Recensione Smackdown! Vs. Raw

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Recensione Smackdown! Vs. Raw
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  • PS2


  • WWE: Smackdown! Vs. Raw si propone alle speranze dei videogiocatori con notevole spavalderia, fra l'altro glorificandosi della vistosa barra blu del supporto Online, che da sola potrebbe far ponderare l'acquisto del titolo ai possessori del precedente episodio. Da una parte perché l'inaspettata scia di successi che la fortunata saga ha compiuto dopo il criticato Just Bring It di qualche anno fa, oltre a procurare i fondi che hanno permesso il suo sviluppo prematuro (solitamente l'esponente annuale di WWE vedeva la luce ogni Marzo, alla fine dell'anno fiscale e della stagione di Wrestling), ha creato le fondamenta indispensabili e sufficienti per una buona installazione del prodotto (totalmente oltre le previsioni); dall'altra perché, oltre al successo imprescindibile in terra americana, la seconda giovinezza che il Wrestling sta vivendo in Europa permette di avere buone sicurezze sull'esito positivo della commercializzazione (tant'è che il gioco viene venduto assieme ad un DVD bonus contenente un Dossier su Eddie Guerriero, probabilmente il Wrestler più apprezzato in Italia).Dietro la facciata di salda fiducia che l'Hype ha innalzato, tuttavia, Smackdown! Vs. Raw si mostra in prova diretta come un titolo tutt'altro che completo. Un buonissimo gioco di Wrestling, questo sì, ma ben lontano dall'essere l'incarnazione ludica definitiva dello Sport-Spettacolo per eccellenza: di fronte alla possibilità di ampliare la gamma di modalità di gioco, di migliorare il comparto tecnico, di definire un Gameplay che superasse quello di per se ottimo di Here Comes the Pain, il team di sviluppo (Yuke's) ha dovuto ridimensionare l'entità del progetto per non scontrarsi con le capacità di memoria della Ps2 e la limitata capienza di un singolo disco. Ne risulta, ad oggi, un titolo strozzato, dal gameplay ben definito e ancorato a lodevoli principi ludici, ma vistosamente impossibilitato ad offrire tutto ciò che, invece, potrebbe permettersi.
    Laddove Here Comes The Pain godeva di una meccanica ottimamente definita, considerati gli standard presenti sul mercato fino alla sua uscita, Smackdown! Vs. Raw si muove su strutture ancora più evolute. Il sistema di gioco, in definitiva, non varia nell'essenza ma nei dettagli, offrendo al giocatore una maggiore consapevolezza della situazione e, di conseguenza, la possibilità ben più concreta di controllarla. Su schermo tale consapevolezza si risolve in scontri forse meno spettacolari ma molto più vicini ad un'idea concreta di "gioco". In effetti, il nuovo sistema di Counter, molto più facili da realizzare, rende i combattimenti forse più statici e meno spettacolari, tradendo l'essenza dello sport stesso, ma al contempo offre al giocatore dotato di buon tempismo un efficace metodo di risoluzione degli scontri, ben più piacevole, al fine, della caotica sequenza inarrestabile di prese che spesso decretava il vincitore dei combattimenti in Here Comes the Pain. Adesso persino le "Finishing Move" e le prese di sottomissione sono gravate dalla minaccia del Counter Attack: in alcune situazioni, ad esempio, sarà possibile sfuggire da una "Sleeper Hold" (prese di sottomissione alla testa, ancora chiamate così dai tardi anni '80, in cui, in onore del puro Show mediatico, facevano terminare l'incontro con lo svenimento dell'avversario) ed eseguire immediatamente una presa articolare di sottomissione semplicemente seguendo le indicazioni su schermo. La gestione dei contrattacchi, inoltre, è incredibilmente più precisa, espandendo vistosamente la parte tattica degli scontri. Il che, tuttavia, non impedisce a Smackdown! Vs. Raw di impegnarsi concretamente per caratterizzare al meglio gli eventi in modo che risultino il più possibile verosimili. Ispirati da quelli che sono i primi secondi degli scontri reali, ad esempio, in cui solitamente i due atleti si studiano o si affrontano in prove di forza (indimenticabili quelle di Hulk Hogan a dita incrociate), prima di avviare i combattimenti veri e propri il titolo propone una serie di mini giochi con cui muovere i primi passi degli atleti. Si tratta per lo più di prove di tempismo e velocità di reazione, piuttosto semplici e poco ispirate, ma che in effetti donano allo scontro una buona caratterizzazione. Ancora di più contribuisce l'introduzione di un indicatore di gradimento della folla, che varia attivamente a seconda del vostro comportamento sul Ring, secondo parametri che cambiano in base all'appartenenza del personaggio agli Heel o ai Face (buoni o cattivi, per intenderci). Compiacere la platea di spettatori e raggiungere il massimo dell'indicatore di cui sopra significa ottenere un notevole vantaggio sull'avversario: i Wrestler corretti ed onesti saranno premiati dall'esaltazione del popolo con invincibilità temporanea ed un bonus d'attacco, mentre gli Heel, senza scrupoli di sorta, eseguiranno un colpo proibito esente dalla minaccia, altrimenti presente, della squalifica. Questa introduzione non solo spinge il giocatore (di solito ludo-utilitarista) a rispettare l'appartenenza alla categoria "etica" del Wrestler che sta controllando, ma offre una via in più per far evolvere lo scontro. Altra novità, elemento "di controllo" che impedisce finalmente la degenerazione del Match in una brutale e praticamente incontrollabile devastazione fisica dell'avversario (tremendamente irritante nel gioco di coppia), è la nuova gestione degli oggetti: persino le sedie, precedentemente indistruttibili, saranno inutilizzabili dopo qualche colpo. Gli unici corpi contundenti permanenti, pochi in realtà e presenti solo in casi di necessita (la scala nel Ladder Match, ad esempio), sono molto difficili da utilizzare: spesso sarà più efficace l'approccio classico e corretto. Ampliando ancora l'impostazione che Here Comes the Pain ha dettato, il suo diretto successore vanta una migliore gestione del peso corporeo degli atleti e delle limitazioni derivanti. E' stato sufficiente ampliare le categorie di peso da tre a sei per rendere molto più convincenti le impossibilità fisiche di alcuni atleti nell'eseguire determinate mosse. Di più, tali limitazioni vengono estese anche alle mosse finali dei lottatori, inutilizzabili nel caso la stazza dell'avversario sia di troppo superiore alla loro. Qualche imperfezione nei rari casi in cui il sollevamento del Wrestler si effettua direttamente da terra da luogo a situazioni in effetti risibili, ma non disturbanti in maniera concreta. Per il resto la base ludica è invariata rispetto a Here Comes the Pain, e risulta ai suoi stessi livelli, inevitabilmente alti.
    Ciò che, di contro, varia in enorme misura, è l'offerta di competizioni e personalizzazioni. E non sempre tale variazione è da considerare positiva: si legge in Smackdown! Vs. Raw una smodata attenzione per le sessioni di creazione e modellazione personale, ma tanta vastità di opzioni non si riscontra, per limiti materiali sopra descritti, nelle competizioni e nelle locazioni che il gioco propone come base. Con ordine. L'editor dei personaggi torna con una disponibilità di elementi infinitamente maggiore. Grazie ad una splendida puntigliosità grafica e ad un'interfaccia finalmente libera da complicazioni (anche se non da tempi di caricamento morti) creare il proprio Wrestler sarà esperienza assai piacevole, e caratterizzarlo secondo i gusti personali impresa decisamente facile. Non solo abbondanza di abiti e conformazioni fisiche, ma ricchezza di animazioni, "Entrance Movies" e relative colonne sonore, e persino la possibilità di definire tre diversi costumi: uno per il combattimento, uno per l'entrata in scena, l'ultimo per tutte le altre sequenze in tempo reale calcolate dalla CPU. Non preoccupatevi, quindi, se la disponibilità basilare di 40 personaggi (più 11 Wrestlers annoverati fra le leggende viventi) non soddisferà le vostre necessità: potrete con relativa semplicità costruire un lottatore con cui affrontare la modalità carriera. Anche se, dobbiamo ammetterlo, proprio in questo frangente il gioco inizia a mostrare i suoi punti deboli: di fronte alla gamma di situazioni, praticamente interminabile, che il giocatore era chiamato ad affrontare nel "Career Mode" di Here Comes the Pain, il successore sembra costruito in maniera molto più approssimativa. Non tanto per l'assenza, comunque inspiegabile, di alcuni dei titoli di coppia anticamente presenti, quanto per l'impossibilità di spostare da uno show all'altro (Raw e Smackdown!, appunto) i lottatori a disposizione. Non solo: durante la stagione di incontri poche volte si assiste all'introduzione alternata di fasi inaspettate, costituite dai "Feud" nel vecchio episodio (una serie di scontri fra due lottatori, dettati dal conflitto personale fra gli stessi).
    Fra le novità si trova la modalità di creazione della cintura, in cui il giocatore potrà assegnare un titolo completamente personalizzabile al proprio Wrestler (e relativo riconoscimento fisico) e difenderlo in scontri organizzati appositamente. Seppur ben fornita di opzioni, la modalità non determina un incremento significativo delle situazioni di gioco, come, del resto, non è in grado di fare la creazione di una Pay Per View. In pratica questa opzione si risolve nella determinazione di una sequenza di eventi da giocare in serie, il cui unico merito riconosciuto è quello di risparmiare il tempo necessario a muoversi fra i menù da una tipologia di scontro all'altra.Di fronte ad un'abbondanza in termini pratici solo apparente, al giocatore verrà da chiedersi per quale motivo siano state privilegiate modalità in definitiva futili e dall'utilizzo effimero, e di contro ridimensionate altre sessioni di gioco che riuscivano a rompere la monotonia degli scontri su ring. Ad esempio, il set di locazioni che portavano i lottatori nel Backstage è stata totalmente abbandonata in favore di un'unica grande struttura che ne eredita la funzione. Di fronte alle possibilità d'interazione con l'ambiente che il gioco offre in quest'ultima sezione il giocatore non può che addolorarsi per l'assenza di altre zone similari.
    La stessa superficialità si riscontra nella modalità online, assolutamente indegna se considerati gli standard ormai imposti dalle produzioni sportive e, oltre, dall'ottimo servizio Live! della concorrenza Hardware. Smackdown! Vs. Raw permette di sfidare Online un solo avversario, nella più banale delle competizioni. Tanta povertà è indice di uno sviluppo troppo frettoloso, imposto dalla volontà (a scopo di lucro?) di pubblicare il gioco nel più breve tempo possibile, forse per dedicarsi allo sviluppo di titoli per le console di nuova generazione o, meglio, per riuscire a completare un altro progetto ludico prima dell'arrivo di Ps3, magari affiancando temporalmente la stagione sportiva. Comunque sia, l'Online Mode del titolo Yuke's Meda Creation sarà ben poco utilizzato, dove avrebbe invece potuto regalare una longevità praticamente infinita ad un titolo che difetta proprio per varietà.
    Il comparto grafico di Smackdown! Vs. Raw è eccellente. Non solo in termini puramente visivi il titolo si mostra pulito e ben definito, ma un'attenzione marcata nella gestione tecnica, perpetuata, ad esempio, nelle animazione ben più fluide e realistiche e nelle collisioni poligonali adesso raramente inesatte, consiste della naturale evoluzione del genere. In particolare è lodevole, oltre l'incremento poligonale riscontrabile nei modelli dei personaggi, l'ottimo lavoro di Morphing facciale, così come meglio curati sono gli effetti di luce durante le Cut-Scene.

    L'analisi sonora del titolo, finalmente, va ben oltre la considerazione delle “Entrance Soundtrack”, in massima parte originali e ben registrate, vista l'introduzione di una campionatura delle voci dei Wrestler e dei commentatori. Invero, il lavoro di registrazione sonora di Yuke è quasi penoso. Nella presentazione degli eventi più importanti il ripetersi meccanico di una sporca dozzina di frasi non è certo elemento positivo di cui tener conto, soprattutto per il pubblico italiano che, giustamente, non ha ancora imparato a conoscere i commentatori sportivi e le “Storyline” costruite attorno ad essi. Persino le voci dei lottatori, già svalutate negli eventi veri e propri, oltre a testimoniare una povertà d'espressione piuttosto criticabile sono affette da una pessima qualità di registrazione. Probabilmente nessun appassionato si sarebbe aspettato di più dalla prima apparizione di un comparto sonoro non del tutto anonimo. Il primo passo verso la creazione di un titolo completo acusticamente è stato fatto. Ne restano molti altri da percorrere, negli anni a venire.

    Ciò che risulta dal lavoro di Yuke's è, in definitiva, un titolo di Wrestling molto valido, ma ancora lontano dalla perfezione. Limiti tecnici e temporali non hanno permesso agli sviluppatori di nutrire come meritavano alcune sezioni del gioco. Sebbene il comparto grafico/tecnico e il gameplay siano i migliori sul mercato per questo genere di giochi, Smackdown! Vs. Raw è addirittura per certi versi inferiore a Here Comes the Pain, ed esempio per varietà di situazioni e longevità. La modalità Online, che avrebbe glorificato definitivamente la produzione se fosse stata costruita ad Hoc e ben fornita di opzioni, è soltanto un aspetto marginale del gioco, e, se non in terra d'America, sarà ben poco utilizzata. Un occasione mancata, dunque. Un titolo imperdibile per gli appassionati e sicuramente divertente per i Neofiti. Un'altra produzione intaccata dal lato oscuro dell'Hype, che ancora i programmatori non hanno imparato a riconoscere e rifuggire.

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