Recensione Republique Remastered

Troppo ambizioso per l'App Store?

Recensione Republique Remastered
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  • iPhone
  • iPad
  • Pc
  • PS4
  • Un luogo comune difficile da sradicare riguarda il gaming su piattaforme mobile. Per molti, tablet e cellulari offrono solamente puzzle game che vanno dal moderatamente meritevole al biecamente clonato, titoli free-to-play che hanno il solo scopo di svuotare le carte di credito degli utenti e poco altro.
    In realtà anche su piattaforme mobile esistono titoli di ampio respiro, alcuni dei quali, come Shadowrun Returns e The Banner Saga, condividono il loro successo con le versioni PC, mentre altri sono nati per i dispositivi touch e hanno poi raggiunto mouse e tastiera in un secondo tempo.
    République rappresenta proprio uno di questi casi: la campagna Kickstarter che ha acceso le luci dei riflettori sul progetto, chiusa superando di poco il mezzo milione di Dollari, era stata promossa per coprire lo sviluppo sia delle versioni mobile che delle controparti PC e Mac. Queste ultime, però, erano state messe in pausa, in modo da iniziare a pubblicare i primi capitoli per i device iOS e Android, elevandoli quindi a vere e proprie piattaforme principali per lo sviluppo.
    Dopo l’uscita del terzo episodio, quindi, il team Camouflaj è tornato sui propri passi, pubblicando una versione Remastered per PC e Mac che rimette in pari le uscite sulle varie piattaforme, sfruttando in questo caso la versione 5 del celebre motore grafico Unity 3D.

    Speranza di fuga

    République gioca molte delle sue carte sin dal primo istante e cerca di trascinare il giocatore nella trama in maniera rocambolesca, mettendolo al centro della vicenda.
    La storia di apre con una telefonata, appunto rivolta al giocatore stesso: si tratta di Hope, una ragazza tenuta prigioniera in una struttura di correzione, a metà strada tra una scuola e un vero e proprio carcere iper tecnologico, nel quale i ragazzi vengono monitorati giorno e notte, in modo da cercare di plagiare la loro mente in maniera tale da non opporsi al regime.
    Se l’incipit era dirompente su mobile, in quanto il dispositivo dell’utente diventava parte attiva della storia (ricevendo "di fatto" le telefonate di Hope o di una guardia rinnegata e venendo utilizzato per manipolare i sistemi di sorveglianza e sicurezza della struttura), su PC si perde un po’ di carica.
    L’effetto è in parte dovuto anche al sistema di controllo, adattato egregiamente a mouse e tastiera ma che fa comunque percepire la sua genesi single touch per tablet e smartphone.

    Hope è minacciata da una perfida tutrice, in quanto è stata trovata in possesso di un Manifesto considerato proibito, poiché in grado di corrompere le menti dei giovani che vivono nel complesso. Dovremo quindi tentare di aiutarla a fuggire, sfruttando le telecamere e i vari sistemi di sorveglianza installati dai rappresentanti del regime: basterà un click per passare da un occhio elettronico all’altro, spostando quindi il proprio punto di vista di corridoio in corridoio, e analizzando le varie stanze e l’ambiente da tante angolazioni differenti. In questo modo sarà possibile imparare i percorsi di ronda delle guardie, spesso non del tutto lineari, facendo avanzare in maniera guardinga Hope con un semplice click del mouse. La ragazza reagirà infatti in maniera contestuale, abbassandosi e nascondendosi alla vista dei secondini, sfruttando l’ambiente e arrivando ad un utilizzare spray al peperoncino o un letale taser se scoperta.
    Sarà poi possibile aprire o bloccare le porte, far scattare volutamente sistemi di allarme per attirare le guardie lontano dalle zone che presidiano normalmente e sbloccare abilità di hacking aggiuntive, vendendo al mercato nero le informazioni che sono state scoperte, in cambio di una valuta con cui acquistare le skill.
    Se il sistema di controllo si dimostra adeguato ma non stupisce, rendendo le versioni mobile più fruibili e immediate, è il comparto grafico a riportare l'ago della bilancia verso la versione Remastered: la qualità degli ambienti in termini di ricchezza poligonale, dettaglio delle texture e gestione dell’illuminazione è sicuramente migliore grazie allo sfruttamento di Unity 5, nuova release di uno dei motori grafici più noti e appezzati, soprattutto grazie alla versatilità e alla semplicità di utilizzo, con continui passi in avanti anno dopo anno.
    Lo stacco grafico si nota soprattutto nel volto di Hope, in primo piano nelle sequenze più drammatiche, e negli ambienti più ampi, caratterizzati dall’alternanza di zone di luce ed ombra, con elementi di contorno quali statue e mobilio antico realizzati con grande attenzione al dettaglio.

    Ciò che accomuna sia le versioni mobile che la Remastered è però la qualità di scrittura che da sola regge il peso dell’intero progetto: paradossalmente Hope è l’elemento meno riuscito, almeno ad una prima occhiata, mentre è l’atmosfera di oppressione che si respira a convincere: i corridoi in legno e metallo che caratterizzano gli ambienti ricordano in maniera molto marcata alcuni passaggi della Shadow Moses del primo Metal Gear Solid, e la vicenda parte sì in quarta ma si mantiene su alti livelli per gran parte della sua durata, arricchendosi un tassello alla volta anche grazie alla possibilità di approfondire gli eventi grazie a collezionabili tutt’altro che fini a sé stessi. Quotidiani, libri proibiti, audiocassette, scambi di email e messaggi lasciati nelle segreterie telefoniche danno quindi un contributo importante al tentativo di creare un mondo oppressivo e ristretto ma credibile, nel quale si muovono e agiscono un numero limitato di personaggi, ma ognuno con un proprio carattere e personalità ben delineati.
    I poster che si possono trovare appesi ai muri hanno addirittura il duplice scopo di approfondire la trama, fungendo nel contempo da tutorial non invasivi.
    Essendo però un prodotto ad episodi, il ritmo della narrazione non è costante e segue il flusso delle uscite: attualmente sia su mobile che su PC sono disponibili tre episodi su cinque, con il primo a fungere da vero e proprio antipasto, il secondo che arricchisce la trama con un paio di svolte inaspettate e un terzo che pone le basi per ciò che accadrà in futuro, offendo anche il maggior numero di contenuti sia in termini puramente visivi che di durata di gioco.
    Ciò che rimane invece in maniera stabile su livelli di eccellenza è l’atmosfera e la recitazione dei personaggi, con un doppiaggio di altissimo livello che passa addirittura dall’inglese al francese per esigenze di trama in maniera molto spavalda, spiazzando il giocatore e tenendolo sulle spine per tutta la durata dei tre episodi, con la voglia di sapere come andrà a finire frenata solo dalla mancanza del quarto e quinto capitolo, che verranno resi disponibili nei prossimi mesi, ovviamente in forma gratuita a chi ha già acquistato l’edizione Remastered su Steam.

    Republique RepubliqueVersione Analizzata PCRépublique eccelle rispetto a tanti altri prodotti indie su PC, sia per qualità della produzione che per audacia. Il mondo creato dai ragazzi di Camouflaj appare contenuto, soffocante, ma ha moltissimo da raccontare e riesce ad esprimersi in maniera eccezionale, grazie ad un taglio molto cinematografico e ad un design che si ispira alle migliori produzioni d’avventura, reinterpretandole in un modo molto personale. È quindi il gameplay a convincere di meno, in quanto l’approccio stealth è riuscito ma la tensione tende a scemare abbastanza in fretta e il livello di difficoltà è tarato verso il basso, al punto tare da risultare una sfida quasi banale per i fan più puri del genere. Nell’attesa dei due episodi mancanti, République si conferma comunque un titolo di grande interesse anche su PC, guadagnando qualche punto dal punto di vista grafico e visivo e perdendo leggermente in immediatezza ed immedesimazione rispetto alle piattaforme mobile, anche a fronte di un prezzo più alto per ottenere gli stessi contenuti.

    8

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