Recensione Switchball

Rotolando a ritroso verso le origini del videogaming

Recensione Switchball
INFORMAZIONI GIOCO
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • How does it feel 
How does it feel
    
To be without a home 

    Like a complete unknown 
    
Like a rolling stone? 
    Bob Dylan, Highway 61 Revisited, 1965

    Le sfere che rotolano hanno sempre esercitato un fascino perverso su noi videogiocatori. Dai mondi isometrico - psichedelici di Marble Madness, fino ad arrivare al celeberrimo Kula World per Playstation, l'idea di costruire un puzzle game intorno a una biglia che deve seguire un percorso ha scosso centinaia di game designers. Alla fine, anche lo stesso Monkey Ball, o addirittura alcune sequenze di Super Mario Galaxy, cosa sono se non delle versioni rivedute e corrette del primo, geniale, tentativo di Mark Cenry?
    Tutti da ragazzini, sulle spiagge o nei canali di scolo dei marciapiedi, abbiamo giocato a biglie, facendo a gara con i nostri amici, oppure divertendoci a inventare nuovi percorsi, giochi e sfide. Il medium videoludico non poteva certo rimanere insensibile a un richiamo di questo tipo e, non a caso, oltre al remake dello stesso Marble Madness previsto su iPhone per il 2010, questo genere di giochi continua ad avere un enorme successo, soprattutto ora che, grazie alle nuove possibilità offerte dagli Xbox Live Arcade e dal Playstation Network, il concetto di instant - gaming sta venendo riscoperto e apprezzato dalle nuove generazioni di giocatori.
    Non sorprende, dunque, che Atomic Elbow abbia scelto come gioco d'esordio proprio un puzzle game che ha come protagonista una biglia. 

    Volendo essere sintetici al massimo potremmo semplicemente dire che Switchball è un Marble Madness "con gli steroidi. Il gameplay è esattamente lo stesso di tutti gli altri giochi di questo tipo, attraverseremo diversi livelli in cinque mondi differenti (Cielo, Ghiaccio, Lava, Aria e Caverne), con l'unico obiettivo di portare la nostra biglia dal punto A al punto B. Facile direte voi. Assolutamente no, dopo i primi schemi introduttivi, in cui capiamo come gestire il nostro sferico avatar, gli sviluppatori ci trascinano su un ottovolante decisamente sadico, in cui riflessi e capacità di ragionamento dovranno essere usati in egual misura per poter uscire dalle situazioni più complesse. Switchball non perdona al giocatore neppure la più piccola disattenzione, l'abilità con il pad non basterà quasi mai per aver ragione dei livelli, anzi, non sarà raro passare anche mezz'ora buona, su un singolo enigma. Il cuore del gioco, infatti, si basa sull'avanzatissimo motore fisico AGEIA, sviluppato da nVidia e inserito all'interno dei chip PhysX, che permette agli sviluppatori di gestire contemporaneamente centinaia di variabili di gioco, dall'intensità del vento, al peso di ogni singola texture, fino alla modifica in tempo reale della consistenza della biglia, per cui potremo, dopo aver attraversato appositi portali, trasformare il nostro alter - ego roteante per meglio adattarsi alle condizioni di gioco. Per esempio, se dovremo spostare ostacoli particolarmente pesanti avrà senso usare una biglia d'acciaio, in altri casi invece potrebbe essere utile sviluppare proprietà magnetiche e via di questo passo. Quasi tutti gli enigmi richiedono l'uso combinato di almeno un paio di varianti della sfera di base, in molti casi in modo piuttosto creativo, mantenendo viva l'attenzione del giocatore e evitando livelli troppo piatti o poco interessanti.
    Per quanto riguarda il sistema di controllo, almeno su Playstation 3 (la versione da noi testata), è possibile scegliere se utilizzare il classico analogico sinistro o il giroscopio del Sixaxis/Dualshock 3; la seconda opzione, seppur più difficile da padroneggiare, è certamente quella che sul lungo periodo garantisce più soddisfazioni, anche se la risposta dei comandi non è sempre precisissima e in più d'un caso c'è capitato di finire negli abissi del Game Over a causa della mala interpretazione di un nostro movimento particolarmente repentino.
    Pur essendo un gioco intrinsecamente solitario, Switchball propone per i fedelissimi del multiplayer due interessanti modalità (sia offline che in rete), la classica competitiva, in cui saremo chiamati ad affrontare lo stesso livello cercando di arrivare al traguardo prima dell'avversario, o consumando meno vite, o risolvendo gli enigmi in meno mosse; e una co - op in cui insieme a un amico collaboreremo alla risoluzione di alcuni enigmi all'interno dei trenta livelli proposti dal Gioco.
    Tutto perfetto dunque? Purtroppo no, come molti altri gioco in terza persona, Switchball casca su un difetto classico, la gestione della telecamera che, in molti casi (spesso determinanti, come c'insegna la legge di Murphy), impazzisce completamente lasciando la Sfera fuori dalla visuale o inquadrando l'area del livello da angolazioni tanto evocative quanto inutili. Le situazioni in cui questo difetto compromette seriamente l'esperienza di gioco, tuttavia, si contano sulle dita di una mano, ma, in ogni caso, data la qualità generale del prodotto, ci saremmo aspettati una maggiore attenzione da parte dei ragazzi di Atomic Elbow.

    Physics Wars

    L’AGEIA è uno dei motori fisici più interessanti della generazione corrente. Sviluppato originariamente da una società poi acquisita da nVidia, il middleware garantisce un ottimo realismo e la sua perfetta integrazione con il PhysX SDK del colosso Californiano ne fanno il più temibile concorrente per Havok Technologies, l’attuale leader, nonché quasi monopolista, del settore. Switchball è il primo titolo commerciale a far uso dell’AGEIA.

    Switchball SwitchballVersione Analizzata PlayStation 3Switchball è un ottimo puzzle game e chiunque dagli anni ’80 in poi abbia amato Marble Madness, Kula World o Super Monkey Ball non dovrebbe perdere l’occasione e acquistarlo. I livelli sono lunghi, appaganti e alcune soluzioni di gameplay stupiscono per la loro efficacia e freschezza. Alcune leggerezze però, in primis la telecamera decisamente poco reattiva, rovinano un titolo che, altrimenti, avrebbe potuto confrontarsi senza problemi con i grandi classici cui, più o meno velatamente, si ispira.

    7

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