche Vendra e Neftin sono alla ricerca della loro razza scomparsa, da cui sono stati separati. A differenza del Lombax, però, i due sono disposti a tutto pur di ricongiungersi con i propri simili. Fra colpi di scena non certo sconvolgenti e ribaltamenti di fronte, si arriva alla fine seguendo un plot tutt'altro che incredibile ma efficace, anche grazie ad una breve visita in un museo spaziale in cui possiamo ripercorrere tutte le tappe delle precedenti avventure: una piccola parentesi nostalgica che riesce a compiacere i fan di vecchia data.

    Si diceva che a livello di meccaniche di gioco Ratchet & Clank: Nexus resta un capitolo in linea con i primi episodi usciti su PlayStation 3, Armi di Distruzione e A Spasso nel tempo.
    Il gioco resta sempre un platform 3D con una passione smodata per l'artiglieria pesante, e l'intera esperienza di gioco si divide fra fasi esplorative e scontri a fuoco. Nel corso delle prime esploriamo gli strambi pianeti della galassia usando gadget d'ogni tipo (dai summenzionati Graviscarponi all'immancabile Slingshot), cercando casse piene di Bolt, frammenti di Raritarium e superando percorsi colmi di ostacoli. Quando si arriva al momento dell'azione, invece, si tirano fuori le armi improbabili che il gioco ci concede, uccidendo ondate di avversari ed accumulando punti esperienza per potenziare le bocche da fuoco. Il nuovo sistema di sviluppo dell'armamentario, fra l'altro, sembra molto interessante: oltre a salire di livello automaticamente a seconda del numero di nemici uccisi, le armi possono essere potenziate spendendo cristalli di Raritarium. In uno schema fatto di caselle esagonali si selezionano le abilità che vogliamo sbloccare, cercando eventualmente di acquisire tutti i riquadri posizionate attorno alle skill segrete, che verranno appunto conquistate una volta che le avremo "circondate".
    Inizialmente la voglia di scoprire le funzionalità di vecchie e nuove bocche da fuoco spingerà i giocatori a sperimentare, imbracciando Omniblaster e Repulsori. In breve tempo faranno la loro comparsa anche le "new entry", fra cui il Nightmare Box (una sorta di scatola a sorpresa da cui si materializza un mostruoso essere meccanico) e lo Winterizer (che sulle note di Jingle Bells trasforma gli avversari in pupazzi di neve). Ben presto tuttavia si capisce che certe armi sono decisamente più utili di altre, e si finisce per procedere sfruttando solo la dotazione di base, e dimenticandosi delle stravaganti aggiunte di questo capitolo. C'è anche qualche evidente problema di bilanciamento, perché già a metà dell'avventura l'accoppiata Mr. Zurkon e Temporal Repulsor basta per annichilire ogni avversario ci si pari davanti, e la difficoltà cala drasticamente.
    A conti fatti, quindi, la componente shooter di Nexus appare meno interessante rispetto a quella di altri capitoli, e si finisce per avanzare a testa bassa senza troppi pensieri, magari anche grazie alla armature ed alla riserva di energia che cresce molto velocemente.
    Molto più interessanti sono invece le fasi esplorative ed i momenti puzzle. Le prime sono ravvivate dal Gravilink, una pistola che può connettere speciali pannelli creando delle vere e proprie correnti gravitazionali, molto simili a quelle viste in Portal 2. Ratchet può lasciarsi trasportare da queste correnti e molti dei puzzle ambientali sono legati proprio all'uso di questo nuovo gadget.
    Totalmente inedite sono anche le sezioni 2D giocate nei panni di Clank, che sostituiscono i puzzle temporali di A Crack in Time. Entrando nell'antiverso -la dimensione parallela in cui si trova la razza di Vendra - il piccolo robot dovrà affrontare delle sequenze in stile platform bidimensionale. Qui potremo però cambiare in ogni momento la direzione della forza di gravità, alle volte semplicemente per ribaltare la prospettiva, altre per trovarsi a fluttuare schivando laser, mine ed esplosivi. Si tratta di intermezzi molto gradevoli, anche se non sempre ben amalgamati con l'avventura principale.

    L'esperienza di Ratchet & Clank: Nexus procede quindi fra alti e bassi, alternando momenti piuttosto ispirati ad altri che invece appaiono più stanchi. L'introduzione di un Jetpack che ci permette di volare liberamente in certe zone dello scenario, ad esempio, sarà una piccola meraviglia per i fan, che si troveranno ad esplorare aree finalmente molto più ampie, impressionanti per estensione e level design. Gli inciampi di cui si è già detto, legati soprattutto ad un coefficiente di difficoltà molto basso e ad un armamentario che ha il suo punto debole proprio nelle nuove introduzioni, abbassano un po' gli entusiasmi, anche al netto di una certa caoticità degli scontri, che si manifesta soprattutto nelle fasi finali dell'avventura, quando nemici, esplosioni e proiettili si moltiplicano a dismisura.
    Non sarebbero questi problemi troppo opprimenti non fosse per la tremenda povertà di contenuti a cui si accennava in apertura. Nel corso di questa nuova avventura Ratchet & Clank avranno modo di esplorare appena cinque pianeti, tre dei quali sviluppati in maniera molto lineare. Anche considerando qualche capatina all'arena del Massacrathon (le tre coppe si portano tuttavia a termine senza difficoltà, in appena qualche manciata di minuti), per vedere i titoli di coda ci si mette veramente poco. Il backtracking quasi ininfluente e il numero ridicolo di collezionabili saranno desolanti per molti giocatori: tantopiù se si considera che, quando sfodera le sue armi, Nexus riesce ad incuriosire e impegnare il giocatore. Purtroppo però ci sono solo un paio di livelli in cui le soluzioni di level design si integrano in maniera brillante con la nuova dotazione di gadget: sono proprio quelli in cui si spende più tempo, prima di tornare alla progressione molto meno ispirata e terribilmente lineare che ci porta alla battaglia finale.
    E' impossibile, terminata una delle boss fight meno interessanti di tutta la saga, non pensare a Nexus come ad un capitolo sviluppato di fretta, con poco impegno e poca passione, o magari affidato alle cure di una piccola parte del team di sviluppo, ormai impegnato su più fronti.
    Questa generale superficialità si avverte anche sul fronte tecnico. Nonostante la cura riposta nella realizzazione dei modelli dei protagonisti, il motore comincia a scricchiolare. Al di là di uno stile ormai un po' slavato, si continuano ad intravedere a più riprese texture poco definite e architetture troppo "spigolose": ed è sempre più difficile mandar giù le leggerezze tecniche, con la next-gen alle porte e titoli del calibro di The Last of Us a testimoniare i risultati che è possibile ottenere sfruttando l'hardware a dovere. Si sottolinea ancora una volta la colonna sonora tutt'altro che ispirata, un doppiaggio molto caricaturale ed effetti sonori riciclatissimi.

    Ratchet & Clank: Nexus Ratchet & Clank: NexusVersione Analizzata PlayStation 3Evidentemente Insomniac Games ha deciso di ridurre drasticamente le risorse impiegate per quella che è stata la sua saga più longeva. Probabilmente i due capitoli precedenti, lontani dalla formula classica, erano stati pensati con in mente un team più snello. Dopo i feedback dei giocatori Insomniac ha deciso di tornare alle origini, ed a livello di gameplay i risultati sono sicuramente positivi: nonostante qualche inciampo sul fronte del bilanciamento ed alcune sezioni poco ispirate, Nexus intrigherà i fan di lungo corso, dandogli esattamente quello che cercano. Peccato però che a livello di contenuti il titolo proceda con il freno a mano tirato. Non siamo ai livelli della mini-avventura “Alla ricerca del Tesoro”, ma un pomeriggio è più che sufficiente per portare a termine Nexus. Soprattutto se non ci si vuole dedicare alla ricerca dei collectibles o alle (poche) missioni secondarie, si raggiungeranno i titoli di coda in una manciata di ore, rimanendo un po' frustrati e ampiamente delusi da un capitolo che non sfrutta appieno le nuove trovate, e propone un level design troppo lineare. Nexus resta insomma un titolo pensato per gli irriducibili: ma anche loro non potranno fare a meno di pensare che Ratchet & Clank avrebbero meritato un congedo migliore, alla fine di questa generazione.

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