Recensione Tenchu 3: Wrath of Heaven

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Recensione Tenchu 3: Wrath of Heaven
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Disponibile per
  • PS2
  • Xbox
  • Psp
  • Corro sul selciato veloce e agile come una foglia portata dal vento.
    La pioggia batte incessante sul mio volto come se volesse aggredire il panno che cela la mia identità.
    Gli occhi scorrono desti lungo la via alla ricerca di minacce in agguato.
    Avvicino la schiena al muro, senza toccarlo scorro lungo esso fino ad avere una chiara visione dell'entrata del palazzo. Due guardie armate con lance confabulano. Male per loro.
    Un salto e mi posso issare sul tetto soprastante. Mi guardo intorno, la notte agguanta il circondario come un sudario incurante degli avvenimenti. Il tetto di una costruzione a 6 metri di distanza assurge a nuova meta. Comincio a correre. L'ultimo passo compiuto sulle tegole non ha peso, sto già volando in aria, il balzo di un Ninja è inconsistente come la nebbia. Volteggio e, aggraziato, atterro in silenzio. Una sola guardia è rimasta, una di esse sarà dunque risparmiata.
    Piombo sull'uomo, non un gemito, non una contrazione. Avrebbe dovuto scegliere un padrone migliore, ma non ha avuto possibilità di pentirsene. Scatto all'interno del palazzo, una guardia dietro l'angolo si sta avvicinando velocemente, lo percepisco. Come un'estensione del mio arto superiore la catena uncinata si aggrappa al legno del soffitto, lo slancio conseguente mi permette di issarmi a 3 metri dal suolo. Per un Ninja la gravità non è che una delle tante leggi cui gli uomini si sottomettono ingiustificatamente. Ora, dall'alto della mia posizione, posso aspettare che la prossima preda cada nella rete. Estraggo la mia fedele Yazunoe, e attendo...

    "Non sento dolore, soltanto sconforto"

    Quanti di voi, in tenera età, hanno sognato di essere o diventare Ninja?
    Molti sicuramente sono attratti da queste figure leggendarie del Giappone feudale, per questo motivo molti non hanno perso l'occasione di interpretarne un rappresentante nei due Tenchu apparsi su Psx. Eccoci quindi a valutare questa terza apparizione del titolo Tenchu in custodie marchiate Sony: il tempo avrà favorito la maturazione di un franchise tanto promettente? Oppure ne avrà sortito l'ammuffimento prematuro?
    Vediamo.
    Il fascino della precisione chirurgica di un'operazione simile a quella descritta nell'introduzione non può non allettare chiunque sia attratto dalla aura mistica di tale arte ormai scomparsa. Sarete quindi felici di sapere che tutto quello che è stato descritto è effettivamente tratto da una sessione di gioco a Tenchu 3. ma andiamo con ordine.
    Tenchu 3 si propone come sequel effettivo del primo, laddove il secondo era invece un prequel. Il ritorno di Rikimaru, la cui sorte restava incerta alla fine del primo capitolo, è orchestrata in modo piuttosto originale, e i collegamenti al primo sono numerosi, sia per quanto riguarda i personaggi principali che quelli secondari. Ritroveremo la nemesi del protagonista, Onikage, così come la maledetta spada Shikishito, all'opera questa volta per far trionfare nel mondo il verbo di Mei-Oh, potente divinità rimasta esiliata dalla terra per lungo tempo.

    "La mia mano si lascia sfuggire la spada"

    Ci sono due correnti di pensiero che serpeggiano tra i videogiocatori appassionati della serie: quelli che avevano amato il primo Tenchu e avevano criticato aspramente le modifiche apportate dal secondo capitolo, e quelli che invece avevano accolto benignamente ogni novità introdotta dal seguito. Per entrambi, sappiate che Tenchu 3 gode di una meccanica praticamente identica al primo. Se questa scelta sia stata dettata dal malcontento dei rappresentanti della prima fazione di estimatori o dall'effettiva presa di coscienza di un certo "calo di atmosfera" di Tenchu 2, purtroppo, non ci è dato saperlo, ma probabilmente le numerose mani sotto le quali è passato il progetto (rimandato, lo ricordiamo, numerose volte) hanno appannato quelli che erano i principali propositi di innovazione degli esordi.
    Ciò nonostante, sebbene non siano più presenti numerose possibilità che erano apparse in Tenchu 2, come la possibilità di nuotare o respirare sott'acqua con una canna di bambù, oppure lo spostare i cadaveri, e ancora l'editor dei livelli, questo nuovo episodio è così ben strutturato che raramente vi capiterà di accorgevi di queste "mancanze": non vi capiterà, come invece poteva accadere in Tenchu 1, per esempio, che moriate per una caduta in un fiume; sebbene non sia concesso nuotare, tutti i fiumi saranno poco profondi e quindi guadabili senza problema alcuno.

    "Queste lame hanno preso molte vite"

    Un passaggio ad una console potente come PS2 avrebbe dovuto garantire come minimo un adeguato upgrade grafico. Infatti così è stato. Seppure non dimostri una cura eccezionale nella rappresentazione di agenti naturali od atmosferici (i tocchi di classe vanno poco più in là della distorsione causata dalle fiamme e qualche pavimento riflettente la luce delle lampade, arenandosi su realizzazioni di dubbia qualità quali alcune cascate) il gioco stupisce per la dimensione ragguardevole dei livelli, impreziositi da una completa assenza di nebbia o artefatti per limitare la visuale aerea.
    Le mappe sono grandi e con ambientazioni variegate, e, sebbene ogni livello sia diviso in porzioni caricate separatamente, le transizioni da una zona all'altra non superano mai i 5 secondi di attesa. Il framerate è ancorato saldamente ai 50 frame al secondo, mantenendosi tale anche in condizioni di notevole impatto grafico (viste dall'alto di livelli particolarmente vasti e con molti avversari sullo schermo). La mole poligonale è forse sbilanciata a favore dei personaggi, davvero ricchi di dettagli e ben caratterizzati, rispetto all'ambiente generalmente povero (parzialmente giustificabile grazie alle ampie vedute di cui sopra), ma si attesta comunque su livelli oltre la sufficienza, godendo oltretutto di una adeguata pulizia video, superiore alla media PS2. Chiudono il quadro un lieve effetto motion blur e texture non sempre all'altezza ma che in alcuni casi non mancano di stupire.
    Le musiche sono tornate allo stile jappo-spagnoleggiante del primo episodio, con sonorità molto acustiche e chitarra classica pressoché onnipresente, e alcune composizioni meritano davvero di essere ascoltate ripetutamente, tanto sono ispirate. Gli effetti sonori non spiccano ma fanno degnamente il loro dovere, e il doppiaggio in italiano, di qualità altalenante, può essere sostituito (mantenendo i sottotitoli in lingua comprensibile) dall'originale giapponese, sicuramente più adeguato e meglio eseguito.
    Dove purtroppo si sarebbe potuto fare di più è nell'ambito dell'intelligenza artificiale, con personaggi che purtroppo ogni tanto indugiano nella corsa conto gli spigoli o in comportamenti poco sensati. Anche qui però il miglioramento, seppur non rivoluzionario, è comunque presente: per esempio in stato di allerta tetti e promontori non saranno più sicuri come un tempo, visto che ora la scansione visiva dei nemici si allunga anche sull'asse verticale, e nei combattimenti anche il nemico più semplice può rivelarsi un avversario accanito.
    Complessivamente quindi possiamo dirci di fronte ad un prodotto tecnicamente apprezzabile, seppure ben lontano dalla perfezione.

    "E molte altre vite hanno protetto"

    Abbiamo già detto che il gameplay è stato portato direttamente da Tenchu 1, quindi basato prevalentemente sull'uso del rampino e sulle capacità di evasione del giocatore. Ad aiutarlo nelle missioni un paio di decine di oggetti sbloccabili e guadagnabili nelle missioni, che spaziano dalla "bomba appiccicosa" con comando a distanza, a magie del fuoco o dell'invisibilità, passando anche per spade alternative con abilità particolari. All'inizio della missione ci verrà presentata la schermata di selezione dell'armamentario, in cui potremo scegliere se propendere verso item offensivi (come armi da lancio o esplosivi), o difensivi (come punte da disperdere sul pavimento per rallentare gli inseguitori o bombe fumogene), oppure di recupero energia (pozioni o incrementatori di potenza). Alcuni oggetti saranno reperibili in campo, così come alcune armi utilizzate dai nemici (lance e archi prevalentemente). Ogni livello potrà essere completato con lo scopo di ottenere la valutazione più alta, quella di "Gran Maestro Ninja", riconoscimento ottenuto grazie alla massimizzazione delle uccisioni e alla minimizzazione delle rilevazione nemica della vostra presenza, che frutterà l'ottenimento di alcuni accessori bonus (come le magie già citate) oltre che un maggior numero di oggetti standard a sostituire quelli già utilizzati.
    A calcare maggiormente la mano non solo sull'elemento stealth, ma anche sulla vera e propria eliminazione degli avversari ignari della nostra presenza, Tenchu 3 introduce la presenza di un indicatore raffigurante un certo numero di kanji che saranno illuminati più o meno a seconda del tipo di uccisione effettuata. Più complessa, rischiosa ed efficace l'eliminazione, più alto il numero di kanji illuminati. Una volta completata la sequenza di caratteri il nostro Ninja acquisirà permanentemente una tecnica nuova, sia essa la possibilità di saltare sui muri, o una combo più efficace, o ancora la capacità di stare appesi al soffitto per un periodo limitato (allo scadere del quale saremo avvertiti con una vibrazione sempre più accentuata della visuale e del pad, con un effetto davvero riuscito).
    Rikimaru sarà accompagnato da altri 2 personaggi selezionabili, una vecchia e ben gradita conoscenza di nome Ayame, e un personaggio non immediatamente selezionabile padrone di una tecnica molto vicina alla scuola di Hokuto di Kenshiriana memoria.
    Sebbene le ambientazioni siano una decina e siano condivise da tutti i personaggi, gli scopi delle missioni e l'ordine di apparizione godono di un'unicità individuale; questo, unito alle singolari peculiarità dei personaggi (Ayame è per esempio decisamente più agile e veloce di Rikimaru) rendono godibile e ben poco ripetitiva la progressione nel gioco.
    Il controllo è per lo più preciso ed appagante, con qualche incertezza solo nell'uso del rampino o nell'utilizzo della telecamera per sbirciare oltre gli angoli. Nulla che non si risolva con qualche minuto di pratica.
    Prima di definire conclusa l'analisi del gameplay di questo prodotto non possiamo non parlare del multiplayer, gradita inclusione di questo terzo capitolo.
    Gli scenari affrontabili sono in numero limitato, e strutturati diversamente rispetto al gioco in singolo. Tuttavia possono essere intrapresi con scopi bellicosi (uno contro l'altro) o cooperando verso un fine comune (solitamente l'ottenimento di oggetti sparsi per il livello). Tutti gli avversari affrontati sino a quel momento divengono personaggi controllabili, ognuno con le proprie combinazioni e caratteristiche, sebbene alla fine i più divertenti da controllare risultino i tre principali. Da notare il fatto che, anche con lo split-screen verticale, grazie ad una diminuzione di dettaglio degli ambienti e delle ombre riportate il gioco rimanga comunque fluidissimo in ogni circostanza.

    "E io posso solo fissare i riflessi sul metallo"

    Tenchu è rimasto il buon vecchio Tenchu, in definitiva. Un titolo per estimatori dello stealth, o della mitologia giapponese più in generale (da cui la storia attinge a piene mani), un titolo che fa della libertà con cui si affrontano i livelli il suo pregio più grande, ma che stupisce molto più sulla visione macroscopica del tutto che nell'analisi dei dettagli, invero spesso poveri. Un titolo a volte frustrante, dalle missioni lunghe e talvolta estenuanti, affrontabili solo ed esclusivamente in un'unica sessione di gioco saltuariamente vanificata da un balzo mal calcolato, ma che sapranno ricompensare chi avrà perseverato con scenari sempre più complessi ed ispirati.
    Un titolo che, a fronte di una evidente carenza di innovazione, anzi, per certi versi presentando una involuzione del gameplay, offre l'estasi tipica di chi non vede l'ora di tornare a casa per vestire di nuovo i panni del Ninja che ha sempre desiderato essere, affrontando quelle lunghe attese nell'invisibilità più totale, con l'espressione di chi non sa cosa sia la paura, ma che tra i denti sussurra "niiinjaaa" con la timbrica con cui Homer Simpson pronuncia "ciambeeelleeee" (Jacchan™).

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