Sniper Ghost Warrior 3 Recensione

Dopo due lavori discreti ma non esaltanti, CI Games ritorna alla carica con il terzo episodio del suo franchise dedicato all'arte del cecchinaggio.

Sniper Ghost Warrior 3
Recensione: PlayStation 4
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • I primi due Sniper Ghost Warrior sono stati titoli mediocri: nonostante si riuscisse comunque a percepire il talento del team e una smodata passione per l'arte del cecchinaggio, era evidente che i ragazzi di CI Games si fossero trovati a fare i conti con la loro inesperienza e, soprattutto, con un budget estremamente limitante. I risultati non molto incoraggianti (almeno a livello qualitativo, perché il brand ha comunque venduto oltre 5 milioni di copie), non hanno fermato il team, che si è lanciato subito nello sviluppo del terzo capitolo, forte di un supporto economico finalmente all'altezza e della viva convinzione di poter trascendere quei limiti che avevano impedito alla loro creatura di esprimere il massimo potenziale.
    Ecco dunque svanire la linearità degli scorsi episodi, per lasciare spazio a un'impostazione open world che non solo permette allo sniping nudo e crudo di risultare più dinamico ed entusiasmante, ma che garantisce più profondità alle meccaniche stealth, appena abbozzate nelle prime due iterazioni.
    Il risultato è uno sparatutto tattico in prima persona rivolto esplicitamente agli appassionati del tiro dalla distanza, ma che sa anche trasformarsi in un'esperienza più versatile e che trae evidente ispirazione da alcune delle più recenti produzioni, come il rivale Sniper Elite 4 e l'eccellente - quantomeno dal punto di vista del gameplay - Metal Gear Solid V.

    Tra la rabbia e l'orgoglio

    Protagonista di Sniper Ghost Warrior 3 è il cecchino pluridecorato dei Marines Jon North, che ci viene subito presentato come il classico soldato americano sempre ligio al dovere ed estremamente rispettoso dei valori patriottici tanto decantati dal suo paese. La sua forte personalità, però, viene messa a dura prova fin dal prologo di gioco: inviato in missione segreta sul confine tra la Russia e l'Ucraina, è costretto ad assistere passivamente al rapimento di suo fratello Robert (anch'esso un soldato delle forze speciali) da parte di una cellula terroristica sconosciuta ai principali organi di spionaggio americani.

    Passano ben due anni prima che un Jon ancora provato ritorni in missione: in questo caso viene spedito in Georgia, dove ha il compito di destabilizzare le operazioni del fronte separatista locale, la cui improvvisa e anomala impennata delle attività militari nell'area ha cominciato a preoccupare il governo statunitense.
    Poco prima di partire per la Georgia, tuttavia, un rapporto della CIA stravolge i suoi piani: proprio in quella regione pare sia stato individuato un uomo il cui profilo corrisponde a quello di Robert. L'inaspettata notizia finisce naturalmente per causare una profonda divisione interiore nel protagonista: da un parte c'è la missione anti-separatista e il suo profondo senso del dovere, dall'altra la strenua volontà di rintracciare il fratello e riportarlo a casa, tra le Montagne Rocciose, laddove i due hanno coltivato l'amore per il fucile.
    Da qui, Sniper Ghost Warrior 3 procede attraverso una lunga serie di missioni suddivise in quattro capitoli, ognuno dei quali apre il racconto a nuovi percorsi narrativi, tra giochi di potere, matrimoni criminali ed esperimenti biologici proibiti.
    In tutto questo, naturalmente, c'è anche spazio per un cast di alleati tutto sommato ben congegnato, che impariamo a conoscere attraverso le comunicazioni radio di briefing, le cutscene che si frappongono tra una missione e l'altra, e le loro rare sortite al nostro fianco direttamente sul campo di battaglia. Questi momenti, oltre a essere funzionali alla contestualizzazione delle missioni, si occupano di dipingere una costellazione di personaggi secondari dall'interessante backstory. Sonderemo naturalmente il rapporto con il fratello, passato dall'essere un bambino che voleva seguire le orme di Jon al suo più grande rivale; gratteremo la superficie del suo rapporto turbolento con Lydia, ex amante e ora mercenaria al soldo della sua squadra; e arriveremo persino a incrociare il percorso di un cecchino leggendario che terrorizza la regione.

    Chiaramente, quella di Sniper Ghost Warrior 3 non è una storyline dall'incredibile sceneggiatura e ricca di sorprendenti colpi di scena (anzi: quelli presenti sono abbastanza prevedibili e il finale è un po' sbrigativo), ma è indubbio che il team abbia lavorato per rendere ogni piccolo frammento narrativo funzionale alla caratterizzazione del background.

    Il mondo attraverso un mirino

    Il cuore di Sniper Ghost Warrior 3 va comunque ricercato nel gameplay. CI Games ha scelto di abbracciare un'impostazione open world molto simile a quella saggiata in Metal Gear Solid V, cioè caratterizzata da un filone di missioni ambientate in diverse regioni (qui ne troviamo 3: foresta, montagne innevate e tundra) e disseminate di avamposti nemici da liberare. Questi possono essere piccoli posti di blocco, villaggi di medie dimensioni, oppure enormi strutture militari, comunicative o industriali. Ogni missione, salvo rare eccezioni, è ambientata proprio in queste location; ciò ha obbligato il team a diversificarle al meglio, sia per quanto concerne il level design e la morfologia del territorio circostante, sia per quanto riguarda le soluzioni di gameplay adottabili per raggiungere gli obiettivi (come l'utilizzo di tessere magnetiche e travestimenti).

    Una volta raggiunto un avamposto (a bordo della nostra fidata jeep o sfruttando il viaggio rapido presso uno dei numerosi "cartelli stradali"), la prima attività è rappresentata dalla ricognizione, sfruttando un drone che può essere modificato con l'aggiunta di svariate mod (visione termica, riduzione del suono, hacking, diversivo sonoro). Questo fondamentale compagno tecnologico non serve solamente a marcare i nemici presenti nell'area: si può infatti sfruttare per localizzare alcuni importanti elementi dello scenario con cui è impossibile interagire per creare degli utilissimi diversivi, oppure per identificare il miglior percorso verso l'obiettivo. Troviamo delle cabine elettroniche per immetterci nel sistema di telecamere a circuito chiuso e sfruttarle a nostro vantaggio; generatori che possono essere manomessi per attirare le guardie e tendergli un agguato; cassonetti e armadietti ove nasconderci; tunnel e passaggi nascosti utili per infiltrarsi con la massima furtività; o ancora numerosi appigli per arrampicarci sugli edifici o per raggiungere le migliori posizioni di tiro sopraelevate. Ognuno di questi elementi (compresi i soldati nemici), può poi essere evidenziato in prima persona attraverso la cosiddetta "modalità esploratore", ovvero una sorta di visione potenziata, fondamentale anche per analizzare le tracce o per individuare e disinnescare le mine piazzate sul nostro percorso.
    Esplorata la zona, marcati i nemici e raggiunta la migliore postazione di tiro, è il momento di imbracciare il fucile e dispensare morte dalla distanza. Il gunplay e il feeling balistico sono rimasti sostanzialmente identici a quelli degli scorsi episodi: si regola l'ottica per zoomare e compensare la distanza dal target, si sposta la canna del fucile in base alla direzione e alla forza del vento, si attende -quando possibile- che il nemico si fermi, si trattiene il respiro, e poi si preme il grilletto. All'occorrenza è anche possibile variare il tipo di proiettile utilizzato.

    Ne abbiamo di diverse tipologie: standard, perforanti (forti contro i nemici corazzati), esplosivi, di richiamo (che causano semplicemente del rumore nella zona d'impatto), marcatori (che rilevano tutti i nemici entro un certo raggio) e DARPA (che ignorano la forza del vento e la distanza dal target). A questo punto, però, bisogna fare una dovuta e necessaria precisazione. Sniper Ghost Warrior 3 offre diverse impostazioni della difficoltà, in grado di trasformare in maniera sostanziale tanto l'esperienza di tiro quanto quella stealth. A livello Normale, infatti, oltre ad avere tutti gli indicatori a schermo attivi (minimappa, marcatori, indicatore del vento e della distanza), ogni volta che si trattiene il respiro viene visualizzato un piccolo indicatore che suggerisce la destinazione del proiettile in base alle attuali regolazioni dell'arma. Potete capire come questa impostazione riesca già da sola a rendere l'intera avventura più accessibile e rilassata. Per chi invece vuole vivere un'esperienza più focalizzata sul realismo e fautrice di soddisfazioni genuine, consigliamo assolutamente di selezionare l'opzione "Difficile" (dove non è presente l'indicatore di anteprima del colpo) oppure addirittura quella Sfida, che rimuove completamente la minimappa e le marcature dei nemici (è anche possibile rimuovere a piacimento tutti gli altri indicatori sull'HUD), tirando fuori il massimo realismo che il titolo può offrire.

    The real Sniper Ghost Warrior

    Ribadito che a livello di gunplay il titolo resta allineato alle conquiste dei suoi predecessori, la vera novità di Sniper Ghost Warrior 3 va dunque rintracciata altrove: nella sua versatilità. Spesso, infatti, per completare una missione saremo costretti ad abbandonare la nostra posizione di tiro (dopo ovviamente aver sfoltito le file nemiche) e a scendere sul campo per infiltrarci in prima persona all'interno dell'avamposto. Qui è possibile ricorrere a un approccio completamente furtivo, oppure spianare le armi e procedere a un attacco frontale. Come vi abbiamo già raccontato in occasione della Beta, per dare più respiro e profondità a queste situazioni, il team di sviluppo ha optato per l'introduzione di tre differenti rami di abilità: Sniper, Ghost e Warrior.
    Questi salgono di livello separatamente, in base alle azioni compiute dal protagonista. Eliminare i nemici a colpi di headshot o da lunghissime distanze, ad esempio, permette di ottenere punti esperienza nella categoria Sniper; eliminarli furtivamente in melee, interrogarli (come in MGSV è possibile di ottenere informazioni sulla posizione dei nemici e delle risorse), oppure distraendoli con qualche diversivo consente invece di guadagnare XP in Ghost; mentre sterminarli dopo aver fatto scattare un allarme conferisce punti nel ramo Warrior.

    Le abilità acquistabili sono sostanzialmente dei bonus (come la possibilità di ricaricare più in fretta l'arma, di avere più caricatori o di muoversi più velocemente) che non stravolgono l'esperienza di gioco, ma che rendono semplicemente più efficace un determinato approccio.
    È un sistema di progressione che funziona molto bene, perché il core del gameplay - che di fatto rimane molto simile per l'intera durata dell'avventura - può essere influenzato dinamicamente in base allo stile adottato dal giocatore.

    Durante l'esplorazione è altresì importante raccogliere le numerose risorse disseminate in ogni ambientazione (parti meccaniche, esplosive, tecnologiche), poiché permettono di costruirsi in autonomia le munizioni, i gadget e i medi-kit. Quello dell'equipaggiamento è uno dei principali indicatori dei progressi compiuti: avanzando di missione in missione è possibile ottenere accesso a nuovi armamenti (con tanto di ottiche, caricatori e personalizzazioni estetiche), mod e gadget. Questi ultimi possono fornire delle soluzioni tattiche decisamente interessanti, specialmente quando ci si trova a sopravvivere nel bel mezzo dell'avamposto nemico.
    Oltre alla liberazione degli avamposti, CI Games ha pensato bene di inserire nelle regioni di gioco diverse attività collaterali: dalla semplice esplorazione di alcuni luoghi di influenza allo svolgimento di missioni secondarie per la resistenza anti-separatista locale. E' possibile dare la caccia ai cosiddetti "più ricercati", ovvero 16 criminali di alto livello da eliminare per ottenere una sostanziosa ricompensa in crediti.
    Per quanto concerne il comparto tecnico, CI Games è ricorsa nuovamente all'utilizzo del CryEngine, già impiegato nello scorso episodio del franchise. Il risultato è un titolo tutto sommato solido, ma che presenta anche alcune note dolenti.

    Le texture sono globalmente buone, mentre l'illuminazione (differente in base all'orario) è sufficientemente credibile. Anche la mole poligonale ci è parsa capace di caratterizzare le diverse location di gioco. Troviamo però anche alcuni evidenti debolezze, soprattutto per quanto concerne il comparto animazioni. Tutte le fasi di arrampicata e di nuoto risultano infatti parecchio legnose. Inoltre, la limitata draw distance sfoggiata dal titolo viene spesso mascherata da una vistosa patina, che in un titolo di cecchinaggio non rappresenta certamente una scelta elegantissima. Anche il modello di guida della jeep, per quanto collaterale possa essere questa meccanica, è estremamente essenziale e privo di una fisica credibile. Vanno poi segnalati alcuni fenomeni di pop-in e di texture caricate in ritardo (soprattutto durante lo switch dell'arma impugnata), e tempi di caricamento biblici durante la transizione tra una regione di gioco e l'altra (una volta sul posto, però, i caricamenti sono minimi). L'ultima problematica - rara ma comunque grave - ve l'avevamo segnalata già durante la beta: ovvero la sparizione improvvisa dei nemici di un avamposto semplicemente allontanandosi di qualche centinaio di metri dall'area, per poi vederli ricomparire riavvicinandosi.

    Sniper Ghost Warrior 3 Sniper Ghost Warrior 3Versione Analizzata PlayStation 4Dopo due titoli decisamente mediocri, la maggior parte dei team di sviluppo potrebbe decidere di accantonare un brand per sondare percorsi alternativi. Per i ragazzi di CI Games, però, questa non era una soluzione praticabile. Il team si è dunque messo subito al lavoro su Sniper Ghost Warrior 3, forte di un investimento economico nettamente superiore. L'obiettivo, dobbiamo dirlo, è stato centrato con precisione chirurgica. Sniper Ghost Warrior 3, infatti, è probabilmente il titolo di cecchinaggio più versatile presente sul mercato, sia per la sua capacità di rivolgersi agli appassionati (che comunque non devono di certo aspettarsi una simulazione rigorosa come quella di Arma) sia perché è in grado di accogliere chiunque si trovi alla ricerca di un'esperienza di tiro accessibile, ma comunque più realistica e meno cinematografica di quella saggiata in Sniper Elite 4. Le già ottime meccaniche sniping dei precedenti episodi sono state trapiantante in un ambiente open world, che ha reso possibile la rivalutazione di tutti quei tatticismi stealth appena abbozzati nei precedenti episodi. Le missioni, grazie all'ottimo lavoro di level design, sono interessanti e capaci di restituire grandi soddisfazioni, mentre il trittico di approcci disponibili riesce sempre a valorizzare lo stile adottato dal giocatore, persino quando si tratta di impugnare un mitragliatore e sterminare i nemici a distanza ravvicinata. Dispiace solo per alcune magagne tecniche e grafiche, e per un finale d'avventura un po' troppo sbrigativo e insipido. Elementi che non sottraggono troppo valore ad un'opera che riesce a parlare con passione a chi ama - quantomeno virtualmente - imbracciare un fucile di precisione.

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