Recensione Sherlock Holmes: Crimes & Punishments

L'ultima avventura videoludica del detective di Baker Street

Sherlock Holmes: Crimes and Punishments
Recensione: PC
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Immaginazione, ovvero la possibilità di elaborare le proprie esperienze personali senza regole fisse o schemi logici predefiniti. Intuito; la facoltà di avvertire, comprendere e valutare con immediatezza un fatto, una situazione. Deduzione, ovvero la capacità, dato un numero di assunzioni, di formulare un giudizio logico e corretto. Queste sono le qualità tipiche di un detective, il cui massimo esponente letterario è il celebre Sherlock Holmes, nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle nel 1887. In questi anni il detective di Baker Street è stato protagonista di diversi adattamenti cinematografici, televisivi e videoludici, fra i quali spicca la serie “Adventures of Sherlock Holmes”, sviluppata da Frogwares, che, dal 2002, propone giochi d’avventura e investigazione dalla qualità progressivamente crescente. L’ultima incarnazione di questa serie, Sherlock Holmes: Crimes & Punishments, può placidamente essere considerato anche il miglior titolo dedicato al presonaggio, non solo perché coincide con l’utilizzo di un engine grafico avanzato come l’Unreal Engine 3, ma anche perché permette al giocatore di scegliere la conclusione del caso in corso, giusta o sbagliata che sia, e di decidere, grazie a un sistema di scelte morali, il destino dei colpevoli e il finale del caso.

    Dei delitti e delle pene

    In termini pratici, Sherlock Holmes: Crimes & Punishments è un Adventure Game di tipo investigativo, che pone noi giocatori direttamente nei panni del celebre detective, al quale vengono sottoposti sei delitti insoliti o apparentemente senza soluzione; sfruttando le straordinarie abilità deduttive di Holmes, ai giocatori tocca raccogliere indizi e prove dalle scene dei delitti e, successivamente, arrivare alla conclusione del caso.
    Nella prima fase di ogni caso, quindi, il compito sarà quello di esplorare le diverse ambientazioni disponibili, oltre alla scena del delitto, alla ricerca di indizi utili a ricostruire mentalmente il crimine e individuare i sospettati. Al di là della semplice osservazione delle ambientazioni, le abilità innate del detective di Baker Street giocano un ruolo importante nell’individuazione di indizi particolari, attraverso l’uso di due visuali alternative: la prima, chiamata Immaginazione, permette di ricostruire il modus operandi del sospetto o di ricostruire la scena del delitto prima che questo si verificasse, mentre la seconda, chiamata “Talento di Sherlock”, rappresenta la capacità del nostro detective, dettata dalla sua vasta esperienza, di osservare una scena e scoprire dettagli che altrimenti verrebbero ignorati, come graffi su un pavimento (una porta celata?), un’asse di legno sconnessa (nasconderà qualcosa?) o una pietra schiacciata sotto le tracce di un carro (avrà trasportato qualcosa di pesante?).

    Alcuni indizi raccolti, poi, diventano temi di discussione per le numerose conversazioni che si avranno con i testimoni e i sospetti coinvolti nel caso, durante le quali il talento di Mr. Holmes verrà in aiuto dandoci la capacità di analizzare dettagliatamente l’aspetto esterno degli interlocutori e ghermirne i segreti. Una volta raccolti tutti gli indizi possibili, o anche solo una parte di essi, entra in gioco lo Spazio Deduttivo, in cui gli indizi raccolti vengono collegati fra loro per comporre le ipotesi o le deduzioni di supporto. Una novità introdotta in quest’ultima iterazione della serie The Adventures of Sherlock Holmes è la possibilità di giungere a più conclusioni diverse in ogni caso, grazie alla presenza di ipotesi divergenti, ottenibili collegando gli indizi in maniera diversa. A seconda di come vengono risolti i casi e di come si decide di accusare il sospetto colpevole, secondo un sistema di scelte morali che permette di condannare pienamente chi si pensa abbia commesso il crimine in modo efferato o diversamente assolvere, giustificare o comunque trattare in modo più subdolo il sospettato, la moralità generale del nostro Holmes viene modificata per rispecchiare le nostre scelte, che incidono inoltre su eventi che si svolgeranno durante le investigazioni successive.

    Nella nostra prova abbiamo mantenuto un atteggiamento abbastanza flessibile, incarnando la nostra idea di uno Sherlock interessato sì al raggiungimento della verità, ma anche poco fiducioso dei metodi sbrigativi e rozzi della polizia dell’epoca, esibiti da un Ispettore Lestrade sempre pronto a mettere le manette al primo sfortunato presente sul luogo del delitto, oppure a entrare in scena con la pistola puntata e pronta a sparare. Sfortunatamente, nonostante le lunghe riflessioni, non siamo riusciti a incastrare il giusto sospettato in tutti i casi e, per colpa nostra, sono finiti in gattabuia degli innocenti, tra i quali un povero, sfortunato, ragazzo; ma questa esperienza ci ha insegnato che, a volte, il movente più semplice può essere anche quello giusto.

    Elementare, mio caro Watson

    Sul piano tecnico, Crimes & Punishments marca l’ingresso della serie The Adventures of Sherlock Holmes nella next-gen con l’implementazione di un “nuovo” engine grafico, ovvero l’Unreal Engine 3. L’introduzione del motore di Epic Games ha permesso agli artisti di Frogwares la creazione di ambientazioni e modelli dei personaggi più interessanti e piacevoli a guardarsi, ma caratterizzati da alcune pecche fastidiose per chi ha già visto in azione la vecchia incarnazione dell'UE. Se il colpo d’occhio delle ambientazioni è generalmente apprezzabile, la loro staticità diventa evidente non appena si prova a deviare dal percorso deciso dagli sviluppatori: oltre ad alcuni muri invisibili, alcuni perfino a forma di siepe invalicabile, durante l’esplorazione delle scene si scopre presto che l’interazione con queste è limitata alla sola scoperta di indizi relativi al caso. Niente divagazioni, insomma, ma avremmo comunque apprezzato la possibilità di esplorare liberamente tutti gli ambienti presenti sulle scene.

    I personaggi, invece, sono stati realizzati con dovizia di particolari, pieni di dettagli sia nella foggia degli abiti, coerenti con l’ambientazione vittoriana, sia nei volti, caratterizzati da texture e illuminazioni che mettono in risalto dettagli come rughe, imperfezioni della pelle e accenni di congiuntivite. Peccato che lo stesso impegno profuso nella creazione dei personaggi non sia stato impiegato anche nella realizzazione delle animazioni. Se questi si comportano in modo abbastanza convincente durante le scene d’intermezzo, i loro movimenti durante l’esplorazione, in particolare quelli di Holmes, denunciano una legnosità che indebolisce potentemente il senso di immedesimazione. Un ultimo appunto lo muoviamo nei confronti delle capigliature approssimative, ma questo è un problema endemico dell’Unreal Engine 3, che non poteva certamente essere risolto da un team alla prima esperienza con il motore di Epic.
    Il comparto audio, infine, rappresenta uno dei punti forti della produzione. Affiancata a un doppiaggio Inglese molto buono, contraddistinto da accenti e inflessioni linguistiche che non solo ben caratterizzano gli estranei delle terre d’Albione, ma permettono di distinguere anche gli abitanti delle diverse regioni del Regno, abbiamo trovato un’interessante colonna sonora, che accompagna discretamente il nostro detective durante l’esplorazione delle varie scene, per poi manifestarsi apertamente in momenti particolari come le visite allo Spazio Deduttivo.

    Sherlock Holmes: Crimes & Punishments Sherlock Holmes: Crimes & PunishmentsVersione Analizzata PCSherlock Holmes: Crimes & Punishments è un’avventura investigativa adatta sia a un pubblico fatto di veterani del genere, sia a quei neofiti che -affascinati dall’acume analitico dello Sherlock Holmes letterario, cinematografico o televisivo- vogliono vivere un’esperienza simile, risolvendo in prima persona sei casi che richiamano vagamente le storie originali scritte da Sir Arthur Conan Doyle, impiegando i talenti tipici del detective migliore del mondo. La possibilità di raggiungere conclusioni sbagliate e mandare in carcere degli innocenti costituisce un forte richiamo alla varietà di gioco che, insieme alla meccanica delle scelte morali, aggiunge longevità ad un prodotto che, altrimenti, soffrirebbe di una forte linearità, determinata dalla rigida struttura episodica che, a torto, potrebbe essere accomunata a quella dei titoli sviluppati da Telltale Games. Evidente pecca della produzione Frogwares è l’implementazione non eccezionale dell’Unreal Engine 3 che, a fronte di un colpo d’occhio suggestivo e di personaggi ricchi di dettagli, presenta difetti veniali come muri invisibili e animazioni talvolta legnose.

    7.5

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