Super Smash Bros Ultimate per Switch: Recensione del picchiaduro Nintendo

Il quinto capitolo della serie Smash Bros è senza dubbio quello definitivo: un'opera monumentale, adatta a qualsiasi tipo di utenza.

Super Smash Bros Ultimate
Recensione: Nintendo Switch
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  • Switch
  • "Sono tutti qui", dentro Super Smash Bros. Ultimate, i maggiori volti che hanno segnato la storia passata e recente del videogioco, gli indimenticabili compagni digitali di cento, mille viaggi intrapresi al di là dello schermo.
    L'ambiziosa promessa fatta da Masahiro Sakurai è stata cristallina fin dal principio: questa volta ogni veterano del longevo crossover avrebbe fatto ritorno, di certo assieme a qualche nuovo arrivato, per sfidarsi ancora una volta nell'illustre cornice di quello che si è imposto sin da subito come il capitolo definitivo dell'amatissima serie di picchiaduro Nintendo.
    Ciononostante, pur avvertendone la vasta scala, da una certa distanza è difficile percepire quanto cuore ci sia dietro le enormi dimensioni e i grandi numeri; almeno fin quando non si viene accolti dal magnifico filmato d'apertura, che sotto le epiche note del tema principale del gioco, "Lifelight", regala una panoramica del roster capace da sola di scaldare l'animo di chiunque abbia mai impugnato un controller in vita sua.
    Da quel preciso momento in poi, il rischio concreto è quello di rimanere completamente annichiliti dinanzi alla maestosità con cui si presenta Super Smash Bros. Ultimate.

    La meraviglia della Nintendo Difference

    L'ultima opera di Sakurai offre un senso di assoluta meraviglia che permea ogni scontro e si arricchisce di una passione inesauribile. In questo modo, Super Smash Bros. Ultimate si fa pura esaltazione per il videogiocatore, in particolare per l'appassionato dei mondi Nintendo. D'altra parte, però, l'immenso e genuino divertimento scaturito da una qualsiasi partita non può essere certo esclusivo dei soli fan.

    Non bisogna dimenticare infatti che l'originale fighting game vanta da sempre un dualismo unico, che gli permette di farsi apprezzare da un pubblico vastissimo: tanto dall'accanito giocatore di Street Fighter quanto dal neofita alla primissima esperienza col genere. L'esclusiva più importante del secondo anno di vita di Switch è il frutto diretto dell'esperienza, di una pianificazione limpida, grazie anche alla solida base produttiva nata per la creazione del predecessore su Wii U. Eppure, giunta al quinto capitolo, la serie protrae intatta la volontà di perfezionare ancora di più una formula ludica in piena maturazione, nel tentativo di soddisfare i desideri di tecnicismo di una fanbase tanto infiammata quanto esigente.

    È l'ora della rissa definitiva

    Ad uno sguardo superficiale, Ultimate potrebbe sembrare una semplice e frettolosa versione graficamente migliorata dello scorso episodio. Si tratta invece, a tutti gli effetti, di un deciso passo avanti per la serie, alla luce delle svariate novità e migliorie sul fronte del combat system - ma non solo - che il titolo porta con sé.
    Cominciamo dall'inizio: la home principale non si presenta con il solito caos di modalità e sottomodalità, ed appare elegante, compatta e più intuitiva da utilizzare; merito anche della provvidenziale introduzione del prezioso piccolo menù laterale a comparsa, che facilita non di poco la navigazione.
    Volendo affrontare una mischia tradizionale, adesso si decide prima l'arena dove combattere, in mezzo alle 100 subito disponibili (solo quattro al momento le novità assolute, tra cui spiccano New Donk City da Super Mario Odyssey e il Castello di Dracula da Castlevania), facendo attenzione alla scelta tra le varianti Standard, Le Rovine e Omega, che differiscono per la conformazione del terreno di gioco e l'intervento estraneo di eventuali agenti di disturbo. Solamente in seguito avviene la selezione dei lottatori (in modo da pescare quello più adatto ad una specifica arena) fra i settantaquattro possibili. A tal proposito, Ultimate introduce ufficialmente i personaggi Echo (Ken e Richter, per esempio), quasi identici alle loro controparti se non per le differenze tra le animazioni e qualche piccola variazione nel moveset; sono comunque un numero irrisorio (sette) in rapporto al resto del colossale roster.

    Piuttosto coraggiosa, invece, è la precisa scelta di includere solo otto personaggi all'inizio (gli stessi del capostipite per Nintendo 64) e permettere di sbloccare tutti gli altri dopo averli affrontati e sconfitti, in modo tale da fornire un tangibile senso di progressione: una scelta per la quale qualcuno potrebbe storcere il naso visto l'elevato numero di lottatori presenti, soprattutto tra i più ansiosi di giocare online con il proprio personaggio favorito. Parlando di nuovi ingressi del roster, ciascuno di essi, dagli iperattivi protagonisti di Splatoon al minaccioso Ridley, è stato caratterizzato e adattato nel migliore dei modi al contesto di Super Smash Bros.

    Il trionfo dell'equilibrio

    Passiamo ora al cuore del gameplay, ovvero il combattimento: alla base è ovviamente ancora quello che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare, seppur con qualche cambiamento che saprà fare la proverbiale differenza tra il giorno e la notte.

    Il picchiaduro ideato da Sakurai, per chi ancora non lo sapesse, è completamente diverso rispetto a qualunque altro esponente del genere: qui lo scopo non è esaurire la barra vitale dell'avversario, bensì scagliarlo oltre i confini dello schermo dopo avergli assestato un certo quantitativo di danni tramite diversi attacchi ripartiti in normali, potenti e speciali. Insomma, da un obiettivo tanto peculiare deriva quindi tutta l'importanza legata al posizionamento, alle fasi in aria e, soprattutto, alle fondamentali manovre di recupero per tornare sani e salvi nell'arena.
    Come impone la filosofia Nintendo, il sistema di controllo è ancora una volta tanto semplice e intuitivo da approcciare quanto profondo e sfaccettato da padroneggiare man mano che l'abilità del giocatore aumenta. Benché anche le tecniche più avanzate siano di norma abbastanza accessibili, in Ultimate sono state effettuate sostanziose e precise modifiche al combat system al fine di limare soprattutto la difficoltà manuale nell'esecuzione, senza contare l'inserimento di una serie di dettagli apparentemente trascurabili, ma che sapranno mettere subito in mostra i talenti degli utenti più esperti. Ritorna poi la schivata aerea, dotata di una maggiore ampiezza del movimento laterale; non è più possibile inoltre abusare delle schivate, in quanto ogni utilizzo ne diminuisce l'intervallo di invulnerabilità.

    La modifica più eclatante rimane tuttavia quella legata alla cosiddetta parata perfetta: mentre prima tale tecnica si innescava attivando lo scudo, ora accadrà l'esatto opposto, e si disattiva la barriera nel preciso momento in cui si subisce colpo nemico, guadagnando così un prezioso vantaggio di frame utile per il contrattacco.

    Un controller per domarli tuttiSuper Smash Bros. Ultimate presenta un'ampia gamma di sistemi di controllo diversi: è possibile utilizzare doppio o singolo Joy-Con (quest'ultimo con qualche scomodità di troppo), il Pro Controller e, il tradizionale Pad del GameCube in vendita a 29.99 euro, che però richiede lo specifico adattatore da acquistare separatamente, lo trovate su Amazon.it a 54,99 euro.

    Anche gli Attacchi Smash, utilissimi per gettare lo sfidante fuori dallo schermo, hanno subito qualche modifica: adesso è possibile caricarli tre volte più a lungo, la velocità iniziale impressa è sensibilmente più alta e sono ora visivamente rafforzati da uno spettacolare zoom, oltre che un effetto "boom sonico", del quale il buon Guile andrebbe sicuramente fiero. Pure la Barra Smash, che si carica subendo colpi per poi sfoderare uno Smash Finale "depotenziato", si è in definitiva rivelata un'introduzione più che azzeccata: tale meccanica (opzionale) si rende maggiormente interessante anche ai giocatori più tecnici, che possono sfoderare le mosse conclusive senza più l'intervento di quella vagante Sfera Smash che tanto distrae e destabilizza il ritmo degli scontri.
    Nel complesso, Ultimate stupisce per il ritmo più indiavolato, un feeling "asciutto" e decisamente più fisico nei colpi rispetto passato: si avvicina, insomma, alla frenesia del Melee, ma al contempo con tutte le migliorie tecniche apportate dal capitolo Wii U.

    A livello della presentazione, il salto di qualità in confronto al predecessore è francamente notevole, tale da renderlo il titolo forse più appariscente mai visto su Switch. Sia sullo schermo della TV (sul quale viaggia in 1080p) sia in modalità portatile (dove la risoluzione si riduce a 720p), l'impatto generale è di quelli stordenti: merito ora di una fluidità che mantiene costanti i 60fps, ora di un sistema di illuminazione che far brillare i dettagliati modelli dei lottatori, enfatizza gli effetti di luce di molte tecniche e risalta in maniera eccezionale anche i più trascurabili particolari degli scenari. Persino gli stage che ritornano del passato hanno beneficiato di rinnovamenti importanti, tra i quali spiccano sfondi mai così ricchi ed incantevoli.

    Lo spirito della lotta

    Ultimate è completamente sprovvisto dei Trofei collezionabili, i quali erano sinonimo (sin dai tempi del Melee) di quel valore dal sapore enciclopedico ormai parte dell'identità della serie stessa, grazie alle descrizioni sempre interessanti e piene di curiosità su ogni anfratto del mondo Nintendo. La loro assenza potrà essere rimpianta anche solo per nostalgia, ma a tale sostituzione si accompagna un'introduzione a dir poco intelligente, ovvero gli Spiriti.

    Questi simulacri rappresentano personaggi (di seconda linea, se non di terza) provenienti dai più disparati titoli apparsi su piattaforme Nintendo. Gli Spiriti (il cui numero si attesta sull'ordine del migliaio) non sono meri orpelli da raccogliere e accumulare, bensì il loro coinvolgimento offre una profondità di gioco inedita per la serie e definiscono da soli il carattere dell'esperienza single player di Ultimate.
    Si utilizzano poi come semplici oggetti da equipaggiare, in maniera non dissimile dal più classico dei giochi di ruolo. Lontani cugini degli adesivi di Brawl, queste entità sono caratterizzate da quattro tipologie (Neutro, Attacco, Difesa, Presa) tra loro legate da un rapporto di forza e debolezza che ricorda quello della morra cinese.

    Si dividono inoltre in Combattenti e Aiutanti: mentre i primi (se ne può associare soltanto uno per volta) potenziano parametri come l'attacco e la difesa del lottatore, i secondi offrono vari tipi di abilità, come il miglioramento di un particolare aspetto del combattimento, oppure la garanzia di un oggetto a inizio scontro. Sarebbe uno sforzo a dir poco poderoso descrivere ogni singola sfaccettatura legata alle meccaniche degli Spiriti: basti pensare che il loro uso influenza continuamente, attraverso le varie statistiche, gli insiemi delle modalità che da loro prendono il nome. Nel Tabellone delle Sfide si possono ottenere spiriti di diverso rango superando richieste dalle condizioni variabili, al termine delle quali scatta una prova di tempismo.Mischie per tuttiIn modalità multiplayer, tornano le mischie fino a un massimo di otto giocatori (affrontabili anche a squadre); ora c'è l'inedito Smash di Gruppo tra due formazioni composte da tre o cinque personaggi, dalle regole variabili (a staffetta, a eliminazione o a duello); oppure, ancora, la Mischia Speciale che si suddivide a sua volta in Mischia Variabile (con modificatori), Super Scontro Decisivo (inizio al 300%) e Mischia Totale (ogni personaggio usato e sconfitto viene eliminato dal prossimo match).
    Il Torneo fino a trentadue giocatori è invece perfetto per le serate numerose, e se proprio si è da soli la Mischia Multipla (contro 100, All-Star, Spietata) allora è l'ideale.
    Volendo è anche possibile migliorare le proprie abilità o studiare le tecniche nella stanza dell'Allenamento, mentre si può utilizzare un amiibo per ricavarne un personaggio statuetta far salire di livello.

    L'origine degli Spiriti viene chiarita nella modalità Avventura, quella "Stella della Speranza" che ha saputo guadagnarsi l'attenzione del pubblico fin dal suo annuncio. Il perché è presto detto: eccezion fatta per l'Emissario del Subspazio, Super Smash Bros. non ha mai vantato un vero e proprio story mode che fosse all'altezza dell'esperienza multiplayer.
    Estremamente differente da quanto visto nel Brawl, La Stella della Speranza è in realtà l'ennesima follia di game design firmata Masahiro Sakurai. Meglio togliersi il pensiero: non possiede, e nemmeno vuole farlo, quel respiro narrativo atto a raccontare un intreccio complesso. Una scelta comprensibile, visto che con tutti quei personaggi sarebbe un'impresa quantomeno onerosa.
    Al centro di tutto, nuovamente, vi sono gli Spiriti: essi sono in verità il risultato delle manipolazioni con cui la misteriosa entità chiamata Kiaran ha alterato le forme concrete dei personaggi del mondo videoludico, tramutandoli in ideali fantocci per il suo esercito. Questa è la premessa, certo, ma il resto si traduce in un vortice di gameplay puro in cui si mescolano sia l'esplorazione lungo una mappa labirintica e colma di ostacoli, sia sfide dalle condizioni spesso esilaranti, raccogliendo un po' l'anima dell'assente modalità Eventi.
    Anche se gli Spiriti non sono corredati da una descrizione (visto il numero, forse, sarebbe impensabile), gli spendidi artwork originali che li raffigurano possono essere raccolti e sfogliati, dando la sensazione di un vero e proprio "album delle figurine" videoludico che sembra interminabile.


    Se La Stella della Speranza rappresenta la novità assoluta, non può tuttavia mancare l'irrinunciabile modalità Classica: è un percorso composto di sei sfide, un bonus stage e lo scontro finale coi boss la cui difficoltà è stabilita mediante un sistema di rischio/ricompensa che prevede il progressivo disvelamento di un magnifico murales, raffigurante una gigantesca lotta in atto tra i personaggi della Grande N.

    Nella pratica, si sceglie un livello di complessità iniziale, che crescerà o diminuirà rispettivamente in caso di vittoria o sconfitta; nell'ultimo caso è poi possibile pagare in gettoni per riprendere subito lo scontro dove interrotto senza dover necessariamente ricominciare dal principio.
    Sul lato prettamente multiplayer, chiunque voglia lottare in maniera più spensierata potrà farlo con la solita pletora di modalità, liberando nuovi strumenti (ad esempio, il fungo di Mother che scambia le direzioni o la letale Pistola Banana), e contando sul supporto degli Assistenti (tra i quali fanno il loro arrivo Shovel Knight, le Squid Sisters e Bomberman). Che Super Smash Bros. sarebbe poi, senza il Forziere dedicato agli extra? A fare la parte del leone è la sezione Audio, dove è possibile ascoltare comodamente (anche con la console in standby) fino a novecento tracce, tra originali e remix, provenienti da decine e decine di colonne sonore del mondo videoludico. La vocazione enciclopedica a cui accennavamo si mantiene parzialmente grazie ai numerosi Consigli (ricchi di curiosità legate al contesto dei personaggi), mentre come da tradizione è possibile consultare nel dettaglio i propri record, statistiche e registrare e rivedere replay. A causa dei server ancora chiusi, non abbiamo purtroppo avuto alcun modo di testare le funzionalità online di Super Smash Bros. Ultimate: tratteremo il tutto a parte, con uno speciale di prossima uscita.

    Super Smash Bros Ultimate Super Smash Bros UltimateVersione Analizzata Nintendo SwitchDestinato ad espandersi ulteriormente sul lungo termine, Super Smash Bros. Ultimate è a conti fatti il capitolo che, allo stato attuale, offre il minor numero di novità da un punto di vista strettamente quantitativo, preferendo concentrarsi sul perfezionamento di una formula ludica ormai giunta alla piena maturità. Per la prima volta, potremmo quasi dire che il picchiaduro Nintendo ha raggiunto il punto di saturazione, oltre il quale è davvero difficile pensare a ciò che potrebbero riservarci gli episodi futuri. È più importante, ora, apprezzare invece l'evidente volontà di soddisfare la fanbase più accanita e dedita al competitivo, tentando di smussare la linea che divide il fervido appassionato dal giocatore occasionale, con un marcato bilanciamento che permette ad ogni tipo di utenza di apprezzarlo appieno. Da qualunque punto di vista lo si osservi, Ultimate è il capitolo della serie più grande, completo e soprattutto equilibrato: è il culmine dell'evoluzione di una saga in cui sostanza e qualità convivono in armonia, nonché un grande capolavoro che chiude nel migliore dei modi possibili il 2018 di Switch.

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