Syphon Filter Dark Mirror: recensione della versione PS2

Gabe Logan è più duro che mai

Syphon Filter Dark Mirror: recensione della versione PS2
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  • Gabe Logan è un duro. Su questo non abbiamo niente da dire. Ha attraversato quasi un decennio indenne, dalla sua prima apparizione su psOne, regalando spesso e volentieri capitoli di discreta fattura, quando non eccelsi, come ad esempio quel Dark Mirror che su PSP stupì pubblico e critica. Ora ci riprova, adottando la stessa formula, sul monolite nero che di imboccare la via del tramonto sembra proprio non averne intenzione, e, come vedremo, anche stavolta colpirà nel segno. Questo capitolo infatti altro non è che la conversione del capolavoro per la piccola portatile di casa Sony, riadattato ai comandi più generosi del Dualshock e portato alla risoluzione maggiore che Playstation 2 riesce a garantire. Il risultato ha molte luci e qualche ombra, regalando una grande esperienza minata da qualche piccolo difetto.

    Ma succedono tutte sotto la neve?

    L’inevitabile crisi internazionale che scatta a inizio gioco, in un'Alaska sommersa da una tormenta di neve e ci vede, ancora una volta, vestire i panni (aderenti) di Gabe Logan, navigato agente segreto delle forze armate statunitensi. Il nostro eroe si trova infatti nei pressi di una delle sedi della KemSynth, multinazionale dedita alla ricerca biologica e chimica, presa di mira da un manipolo di terroristi che si fa chiamare “Sezione Rossa”. Per quanto banale, la storia raccontata nei sette capitoli lungo i quali si snoda il gioco è dettagliata, raccontata accuratamente, e discretamente coinvolgente. I personaggi sono molto carismatici e ottimamente caratterizzati, a partire dall’immortale Gabe, duro che ottiene sempre ciò che vuole, senza pietà per nessuno. Accanto a lui troveremo una serie di comprimari e comparse, tra cui Lian Xing, vecchia conoscenza ed ora personaggio giocabile (anche se in pochissime occasioni). Se l’inizio del gioco non può che farci tornare con la mente a quella maledetta isola che prende il nome di Shadow Moses, e il trinoclo presente sul notro capo strapparci qualche sorrisino, la struttura di gioco fuga subito ogni dubbio: Syphon Filter: Dark Mirror non deve niente a nessuno, sia il nostro amato Serpente Solido che il più commerciale Sam Fisher. Quello che gli sviluppatori sono stati in grado di produrre è un gioco bello, vario, giocabile e soprattutto godibile. Il risultato è un mix di tattiche di spionaggio e infiltrazione, unite a scontri a fuoco davvero entusiasmati e ben congegnati. Ed è proprio la varietà che rende solido questo prodotto. Ogni situazione potrà essere affrontata di volta in volta volta in maniera diversa, sia utilizzando la forza bruta, sia traendo vantaggio da movimenti furtivi, o ancora sfruttando a dovere determinati elementi ambientali. Le nostre azioni inoltre verranno inoltre giudicate e valutate, permettendoci di raccogliere “punti” in una delle otto categorie disponibili, che vanno dallo sfruttamento accurato di kit medici, fino all’utilizzo impeccabile di armi da corpo a corpo. Una volta totalizzati 100 punti in una determinata categoria, riceveremo un bonus (armi migliori, maggiore efficacia dei medicinali, etc...) e passeremo al gradino successivo. Questo rende le (discretamente brevi) missioni altamente rigiocabili e si rivela una vera e propria manna per una longevità che si attesta su livelli medio bassi. A livello difficoltà normale infatti il gioco può durare dalle 7 alle 9 ore, mentre alzando la mira le cose si complicano, ma nemmeno eccessivamente. Per fortuna è presente anche una serie di missioni extra, di buona fattura, divertenti e varie, a cui potremo accedere previa il raccoglimento di tutti gli indizi nascosti sparsi per i livelli. Insomma di carne al fuoco ce ne è parecchia e non sarà facile staccarsi dal monitor.
    Dal punto di vista armamenti il nostro Gabe non le manda certamente a dire: l’arsenale a disposizione del nostro va dalle semplici pistole silenziate a mitragliette di medio e grosso caibro, fino all’immancabile Ak-45 e gingilli di distruzione di massa quali lanciarazzi e mine antiuomo. Ogni arnese è altamente caratterizzato e la scelta accurata di cosa portarci in spalla sarà premiata da risultati brillanti. Anche i movimenti di cui saranno capaci i nostri eroi sono implementati decisamente bene, e trovare copertura o mirare con precisione sarà un gioco da ragazzi. Come ultima analisi l’intelligenza artificiale si attesta su livelli discreti, non eccellendo per tattiche particolarmente raffinate o gesti eccessivamente acuti, ma tutto sommato fa il suo dovere, mettendoci in difficoltà più di una volta, anche se spesso a causa della palese superiorità numerica.

    Dal piccolo al grande schermo

    Graficamente Dark Mirror mostra risultati altalenanti. Se la conversione da PSP è stata curata decisamente bene per quanto riguarda l’aspetto del gioco in sè, i filmati dal canto loro godono di una risoluzione non eccessiva e i modelli poligonali sono scarni e scialbi. Certo non ci aspettavamo le stesse sequenze di Final Fantasy XII, ma qui si nota proprio che il riadattamento per console casalinga non ha dato i frutti sperati. A ciò si va ad aggiungere la tendenza del motore grafico a scattare in occasione delle situazioni più affollate o su spazi ampi. Un peccato, perchè il lavoro svolto sui livelli è in sè davvero buono, grazie a particolari curati, colori vividi e caratterizzati, ed una sensazione genrale di immersione nelle ambientazioni davvero ottima. I modelli dei protagonisti d’altro canto sono ben realizzati ed animati, ed anche i nemici, per quanto molto simili fra loro, sono stati curati a tal misura. Il sonoro è in generale molto buono, le musiche sono evocative e gli effetti vari e potenti. Per fortuna non ci possiamo lamentare del doppiaggio, completamente in italiano e di ottima fattura, senza strafalcioni evidenti. Altro fattore positivo accennato poco sopra riguarda i controlli. Facili da assimilare e ben congegnati, ci permetteranno di cavarcela la maggior parte delle volte indenni e con le ossa intatte, grazie ad una risposta pronta e precisa ed una semplicità generale che renderà il gioco fruibile ai più senza frustrazione.
    Quello che invece dobbiamo tristemente constatare è la drammatica assenza di una qualsivoglia modalità multigiocatore. Questo rappresenta un deciso passo indietro rispetto alla versione PSP e fa mancare la famigerata quarta gamba al tavolo perfetto. Intendiamoci, Dark Mirror in singolo è uno spasso, ma la modalità multigiocatore avrebbe davvero potuto proiettare il titolo nell’olimpo dei giochi di fine generazione. Le mappe dal canto loro si sarebbero prestate più che adeguatamente a scontri a fuoco e tattiche più marcatamente stealth, ed anche una modalità cooperativa (magari con la possibilità di usare Gabe e Lian assieme) avrebbe fatto molto piacere. Come già detto un vero peccato, perchè mancava davvero tanto così alla promozione con pieni voti.

    Syphon Filter 5: Dark Mirror Syphon Filter 5: Dark MirrorVersione Analizzata PlayStation 2Syphon Filter: Dark Mirror è davvero un bel gioco. Pur non brillando per una trama particolarmente originale, il gioco mette sul tavolo un gameplay davvero completo e coinvolgente, unito a situazioni varie ed elementi blandamente ruolistici (o statistici, se preferite) che rendono l’esperienza profonda ed appagante. Gabe è un duro ed è una goduria fare carneficina dei terroristi della Sezione Rossa, ogni volta usando metodi diversi: che sia un lanciarazzi o un microfilo elettrico poco cambia, il divertimento è garantito. Il lato tecnico regge il confronto next-gen decisamente bene e a parte alcuni aspetti dovuti alla conversione da PSP non propriamente riusciti si difende a spada tratta. Peccato per la grande assenza del multiplayer, di cui si sente la pesante mancanza. Ciò non toglie che Dark Mirror sia decisamente un ottimo prodotto, destinato, insieme agli ultimi compagni a chiudere le dorate porte di Playstation 2.

    7.5

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