Recensione Ritorno al Futuro - Episodio I

Si torna al futuro con la nuova avventura grafica di TellTale. Recensito il primo episodio

Recensione Ritorno al Futuro - Episodio I
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  • PS3
  • iPad
  • Pc
  • Che lo sviluppatore californiano di Telltale Games ami assumersi dei rischi è ormai cosa nota. Dopo aver ripreso in mano e per così dire dato vita a dei sequel per saghe di tutto rispetto come Sam & Max e Monkey Island, tramite un accordo con Universal, ha deciso di spostare target e continuare le avventure di franchise cinematografici affermati che rispondono agli altisonanti nome di Ritorno al Futuro e Jurassic Park. Mentre sul parco dei dinosauri si sa ancora molto poco (meglio: quasi niente), il ritorno di Marty McFly e di Emmett “Doc” Brown” è già giocabile sui nostri PC (presto anche su PlayStation 3), grazie alla pubblicazione del primo episodio (ne sono previsti cinque, uno al mese, l’ultimo a maggio), avvenuta sul finire di dicembre. It’s About Time, questo il nome del capitolo, riporta così molti dei fan della saga nel 1985, con una macchina del tempo, formata questa volta da mouse e tastiera, che funziona bene quanto la cara vecchia DeLorean.

    Ritorno al Futuro - Parte IV

    La stesura della sceneggiatura, realizzata in collaborazione con Bob Gale (co-scrittore della trilogia), nasce sulle ceneri di alcune idee scartate (o meglio, messe da parte) dal regista Robert Zemeckis per la realizzazione del secondo episodio della serie, che prevedevano l’esplorazione dell’epoca del proibizionismo statunitense (messo in atto dal 1919 al 1933) e le origini della famiglia di “Doc” Brawn.
    Il gioco parte quindi nel 1986, esattamente sei mesi dopo gli eventi visti ne “Ritorno al Futuro - Parte Terza” e ci mette subito nei panni del giovane protagonista Marty McFly, intento a salvare tutto quel che rimane del laboratorio del suo vecchio ed esilarante amico, i cui beni, vista la sua scomparsa, sono stati confiscati dalla banca di Hill Valley per pagare vecchi debiti. Durante la visita alla sua dimora, dove si ha modo di interagire con il padre George e il nemico di sempre Biff, una replica della DeLorean distrutta nell’ultimo film appare all’esterno della residenza, con il cane Einstein a bordo ed un messaggio da parte di Brown che invoca l'aiuto di Marty. Il protagonista parte così alla volta del 1931, dove trova lo scienziato in prigione poichè sospettato di aver innescato un incendio doloso ai danni dello "speakeasy" locale. Prima di partire, Marty scopre che Brown sarebbe stato ucciso il giorno dopo da Kid Tannen, gangster locale proprietario proprio dell’edificio dato alle fiamme. Con l’aiuto di un “Doc” ancora giovane, dunque, il protagonista proverà a tirar fuori il suo amico dalla galera, mentre avrà l’opportunità di conoscere anche le sue paure e i suoi vizi giovanili.

    "Allora, Doc, ci vediamo nel futuro". "Vuoi dire nel passato!"

    Il grande talento di TellTale Games nel rispettare i contesti che fanno da sfondo alle proprie avventure grafiche è tangibile anche in questo primo episodio di Ritorno al Futuro. Sin dai primi minuti si ha davvero l’impressione di essere stati letteralmente trasportati a Hill Valley, nel fantastico mondo di Marty e Brown. Ogni dettaglio è curato con attenzione certosina, dalla realizzazione delle ambientazioni alla fedeltà con le precedenti storie; tanto che questo videogame può essere a tutti gli effetti considerato quasi il vero e proprio quarto episodio della serie. Strutturalmente, il gioco rispecchia naturalmente le precedenti produzioni dello sviluppatore, presentandosi come un’avventura grafica vecchio stile, che permette il controllo dei personaggi sia con il solo mouse (non propriamente comodi gli spostamenti, in questo caso), sia con la combo mouse e tastiera. Ovviamente, la risoluzione degli enigmi è fondamentale per proseguire nella storia. La componente logica è caratterizzata da un’impostazione piuttosto classica: al giocatore il compito di combinare gli oggetti del proprio inventario, di interagire con l'ambiente circostante, o di trovare la risposta giusta sequenza di battute per proseguire la conversazione con l’interlocutore di turno.
    Graziato da uno stile strepitoso, dunque, il gioco funziona bene e riesce ad intrattenere l’utente con una trama che segue la struttura canonizzata dalla trilogia (con paradossi temporali e strane coincidenze annesse), ed un gameplay gradevole ed efficace. Si ripetono però i problemi che abbiamo già riscontrato negli episodi di Sam & Max e Monkey Island, identificabili in enigmi eccessivamente semplici per gli appassionati del genere, e talvolta poco originali rispetto a quanto non si sia visto in passato.

    È difficile al momento capire come mai TellTale non riesca a garantire un vero senso di sfida con i suoi prodotti. Di primo acchito, si potrebbe pensare che l’intenzione è quella di offrire un prodotto adeguato a tutti, che non metta in eccessiva difficoltà i giocatori poco esperti. Ma, a parte che si potrebbe tranquillamente optare per due diversi livelli di difficoltà (come succedeva in Monkey Island 3), l’interfaccia di gioco offre all’utente una sezione adibita ai suggerimenti, all’interno della quale si potranno consultare i suggerimenti degli sviluppatori e, se non fossero abbastanza, si potrà persino ottenere la soluzione. Non nascondiamo allora il fatto che se non fosse stato per l’estrema cura nella trasformazione della licenza in videogioco (una delle migliori trasposizioni in tutta la storia dell’intrattenimento elettronico), probabilmente il voto sarebbe stato più basso. Enigmi talmente semplici rischiano di stancare facilmente il gamer che delle avventure grafiche fa il suo pane quotidiano.
    Se affermassimo dunque che “It’s About Time” è praticamente più un film interattivo che un’avventura grafica non esagereremmo affatto, perché è proprio “grazie” agli enigmi non eccessivamente ardui che propone un ritmo coerente e scorrevole come se fossimo seduti in poltrona al cinema.

    Tecnicamente

    Lo stile grafico adottato da TellTale si rifà chiaramente al cartoon colorato e acceso visto già in Tales of Monkey Island, ritrasformando ovviamente non pirati e maledizioni vudù, ma DeLorean, Hill Valley, Marty, Brown e tutto quello che abbiamo visto nel lungometraggio. L’aspetto visivo è più che ottimo, grazie anche all’utilizzo di texture molto dettagliate che restituiscono un impatto invidiabile di personaggi e ambientazioni.
    Il comparto sonoro è ancor più straordinario, soprattutto per quanto concerne il doppiaggio. La partecipazione diretta di Christopher Loyd che presta la voce al “suo” Doc Brown conferisce al personaggio virtuale un’anima vera, merito della grande cura riposta dall’attore nel lavoro. Sorprendente anche Locascio, chiamato a doppiare Marty McFly. Il ragazzo, che non è neanche un attore professionista, ha la dote eccezionale di apparire praticamente uguale al giovane Micheal J Fox, anche se ogni tanto la sua comunque ottima performance viene falcidiata da qualche piccola forzatura di gioventù.
    Uniche vere pecche, enigmi a parte? Solo due. Manca l’italiano, quindi assicuratevi di conoscere più che bene la lingua di Shakespeare, altrimenti non capirete davvero nulla della trama. Inoltre, la longevità è davvero esigua, e dopo tre ore sarete già in attesa per il secondo episodio, previsto per il mese di febbraio. Ma visto che si tratta di un prodotto distribuito volutamente tramite vari capitoli, diciamo che la breve durata potrebbe essere giustificata.

    Ritorno al Futuro Ritorno al FuturoVersione Analizzata PCBuona la prima. TellTale Games conferma la propria bravura, riportando in vita il franchise di Ritorno al Futuro, questa volta sugli schermi video ludici. Il primo episodio della nuova serie è una discreta avventura grafica, costruita attorno a quella che possiamo vedere come una propaggine delle avventure di Marty e Doc perfettamente connessa con i lungometraggi. Enigmi non molto complicati, l’assenza totale dell’italiano e una longevità non proprio eccezionale, sono le uniche magagne di un prodotto imperdibile per tutti gli appassionati della saga e del genere.

    8

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