Recensione Th3 Plan

Dove sono gli undici di Ocean?

Recensione Th3 Plan
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS2
  • Pc
  • Ocean's Eleven, anyone?

    Chi di noi, guardando Ocean Eleven e il suo seguito cinematografico non ha sognato, anche solo per un istante, di impersonare uno di quei geniali e stilosissimi ladri, pronti a compiere azioni al limite dell'umano, pur di completare la loro missione? L’idea alla base di Th3 Plan era probabilmente questo: un mix tra Mission Impossible, Ocean’s Eleven e altri film del genere per creare un gioco davvero avvincente e ricco d’azione. Ma qualcosa deve essere andato storto, e i nostri ladri sono finiti in manette...

    La storia

    L'intera struttura narrativa del gioco si articola intorno a tre ladri di altissimo livello: ladri gentiluomini, degni successori di Lupin, che non sporcherebbero mai le loro guantate mani per arraffare oggetti di poco valore. Essi entrano in azione solamente quando in gioco vi sono antichi manufatti da milioni di dollari, o magari dipinti di inestimabile valore.
    Verrete catapultati nel vivo dell'azione da un filmato introduttivo realizzato in stile fumettoso, sulla falsariga dell'incipit grafico di Max Payne, arricchito tuttavia da un discreto doppiaggio in lingua inglese, che malgrado possa far storcere il naso ai meno pratici di questo idioma, dona all'intero intreccio un certo sapore internazionale, che non abbiamo assolutamento trovato di cattivo gusto.
    Senza svelarvi troppo della trama, che malgrado sia lontana da velleità innovative o di gusto oltre il discreto, rimane comunque intrigante e coinvolgente, dovrete controllare una squadra di giovani e aitanti ladri, nel tentativo di vendicarvi di un vostro collega che, in un precedente colpo, vi ha tradito. Un tradimento che vi è costato anni di galera.

    Grafica da (ri)porting e sonoro

    Tecnicamente parlando siamo lontani anni luce dagli esaltanti motori grafici che alcuni titoli, Half Life 2 in primis, hanno mostrato alle nostre mai sazie pupille: purtroppo, sotto l'aspetto meramente estetico, il titolo soffre di tutti quei classici difetti della trasposizione da console e dell'affrettata conversione dei titoli multipiattaforma, presentando un engine assolutamente non scalabile, senza illuminazione in tempo reale e la totale assenza di tecniche grafiche come il normal mapping: se quindi disponete di un computer non proprio recente, potete tranquillamente gustarvi questo titolo senza alcuna difficoltà, poiché Th3 Plan rappresenta una delle rare occasione nelle quali la vostra gpu difficilmente si alzerà di temperatura, e le pipeline di vertex e pixel shader resteranno terribilmente inutilizzate.
    Tutte le scene di intermezzo importanti sono lasciate ai già citati disegni stile fumetto, con qualche animazione di tanto in tanto.
    Il vero tasto dolente arriva però, non dalle textures a bassa risoluzione e sbavate, ma principalmente da grossolani errori di programmazione, che vi faranno crashare il gioco per ritornare al vostro desktop, o altri bug ben più fastidiosi, come la mancata scrittura del file di configurazione: più di una volta, una volta chiuso il gioco, il programma si dimenticherà delle impostazione settate (compresa la mappatura dei tasti), costringendovi a dover ripetere tutto da capo ad un nuovo riavvio.
    La situazione migliora decisamente sotto il profilo sonoro, presentando un doppiaggio completo in lingua inglese di buona fattura, con una discreta varietà di voci e un simpatico (malgrado alle volte esasperato) pathos del tono degli attori; ovviamente, essendo Th3 Plan stato sviluppato con un budget assai ridotto, non ritroverete nessuna voce familiare del panorama di Hollywood, ma questo non aggiunge e non toglie niente alla qualità del prodotto.
    Al contrario, sarebbe stato davvero utile coadiuvare il parlato con un lip-synch decoroso, che invece il più delle volte si traduce in una grossolana e ripetitiva animazione della mascella.
    Si ritorna sul nefasto invece sul piano della scelta dei temi musicali che vi accompagneranno durante le vostre peripezie: il gioco è rimpinzato di musica tecno di bassaqualità che difficilmente vi coinvolgerà, facendo perdere al titolo ulteriore mordente.

    Il gameplay

    Se questo gioco avesse avuto quanto meno un gameplay degno di nota, probabilmente la grafica inadeguata ai tempi e il comparto audio di serie B sarebbero passati in secondo piano. Ma purtroppo anche qui, nonostante l’impegno propugnato dagli sviluppatori, c’è una carenza nello sviluppare delle idee, alcune interessanti se non addirittura brillanti, ma non certo implementate al massimo del loro potenziale.
    Essenzialmente, l'intero gioco si configura come un squad-coop di bassa qualità, in cui gli elementi stealth fanno da guida alle opzioni motorie dei protagonisti: dovrete controllare tre personaggi alla volta, switchabili tra loro, ognuno compentente in un determinato ambito (qualcuno ha nominato Commandos?): avremo, ad esempio, l’hacker (o pirata informatico, se preferite) che riesce, mediante i computer centrali, a spegnere le luci, aprendo così la strada al ladro che, approfittando dell’oscurità, riuscirà a rubare una carta di controllo ad una guardia, magari distratta dalla vostra femme fatale.
    Piuttosto piacevole la struttura grafica con cui vengono visualizzate le gesta dei tre protagonisti: oltre alla finestra principale ne saranno visualizzate due di dimensioni inferiori, grazie alle quali potrete tenere l'azione sempre sotto controllo. Sfortunatamente il gioco non regala tante emozioni da giustificare la triplice inquadratura, che resta un'idea superflua e alla fine poco interessante: in The Plan l'azione è fatta di sequenze standardizzate e assai comuni, non certo sceniche o cinematografiche, che quindi avrebbero potuto risparmiarsi di sfruttare l'appena citato sistema visivo. In effetti i tre protagonisti dovranno muoversi secondo uno stile fin troppo classico: camminare lentamente per non far rumore, appiattirsi contro i muri o abbassarsi per non essere individuati. Quello che abbatte non poco il giocatore è la linearità dei percorsi da seguire, e quanto questi percorsi siano evidenti anche ad un'occhiata superficiale. Addirittura, essi saranno manifesti prima dell'azione vera e propria: come breafing preposto ad ogni missione potrete consultare una quantità invero lodevole di dettagli riguardanti la locazione del vostro prossimo colpo: piani regolatori, cartine, informazioni di varia natura che arrivano ad indicare persino l'esatta posizione delle guardie. Queste saranno utili, piuttosto che per una gestione tattica che la semplicità disarmante rende superflua, quando dovrete reclutare diversi tipi di esperti, dai disinnescatori di bombe a cecchini infallibili, passando per ladri acrobati: questa, sulla carta, è una delle idee brillanti, che avrebbero permesso di creare un gameplay vario e ricco di possibili combinazioni, lasciando magari anche la possibilità della libertà di azione. Purtroppo, il gioco finisce per essere ripetitivo: dovrete affrontare missioni tutte uguali tra di loro, nonostante la varietà piuttosto buona di personaggi e specialità, verrete chiamati a risolvere una tonnellata di enigmi di una banalità sorprendente.
    Un altro problema è creato dal fatto che il gioco è un porting puro, e giocare con mouse e tastiera è un’impresa epica: il movimento dei personaggi ricorda un pò quello della Lara Croft dei primi tempi e l’interfaccia non facilita di molto le cose: se a questo aggiungete una certa delay tra input e reazione, in un gioco costruito su azioni eseguite nell'orlo di secondi, capirete che la situazione può diventare, a tratti, frustrante.
    Un ulteriore problema è dato dalle carenze di informazioni sia del manuale, che del gioco: l'assenza di un approfondito tutorial vi obbligherà a seguira la strada del Try 'n hack, che malgrado possa esseregradevole in alcuni titoli (Splinter Cell?), se sviluppata male si rivela una terribile arma a doppio taglio: per esempio, quando dovrete asfissiare una guardia, non saprete nè come fare nè la combinazioni di tasti per portare a termine l'azione: morirete una dozzina di volte e non capirete per quale motivo abbiate sbagliato. Spesso, tale impostazione farà crescere una rabbia difficilmente controllabile.
    Il gioco si risolleva nella modalità multiplayer (2 giocatori sullo stesso PC, nessuna opzione Online), sbloccabile unicamente completando il gioco in single, nella quale con un amico è possibile far collaborare al meglio i tre ladri. Anche qui, tuttavia, si nota come l’interfaccia di gioco sia nettamente console-oriented e difficilmente giocabile su un pc. La triste decisione dell'obbligare i giocatori a condividere la stessa tastiera per compiere le azioni, in un titolo dove dovrete mappare quasi tutti i tasti della keyboard, si tradurrà nei fatti, in un aggrovigliarsi di dita (e insulti).

    Th3 Plan Th3 PlanVersione Analizzata PCTh3 Plan non riesce nel suo intento. L’idea di fondo è buona, ma il risultato globale si dimostra alquanto deludente: il titolo sviluppato dal team Montecristo è essenzialmente un agglomerato di idee brillanti mal implementate, accompagnato da una realizzazione tecnica pessima; del resto è innegabile che l'idea della gestione di più fronti d'azione fra di loro intrecciati e indirizzati ad un unico fine sia assai piacevole da immaginare e da giocare, ma di fatto la banalità che contraddistingue gli enigmi e la scarsa difficoltà di gioco rivelano fin da subito la natura del prodotto, votato al giocatore occasionale e non certo all'esperto di Stealth Game. Un vero peccato, perchè la collaborazione solitamente caratterizzante altri tipi di gameplay, come quello strategico di Commandos, avrebbe potuto aggiungere qualcosa ad una tipologia di gioco finora modellata sull'eroe solitario piuttosto che sul gruppo di esperti infiltratori. Attendiamo il prossimo tentativo, magari da svilupparsi con un budget poco più consistente.

    5.5

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