Recensione Rogue Galaxy

A spasso per l'Universo con i Level 5

Rogue Galaxy
Recensione: PlayStation 2
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS2
  • PS4
  • Level 5

    Dopo un ritardo inspiegabilmente lungo rispetto alla release americana e giapponese, sbarca finalmente nel Vecchio Continente, con il suo pesante carico di elevate aspettative, l’ultimo lavoro dei "Level 5", il noto team di sviluppo artefice dei controversi "Dark Cloud", "Dark Chronicle" e "Dragon Quest - L'odissea del re maledetto". Rogue Galaxy, questo è il nome del loro ultimo lavoro, tenta di porsi agli occhi degli utenti Playstation 2 come un "riassunto" di quanto meglio fatto nei precedenti Role Playing Games, un'opera conclusiva (dopo della quale si dedicheranno alle piattaforme "Next Generation") caratterizzata da un gameplay brillante e da un comparto video di primissimo livello, almeno sulla carta; scopriamo insieme la storia di Jaster & Co...

    I pirati di Dorgengoa

    L’ultimo parto dei Level 5, abbandonando le ormai abusate ambientazioni fantasy, ci porta in un intrigante futuro alternativo. La nostra storia inizia sul pianeta Rosa, una landa desertica ed inospitale, popolata da feroci creature e situata ai confini dell’universo conosciuto. Qui vive Jaster il giovane scavezzacollo il quale annoiato dalla sua monotona esistenza non aspira ad altro che ad esplorare lo spazio sconfinato che andremo ad impersonare durante l'arco di tutta l'avvenutra. L’occasione per iniziare il suo pellegrinaggio si presenta durante un attacco portato da una misteriosa creatura apparsa nel suo villaggio; desideroso di provare nuove emozioni Jaster non esita buttarsi nella mischia supportato da un uomo misterioso che lo assiste nel difficile combattimento; al termine dello scontro lo sconosciuto scompare senza fornire spiegazioni, non prima di aver donato al nostro alter ego la sua prodigiosa spada. Prima ancora dio raccapezzarsi per quanto accaduto Jaster viene avvicinato da una coppia di strani figuri: il goffo Simon e l’automa Steve, che poi si scopriranno essere pirati spaziali. I due, convinti dalle spoglie esamini del mostro che giace ai suoi piedi e dalla spada impugnata dal giovane, identificano senza dubbio alcuno nel nostro eroe il famoso pirata Desert Claw e come tale decidono di arruolarlo su mandato del loro capo il corsaro Dorgengoa. Accettare per Jaster è questione di un attimo ed unitosi all’equipaggio della nave Dorgenark è ora pronto per dare l’assalto ai numerosi tesori custoditi nello sconfinato universo.
    Questa è la base narrativa che fa da sfondo alle nostre peripezie. Partendo da questa inconsueta premessa i Level 5 hanno creato un action rpg dall’indubbio fascino e caratterizzato da una storia che, per quanto non brilli per originalità, riesce a mantenere desta l’attenzione del giocatore grazie alla caratterizzazione dei suoi protagonisti ed adiverse trovate narrative. L’impostazione generale rimane sempre volutamente sbarazzina e leggera, i dialoghi spesso ironici e mai eccessivi risultano godibili, inseriti in un contesto che prende le distanze in maniera marcata da quella che è la tradizione Square Enix. Il risultato è un prodotto quasi minimale, dotato di un intreccio che concede alle diramazioni narrative poche possibilità: una trama principale spesso banale, a tratti scontata, ma non priva di fascino, raccontata con verve ed ironia e popolata da personaggi stravaganti e spesso curiosi. Side quest, approfondimenti psicologici sui nostri compagni di viaggio, sottotrame in cui analizzare i vari risvolti della storia, per quanto presenti, occupano un ruolo assolutamente marginale nell’ economia del tutto.
    Dal ponte della nostra nave potremo scegliere quale pianeta esplorare e, una volta giunti a destinazione, ci troveremo ad aver a che fare con immensi dungeon da esplorare, occasionalmente alternati ai vari events volti a spiegare gli sviluppi delle nostre peregrinazioni ed inframmezzati alle visite ad insediamenti rurali (città, villaggi e quant’altro) in cui acquistare oggetti di varia natura.
    Tutto qui. Uno schema di gioco quasi brutale nella sua essenzialità, che fa somigliare Rogue Galaxy ad un rpg online, con tutti i rischi legati a tale impostazione (quello di un eccessiva ripetitività su tutti). I dungeon sono terribilmente dispersivi da esplorare ed appesantiti da un eccessivo riutilizzo degli stessi “blocchi” che ne costituiscono l’ossatura; in pratica le medesime quattro/cinque sezioni vengono riproposte ciclicamente con variazioni minime: l’immensa giungla di Juraika, per esempio, è composta da un susseguirsi di alberi che viene interrotto saltuariamente da ruscelli mentre le fabbriche di Zerard sono strutturate in interminabili magazzini o altrettanto vasti centri di ricerca e le miniere di Vedan sono un incubo di cunicoli tutti uguali tra di loro. I rari punti di salvataggio e la frequenza invero eccessiva degli scontri non fanno che acuire il senso di ripetitività che pervade un esplorazione fin troppo guidata in cui si avverte in maniera inconfutabile la necessità di minigames, eventi e quant’altro serva a spezzare il ritmo di gioco. Più varietà avrebbe sicuramente giovato, ma sono più le infelici scelte di levell design a penalizzare il tutto più che la scelta di una struttura di gioco atipica ma comunque interessante.

    Desert Claw il pirata dei sette cieli

    Se dal lato dell’esplorazione Rogue Galaxy finisce per non convincere pienamente, sul versante del Battle System si rivela un prodotto decisamente riuscito. A capo di un party composto da tre elementi affronteremo gli innumerevoli combattimenti in quello che pare più un hack’n slash che un tipico rpg.
    Nei panni di Jaster (o un altro leader scelto tra i vari pg) saremo equipaggiati con due tipi di armi: una a corto raggio da impiegarsi negli assalti corpo a corpo, ed una a più lunga gittata per gli scontri sulla media e grande distanza. Ogni azione effettuata con l’arma principale (spade, asce, pugnali e molto altro) impone la perdita di energia di un apposita barra detta “Action Gauge” ed al suo azzeramento non potremo perforare attacchi per un breve periodo; parare gli attacchi dei nemici frutterà un bonus, mentre mancare l’avversario accelera il decremento di suddetta barra. Il sistema funziona incredibilmente bene originando scontri frenetici e spettacolari, privi di pause e tempi morti, anche perché le armi a lunga gittata (pistole, archi, mitragliatrici, etc.,) non soggette alle stesse regole di quelle primarie, devono però essere ricaricate ed il loro utilizzo frequente viene disincentivato dalla tendenza ad incepparsi.
    Il tutto risulta gestito in maniera molto flessibile, grazie ad un ottimo sistema di lock on che permette di switchare da un nemico all’altro con estrema facilità, a cui si aggiunge l’incredibile varietà di azioni effettuabili: oltre a saltare, potremo anche sollevare un avversario stordito per lanciarlo come fosse un'arma (possibilità estesa anche a particolari oggetti dello scenario). Da segnalare anche tutta la serie di combo disponibili e i vari attacchi, veloci leggeri o caricati e pesanti, a disposizione.
    Come da tradizione non mancano abilità speciali e tecniche particolari. Le prime altro non sono che skill di varia natura, alcune passive che variano dall’aumento dei vari parametri al fornire protezioni contro gli status alterati, altre attive da equipararsi alle canoniche magie elementari di altre produzioni. Chiudono i Burning Strike, tecniche estremamente potenti da eseguire seguendo le giuste sequenze di tasti mostrate sullo schermo.
    Come già accennato il tutto funziona ottimamente, tanto da donare l’illusione giocare ad un action game a tutti gli effetti ricco di combattimenti furiosi, ma non scevri di una certa strategia, vista la possibilità di impartire tattiche di attacco ed ordini diretti ai propri compagni. A voler ben vedere il Battle System è talmente ben congegnato da risultare fin troppo semplice, complice anche un IA nemica che desta più di qualche perplessità. Notevole.
    Alla fine Rogue Galaxy è tutto qui: una parte esplorativa noiosa e monotona, un susseguirsi di combattimenti molto divertenti, il resto sono solo caratteristiche accessorie che poco incidono su quello che è il valore del gioco.

    Revelation Flow & Factory

    Tra le caratteristiche accessorie da menzionare, c'è sicuramente il Revelation Flow, il sistema deputato all’acquisizione di abilità e tecniche. Di fatto si tratta di una scacchiera in cui vanno combinati i vari oggetti, acquisiti in seguito ad un combattimento, trovati nei forzieri sparsi nelle varie location o acquistati nei negozi; ogni combinazione completata rivelerà un’abilità o una tecnica.
    Oltre ad essere molto funzionale, essendo gli ingeredienti più preziosi quelli più rari, il Revelation Flow è un ottima spinta a sobbarcarsi i tanti scontri nel gioco, in considerazione del fatto che determinati Items possono ottenersi solo sconfiggendo talune creature.
    Similmente funzionano le factory utilizzate per creare invece armi e oggetti, vere e proprie catene di montaggio industriali, da assemblarsi secondo progetti ben precisi, nelle quali fondere e lavorare i vari materiali fino a creare l’arma desiderata. Divertenti sulla carta in realtà trovano uno scarso utilizzo visto che molto più semplicemente è possibile mixare due strumenti di offesa mediante l’utilizzo di Quarry, un bizzarro ranocchio in grado di amalgamare le gli oggetti tra di loro.
    Ad esclusione delle factory e di Insectron un sottogioco alquanto trascurabile in stile Pokèmon (colleziona gli insetti e falli combattere) il resto del gamepaly vive sull’enfasi dei combattimenti e la monotonia offerta dai dungeon. Un pizzico di originalità in più non avrebbe guastato.

    Tecnicamente

    Il grande punto di forza di questo titolo è, senza ombra di dubbio, il suo aspetto visivo: sotto questo punto di vista il lavoro svolto da Level 5 si presenta estremamente minuzioso, uno spettacolo eccelso in cui forme e colori si mescolano in maniera estremamente convincente.
    La caratterizzazione fumettosa dei personaggi è esaltata dall’impiego della tecnica del cell-shading (già usata in maniera ottimale in Dragon Quest) capace di conferire un look davvero riuscito anche ai personaggi secondari. Le animazioni si pongono allo stesso straordinario livello mostrandosi dettagliate e fluide in ogni situazione andando a completare un quadro che presenta pochi rivali su ps2.
    La classica ciliegina è rappresentata dagli effetti di luce esageratamente brillanti in grado di spettacolarizzare ancor di più gli scontri con giochi pirotecnici di ogni tipo. Unica nota stonata è rappresentata dalle ambientazioni assai ripetitive e piuttosto anonime(almeno se paragonate al resto del comparto video); nulla da eccepire invece a riguardo del comparto sonoro, capace di offrire temi indubbiamente d'atmosfera che spaziano tra più generi musicali (dal rock al jazz).
    Forse anche sotto questo punto di vista una maggiore selezione di brani avrebbe giovato, ma nel complesso il repertorio resta di alto livello, così come quello degli effetti sonori e del doppiaggio che, tolti sporadici casi, rappresenta uno dei migliori rappresentanti di quest'ambito.

    Rogue Galaxy Rogue GalaxyVersione Analizzata PlayStation 2Rogue Galaxy è un gioco particolare, atipico, rivolto ad una categoria di giocatori ben precisa. Se cercate un action gdr basato più sul combattimento che sull'esplorazione Rogue Galaxy rappresenta più di un'alternativa; se al contrario ricercate una trama ampiamente sviluppata, un gameplay vario accompagnato da un'esplorazione ricca di segreti e side quest allora è meglio che vi rivolgiate altrove. Rogue Galaxy è un buon gdr ma con limiti strutturali ben precisi che sicuramente sarebbe stato migliore qualora non fosse stato gravato da alcune scelte infelici.

    7

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