Resident Evil 4 Recensione: l'orrore arriva su PS2

L'orrore si trasforma.

Resident Evil 4 Recensione: l'orrore arriva su PS2
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  • Pc
  • PS4
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  • Resident Evil gettò le basi dell'orrore.
    Significò per il mondo videoludico la creazione di un genere precedentemente irrealizzabile, il confluire dell'evoluzione tecnica e grafica in un concetto assolutamente imprevisto e prima d'allora mai utilizzato. Resident Evil condensò in un videogioco una paura attiva, instillata nell'utente attraverso aspetti sonori e visivi, ma anche e sopratutto grazie ad un sistema di controllo inedito e, fortunatamente, imperfetto.
    Visuali ampie che non nascondono il movimento attorno al giocatori, effetti sonori che rivelano la presenza del nemico terribile ed osceno, e la consapevolezza di una flessibilità di movimento inesistente, di un impaccio fisico insito nel personaggio: questi erano e questi rimasero per anni gli stilemi basilari di qualsiasi survival horror, unitamente alla limitata disposizione di mezzi offensivi da utilizzare contro la minaccia mefistofelica, respirabile ovunque nelle atmosfere digitali. E seppure strade alternative all'orrore diretto furono provate nel corso degli anni, inscenando una tipologia di terrore più nascosto e psicologico, quasi che l'idea stessa della paura, la possibilità dell'incontro mostruoso dovessero spaventare l'utente, molti dei canoni sopra descritti rimasero inscindibili dall'idea stessa di Survival Horror. La fragilità del protagonista, la sua marcata inadeguatezza a sostenere una situazione sovrumana, risolta non solo (e non sempre) nel character desing, ma inserita nella mobilità assente, nel gameplay antico e negli spostamenti macchinosi, non sono mai mancati in un esponente del genere.
    Finchè, oggi, Resident Evil 4 sconvolge le basi dell'orrore.

    La rivoluzione di cui avrete sentito parlare nei mesi che sono trascorsi dall'uscita della primogenita versione Game Cube, è in effetti difficile da formalizzare. Il distacco netto e profondo del quarto capitolo del Bio Hazard europeo rispetto a tutta la genia precedente di giochi d'Orrore è visibile immediatamente al giocatore, magnifico come la capacità straordinaria di Resident Evil 4 di non tradire in toto le proprie radici, rimanendo -non solo per titolazione ed atmosfera- un prodotto fermamente connesso con il suo genere di provenienza e destinazione.
    L'idea alla base di RE4 è quella di sconvolgere il sistema di controllo del protagonista. Come avrete capito, non si può prendere atto delle implicazioni di tale scelta semplicemente sostenendo che il titolo sia più o meno spostato verso l'azione piuttosto che l'esplorazione. In effetti il definitivo abbandono delle inquadrature fisse e del movimento Character Relative, avvicinano il gioco a quello che può sembrare un action game in terza persona, ma il fulcro del rinnovamento non risiede in questo elemento. Il punto focale del'innovazione sta nel fatto che tale sistema, in collaborazione con una visuale in prima persona durante i combattimenti mano armata, rende il protagonista atletico e prestante, preparato non solo teoricamente ed in grado di gestire coscientemente situazioni di estremo pericolo. Ecco dunque che l'orrore proposto da Resident Evil 4 deve essere Reinventato, ampliato all'inverosimile, per poter risultare sorprendente e funzionale. Ed è qui che Capcom si riscopre geniale.


    Anzitutto l'ambientazione di Resident Evil 4 è costruita sulla base di opere di design strutturale di grande imponenza, sapientemente modellata in virtù delle esigenze di gioco, in un progredire lineare che mostra una stupefacente varietà di locazioni. Vista la possibilità di gestire l'inquadratura grazie ad una visuale semi-soggettiva (resta su schermo il busto del protagonista), persino tecnicamente esse devono risultare solide e curate in ogni dettaglio. In effetti è l'esplorazione visiva degli ambienti, piuttosto che quella fisica, che concede al giocatore molte soddisfazioni. Le gradazioni cromatiche, la miriade di elementi infinitesimali che concorre a caratterizzare ambienti solitari ed in qualche modo deviati, e la possibilità di muovere liberamente in aree di vastità raramente comparabile (senza più l'aberrante necessità di caricamenti da una stanza all'altra, ad interrompere per altro l'integrità dell'azione), rendono quella di Resident Evil 4 una delle sceneggiature paesaggistiche più suggestive e meglio gestite di questa generazione ludica. Ed è bene togliere subito ogni dubbio, viste le voci che si sono susseguite in relazione al porting Ps2: il comparto tecnico e la resa scenica di Re4 sono fra le più elevate su conosle Sony, e la necessaria riduzione effettuata alla qualità delle texture non mina assolutamente la bellezza visiva del prodotto. E' complice probabilmente l'atmosfera opaca e comunque irreale (tutt'altro che inverosimile), ma la direzione artistica impeccabile ed un egregio lavoro di ottimizzazione mostrano di nuovo la sapienza dei team Capcom nello sfruttare l'Hardware Ps2 (senza dubbio fra le più competenti), e collocano di diritto il prodotto ai vertici della categoria tecnica.

    L'immersività ed il grado di elevato coinvolgimento non si fermano ovviamente all'aspetto locazionale e scenico. Il nuovo metodo di controllo del personaggio avvicina molto di più l'esperienza sensibile del protagonista a quella del giocatore, che in questo capitolo condividono gran parte delle sensazioni visive ed auditive (Best With: Pro Logic II). La risposta dei controlli e la loro disposizione (ottima già sulle superfici del pad Game Cube, ed in questo caso decisamente più User Friendly), la velocità con cui Leon (l'Eroe che molti conoscono) esegue gli ordini imposti dalla pressione analogica, rendono la meccanica di gioco frenetica e totalmente asservita alle volontà dell'utente finale. Volontà che, durante la maggior parte del gioco, sarà quella di sopravvivere all'impeto furioso degli avversari. Abbandonati di fatto i vetusti e ciondolanti Zombie, la minaccia primaria in Resident Evil 4 sarà costituita da una popolazione malevola ed intelligente, eterogenea e ben organizzata. Il nuovo Villico Indemoniato (avversario standard), rigurgitando preselezionate frasi di senso compiuto (In uno Spagnolo che l'utenza italiana troverà del tutto comprensibile), mostra già una capacità cerebrale avanzata, preludio alla demoniaca furia e prestanza fisica che vi costringerà spesso alla disperazione. Interi villaggi dalla popolazione ostile assedieranno le roccaforti della vostra sicurezza e sanità corporale, cercando ogni possibile espedienteper eliminarvi. Per contrastare i cittadini belligeranti avrete a disposizione un arsenale di tutto rispetto, nonchè (data la libertà di puntamento) la possibilità cosciente e sottomessa alle vostre effettive capacità di colpire alla testa o in determinate parti del corpo (tutti i nemici hanno reazioni locazionali, e la precisione è un elemento fondamentale). Ciò nonostante, Resident Evil 4 vi sorprenderà, mettendo costantemente alla prova i vostri nervi. La minaccia che affronterete, così come crescerà la vostra fornitura di equipaggiamento, aumenterà progressivamente, lasciando rari spazi alla tranquillità e nessuno alla certezza dell'incolumità. Vere e proprie orde di avversari vi travolgeranno, ora in ampi spazi aperti, ora costringendovi al riparo in misere casupole e chiedendovi una massiccia interazione ambientale per contrastare l'avanzamento delle truppe avverse. Non basta: con cadenza regolare, il titolo vi chiederà di affrontare veri e propri giganti, forze di proporzione disumana, secondo strategie di combattimento ogni volta diverse. La successione dei classici Boss è curata in maniera inverosimile, coinvolgente al massimo grado, grazie anche a prove di velocità e riflessi (pressione ritmata o immediata dei tasti apparsi in sovraimpressione) perfettamente integrate sia nelle Cut Scene che durante gli scontri titanici, oltre che inserite nelle sezioni standard di gioco. Resident Evil 4 è insomma una corsa incontro alla propria condanna. Persino il comparto narrativo, ricco di cambi di rotta, scelte scenografiche di ottima direzione, e dispensato secondo un'ottima progressione degli eventi, sottolinea questo aspetto. Le vostre possibilità di sopravvivenza diminuiscono ad ogni vostro passo verso la fine, e se nei primi momenti di gioco prevale un terrore atavico ed ancestrale, primitivo e strettamente legato all'incontro, pian piano questo evolve e si trasforma, di pari passo con la vostra consapevolezza di saper gestire la situazione nel migliore dei modi. Sparisce poco a poco quell'iniziale, purissima sensazione d'orrore (Horror), e sopraggiunge l'inquietudine, l'insicurezza, il dubbio di non essere materialmente in grado, in quel continuo vorticare di eventi inaspettati e giganteschi, di sopravvivere (Survival).


    A contorno di tanta bontà tecnica e concettuale troviamo le meccaniche eplorative ed enigmistiche tipiche di ogni Resident Evil. Sebbene la struttura portante sia cambiata, il progredire nell'avventura avviene grazie ad oggetti o eventi chiave, che vi trascineranno in una sequenza lineare e preimpostata. Variazione e valvola di sfogo dell'Hardcore Gamer è la possibilità di recuperare oggetti superflui ma di grande valore monetario, da vendere ai rari mercanti che incontrete nel corso dell'avventura. Proprio grazie ai profitti dell'esplorazione, gli stessi commercianti (dall'aspetto comunque poco rassicurante) vi forniranno l'accesso ad una serie di upgrade disponibili per il vostro equipaggiamento. Quest'ultimo è gestito similmente ai canoni della serie, per cui avrete a disposizione una valigetta (anch'essa espandibile) in cui dovrete trovare collocazione sia alle armi che agli oggetti chiave.

    Non finisce qui: per spezzare il ritmo e l'oppressione, nel corso dell'avventura avrete accesso ad un piccolo Mini-Game, di stampo del tutto arcade, comunque ben contestualizzato.
    Inoltre, terminata l'avventura principale, potrete dedicarvi al superamento della ritrovata modalità Mercenari (Resident Evil 3), in questa versione molto ampliata. A giustificare un eventuale doppio acquisto (oltre che una splendida versione Limitata con copertina in alluminio e packshot estremamente invitante), oppure a premiare l'attesa snervante dei fedelissimi Sony, l'edizione Ps2 di Resident Evil 4 presenta anche un'interessante modalità "Separate Ways", accessibile grazie al completamento della trama principale. Come già nella prima incarnazione del titolo, vestirete i panni di Ada (Wong), protagonista nel corso degli eventi primari solamente in alcune scene d'intermezzo. Mentre anticamente la breve missione nei panni dell'avvenente fanciulla risultava del tutto fine a se stessa, stavolta questa procederà parallelamente alla trama centrale, permettendo al giocatore di conoscere una serie di retroscena, nonchè di divertirsi con una serie aggiuntiva di armi e possibilità.

    Resident Evil 4 Resident Evil 4Versione Analizzata PlayStation 2Che Resident Evil 4 fosse un prodotto rivoluzionario, atipico, imperdibile, era risultato chiaro dall'analisi della versione Game Cube. Il trasporto su Ps2 non cambia le cose: Capcom è riuscita è ribaltare un genere, semplicemente ripartendo da zero nella creazione di un sistema di controllo che fino ad oggi era risultato il più comodo (ma fra i meno naturali e matabolizzabili) per le finalità del Survival Horror. Una volta definite le nuove meccaniche centrali, si sono sviluppate attorno ad esso, con maestria inarrivabile, un ambiente ed una minaccia, entrambi caratterizzati da un attento lavoro di desing grafico e concettuale, nonchè perfettamente integrati e funzionali. Ciò sarebbe servito relativamente, se il titolo non avesse proposto una buona varietà di situazioni e possibilità. Fortunatamente, così non è: Resident Evil 4 è dannatamente vasto, per dettagli ed impegno richiesto. Oltre, è un prodotto completamente coinvolgente ed immersivo, un prodotto che si evolve all'interno del suo stesso percorso di gioco, tanto articolato e ben strutturato è quest'ultimo (20 ore per terminare l'avventura principale, 5 per la sub quest inedita Separate Ways, una decina aggiuntive per compeltare il titolo al 100%). Fortunatamente la sapienza dei programmatori dissipa persino i dubbi sull'effettivo valore tecnico di un porting indirizzato verso una macchina di potenzialità inferiori. L'hardware Ps2 riduce la qualità di texure e non troppo quella delle modellazione, variando leggermente la palette cromatica (meno brillante in effetti) ma risultando a livelli di eccellenza. Il frame rate resta costante nella maggior parte dei casi: qualche calo sporadico, come del resto avveniva nella versione Game Cube, nei frangenti di affollamento poligonale. Resident Evil 4 mantiene tuttavia un legame con i precedenti capitoli, nella narrazione e nei personaggi principali, nonchè nell'impostazione degli schemi risolutivi di un'avventura fermamente progressiva e lineare, oltre che nella gestione dell'inventario. Per questi motivi apparirà decisamente gradito ai fan della serie, oltre che ad ogni videogiocatore di questa generazione prossima al suo termine (persino a coloro che non hanno mai avuto il gusto necessario per approfondire un Survival Horror). Resident Evil 4 è immancabile. E', forse, la vera via dell'orrore, la grande opportunità di un genere che si evolve di pari passo con il progresso tecnico e che trova, finalmente, il suo massimo esponente.

    9

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