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The Flame in the Flood Complete Edition Recensione
Dopo aver allietato per un anno le nostre giornate su PC e One, arriva su PS4 l'atipico survival targato The Molasses Flood. Ecco la nostra recensione.
INFORMAZIONI GIOCO
Articolo a cura di
Matteo Mangoni
Disponibile perPc
PS4
Xbox One
Dopo un primo, fugace sguardo, c'è il rischio di scambiare The Flame in the Flood per un survival come tanti: ed invece il piccolo pargolo di Molasses Flood ha dimostrato di avere davvero qualcosa in più rispetto ai congeneri. Il titolo non propone soltanto crafting e ambientazioni generiche, non si limita a svolgere il compitino senza strafare: crea piuttosto un immaginario spaventosamente realistico, una cornice post-apocalittica degna di nota. Si erge, infatti, sulle macerie di un mondo in rovina che sembra non lasciare scampo a nessuno, men che meno alla fragile protagonista: una ragazzina apparentemente indifesa che si ritroverà a vagare di isolotto in isolotto senza alcuna destinazione specifica. La nostra avventura inizia in una notte buia e fredda, riscaldata soltanto dal calore di un fuoco in procinto di spegnersi sotto l'effetto della pioggia incessante.
La Fiamma...
The Flame in the Flood prova a donare anche agli utenti PlayStation le medesime emozioni che già aveva regalato agli utenti PC e Xbox One, e lo fa attraverso una "complete edition" priva di particolari novità, se escludiamo l'influsso benevolo delle copiose patch che, con il passare del tempo, hanno reso la produzione più stabile e rifinita. Ciò che rende il titolo di Molasses Flood un vero e proprio must-have per gli appassionati del genere è senza dubbio la terrificante ambientazione citata in apertura: realistica, angosciante, cupa, ispirata. Coadiuvato da un art design di primissimo piano, il clima di tensione e disperazione che permea la progressione riesce a catturare il giocatore, inghiottendolo in una giostra inarrestabile, traboccante di emozioni e sensazioni contrastanti. The Flame in the Flood non è consigliato ai deboli di cuore o a coloro che tendono a sentirsi smarriti non appena l'indicatore della fame inizia a scendere e le provviste finiscono ben presto per scarseggiare. Lo stile grafico, poi, non aiuta di certo a mantenere l'atmosfera gioviale o a smorzare la tensione. I tratti stilizzati che delineano i goffi e deformati corpi dei protagonisti e delle -pochissime- persone che incontreremo durante il nostro viaggio contribuiscono, del resto. a rendere il tutto ancor più angosciante. Questa destabilizzante miscela di sensazioni rappresenta con tutta probabilità l'aspetto più riuscito dell'intera produzione. La conformazione del territorio, per quanto legata come da tradizione a un infernale meccanismo randomico del tutto imprevedibile, riesce ad apparire sempre originale, contribuendo a diversificare ancor di più il prodotto dalla massa. Il setting è costituito da tante isolette dalle dimensioni variabili, reminiscenze di un continente travolto da una tanto inaspettata quanto distruttiva inondazione. Alla necessità di esplorare e avanzare verso l'agognata -seppur ignota- meta finale, dunque, si associa il bisogno di raccogliere e conservare con cura le nostre risorse, tenendo sempre a portata di mano lo stretto necessario per costruire un accampamento, oltre ad una piccola scorta di cibo e di oggetti curativi. L'avanzamento, inoltre, è unidirezionale, e una volta preso il largo a bordo della nostra zattera non potremo far altro che avanzare, guidandola come meglio possiamo attraverso banchi di detriti e relitti di imbarcazioni che, purtroppo, non ce l'hanno fatta. The Flame in the Flood ci costringe a muoverci in continuazione, facendoci sentire davvero all'interno di quella triste città sommersa.
...e l'inondazione
The Flame in the Flood è comunque un prodotto imperfetto, dal gameplay, pertanto, sicuramente migliorabile. La zattera, ad esempio, è praticamente ingovernabile: una scelta fortemente voluta dal team di sviluppo ma a volte troppo limitante, considerando sia il ruolo fondamentale che questa ricopre all'interno del gioco, sia la facilità con cui si danneggia ad ogni urto, cui si aggiunge altresì il costo non proprio irrisorio delle sue riparazioni. Anche la gestione dell'inventario è indubbiamente rigida e macchinosa: tralasciando la mancanza di spazio, sicuramente giustificata dal contesto, il problema risiede sopratutto nelle restrizioni in cui incappiamo trasferendo gli oggetti da uno zainetto all'altro. Tutti questi "problemi" fanno parte delle controindicazioni scaturite dalla voglia di Molasses Flood di far aderire completamente il gameplay al contesto narrativo. Il gioco non delinea alcuna storia predeterminata, ma per certi versi potrebbe comunque essere considerato, a suo modo, fortemente "story-driven". Riesce, difatti, a farvi immedesimare, a comunicarvi fin troppo drasticamente il senso di disperazione su cui, in teoria, ogni gioco basato sulla sola sopravvivenza dovrebbe porre l'accento. Vi fa percepire l'urgenza di fuggire, di trovare un riparo per la notte, di inseguire quel debole segnale radio appena intercettato all'interno di una indecifrabile modalità campagna. Perché sì, c'è anche una modalità campagna. Ma sarebbe praticamente identica al canonico "endless mode", se non fosse per la presenza di una manciata di NPC e di qualche flebile obiettivo da raggiungere. Non aggiunge granché, se non un pizzico di speranza in più in coloro che la affronteranno: magari stavolta, al contrario di quanto accadeva nell'inesauribile modalità infinita, sarà possibile raggiungere un vero e proprio "traguardo" e sfuggire a questo terribile incubo. Sono rimaste completamente invariate, di contro, le dinamiche rogue-like e la presenza del permadeath.
7.9
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The Flame in the FloodVersione Analizzata PlayStation 4The Flame in the Flood è un sandbox silenzioso e spaventoso, ambientato in un terrificante mondo post-apocalittico. Il titolo la dice lunga: siamo di fronte ad un viaggo impegnativo, all'interno del quale saremo chiamati a mettere in gioco il nostro ultimo focolare di speranza al fine di sconfiggere la cattiveria e la brutalità di un mondo marcescente, sopraffatto da un'implacabile inondazione. Il survival di Molasses Flood punta tutto sul coinvolgimento emotivo, trascurando però alcuni dettagli dell'impianto ludico. Il crafting è comunque abbastanza intuitivo e ben realizzato, non troppo dissimile da quanto sperimentato in molti altri congeneri. Il team di sviluppo sembra allora voler seguire l'incipit narrativo a tutti i costi, senza piegarsi alle leggi dei survival game, dando origine così a un prodotto ben caratterizzato ma non impeccabile, adatto soprattutto agli appassionati del genere.