Recensione The Bug Butcher

Le meccaniche arcade alla base di Super Pang si vestono di fantascienza nell’action shooter di Awfully Nice Studios, nuovo team indipendente composto da due ex dipendenti Blizzard.

Recensione The Bug Butcher
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  • Gamer cresciuti tra gli anni Ottanta e Novanta, siete oggi gentilmente chiamati a raccolta. The Bug Butcher, l'opera di cui si scriverà in questo spazio, è infatti la scusa perfetta per compiere un bellissimo tuffo nel passato. Un passato che è soprattutto il vostro, verosimilmente. Un passato fatto d'ingombranti macchine a gettoni poste agli angoli dei bar, di monetine tintinnanti che, una volta inserite nel cabinato scelto, erano capaci di alimentare la fiamma di pomeriggi altrimenti fin troppo spenti, di amici e curiosi riuniti a grappolo dietro al contendente di turno per commentarne coinvolti le gesta. Un passato di cui Awfully Nice Studios, nome che porta in dote la collaborazione dei due "ex Blizzard" Till Aschwanden e Rainer Zoettl, ha ripescato dal cilindro una formula, quella di Super Pang!, che lo sviluppo videoludico pareva aver dimenticato totalmente. Al contrario di quei videogiocatori che a bersagliare sfere colorate in caduta libera ci si sono divertiti parecchio e che, per fortuna, hanno adesso l'occasione di puntare nuovamente la loro arma virtuale verso l'alto, fieri del fatto di avere tra le mani un prodotto degno dei propri, indelebili ricordi.

    They're coming outta the goddamn walls!

    Laddove la ricetta ludica del succitato classico da coin-op non viene sostanzialmente scalfita, The Bug Butcher opta invece per una contestualizzazione più personale, trascinando Harry, il disinfestatore protagonista in scafandro arancione, tra le camere isolate di una base spaziale infestata da una terrificante minaccia aliena. Una colonia d'insetti, nello specifico, i cui disgustosi membri s'alterneranno in ogni stanza sotto forma di ondate intervallate, che Harry dovrà neutralizzare a suon di proiettili al plasma entro un dato limite di tempo, pena una morte istantanea per esalazione del troppo insetticida rilasciato nell'ambiente. Di parassiti, la cui fuoriuscita dalle pareti sarà sempre segnalata preventivamente dal software, il nostro eroe ne incontrerà di diverse razze e stazze, dai più piccoli e veloci ai più grossi e devastanti, alcuni in grado di volare, altri di rimbalzare e altri ancora di strisciare sul soffitto. Il che è un bene, poiché l'ammazzabachi controllato dall'utente ha la capacità di orientare la propria arma -e conseguentemente sparare- solamente in direzione verticale. È con questa sostanziale limitazione che chi gioca è chiamato a uccidere i viscidi avversari uno dietro l'altro, sbarazzandosene rapidamente e in grande quantità per incrementare il contatore di combo, subendo meno danni possibile, e insomma guadagnandosi quante più stelle di merito a fine performance, sancendo di conseguenza la bontà della stessa.

    Il titolo Awfully Nice Studios si dipana lungo trenta livelli in cui la frenesia regna costantemente sovrana, e non solo perché dettata da un countdown che, in concomitanza col progressivo aumento delle resistenze nemiche in campo, sa farsi talvolta pressante, specie verso fine campagna. A rendere l'in-game alquanto movimentato è soprattutto la buona varietà di power up che l'utente può raccogliere dopo aver annientato ciascun oppositore appiccicoso e poi scatenare senza alcuna pietà sullo schermo. I potenziamenti spaziano da un'invulnerabilità di pochi secondi a un breve aumento della frequenza di sparo, e forniscono inoltre al giocatore un arsenale temporaneo sostanzioso e differenziato fatto di missili a ricerca calorica, fasci laser a getto continuo, proiettili elettrificati, colpi multipli ibernanti e altre possenti soluzioni mortifere. Facendo piazza pulita di vermi si possono poi raccogliere monete spendibili, all'avvio di ogni partita, in un menù di gestione del personaggio che consente di livellarne armi e abilità nonché di acquistare pochi perk atti a favorire le prestazioni di Harry in battaglia. Un sistema di crescita sostanzialmente accessorio e per nulla complesso o stratificato, ma neanche del tutto disprezzabile.

    Quando piccolo è bello

    The Bug Butcher fatica a tenere occupato l'utente solitario per più d'un paio d'ore, ed è questo, se vogliamo, l'unico eventuale paletto di un'esperienza genuinamente divertente dall'inizio alla fine. Giocando esclusivamente in singleplayer, esaurite le cinque macro-zone che compongono la campagna, resta soltanto da ripercorrere i medesimi stage per conquistare gli achievement mancanti e migliorare il proprio punteggio, magari tentando la scalata alla consueta classifica mondiale.

    Si può anche scegliere se riaffrontare l'avventura in modalità Hard, dove la sfida mostra definitivamente i denti nel caos di scenari parecchio sovraffollati rispetto al consueto. La questione cambia allorché si abbia la possibilità di coinvolgere nell'intensa battaglia antinsetto un amico, sfruttando una co-op locale che mira -e riesce- a restituire un po' di quel senso di foga partecipata che, con l'avvento dell'online, manca oramai sempre più spesso in gran parte delle produzioni contemporanee. Va detto che il titolo è disponibile su Steam a un prezzo accessibile e assolutamente adeguato ai propri contenuti, otto euro che, al di là di un gameplay verace e sanguigno che vale ancora la pena di riscoprire, consentono di apprezzare un lavoro d'art design curato e pregevole. Che è poi l'equivalente di rimirare un cartoon in due dimensioni ricco di sfumature e dettagli, dove ambientazioni di matrice sci-fi godibilissime -seppur un po' troppo ripetitive- fanno da palcoscenico a personaggi resi vivi da animazioni sempre fluide e realistiche.

    The Bug Butcher The Bug ButcherVersione Analizzata PCNon vuole inventare nulla, questo The Bug Butcher. Semmai, il lavoro compiuto da Awfully Nice Studios va nella direzione del tributo amorevole e dichiarato a un modo di videogiocare d’altri tempi e a una ricetta di sangue arcade che sembrava sparita del tutto dai radar dell’industry, ma che ha ancora le carte in regola per intrattenere in maniera disimpegnata. Eccoci dunque di fronte a uno sparatutto 2D veloce e d’immediatezza rara, che si appropria della lezione di Super Pang! per reinterpretarne le dinamiche con gusto e competenza, in quello che è un prodotto che farà senz’altro felici i fan del classico Capcom, ma anche chi in cerca di un’esperienza mordi e fuggi che non rinunci, però, a una qualità sempre ben avvertibile. S’indossi la tuta di contenimento, quindi: è ora di spappolare qualche insetto.

    7.8

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