Recensione Sonic Unleashed

Sonic tenta per l'ennesima volta di ritrovare se stesso

Sonic Unleashed
Recensione: Xbox 360
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS2
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • Speranze troncate

    Prima di cominciare urge una premessa. Noi amiamo Sonic. Abbiamo adorato i tre capitoli (e mezzo se si considera anche Sonic & Knuckles) usciti su Mega Drive, siamo accorsi pieni di speranza a comprare un Dreamcast d'importazione solo per giocare al primo Sonic Adventure e ci siamo illusi fino all'ultimo dando fiducia a SEGA anche quando i risultati non erano neppure lontanamente paragonabili a quelli dell'era 16 Bit. Ora basta. Dopo la bellezza di cinque titoli e svariati spin-off tridimensionali il Sonic Team dovrebbe darsi una svegliata, ammettendo definitivamente che il concept cruciale del loro gioco non può essere trasposto nel dorato mondo dei poligoni. Yuji Naka l'ha capito già da qualche tempo ed ha abbandonato SEGA, così come Naoto Oshima, l'altro padre del Porcospino Blu. E così, al giro di boa della maggiore età (Sonic, l'anno prossimo compirà 18 anni), la mascotte che nei primi anni '90 era più famosa di Topolino, si è trovata orfana ed ormai in mano ad un'azienda che ha smarrito la sua vena creativa.

    Elegia

    Sonic Unleashed si apre con un filmato, tecnicamente assai pregevole, in cui vediamo Sonic combattere su un'astronave contro il suo nemico di sempre, lo spietato dottor Eggman/Robotnik, in un'orgia di effetti speciali, esplosioni e movimenti di macchina che fanno il verso ai dieci minuti iniziali del terzo episodio della nuova trilogia di Guerre Stellari. Già questo, in un platform che dovrebbe fare dell'immediatezza la sua arma vincente, è ben strano, dato che il video dura cinque minuti buoni e contempla addirittura uno scambio di battute a là Final Fantasy, fra i due contendenti. Scopriamo così che la battaglia spaziale altro non è che l'ennesimo trucco escogitato da Eggman per rubare gli Smeraldi del Chaos che Sonic, incautamente, ha portato con sé. Sfruttando il loro potere, lo scienziato più fuori di testa (e baffuto) dei videogames, riesce a dividere il mondo in tre continenti ben distinti, risvegliando un'atavica (ed enorme!) creatura che dormiva nel nucleo più profondo del nostro pianeta. Inutile dire che Sonic sarà costretto ad intervenire ma, improvvisamente, il nostro protagonista sarà investito da una strana radiazione che lo trasformerà in un mostruoso "riccio mannaro" (sic!) e lo scaraventerà sulla superficie terrestre. Ripresosi dalla caduta, Sonic incontrerà una strana creaturina simile ad un orsetto che gli rivelerà di aver perso la memoria e si offrirà di accompagnarlo nella sua avventura in cambio di protezione. Nel frattempo sorgerà il sole e Sonic recupererà la sua forma normale. Ma le radiazioni che ormai hanno invaso il suo corpo torneranno a farsi sentire ogni notte, trasformandolo nel mostruoso essere di cui sopra.Già da questo sunto della trama si evince subito il quid ludico di Sonic Unleashed: il neo - dualismo del protagonista che porta con se due modelli di gioco estremamente diversi fra loro, quasi antitetici. I livelli che percorreremo di giorno infatti saranno quelli classici che tutti i fan di Sonic conoscono ed amano. Giri della morte, curve, corse ed ostacoli si susseguono senza soluzione di continuità costringendoci ad un lavoro di riflessi e coordinamento occhio-mano non indifferente. E i risultati potrebbero essere anche apprezzabili, se non fosse che il Sonic Team non ha neppure tentato (o forse non è stato in grado) di ottimizzare il sistema di controllo, costringendoci così a studiare una tempistica innaturale per i salti e gli attacchi. Se vorremo sopravvivere nei livelli più tortuosi, infatti, dovremo adattarci ai demeriti della telecamera che, fissata alle spalle o, nei casi migliori, a lato di Sonic, si posiziona talmente in basso da darci un orizzonte visivo minimo. Le sessioni "veloci", dunque, si riducono ben presto ad un estenuante lavoro di trial and error, in cui dovremo memorizzare a menadito le distanze, i salti e tutti i passaggi per evitare di incappare in qualche game over già nei primi livelli. Le uniche sezioni veramente appaganti sono quelle in cui Sonic praticamente corre da solo e noi dobbiamo limitarci a direzionarlo con lo stick analogico; in questi, rari, momenti si intravede ancora il passato genio dell'era bidimensionale, ma non sono altro che fuggevoli ricordi, ben presto sommersi dalla mediocrità generale.Tuttavia, se Sonic Unleashed si limitasse a questa componente veloce ed adrenalinica sarebbe quasi passabile dato che, nonostante tutti i limiti sopradescritti, il divertimento, seppur modesto, non manca. Ma il Sonic Team ha deciso di darsi alla sperimentazione. Non appena calerà la notte, cioé dopo il completamento di ogni livello "normale", Sonic si trasformerà e affronteremo il mondo successivo nella nostra forma mannara. Qui Sonic Unleashed crolla miseramente: in un incongruo ed indigesto pastiche che mescola God of War e i vecchi picchia picchia Arcade, gli sviluppatori hanno cercato di inserire nel gioco delle velleità da action, in cui Sonic the Werehog si muove con una lentezza esasperante, distruggendo ogni cosa gli si pari davanti. In tali frangenti il giocatore non deve far altro che premere forsennatamente i due tasti adibiti agli attacchi,in una pratica che mai si allontana dal button mashing indiscriminato. Evitando di soffermarci sull'imbarazzante IA dei nemici che praticamente si limitano a farsi ramazzare di pugni opponendo una resistenza pressoché nulla, è interessante notare che queste fasi non producono il minimo divertimento. Rappresentano anzi solo un tedioso tentativo di allungare il brodo. Come se non bastasse gli sviluppatori hanno deciso di esibirsi in quello che è probabilmente il peggior esempio di level design relativo ad un platform di nuova generazione. Sotto forma di Sonic mannaro, infatti, ci troveremo anche a dover affrontare alcuni frustrantissimi momenti di salti duri e puri, che paiono diabolicamente strutturati apposta per far perdere anelli e vite. Data l'estrema lentezza del personaggio infatti, dovremo calibrare ogni singolo movimento al millesimo pena la morte, senza possibilità di appello.

    De Profundis

    Il comparto tecnico di Sonic Unleashed è di diretta derivazione da quello della scorsa generazione. I modelli poligonali sono semplici, arricchiti qua e là da un po' di fur shading e da qualche mappa di superficie, ma l'abbondanza di elementi a bassa risoluzione e la pochezza degli ambienti (privi di particolari e composti da pochissime texture), tradiscono fin troppo bene le origini del motore grafico. Frequenti sono anche i cali di frame rate, soprattutto nei passaggi più veloci ed il v-sync è assai ballerino, così come il caricamento degli scenari che, molte volte, soffre di un pop-up davvero fastidioso. Ingestibile e del tutto insensata anche la telecamera che va a adagiarsi sempre nelle posizioni più scomode, quando non si piazza proprio dietro a colonne od altri elementi del paesaggio, impedendoci di vedere l'azione a schermo. Buona invece la componente audio che mischia alcuni brani nuovi discretamente orecchiabili ai vecchi temi storici della serie, opportunamente remixati ed arrangiati; anche il doppiaggio (in inglese) è più che dignitoso, nonostante la vocetta di Sonic sia, alla lunga, un pochino irritante.La longevità si attesta sulle sei - sette ore, con un fattore di rigiocabilità vicino allo zero, dato che non ci sono elementi, bonus o nuovi livelli extra che valga la pena di sbloccare.

    Sonic Unleashed Sonic UnleashedVersione Analizzata Xbox 360Sonic Unleashed è l’ennesimo fallimento di SEGA che continua, impunemente, a perseverare nei suoi errori. Ancora una volta afflitto da problemi di telecamera gravissimi, di nuovo traballante nel frame rate, Unleashed è un titolo di vecchia concezione e derivazione, incapace di divertire per molto tempo e di andare oltre ai limiti storici dei capitoli 3D. Come una maledizione che grava sul porcospino blu, la casa di sviluppo -imperterrita- cerca di modificare le meccaniche classiche con aggiunte che non fanno parte del DNA della serie. Il risultato è, appunto, un’aberrazione, un gioco “mannaro”, incapace di dare un senso a se stesso e che, nel tentativo di correre dietro alle mode ha finito per perdersi nel maremagnum della mediocrità.

    5

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