Recensione Soul Reaver 2

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Recensione Soul Reaver 2
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  • PS2
  • Pc
  • La vendetta di Raziel

    Kain vive ancora. Lontano dalla portata della nostra micidiale spada, egli vive. Nascosto negli oscuri meandri del tempo, fuggito alla nostra ira, codardo di fronte alla morte. Ma il tempo passa, e la morte arriva per tutti. Anche per Kain...

    A suo tempo -nell'epoca d'oro della grigia Psx- Soul Reaver ci regalò ore di divertimento ed emozioni, immersi nel buio regno di Nosgoth, lasciandoci però con l'amaro in bocca grazie al suo strano finale, che invece di concludere la vicenda, rimandava spudoratamente ad un futuro sequel, prossimo o meno. E il seguito non è stato prossimo affatto: solo adesso, passati tre anni e arrivata la console della "nuova generazione", Raziel ritorna per prendersi la sua vendetta.

    La storia com'era, e come sarà

    L'intricata e splendida trama di Soul Reaver 2, aggiunge un nuovo capitolo alla già complessa storia del regno di Nosgoth. Per chi non lo sapesse, la scaturigine dei fatali eventi ebbe luogo molto tempo addietro, quando ancora Nosgoth viveva in pace, controllata dal cerchio dei nove. Ad ognuno dei nove stregoni che formavano il cerchio era stato affidato il compito di proteggere uno dei pilastri, che contribuivano a rafforzare e salvaguardare l'incantata terra. Quando la corruzione prese il sopravvento fra i guardiani, in seguito alla brutale uccisione di Ariel, Nosgoth precipitò in un periodo oscuro.
    Kain, eletto come nuovo guardiano del pilastro dell'equilibrio, fu barbaricamente ucciso, e risorse come vampiro per mano di Mortanius, malvagio negromante. A seguito della violenta crociata che l'ordine religioso dei Serafan intraprese contro i vampiri, Kain rimase l'ultimo esponente della sua razza. Sacrificandosi, Kain avrebbe fatto rinascere nuovi guardiani, e salvato Nosgoth, ma nel contempo avrebbe condannato la stirpe dei vampiri alla totale estinzione. Di fronte alla scelta che gli si prospettò dinanzi, Kain optò per la vita, relegando Nosgoth al suo spiacevole destino, ma salvando la razza che personalmente considerava quasi divina. Per rafforzare il suo oscuro regno, Kain resuscitò come suoi luogotenenti i combattenti più valorosi dei Sarafan, morti misteriosamente qualche anno prima. Raziel si trovava fra essi. E la sua sorte non fu fra le migliori. Quando ebbe l'impudenza di superare il suo sire, di evolversi più velocemente di lui, arrivando ad avere un paio di fantastiche ali; Raziel fu gettato nel vortice delle anime, condannato a millenni di profondo delirio, obbligato a soffrire per l'eternità. Ma qualcuno, una strana entità, resuscitò Raziel come suo personale mietitore d'anime, come futuro uccisore di Kain e portatore dell'antico ordine cosmico. La crociata personale che Raziel intraprese si concluse (o meglio: non si concluse), con la fuga di Kain attraverso la camera di tessitura del tempo, diretto verso non si sa quale epoca.

    Da qui la storia riparte, si evolve, si dipana. La trama del nuovo capitolo sembra far chiarezza su molti misteri e nel frattempo ne fa sorgere altri. Sicuramente non di semplice comprensione (leggerete i dialoghi parecchie volte, prima di coglierne il senso corretto), il racconto di paradossi temporali prende vita sotto i nostri occhi, arricchito di misteri e tradimenti, con il preciso intento, peraltro pienamente raggiunto, di confonderci e tenerci sulle spine fino al vorticoso finale, splendido ed emozionante, che ricorderete per molto tempo. Mentre però un cerchio si chiude, altri ne vengono aperti. Misteriosi vocaboli giungono al nostro orecchi durante l'estasi delle rivelazioni che ci vengono fatte, e tutto si conclude, nuovamente, in un rimando al terzo capitolo, oscuro come le nascoste verità che ancora dovremo scoprire.

    Forge, piani esistenziali e teste che cadono

    Al di là della trama, raccontata con immensa maestria e dispensata con cura, analizziamo il gameplay.
    Fondamentalmente il sistema di gioco rimane fedele a quello del primo capitolo.
    La capacita di Raziel, vampiro nel mondo materiale e contemporaneamente essenza spirituale, di spostarsi nei due piani di esistenza, è ancora fonte di diversi enigmi. Il cambiamento di essenza, l'entrata nel piano spirituale, provoca notevoli mutazioni nel territorio circostante, creando una deformata realtà immersa nel blu dell'abisso, permettendovi così di raggiungere punti altrimenti inarrivabili. Allo stesso modo potrete attraversare i cancelli, grazie all'abilità che il vostro fratello Melchia vi donò nel primo capitolo. Resta il fatto che interagire con gli elementi che troverete sulla vostra strada, e quindi spostare blocchi o attivare interruttori, vi sarà possibile solo quando vi troverete nel piano materiale. Questo vi costringerà spesso a lunghe passeggiate nel "regno dei morti" alla ricerca di un portale di transizione che vi permetta nuovamente il passaggio nel mondo materiale.
    Leggermente diversa è la gestione della mietitrice d'anime, la potente Soul Reaver, vostra fedele spada, legata a Raziel nel mondo spettrale. Durante le prime battute della storia l'essenza della spada vampirica incontrerà la sua controparte reale, fondendosi con lei. Questo vi permetterà di utilizzare la mietitrice anche nel regno materiale, ponendo sempre la dovuta attenzione a non sfruttarla per troppo tempo, pena il risveglio della sua voracità, della sua voglia d'anime, che si riverserà su di voi.
    Per questo spesso dovrete utilizzare armi occasionali o combattere ad "artigli" nudi. I cruenti combattimenti vi riempiranno di gioia, grazie all'introduzione di mosse speciali, che permetteranno, in pieno stile da vampiro, di affogare gli avversari nel loro stesso sangue, tormentandoli di fendenti, per poi finirli, impalandoli, incenerendoli, o più spesso mozzandogli la testa. Dal corpo esangue degli avversari scaturirà la loro anima, preziosa fonte di nutrimento per Raziel, che potrà così mantenere viva la sua esistenza materiale.
    Nel secondo capitolo sono state introdotte anche delle forge elementali per impregnare la Soul Reaver. Vi imbatterete quasi subito nella prima forgia, quella dell'oscurità, e risolta una serie di complessi enigmi, forgerete finalmente la vostra spada, che acquisirà abilità particolari. Quattro sono le forge che incontrerete durante il gioco, e i poteri elementali della Soul reaver saranno di fondamentale importanza per il proseguire dell'avventura.

    Tecnicamente

    Splendido. Semplicemente splendido. La grafica di gioco è un'estasi di bellezza. L'emozione nel vedere per la prima volta gli ambienti esterni, realizzati magistralmente, ottimamente "goticheggianti", nel delirio di perfetti modelli poligonali è unica. Il piacere di osservare la bellezza dell'acqua, il discreto utilizzo di fogging per ricreare l'umido pulviscolo ai piedi delle cascate. La concreta convinzione che l'anti-aliasing non sia più un mistero per gli sviluppatori. A prima vista il gioco è davvero ottimo. Alcune ambientazioni non risentono di niente, sono quasi perfette.
    Ma l'emozione iniziale è smorzata appena nel notare alcune texture piatte, non propriamente scelte. Avvertire poi una imprecisione nelle collisioni fra poligoni, per cui spesso le armi entrano nelle pareti, o i piedi di Raziel svaniscono nel salire una scalinata, affievolisce ancora di più lo stupore. Tuttavia tecnicamente Soul Reaver 2 rimane un buon titolo.
    Anche nella creazione dei personaggi la cura è maniacale, soprattutto per quanto riguarda Raziel, ma l'anti-aliasing è usato leggermente peggio. L'utilizzo del Morphing per far muovere la bocca dei personaggi è di discreto livello, soprattutto per quanto riguarda i vampiri, ma rimane un po' innaturale nel personaggio di Moebius, il tessitore del tempo.
    Le animazioni dei personaggi sono fluide e realistiche (per quanto possa essere realistico il movimento di un vampiro), ma rimangono nella media.

    Il sonoro è adeguato e vanta di otto brani splendidamente selezionati, che ricreano l'atmosfera in modo perfetto.

    Troppa linearità?

    Un titolo che è ottimo per quanto riguarda giocabilità e trama, buono per quanto riguarda la grafica, viene in parte corroso da alcuni difetti notevoli. Primo fra tutti la longevità. Terminare il gioco è cosa semplice, ed in media si impiegano non più di dieci ore. Emozionante, certo, ma breve. E altro elemento di cui si sente la mancanza sono le digressioni che rafforzavano il primo episodio. Dimenticatevi le folli sessioni alla ricerca dei glifi, alla volta della nascosta forgia del fuoco (anticipazione facoltativa di quello che poi è divenuto obbligatorio), per il solo gusto di terminare il gioco nella sua interezza, potenziando il nostro vampiro fino in fondo. Molto fra gli appassionati della serie si lamenteranno della troppa linearità del titolo, tristi nel veder sparire la quasi assoluta libertà data al giocatore nel precedente capitolo, e trovandosi di fronte a passaggi obbligatori, e ad una via fin troppo stretta.

    Ci vediamo alla prossima

    Sinceramente non saprei come considerare Soul Reaver 2. La realizzazione di un terzo capitolo è palese, non è escluso che sia già in progettazione. Forse il gioco si presenta come un titolo di transizione, per indirizzare il giocatore verso un nuovo episodio già avviato, con un personaggio forte delle abilità acquistate durante quest'avventura, vista l'obbligatorietà della loro acquisizione. Forse gli sviluppatori hanno definitivamente deciso di cambiare progressivamente la linea del gioco.
    Solo col tempo, magari con l'uscita di Blood Omen 2, potremo far più chiarezza sull'argomento. Per adesso dobbiamo limitarci a giocare un titolo che rimane molto valido, sotto molti aspetti, forte di una trama eccezionale. Per gli appassionati della serie, l'acquisto è quasi obbligatorio. Perdersi solo una parte delle vicende della storia di Raziel significa non goderne appieno, e rovinarsi anche gli eventuali (ormai quasi certi) seguiti. Ottimo titolo anche per chi si avvicina adesso al mondo di Nosgoth, minato da pochi difetti.

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