Spyro Reignited Trilogy Recensione: le fiamme del drago ardono come non mai

Sono trascorsi vent'anni dall'esordio di Spyro su PlayStation One: ed ora il draghetto di Insomniac torna con un remake straordinario.

Spyro Reignited Trilogy
Recensione: PlayStation 4
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • La fiamma di Spyro, nei due decenni trascorsi dalla sua accensione, non si è mai affievolita. A tenerla sempre viva è stato soprattutto il ricordo degli appassionati, memori di una fiaba dolce e delicata: la prima trilogia, ad opera di Insomniac Games (gli autori di Ratchet & Clank e di Marvel's Spider-Man), era infatti un concentrato di fanciullesco stupore, un universo pieno di leggerezza e meraviglia, capace inoltre di adattarsi perfettamente ai gusti di tutte le età. Quest'anima sempreverde ha reso il draghetto un classico senza tempo, nonché una delle più grandi mascotte della prima PlayStation, insensibile allo scorrere degli anni ed in grado di "scaldare" i cuori di quei ragazzini cresciuti a suon di incornate, troll, ladri di uova e maghe da strapazzo.
    Seguendo il virtuoso esempio di Vicarious Visions e della N.Sane Trilogy di Crash, lo studio Toys for Bob, sotto la supervisione di Activision, ha scelto saggiamente di riaccendere gli entusiasmi dei fan di Spyro con la Reignited Trilogy, una collezione che comprende i primi tre episodi della serie, completamente rimodellati con un nuovo motore grafico per adattarsi agli standard tecnici dei giorni nostri. Un restauro maniacale e strepitoso, che non si limita a seguire filologicamente la lezione di Insomniac, ma che ha anche l'ardire di reinventare parte della direzione artistica originale. Dinanzi ai nostri occhi si schiude così un remake che migliora persino le memorie dell'infanzia, permettendo a Spyro di tessere ancora oggi vecchi e nuovi sogni.

    Dal Mondo degli Artigiani al Monte di Mezzanotte: un viaggio lungo vent'anni

    Più che una lettera d'amore scritta in HD, la Reignited Trilogy è una reinterpretazione dell'immaginario di riferimento della saga. Lo si evince sin dal primo avvio di Spyro The Dragon, il titolo d'esordio della serie, quando nella scena introduttiva (quasi interamente rivisitata) notiamo come i Draghi posseggano un nuovo look, ideato dagli artisti in forze presso il team di sviluppo.

    Non solo quindi un aggiornamento dei modelli poligonali, ma una riscrittura dell'art design che, sotto certi aspetti, è addirittura superiore a quello di partenza. Un simile lavoro di ammodernamento ha permesso all'universo del primo Spyro di non sfigurare in rapporto a quello dei sue due sequel, molto più vasti e ricchi di livelli, eventi e personaggi. E così ritroviamo la nostra mascotte di nuovo alle prese con l'orco Nasty Norc, che ha tramutato in pietra tutti i Draghi del Regno soltanto perché quelle bestiole alate hanno osato fare qualche inopportuno commento sulla sua bellezza. Comincia così, senza troppi fronzoli, un'avventura leggera e disimpegnata, nella quale Spyro deve farsi largo attraverso sei macro mondi, al cui interno sono contenuti i portali verso differenti stage. Liberare i draghi intrappolati, recuperare tutte le gemme ed arrostire gli scagnozzi di Nasty sono gli ingredienti base di una ricetta scorrevole e scacciapensieri, tanto elementare nello sviluppo quanto elaborata nella messa in scena.

    La fantasia di Insomniac ha partorito, vent'anni fa, un reame incantato, dove prendono vita sotto forma di pixel le favole della buona notte: Toys for Bob ha conservato ed ampliato quella magia, rendendola più moderna e fruibile ad un pubblico dei nostri tempi. Come platform-adventure, Spyro The Dragon è piuttosto semplicistico, una corsa di tre/quattro ore in cui si alternano planate su piattaforme lontane, inseguimenti a ladruncoli incappucciati e getti di fuoco con cui bruciacchiare i nemici che popolano le aree di gioco. Nella sua ingenuità, il capostipite della saga non presenta meccaniche particolarmente elaborate, ed è proprio questa sua semplicità quasi infantile ad avergli permesso di preservare un'intramontabile freschezza. Pur restando fedeli il più possibile alle dinamiche ludiche delle origini, Toys for Bob ha perfezionato il controllo del draghetto viola, legato a doppio filo ad un inedito e fluidissimo sistema di animazioni. Per arricchire lievemente un'offerta che avrebbe rischiato di sfigurare dinanzi alle due successive iterazioni, sono stati aggiunti i "punti abilità" anche al primo episodio, ossia piccole sfide che ci danno la possibilità di aumentare la nostra permanenza nei vari mondi del gioco. Anche se per giungere ai titoli di coda di Spyro The Dragon basterà un solo pomeriggio, ottenere la massima percentuale di completamento potrebbe richiedere molto più impegno. E lo stesso vale, ovviamente, anche per gli altri due prodotti presenti nella raccolta, che espandono a dismisura il concept del primo capitolo fino a fargli raggiungere piena maturazione. Il secondo episodio, Ripto's Rage (giunto da noi nel 1999 col sottotitolo Gateway to Glimmer), è talmente più denso di contenuti che a confronto il suo predecessore sembra quasi una demo. Anzitutto, c'è una maggiore attenzione verso il comparto narrativo, che si esplica in un manipolo di cutscene più estese: in tal senso, Toys for Bob ha ricostruito da zero ogni scenetta, sia donandole un piglio più estroso, sia sfruttando una regia maggiormente attuale.

    Ciascun siparietto che accompagna l'incipt e la fine dei livelli assomiglia quindi ad un minuscolo cortometraggio animato davvero spassoso da ammirare. Risolta la minaccia di Nasty, per Spyro e la sua libellula Sparx giunge il momento di una meritata vacanza. I due eroi però vengono trasportati nel regno di Avalar, dove quello sbruffone di Ripto sta spadroneggiando impunito: in questo bellissimo reame il draghetto conoscerà altri personaggi, come Hunter, il fauno Elora, il Professore e l'avido Riccone, che entreranno di diritto a far parte della mitologia imbastita da Insomniac, su cui troneggia un villain finalmente caratterizzato a dovere.

    Un racconto meglio narrato si affianca poi ad un gameplay più stratificato, nel quale Spyro, oltre a planare e a sputare fiamme, imparerà anche a nuotare, a tirare testate più potenti ed a librarsi leggermente in aria per salire su superfici più distanti. Forte di questi nuovi talenti, esploreremo mondi di rinnovata grandezza, affronteremo nemici dotati di una maggiore varietà e parteciperemo a qualche simpaticissimo minigioco, come le intramontabili sfide ad hockey. Ripto's Rage, anche a distanza di anni, si riconferma quindi un'avventura longeva, colorata e teneramente divertente, intervallata di tanto in tanto da qualche gradevole boss fight. Tolto di mezzo Ripto, giunge infine il turno della terribile Maga: Year of the Dragon è la summa di Spyro, il capitolo che racchiude in sé tutta l'essenza del brand.

    Una potentissima megera ha rubato le uova di drago, e chiaramente tocca al nostro ardimentoso eroe ed al suo fido amico Hunter giungere nei Mondi Dimenticati per trarre in salvo la progenie delle creature sputafuoco. Il terzo episodio ingigantisce esponenzialmente le caratteristiche delle precedenti incarnazioni, e ci offre un universo ancora più ricco di personalità, di nemici, di sfide e minigame. In Year of the Dragon tutto è più grande e più bello, a cominciare dalla varietà: avremo infatti modo di controllare anche un gruppetto di nuovi personaggi, tra cui il canguro Sheila ed il pennuto Sgt. Byrd, da sbloccare pagando un gran quantitativo di gemme al Riccone. Quando impersoneremo questi animaletti cambieranno anche le dinamiche di gameplay, il tutto a beneficio di un level design stracolmo di sorprese. È vero che le sequenze nei panni di questi co-protagonisti non posseggono né l'estensione né la perfetta fluidità delle fasi in compagnia di Spyro, ma si tratta comunque di intermezzi piacevolissimi da giocare, utili a spezzare la monotonia di planate ed incornate che, dopo tre capitoli (specialmente se giocati di fila), rischia di gravare sulle spalle anche degli estimatori più incalliti. Tra prove sullo skate, nuovi poteri, sessioni subacquee ed a bordo di veicoli, Year of the Dragon non conosce un singolo istante di stanchezza, e a 18 anni dalla nascita mantiene immutata la stessa magia che pennellava le sue origini.

    Allo scopo di creare la stessa omogeneità visiva e ludica in tutti e tre i capitoli, Toys for Bob ha inserito anche nel secondo e terzo episodio la capacità di Spyro di rotolare a destra e a sinistra alla pressione dei dorsali superiori, fino ad ora appartenuta solo al primo gioco della trilogia. È un'aggiunta che resta tuttavia molto marginale, e nel corso dell'avventura avrà pochissima utilità. Più interessante, di contro, la gestione dell'inquadratura legata allo stick analogico destro, che - al pari delle versioni originali - può essere impostata come "attiva" e "passiva".

    Nel secondo caso, il controllo della telecamera durante le corse del draghetto sarà totalmente nelle nostre mani, e la coordinazione degli spostamenti si farà un pochino più complessa; scegliendo la prima opzione, d'altro canto, l'obiettivo virtuale seguirà automaticamente i nostri movimenti, per un'esperienza a nostro avviso più gradevole e meno macchinosa. Infine, per chiunque preferisca viaggiare rapidamente tra i vari livelli, la Reignited Trilogy ha introdotto il fast travel, attivabile dal menu di pausa, che ci permette di muoverci attraverso i mondi senza la necessità di tornare all'hub centrale. Grazie a queste migliorie, e ad un contorno grafico incredibile, le fiamme di Spyro saranno dunque più ardenti che mai.

    Ricordi in alta definizione

    L'estro creativo di Insomniac, negli anni di PlayStation One, si è manifestato con una direzione artistica vivace, magica e variegata, incapace però di esprimere tutto il suo potenziale a causa della limitatezza degli hardware di due decadi fa. Ed ora l'opera di rielaborazione Toys for Bob dà all'universo di Spyro la chance di manifestare tutta la sua bellezza.

    Il team ha eseguito un lavoro straordinario, che resta sì fedele al passato ma che è anche in grado di guardare al presente. I panorami della Tundra d'Inverno e gli scorci del Lago della Sera lasciano spesso senza fiato, dandoci l'impressione di assistere ad un film d'animazione interattivo: la qualità è impeccabile in ogni aspetto della produzione, partendo dalla modellazione poligonale e dalla conformazione dello scenario, passando per l'espressività caricaturale e fumettistica dei mostriciattoli, fino ad arrivare ad effetti particellari letteralmente pirotecnici. Ogni architettura del setting, ogni singolo avversario ed ogni impercettibile filo d'erba è stato ricreato con una perizia da applausi, incorniciati da una palette di colori sempre satura, vispa e sgargiante. Nemmeno nei nostri ricordi Spyro ci appariva così immaginifico, carico di una fantasia che non ha età. Pur di fronte a tanto splendore visivo non mancano saltuari problemi di natura tecnica: la telecamera (sia attiva che passiva) alle volte non segue correttamente l'azione, i caricamenti che precedono l'ingresso ai livelli sono piuttosto lunghi, ed inoltre qualche sporadico calo di frame rate (fisso a 30fps) affligge il nostro drago mentre zampetta in lungo e in largo. Sono difetti che non arrecano fortunatamente troppo danno ad un remake coi fiocchi: come già accennato, infatti, a sorprenderci più di tutto è il processo di modernizzazione attuato sul design generale della trilogia. Nel primo capitolo i Draghi hanno un nuovo tratto estetico ed una inedita personalità, così come è cambiato il look di Elora, Bianca, Ripto, Hunter e la Maga, dotati adesso di una fisionomia decisamente più accattivante.

    Splendido poi il lavoro effettuato sulle musiche (sarà possibile selezionare la traccia originale) e sul nuovissimo doppiaggio in italiano, ottimamente in parte per ogni linea di dialogo. Rimanendo in tema di localizzazione, i più nostalgici dovranno mettersi l'anima in pace: nella Reignited Trilogy, il draghetto riconquista anche nella nostra lingua la pronuncia originale del nome inglese "Spairo", che sostituisce l'iconico "Spiro" dei tempi passati.

    Spyro Reignited Trilogy Spyro Reignited TrilogyVersione Analizzata PlayStation 4Con la Reignited Trilogy rifioriscono le Pianure d'Autunno, torna a splendere il Giardino del Sole, ed i Tessisogni intrecciano nuove fantasie. Il ritorno di Spyro su PlayStation 4 e Xbox One è uno dei più bei remake su cui abbiamo mai posato gli occhi: un'opera preziosa, non esente da lievi pecche di stampo tecnico, ma incantevole e sognante anche più di quanto non fosse all'epoca del suo esordio. Una favola che matura di capitolo in capitolo, di certo non indimenticabile sul piano del gameplay, eppure così ricca di fascino e di contenuti da superare indenne la prova del tempo. D'altronde, si sa: la magia non conosce età. Gli amanti del draghetto viola di Insomniac compiranno così un viaggio nel passato persino di più bello di quello che i loro ricordi potevano immaginare, mentre i neofiti riscopriranno una piccola, grande perla dell'era 32 bit tornata a nuova vita, e sempre pronta - oggi come ieri - ad infiammare le loro console. Quello di Spyro, a distanza di vent'anni, resta insomma un fuoco inestinguibile.

    8.8

    Che voto dai a: Spyro Reignited Trilogy

    Media Voto Utenti
    Voti: 73
    7.9
    nd