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Recensione Cinema
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7.5
Sega Rally (Championship) non è un videogioco: è un'icona. E' il senso più vero del sintagma Arcade Racing, è la malinconia di pomeriggi in sala giochi, è il videogioco “anni '90”, timidamente proteso a vagliare nuove possibilità e sperimentare soluzioni inattese. E' la leva del freno a mano al lato dell'ingombrante cabinato.
Sega Rally (Revo), oggi, è anche l'ambizioso progetto di riportare in auge una “vena ludica” non troppo diffusa, adeguandola alle necessità dell'utente moderno. E' la volontà di riprendere concetto e scenografie diventate ormai simboli e trasferirle sulle console di nuova generazione. Ed è, anche, un tentativo riuscito a metà.
Come lascia presagire il mantenimento del titolo originale, Sega Rally è un prodotto senza compromessi: un Arcade duro e puro. Il sistema di gioco rifugge qualsiasi velleità simulativa, col fine di mettere nelle mani dei giocatori un racing game facile da padroneggiare (ma non banale da affrontare), perfettamente adatto ai polpastrelli di qualsiasi utente. Su strada, questo si traduce in uno “stilizzato” comportamento delle vetture, capaci di dipingere con estrema facilità traiettorie complesse, nonché di “giocare” col drift su tutte le curve e su tutte le superfici. Impugnato il pad, è necessario ben poco tempo per assimilare le meccaniche di gioco: acceleratore a tavoletta, rilasci moderati o bruschi strattoni al freno a mano, e l'auto scivola leggera lungo qualsiasi circuito. Questo non significa però che sia facile primeggiare: per superare i cinque avversari che, come da “copione” classico, gareggiano contro di voi sul tracciato, è spesso necessaria una marcata attenzione ed una buona conoscenza del percorso. Nonostante le invisibili barriere ai lati della strada che non penalizzano eccessivamente le sbandate incontrollate, cozzare contro i muretti indistruttibili a bordo pista significa perdere velocità e restare indietro. Sega Rally, al pari del suo predecessore, mira a premiare l'esecuzione impeccabile, il controllo totale (unica scappatoia, la modalità “Facile” delle corse singole, in cui non si fatica a tagliare il traguardo per primi).
Lo dimostra, se vogliamo, anche la totale assenza di un'intelligenza artificiale: gli avversari seguono semplicemente perfette traiettorie, stando attenti a rispettare dei tempi precisi. Nonostante ci siano altre vetture in gara, dunque, spesso la lotta è solo contro “i tempi” con cui i nostri avversari completano i circuiti (laddove le eventuali collisioni con le altre vetture non hanno massicce conseguenze).
Ci sono dunque poche e timide “infrazioni” alle leggi della “scheletricità” concettuale. Queste, riguardano soprattutto l'inserimento di un sistema di modifica dinamica dei terreni, invero piuttosto interessante. Nei tracciati si alternano con frequenza sezioni su strada ad altre puramente off-road. In quest'ultimo caso le piste di Sega Rally presentano tipologie di terreno ben definite (fango duro, fango morbido, sabbia, neve), sulle quali variano minimamente (quasi impercettibilmente in alcuni casi) le reazioni della vettura (che dipendono solamente l'aderenza). Il passaggio dei bolidi su queste superfici lascia profondi solchi, che si assommano di giro in giro, creando delle vere e proprie “corsie preferenziali” in cui il grip è leggermente migliore. A onor del vero Sega Rally riesce a trasmettere molto bene, attraverso gli stimoli sensoriali (scossoni dell'inquadratura e, su 360, vibrazioni del pad) il passaggio su queste superfici accidentate. A livello di gameplay però il tutto si risolve nella possibilità di eseguire, laddove sia maggiore l'aderenza, curve più strette, affidandosi alla “presa” della trazione anteriore per correggere la sbandata in uscita. Si tratta comunque di saper “leggere” le indicazioni visive seguendo le scie lasciate dagli avversari. A tutti gli effetti tale impostazione risulta gradevole, un buon sistema per integrare le ultime conquiste tecniche della next-gen con un gameplay per natura immediato e semplicistico. Da questo punto di vista Sega Rally traccia la via da seguire per gli sviluppi dell'Arcade Racing, che ormai latita da tempo nell'odierno panorama ludico.
Visivamente, Sega Rally fa una discreta figura. Quello che colpisce al primo impatto è lo stile delle locazioni. Cromatismi accesi, toni di colore vivaci, contorni netti, dipingono ambientazioni quantomeno suggestive, intriganti, piacevoli da vedere e da percorrere, con esiti a volte inattesi (le lastre di ghiaccio nel livello “Aurora” o la gola del Canyon). Anche dal punto di vista meramente quantitativo il titolo Sega risulta promosso con discreti voti, vuoi per l'ottima modellazione delle vetture, vuoi per gli algoritmi che gestiscono le modifiche del terreno. I solchi degli pneumatici diventano più profondi ad ogni passaggio, riempiendosi dell'acqua delle pozzanghere. Anche i modelli delle vetture, pur non sottoposti ad alcun tipo di deformazione a causa degli urti, si sporcano progressivamente, impolverandosi o infangandosi, e ripulendosi superficialmente al passaggio nelle pozze. Buoni effetti particellari chiudono un quadro tutto sommato positivo, in cui però vanno inseriti alcuni difetti, a partire dalla qualità non sempre eccelsa delle texture del terreno fino ad arrivare a modelli poco convincenti degli elementi a bordo pista (alberi in primis). Nella frenesia della gara è difficile notare questi dettagli (così come l'assenza di effetti di riflessione convincenti sulle carrozzerie), considerato soprattutto il senso di velocità che Sega Rally riesce a trasmettere (grazie anche ad un modestissimo filtro blur, non invadente, ben applicato pixel per pixel). Ben più fastidioso è il Pop Up di alcuni elementi (addirittura le stesse scie degli pneumatici), un evento che si verifica pochissime volte (e solo quando si raggiungono alte velocità), ma che comunque va registrato. Infine si deve citare una gestione delle fonti di luce abbastanza piatta, che perde il confronto rispetto a quella di altri concorrenti (almeno dal punto di vista tecnico il paragone con Dirt è inevitabile). Certo gli obiettivi del team erano ben diversi, ed è evidente che Sega Rally sia inserito nel solco dello spensierato stile Sega degli anni 80 (“Blue Skies and Sunny Places”).
Il framerate è costante sui 30 quadri al secondo: buona dunque la fluidità, anche se vista la modesta quantità di oggetti da gestire (ricordiamo che il tracciato è limitato da barriere invisibili), nonché l'assenza di virtuosismi nella gestione dell'illuminazione, i programmatori avrebbero potuto spingersi oltre questo limite.
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Sega RallyVersione Analizzata PlayStation 3Sega Rally è un arcade game solido, che funge da perfetto mediatore fra una concezione di gioco semplicistica (quasi “all'antica”) e una struttura tecnica che guarda alle ultime conquiste in campo videoludico, non solo per l'impatto visivo, ma per un'interattività ambientale che influenzi il gameplay. Da questo punto di vista poche critiche si possono muovere al racing made in Sega, primo vero esponente della categoria arcade in questa seconda generazione di software ludico. Resta il fatto che il prodotto ha ben poco di “rivelatorio” (anzi è perfettamente in linea con gli standard odierni), così come l'inevitabile ammissione che, per quanto godibile, Sega Rally sia anche dannatamente limitato. Da una parte dalla sua stessa natura, dall'altra da uno scarso numero di tracciati che conduce per mano l'utente alla monotonia. Adatto al gioco veloce e disimpegnato di qualche pomeriggio, del tutto inadeguato per sessioni prolungate o approfondite, Sega Rally resta un divertimento spicciolo. Un prodotto dunque tutt'altro che universale, anzi dedicato ai fan di una filosofia oramai in decadenza. Provatelo attentamente (sono disponibili demo su Ps Store e Marketplace) prima di valutare l'acquisto, sapendo che il pacchetto completo non offre molte soddisfazioni che vadano oltre la gara singola.