Tekken Dark Resurrection Recensione: botte in digital delivery su PS3

Botte in Digital Delivery

Tekken Dark Resurrection Recensione: botte in digital delivery su PS3
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  • Prima di essere valutato dal punto di vista tecnico, dei contenuti e del gameplay, Tekken Dark Resurrection andrebbe collocato in un contesto decisamente diverso da quello con cui gli utenti delle console Sony sono abituati a confrontarsi giornalmente, ovvero il mercato del comune videogame venduto nei negozi o nelle catene specializzate di elettronica. Tekken Dark Resurrection fa parte dell'universo dei “Digital Download”, una nuova frontiera della distribuzione videoludica che soltanto nell'ultimo anno ha subito (almeno nell'universo del console gaming) quella brusca impennata che ne decreta il successo. La grande forza di questi contenuti aggiuntivi risiede nel loro vantaggioso rapporto qualità/prezzo derivante dal costo generalmente ridotto di ciascun download; come contro abbiamo un'offerta ludica a volte meno corposa o magari una realizzazione tecnica meno curata rispetto a quella dei giochi di ultima generazione ospitati su DVD o Blue Ray.

    Nonostante Tekken Dark Resurrection appartenga a pieno titolo a questa tipologia di videogames è ben difficile definirlo semplicemente come tale: è un gioco nato per il mercato Arcade e successivamente ospitato su Playstation 2 e Playstation Portable prima di diventare patrimonio del Playstation Network, ma non lo si può catalogare come un titolo da “retrogaming”, in quanto proveniente da un'era videoludica troppo recente. Allo stesso modo non è però catalogabile come gioco originale per il mercato della e-distribution, anche se giunge su Playstation 3 con una veste grafica superiore e feature assenti dal gioco arcade. Gli unici fattori inequivocabili che lo collocano di diritto nella categoria dei giochi “scaricabili da Internet” sono l'impossibilità di reperirlo diversamente ed il prezzo contenuto.
    Tekken Dark Resurrection ha una serie di indiscutibili pregi ma anche piccole lacune, la cui entità fortunatamente appare da subito molto limitata dalle qualità dei plus offerti; questo gioco prodotto da Namco Bandai altro non è se non uno dei migliori Beat'em Up “uno contro uno” della passata stagione videoludica, un titolo incredibilmente complesso, vario e longevo, arricchito nella sua ultima edizione (la Dark Resurrection, appunto) da tre nuovi combattenti, un ulteriormente refinement della la forza dei singoli sfidanti ed una maggiore velocità dell'azione.
    Il Gameplay è quello di sempre: il giocatore seleziona il proprio esperto di arti marziali nella rosa dei trentaquattro guerrieri disponibili (trentacinque se si conta Jinpachi, selezionabile solo dopo aver terminato la modalità arcade) e con esso dovrà sopravvivere ad otto combattimenti di difficoltà crescente prima di giungere allo scontro finale con il boss, il bisnonno di Jin Kazama, “Jinpachi Mishima” che, come tradizione dei membri di questa dinastia, risorge dalla sua tomba colmo di collera e desideroso di organizzare un torneo di arti marziali in cui sterminare la propria prole...
    Il segreto del successo di Tekken alberga sicuramente nell'enorme lavoro di caratterizzazione dei singoli concorrenti al “King of the Iron Fist”: ogni combattente, anche quelli che in passato erano “estetiche alternative” dei personaggi principali (come Kuma con Jack o Nina con Anna) ormai sono lottatori completi, dotati di uno stile di combattimento unico e di un character design coinvolgente, con tanto di credibile profilo del personaggio e seria motivazione per la partecipazione al torneo. La varietà e la profondità delle tecniche di combattimento è cresciuta costantemente negli anni ed ora in Tekken sono annoverate decine tra le discipline marziali più famose nel mondo, ciascuna delle quali invita il giocatore a prediligere un certo approccio al combattimento. Ad un Marshall Law, che aggredisce l'avversario con lunghe ed inarrestabili sequenze di pugni e calci si contrappongono personaggi come King che, nonostante l'inferiore velocità, sono in grado di inserirsi nell'attacco avversario, bloccarlo e stenderlo al tappeto con una serie di leve e prese potenti e letali. Sicuramente alcuni combattenti sembrano meno “fruibili” al primo approccio, come Craig Marduk o Steve Fox, ma è altrettanto vero che basta un rapido tour delle mosse disponibili per inquadrare le potenizalità ed i punti deboli di ciascun lottatore, per quanto bizzarro possa apparire il suo modo di combattere, all'insegna della filosofia che anima da anni i beat'em up Namco: “Easy to Learn, Hard to Master”.
    Le new entry di questo episodio sono Sergei Dragunov, Emily “Lili” Rochefort ed il già citato Jinpachi Mishima (anche se, in realtà, nel roster sono nuovamente disponibili Eddie Gordo ed Armor King, che non apparivano nel quinto capitolo della saga); il primo newcomer è un membro degli Spetsnaz incaricato di catturare Devil Jin e dotato di uno stile di combattimento (il “Sambo”) davvero brutale, basato su violente sequenze di prese e counter letali. Lili, invece, sale sul ring per il gusto di vincere il proprio avversario (e per mandare in rovina il leader di quella Mishima Zaibatsu che tante grane provocò all'azienda del padre di lei) e sfrutta un'arte marziale a cavallo tra lo street fighting e la danza, che si basa su rapide combo e repentini cambi di posizione d'attacco. Jinpachi Mishima, invece, combatte con il consolidato stile Mishima, caratterizzato da brevi ma potentissime combo. L'arzillo gentiluomo, che fu rinchiuso in una cripta da suo figlio Heihachi al termine di un combattimento, è riuscito ad evadere dalla sua prigione in seguito ad un sisma provocato da Devil Jin ed ora vuole riunire la famiglia.
    Come ormai consuetudine della serie le vittorie in combattimento sono premiate con un punteggio calcolato in base all'energia rimanente, alla difficoltà dello scontro e ad alcuni fattori definiti come “speciali”; questi punti trovano il loro utilizzo nella personalizzazione del nostro lottatore che, attraverso il negozio virtuale, potrà essere valorizzato nell'estetica da nuovi vestiti, occhiali, accessori e pettinature. Inoltre la versione Playstation 3 di Tekken DR prevede una connessione stabile al Playstation Store in cui sono disponibili dei contenuti extra da scaricare nell'Hard Disk di Playstation 3 in cambio di una modesta quantità di punti accumulati.
    Se durante i combattimenti Tekken Dark Resurrection si dimostra un prodotto assolutamente straordinario, capace di intrattenere un giocatore per lunghissimo tempo, analizzato dal punto di vista delle modalità di gioco mette in risalto i limiti intrinsechi del Digital Download. Attualmente questo titolo annovera soltanto tre tipologie di sfida: la canonica “Arcade”, l'immancabile “Versus” e la “Ghost Battle”, una specie di Time Attack in cui è possibile selezionare il successivo sfidante tra una rosa di quattro avversari caratterizzati da differenti livelli di abilità. Mancano Dojo, Tekken Force, Tekken Bowl e tutte le altre modalità di gioco che impreziosivano il gameplay delle controparti casalinghe e portatili di questo splendido arcade. Fortunatamente la loro assenza riduce in modo solo marginale sulla già impressionante longevità; delude invece un po' di più l'assenza della sfida via Intenet tra le opzioni del Versus Mode, un fattore che ormai dovrebbe essere consuetudine in qualsiasi titolo di questa nuova console generation.

    La migrazione al nuovo Hardware Sony giova al comparto video di Tekken Dark Resurrection, che si propone ai giocatori con un aumento della risoluzione video fino all'ormai agognato “Full HD”. Nonostante le ambientazioni ed i personaggi non siano stati “rimappati” (ed appare subito evidente) l'immagine si rivela molto più nitida e pulita. Anche i filmati introduttivi e le sequenze conclusive (per ora solo tre scaricabili dal PS3 Store) ricevono un simile trattamento e sono visibili ad una risoluzione superiore a quella a cui ci aveva abituato Playstation 2. Rimane invece immutato il comparto sonoro, un po' il tallone d'achille di questa saga (se mai c'è stato bisogno di un sonoro elaborato in un beat'em up).

    Tekken: Dark Resurrection Tekken: Dark ResurrectionVersione Analizzata PlayStation 3Tekken Dark Resurrection è un acquisto caldamente consigliato a tutti i possessori di Playstation 3 che hanno accesso al neonato Playstation Store; il prezzo a cui è attualmente in vendita è decisamente basso se paragonato a quanto offerto da questo titolo Namco/Bandai, pur considerando la mancanza di alcune modalità di gioco e di un supporto alla sfida via Internet. La natura stessa del prodotto, costantemente collegato ad un database online ed aggiornabile tramite ulteriori download, lascia presagire future implementazioni del gameplay e dei contenuti. Tekken Dark Resurrection sembra di più un assaggio di ciò che troveremo negli anni (ma forse nei mesi...) a venire accedendo agli Shop Online di Microsoft, Nintendo e Sony: videogames dai contenuti sempre più paragonabili a quelli dei “colossi” commercializzati dalle catene di videogames, ma offerti a prezzi inferiori proprio per merito della distribuzione diretta. Il futuro descritto da Tekken è soci sembra davvero interessante...

    7.5

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