Recensione Severed

I creatori di Guacamelee tornano a colpire nel segno con Severed per PS Vita, gratis a Marzo per gli abbonati PlayStation Plus

Recensione Severed
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  • PSVita
  • Dopo aver stregato all'unanimità critica e pubblico con l'incredibile Guacamelee, il team americano DrinkBox Studios si appresta a lanciare sul mercato la sua nuova creatura, Severed, inaspettatamente sviluppata in esclusiva per Ps Vita. La domanda che ha serpeggiato a lungo nella community la immaginiamo un po' tutti: perché mai uno studio indipendente dovrebbe investire tempo e risorse nel pubblicare un nuovo titolo per una piattaforma che, quantomeno in Occidente, gode di uno stato di salute decisamente compromesso? Il fatto è che Severed non avrebbe potuto trovare approdo migliore della sfortunata portatile Sony, viste le peculiarità di un concept che unisce la struttura dei dungeon crawler a la Dungeon Master all'immediatezza "touch" del non proprio hardcore Fruit Ninja. Se veder citato il mondo mobile comincia già a provocarvi un leggero prurito, tenete duro: possiamo assicurarvi che la scommessa di Severed è ampiamente vinta.

    Legami recisi

    Nei panni di una giovane quanto malconcia Sasha, ci risveglieremo in una landa desolata battuta da una pioggia incessante. Come siamo giunti lì non ci è dato saperlo, eppure un rapido flashback illumina la nostra mente confusa: i nostri genitori e il piccolo fratellino ci sono stati strappati via da misteriose ombre senza forma. Tendiamo una mano verso i familiari in un estremo tentativo di soccorso, solo per vedere il nostro braccio venir reciso di netto. Risvegliatici dall'orrenda visione, feriti, ci trasciniamo nella nostra abitazione ormai distrutta, dove un mostruoso signore degli inferi ci donerà una spada demoniaca: salvare la famiglia e tornare nel mondo degli umani è impresa impossibile, ma quella lama vivente potrebbe forse concederci una flebile speranza. Con queste macabre premesse narrative prende il via il viaggio in un mondo distorto e malato, quello della Regione Selvaggia, un buio antro d'infermo in cui siamo piombati senza apparente ragione. Severed si presenta così come un dungeon crawler su "griglia", qualcosa di molto simile a quanto visto nel recente Legend of Grimrock e relativo seguito: con una visuale in prima persona avanzeremo di stanza in stanza, ognuna a rappresentare una casella della mappa di gioco. In ciascun ambiente potremo guardarci intorno a 360°, esplorando il background ed interagendo con elementi dello sfondo quali leve e meccanismi di vario genere. Lo stick analogico sinistro sarà utilizzata per orientare il punto di vista di Sasha, mentre l'interazione ambientale viene completamente gestita tramite il touch screen di Ps Vita: schermo che diviene protagonista assoluto in occasione dei numerosi scontri contro le infime creature demoniache che infestano il mondo di gioco. Per quanto immediato, il sistema di combattimento si rivela profondo e complesso, svelando a poco a poco le proprie dinamiche, arricchendosi sempre più ora dopo ora. Ingaggiata la battaglia, nella parte bassa dello schermo comparirà un'icona circolare, colorata di rosso, ad indicare lo stato di salute del demone. Ad intervalli regolari, specifici per ogni creatura, il contorno del simbolo diverrà giallo, a suggerire l'imminente attacco nemico: osservando la postura avversaria, il giocatore dovrà far scivolare il dito sullo schermo per respingere l'offensiva, e passare poi al contrattacco. Ciascun demone presenta pattern d'attacco diversificati, così come diversi sono i punti deboli ai quali mirare con lunghi affondi di "dita": accumulando un corposo numero di colpi consecutivi caricheremo la nostra barra della concentrazione, grazie alla quale attivare la "Recisione". Uno scontro conclusosi con il massimo grado di concentrazione permette infatti di poter tagliar via organi e parti del corpo del mostro, in un minigioco a tempo tutto riflessi e precisione. Lingue, occhi, arti, ali e viscere sono solo alcuni dei trofei che potremo raccogliere infierendo sui demoni, per poi utilizzarli quali materiali di potenziamento delle abilità.

    Severed infatti si abbandona anche alle suggestioni di un impianto ruolistico semplice ma efficace, che mette a disposizione del giocatore ben tre diversi skill tree, rispettivamente dedicati alle abilità di combattimento e alle due magie recuperabili nel corso dell'avventura. Ciascun potenziamento richiede un certo numero di arti e frattaglie da mixare, così da aumentare il danno inferto, il tempo disponibile in fase di Recisione, i danni da Critico, i punti vita recuperati. Visitando i tre dungeon di gioco, distribuiti tra il Dominio dei Corvi, il Villaggio Fantasma di Montagna e La Cittadella, non mancheranno impegnative boss fight, al termine delle quali recuperare un "ricordino speciale" dal super demone di turno, così da arricchire il nostro equipaggiamento e ottenere abilità legate al consumo di Mana. Ecco che la maschera del corvo permette di accecare un nemico, paralizzandolo per un determinato lasso di tempo, mentre i denti del Cryptolith consentono di assorbire i buff di cui molti minions cominceranno a godere nella seconda metà di gioco, magie che potenziano attacco, difesa o velocità. Non mancano poi i colpi caricati, necessari per abbattere scudi o ostacoli, modalità berserk da utilizzare con parsimonia, pezzi di cuore e di cervello da recuperare e da mangiare, così da migliorare i valori massimi dei punti vita e della energia magica. Insomma, come si diceva, Severed nasconde una profondità inattesa, celata sotto una superficie di immediatezza che può trarre in inganno sulle prime, quando si sospetta di trovarsi dinanzi ad un Fruit Ninja tutto incubi e deliri. Pur rivestendo un ruolo di grande importanza, i combattimenti lasciano spazio a fasi di esplorazione e a numerosi enigmi ambientali, piuttosto classici, eppure ben congegnati. Leve a tempo da attivare, passaggi segreti e chiavi nascoste sono gli ingredienti principali di un level design ispirato, a caratterizzare dungeon complessi, ricchi di segreti e trappole di ogni genere. Non mancano poi le tipiche influenze da "metroidvania", racchiuse in un backtracking facoltativo ma sempre remunerativo, che permette di visitare zone inaccessibili grazie alle abilità acquisite, recuperando gli immancabili upgrade.

    Un taglio profondo

    La struttura ludica di Severed può quindi dirsi pienamente riuscita: enigmi sempre stimolanti, che spingono a studiare con attenzione la mappa (consultabile in qualsiasi momento), si alternano a battaglie il cui ritmo aumenta in un crescendo di esaltazione e strategia. Sì, perché se pensate di poter consumare lo schermo della vostra Ps Vita con una raffica inarrestabile di ditate lanciate a caso, sappiate che non durerete a lungo nell'ostile mondo di Severed. Non solo il titolo sconsiglia fortemente l'utilizzo di affondi poco attenti grazie al sistema della barra Concentrazione (destinata a svuotarsi se il nemico para il nostro attacco), ma mostra tutta la sua profondità tattica nelle battaglie multiple, quando ci troveremo dinanzi a folti gruppi di mostruosità. In questi momenti, individuare il demone più debole al quale dare la priorità risulta scelta vincente, magari rallentando il più rapido con l'apposita magia, mentre di tanto in tanto sferriamo qualche colpo ai nemici in procinto di attaccare, ritardandone l'offensiva. Gli scontri su "larga scala" rivelano l'enorme traguardo raggiunto dal team di Toronto, il quale, partendo da un'idea semplicissima, ha tirato fuori un sistema di combattimento incredibilmente divertente e tattico; una macabra danza di lame e sangue da condurre con massima concentrazione e ritmo impeccabile, contro una varietà di creature che sorprende. A coinvolgere ulteriormente il giocatore interviene una direzione artistica incredibilmente ispirata, caratterizzata da linee e tratti ben marcati, a delineare modelli 2d deformed curati e ricchi di dettagli. I panorami poi lasciano senza fiato, grazie ad una palette cromatica di notevole impatto, che alterna tonalità acide a languide sfumature pastello.

    Ad impedire l'accesso di Severed nell'olimpo videoludico intervengono purtroppo alcune piccole imperfezioni: per quanto la progressione dell'avventura risulti ben ritmata ed equilibrata nell'alternare con cura combattimenti a fasi d'esplorazione, il dungeon finale, in tale contesto, presenta qualche crepa di troppo. Il numero di battaglie consecutive cresce esponenzialmente, così come la loro difficoltà, frammentando eccessivamente un avanzamento che diviene improvvisamente singhiozzante e poco fluido. Inoltre, per quanto il sistema di combattimento diverta ed entusiasmi, il livello di difficoltà medio del gioco è piuttosto basso: alcuni degli scontri più complessi necessiteranno di vari tentativi per essere superati alla perfezione, ma è il poco peso del game over a deludere. Morire in Severed equivale a ricominciare subito prima della lotta conclusasi negativamente, con punti vita e magia completamente ripristinati, e con gli arti nemici che siam eventualmente riusciti a recuperare prima di morire inclusi nel conteggio delle nostre risorse. Superare le difficoltà non sempre restituisce il giusto senso di soddisfazione, per un'esperienza che vuole chiaramente rivolgersi ad un'ampia fetta di pubblico, senza mai rischiare di risultare frustrante, sacrificando così un po' di spessore ludico. Chiudiamo citando una longevità buona, ma non proprio stellare: per raggiungere i titoli di coda abbiamo impiegato circa 5 ore, destinate ad aumentare qualora decidiate di rivisitare i dungeon alla ricerca di tesori nascosti. La durata limitata viene mitigata dalla presenza di quelli che sembrano essere due diversi finali, il secondo dei quali piuttosto difficile da ottenere: uno stimolo ulteriore che ci ha spinto a partire con una seconda run, ancora da concludere.

    Severed SeveredVersione Analizzata PlayStation VitaDrinkBox Studios colpisce nuovamente nel segno, coniugando l'immediatezza di un'idea nata in campo mobile con tutta la complessità e profondità di un titolo per “hardcore gamer”. Severed è un dungeon crawler riuscitissimo, che sfrutta con grande maestria le peculiarità di una console che sembrava non avere più nulla da dire: il risultato rapisce grazie a battaglie sempre vivaci e ritmate, alternate con parsimonia ad enigmi ambientali mai troppo complessi, eppure sempre stimolanti. La magia delle prime ore di gioco sembra dissiparsi leggermente nelle fasi finali, meno equilibrate e bilanciate nel ritmo, per un ending che forse arriva un po' troppo presto. In ogni caso, il viaggio di Sasha merita di essere vissuto sino in fondo, anche solo per respirare l'atmosfera di un mondo sadico, macabro e malato, racchiuso in una produzione indipendente di assoluto valore.

    8.7

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