Recensione Splinter Cell 3D

Sam Fisher in 3D sembra un po’ più vecchio

Recensione Splinter Cell 3D
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  • 3DS
  • I rischi di un porting

    Tra un Ocarina Of Time previsto nei pressi dell’estate e un Super Street Fighter 3D Edition, poco a sorpresa, l’inizio del ciclo vitale del 3DS è e sarà segnato anche da una serie di remake e riadattamenti. Del resto se il DS è stato deliziato all’esordio dal comunque bellissimo Super Mario 64 DS, cosa impedisce ai publisher di affidarsi a questa trovata commerciale anche con il 3DS? Inoltre che male ci può mai essere, se i risultati sono ottimi come nel già citato picchiaduro Capcom?
    Eppure bisogna anche considerare quando le cose non vanno poi così bene. Del resto non tutti i porting riescono con il buco, giusto? Eccoci allora a offrire un esempio di quest’eventualità con Splinter Cell 3D.

    I pregi del vecchio Chaos Theory

    Nonostante non venga chiaramente esplicato nel titolo del gioco, Spinter Cell 3D è l’ennesimo remake di Chaos Theory. Ennesimo non tanto perché presto rivivrà in HD tramite la Splinter Cell Collection prevista su PS3 e Xbox 360, quanto perché già i possessori di un DS avevano potuto metterci le mani sopra. Dal vecchio al nuovo portatile Nintendo, tuttavia, le cose non sembrano essere così tanto cambiate: Sam Fisher si trova maledettamente male tra doppi schermi e touch-screen.
    Chi dunque ha già avuto il piacere di giocare a una versione qualsiasi di Chaos Theory, può tranquillamente saltare questo paragrafo, utile solo ai neofiti.
    La saga di Splinter Cell è incentrata sulle gesta di Sam Fisher, un agente segreto altamente specializzato, eterna speranza del governo americano per evitare all’ultimo secondo conflitti mondiali e crisi politiche internazionali. In quest’episodio il nostro sarà chiamato a sventare le minacce di una guerra informatica, con sullo sfondo una tensione sempre maggiore che serpeggia tra Giappone, Cina e Corea del Nord.
    La qualità della trama e del cast coinvolto è sicuramente solida. Oggi come allora l’interpretazione di Luca Ward, doppiatore di Fisher, è spettacolare, mentre l’intreccio si complica progressivamente senza mai scadere nel nonsense e mantenendo sempre alto l’interesse del videogiocatore.
    Anche il gameplay è rimasto pressoché identico all’orginale. Splinter Cell 3D è fondamentalmente un action, dove più che a sparare dovrete preoccuparvi di non farvi vedere dai nemici. Nonostante Fisher possa contare su una pistola munita di silenziatore e su un mitra, un paio di colpi saranno più che sufficienti per mandarlo al tappeto. Proprio per questo motivo dovrà fare affidamento su tutte le sue abilità e sull’equipaggiamento, se vuole salvare la pellaccia e completare la missione che di volta in volta gli verrà assegnata.
    L’indicatore di visibilità e del rumore prodotto, perennemente visibili nella HUD del gioco, saranno necessari per comprendere se i nemici siano in grado di individuarvi o meno. Gadget come visori notturni, visori termici e telecamere ottiche saranno indispensabili per scoprire l’ubicazione delle guardie e per pianificare il modo migliore, e più silenzioso, per metterle al tappeto.
    Il gameplay è insomma meno votato all’azione pura di quanto si possa immaginare, ma otterrete immense soddisfazioni quando attraverserete un intero livello senza mai farvi vedere. In aiuto della riuscita delle meccaniche di gioco, ci pensano poi il level design, sempre capace di spingervi a fare affidamento a tutte le armi in vostro possesso, e l’I.A. degli avversari, attenti a punirvi ad ogni passo falso.

    Le pecche del nuovo Chaos Theory

    Dopo una descrizione così positiva del gameplay, viene da chiedersi perché Splinter Cell 3D non raggiunga la sufficienza. Le motivazioni non sono poi così diverse da quelle che spinsero la critica internazionale a bocciare l’iterazione per DS.
    Il problema principale riguarda il sistema di controllo. Per quanto il 3DS goda di un analogico, per muovere la visuale dovrete ricorrere ai quattro pulsanti frontali. Purtroppo il tutto si rivela piuttosto impreciso, incidendo negativamente sul gameplay sopratutto quando dovrete muovervi in fretta, ma con accuratezza. Più e più volte abbiamo faticato a prendere la mira su un avversario, incappando in morti evitabili e imputabili unicamente al sistema di controllo. La situazione è in breve piuttosto frustrante e non c’è training che migliori più di tanto la situazione.
    Anche le potenzialità del 3DS vengono poco e mal sfruttate. E’ vero che è possibile controllare la telecamera ottica ruotando la console, utilizzando così gli accelerometri al suo interno, ma il touch-screen è stato limitato alla gestione dell’inventario e a richiamare le varie azioni contestuali eseguibili. Anche in questo caso il meccanismo ideato da Ubisoft appare goffo e troppo lento. E’ vero che raramente dovrete agire con rapidità per aprire una porta o spostare il corpo esamine di un nemico, ma quando avrete i secondi contati scorrere tramite touch-screen fino all’azione desiderata potrebbe risultare mortale.
    Desta perplessità anche il sistema di salvataggio, ancorato ai checkpoint. E’ vero che questi sono piuttosto frequenti, ma in ambito portatile avrebbe funzionato mille volte di più il vecchio save istantaneo.
    Infine anche la grafica mostra il fianco a qualche perplessità. Se da una parte il 3D si rivela ottimamente realizzato e capace di coinvolgere maggiormente il videogiocatore, è anche vero che l’oscurità nella quale vi ritroverete spesso immersi, vanificherà l’effetto. Inoltre, viste le potenzialità del 3DS, è innegabile che si sarebbe potuto fare di più. Se il modello poligonale di Sam Fisher soddisfa appieno, quelli dei nemici mostrano una modellazione e delle animazioni non sempre all’altezza. Anche le ambientazioni, inoltre, godono di texture spesso poco definite.
    Poco da lamentarsi dal punto di vista sonoro. Nonostante qualche effetto risenta della compressione subita, brani musicali e doppiaggio in italiano, denotano una grande ricercatezza e cura di realizzazione.
    Infine una piccola nota sulla longevità. Purtroppo l’unica modalità presente è quella legata all’avventura principale. Completata potrete al massimo riaffrontare le singole missioni, ma non avrete altro da fare. E’ vero che ne avrete per quasi una decina di ore, ma l’assenza di modalità alternative e l’eliminazione del multiplayer, che nella versione originale era presente sia in co-op che in competizione, rende il prodotto piuttosto inutile sul medio-lungo periodo.

    Splinter Cell 3D Splinter Cell 3DVersione Analizzata Nintendo 3DSSplinter Cell 3D non è un disastro totale. Purtroppo ciò che di buono c’è è da attribuire all’edizione originale. Il gameplay infatti poggia su basi solide, ma viene completamente rovinato da un sistema di controllo non all’altezza, nonchè dalla mancanza di modalità alternative a quella principale. Purtroppo non vengono nemmeno sfruttate in modo onorevole le caratteristiche uniche del 3DS, se si esclude il 3D comunque piacevole. Se proprio volete giocare a Chaos Theory recuperate l’originale. Non avrete il vantaggio della portabilità, ma risparmierete soldi senza perdere nulla.

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