Recensione Storm

Namco-Bandai e Indie Pub portano su XBLA e PSN un Puzzle Game bucolico

Recensione Storm
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Vero e proprio mercato parallelo, spaccio di prelibatezze indipendenti per i palati stanchi dei titoli “mainstream”, il mondo delle produzioni in Digital Delivery è ormai bazzicato da tutti i publisher più importanti. Con Ubisoft in testa, il codazzo delle software sembra aver finalmente capito che la diversificazione dell'offerta è la chiave per una strategia di successo: per ampliare il proprio pubblico bisogna raggiungere diverse fasce di prezzo, generi, sensibilità. Così anche Namco-Bandai si da all'assalto di questo promettente settore, stringendo un'alleanza con Indie-Pub che porterà in questi mesi ben tre titoli su XBLA. In attesa delle riedizioni di Vessel e Capsized, esordisce intanto l'inedito Storm, produzione del team francese Eko Software. Il titolo si propone come un puzzle game “naturalistico”, e cerca di distinguersi grazie ad un look leggero e delicato. Purtroppo qualche cosa si inceppa, e Storm inciampa nei lacci di un gameplay dal ritmo troppo blando e dalle meccaniche tutt'altro che raffinate.

    Per fare un albero...

    Storm è un puzzle game dalle premesse piuttosto semplici. In ognuno dei cinquanta stage il compito del videoplayer è quello di far germogliare un seme, trascinandolo delicatamente fino ad una zolla di suolo fertile. Per far ciò le uniche armi a sua disposizione saranno gli elementi atmosferici che solitamente compongono una tempesta: pioggia, vento e fulmini. Inizialmente basta un alito di vento per far cadere il seme da un albero, e sospingerlo lungo il declivio erboso della collina. Rotolando, il seme raggiunge la sua meta, impiantando le sue radici nel terreno per far sorgere così una nuova pianta. Da questa nascerà una nuova gemma da trasportare fino all'arrivo, superando di volta in volta gli ostacoli che la conformazione del territorio ci opporrà: radici venefiche, crepacci, terreni franosi.
    Storm costruisce quindi tutti i suoi puzzle attorno all'utilizzo di questi poteri atmosferici, adagiati su tre dei tasti frontali del pad. Il vento permette di spingere il seme anche in salita, mentre un rapido scroscio di pioggia potrebbe bastare per riempire d'acqua un avvallamento altrimenti impossibile da attraversare. Il fulmine ci permette di spaccare alcune rocce, oppure da fuoco -d'estate- ad un muro di sterpaglie secche che ci ostacola: attenti però a non dar fuoco alle zolle di erba ingiallita al sole: le fiamme potrebbero propagarsi senza controllo e rovinare tutto.

    Sempre grazie ad un “colpo di fulmine” è possibile anche far saltare il nostro seme, in modo da fargli superare baratri e burroni una volta che ha preso velocità. In questo caso è richiesto un buon tempismo, ed anche un uso saggio delle proprie risorse (dal momento che l'uso di ogni elemento è regolato da un tempo di ricarica).
    L'idea alla base di Storm è quindi tutto sommato interessante, sebbene piuttosto classica nelle premesse. Il gioco prova anche ad evolversi, mentre gli stage percorrono lenti le stagioni dell'anno: d'estate compaiono appunto le piante riarse che bruciano “in un lampo”; d'inverno, l'acqua raccolta nelle conche naturali si ghiaccia e solidifica. Persino nuovi poteri arrivano a vivacizzare le cose: una folata di vento può essere trasformata in una tromba d'aria che trasporta il seme per brevi distanze, e può addirittura “spararlo” oltre gli ostacoli rocciosi. Attenti però a non farlo finire in zone riparate: all'interno di grotte e caverne è impossibile scatenare il potere degli elementi.
    Purtroppo, nonostante le buone idee a livello concettuale, il titolo Eko Software esaurisce ben presto la sua verve. Dopo l'entusiasmo iniziale Storm si spegne, per i demeriti di un level design poco ispirato e di un ritmo a dir poco soporifero. Concludere gli stage è troppo poco spesso una questione d'arguzia: la catena di azioni da compiere per raggiungere il suolo fertile è quasi sempre ben chiara, evidentissima, e le poche situazioni più complicate si risolvono con un po' di Trial & Error spicciolo. Quello che rende alcuni passaggi piuttosto frustranti è invece la difficoltà nell'intuire con precisione la reazione del seme agli stimoli elementali. La fisica di gioco è molto spesso titubante, imprecisa, e le bizze del nostro rotondo germoglio ci impongono spesso di provare e riprovare uno stesso stage, finchè un colpo di fortuna non ci instrada sulla retta via.
    In tutta questa operazione, veniamo accompagnati da un unico tema musicale barboso, che invece di rilassare il giocatore trasmette un'uggia opprimente.
    La direzione artistica delicata ci mette per fortuna di fronte a quadri bidimensionali che ricordano quelli di Braid. Un alone luminoso ricopre le colline e gli arbusti, e trasmette un'atmosfera quasi bucolica, che esala dalle spighe gialle dei campi in primavera, dal manto di nubi che solca un cielo classicamente azzurro. Peccato che gli sprite siano in ultima analisi poco definiti, e sui televisori dall'ampia diagonale il lavoro artistico si trasformi in un mezzo pasticcio.

    Storm StormVersione Analizzata Xbox 360Storm è un puzzle game classico, che parte da buoni spunti e non ne sfrutta nessuno. L'impatto dello stile agreste è seriamente limitato dalla povertà di risorse visive e dalla scarsa varietà, ma soprattutto abbruttito da un accompagnamento musicale infelice. La componente enigmistica, al di là di qualche guizzo, se ne resta piatta e poco incisiva, funestata da routine fisiche non sempre precise. Solo i più pazienti riusciranno a farsi piacere il titolo Eko Software, che dura per altro una manciata di ore, ma rischia addirittura di essere accantonato prematuramente. Dedicato esplicitamente agli amanti del genere, disposti a chiudere un occhio di fronte alle molte incertezze.

    5.5

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