Recensione Star Ocean III: Till the End of Time

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Recensione Star Ocean III: Till the End of Time
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  • PS2
  • PS4
  • Till the End of Time, nella versione Director's Cut che ha visto la luce sul mercato europeo, è stato seguito dalla stampa videoludica con notevole entusiasmo, pur senza un apparente motivo. Nell'impossibilità di trascendere il contesto temporale, difatti, si deve considerare che Star Ocean III è un titolo sviluppato e lanciato sul mercato Statunitense ben due anni fa. Di fronte alle limitate capacità tecniche non è quindi possibile intercedere in alcun modo (Star Ocean III è a tutti gli effetti un titolo della scorsa generazione), così come si deve ammettere che i risvolti ludici degli anni anno ampiamente superato -con notevole successo- il livello delle meccaniche che soggiacciono alla vetusta produzione Square-Enix. Till the End of Time si trova così ad essere un titolo totalmente al di fuori della dimensione in cui è stato pensato, in cui è cresciuto e pubblicato, al fine meritevole di attenzione soltanto per i pochi, veri appassionati di RPG che non hanno modo di abbandonarsi alle blandizie dei titoli d'importazione.
    Di fronte al comparto narrativo di Star Ocean III il giocatore medio europeo non può che trovarsi spiazzato. Sebbene la trama di Till the End of Time rivaluti le capacità del team di sviluppo dopo la deludente "Second Story", il progredire degli eventi non è fuso ad arte con le sessioni prettamente ludiche e rode molto tempo al gioco effettivo. Così, della sessantina di ore necessarie al completamento dell'avventura, molte saranno state spese di fronte alla lentezza esasperante dei dialoghi, doppiati fra l'altro in un inglese àtono e poco caratterizzante, e ancor più nelle scene calcolate in tempo reale, sbloccate in sequenza nel progredire fin troppo lineare. Oltre, l'assenza di sottotitoli in lingua Italiana strizza l'occhio all'idea di una conversione poco attenta, frettolosa, di ispirazione più monetaria che ludo-etica (insomma, non un impegno concreto contro il Territorial Lock ma la ricerca di incassi sicuri).Superate le prime, lentissime situazioni di gioco in cui il protagonista, Fayt Leingod, si adopra nel godersi la sua rilassata vacanza, il giocatore scopre con inaspettata violenza un gameplay ibrido e, sulle prime, interessante. L'impostazione ludica di Till the End of Time è molto vicina a quella di un Action RPG: tutti gli scontri dell'avventura si svolgono in piccole arene in cui il giocatore avrà libertà di muovere uno dei personaggi (massimo tre attivi, fra i tanti presenti) in tutta l'area. A seconda della distanza dal nemico più prossimo sarà possibile effettuare una serie di attacchi e mosse speciali, eseguiti direttamente col tempismo prescelto come in un picchiaduro ruolistico. L'apposita barra della "Furia" controlla il buon esito degli attacchi corpo a corpo e la capacità di difesa di protagonisti e avversari: sarà importante mantenerla a livelli più alti possibile, semplicemente allontanandosi dall'azione per ricaricarla. Sorgono proprio in questi frangenti i primi problemi: non avere controllo diretto su tutti i personaggi significa dover confidare pienamente nella capacità dell'Intelligenza Artificiale. In Till the End of Time questa fiducia è tradita totalmente. Seppur sia possibile indirizzare la strategia bellica dei compagni, spesso essi si riveleranno totalmente inadatti al combattimento e privi di qualsiasi tattica, finendo per perire miseramente sotto i colpi avversari. Correre in loro soccorso prendendone il controllo non risolve certo la faccenda, a causa della spiccata predilezione del'I.A. di muovere i protagonisti al centro dell'azione, senza curarsi di analizzare i loro parametri di eroi morenti. Presto Star Ocean III si rivelerà un gioco frustrante e poco godibile. Esistono ad oggi Action RPG ben più piacevoli, in cui i combattimenti non hanno i limiti spaziali imposti da Till the End of Time e si risolvono con più appagamento ludico (Kingdom Hearts su tutti). La crescita dei personaggi è affidata ad appositi Skill Point, in grado di potenziare le abilità di ciascuno dei protagonisti.
    Tecnicamente Star Ocean III è un titolo assai carente. Inevitabile, vista la generazione ludica cui appartiene. Gli ambienti sono ben modellati ma privi dell'attenzione per i particolari che contraddistingue le odierne produzioni. Al Character Design poco ispirato si aggiunge la modellazione poligonale dei personaggi, pulita ma assolutamente scarna e poco verosimile. Animazioni poco fluide durante combattimenti e -ancora più- scene in Real Time, ed effetti speciali che, pur presenti in gran numero, sono accompagnati da vistosi cali di Frame Rate. Si salva, a tratti, al colonna sonora. In controtendenza rispetto ad un doppiaggio al limite dell'accettabile, molte sessioni di gioco sono accompagnate da buoni brani musicali, ben caratterizzati e ancor più caratterizzanti. Fanno eccezione le musiche di sottofondo ai dialoghi, ripetitive e poco ispirate, assolutamente anonime.
    Dopo .Hack, un altro RPG che viene a conoscere le meraviglie del mercato europeo dopo troppo tempo per essere apprezzato. Quella di Star Ocean III è una conversione che deve prendersi la responsabilità di piacere soltanto al pubblico di collezionisti instancabili e fan limitati dal formato PAL. Eppure, proprio per aver avuto la fortuna (o l'attenzione) di uscire in un periodo di magra totale in fatto di Giochi di Ruolo, SO3 può pensare di vendere qualche copia in più di quelle che gli sono dovute. Non certo di essere ricordato fino alla fine del tempo.

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