Recensione The King Of Fighters 2003

Rissa di prim'ordine sulla PS2

Recensione The King Of Fighters 2003
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  • PS2
  • Hey! Come on, come on...

    Sebbene sia per molti quella di Street Fighter la serie di picchiaduro per antonomasia, esiste una folta schiera di seguaci di un’altra saga, partorita dai geniali programmatori della NeoGeo. Schiera che ogni stagione attende con ansia quello che si potrebbe definire l’aggiornamento di un titolo che da ormai ben più di dieci anni vede una folla scatenata di combattenti affacciarsi sui cabinati (e non solo) di ogni parte del mondo.
    The King of Fighters è sempre stato, per quasi tutti i giocatori più esigenti e tecnici, il Re dei picchiaduro.

    This Fight is Out of Control

    Se c’è una cosa che ha sempre distinto la saga di King of Fighters dalla concorrenza, è la presenza sin dai primissimi titoli di un numero di personaggi selezionabili decisamente sopra la media.
    KoF’03 non fa eccezione.
    Sono infatti ben 34 i combattenti che hanno ricevuto la lettera di convocazione per il torneo sul cui ring è stato sconfitto il demone Orochi ed è stata segnata la disfatta dell’organizzazione NEST.
    Molti dei volti storici sono nel roster, ma per la seconda volta nella storia della serie, il team principale (Hero Team) ha subito un cambiamento. La corona del protagonista è passata questa volta in mano all’ambiguo Ash Crimson e dei suoi due misteriosi compagni.
    K’, Kyo e Yori però sono anch’essi tra i combattenti selezionabili, e in un certo senso sono ancora i veri eroi. Ash, Duo Lon e Shen Woo infatti, non sono esattamente dei bravi ragazzi. Il fatto che il terzetto che adoperi pseudonimi piuttosto che nomi veri è soltanto uno degli indizi che mostrano le loro intenzioni.
    I nuovi arrivi non si limitano però all’Hero Team. Fanno la loro comparsa anche quattro nuovi personaggi: Maki, sorella gemella di Chizuru Kagura; Malin, un’agile ragazzina abile nell’uso di armi improprie come coltellini e yoyo (!); Adelheid Bernstein, il figlio di Rugal; infine Mukai, un uomo invischiato in loschi affari collegati all’imminente resurrezione dello stesso Orochi.
    E’ tradizione che ai tornei di King of Fighters partecipino anche personaggi presenti in altri giochi targati SNK, e infatti nell’arena del 2003 giungono anche due dei combattenti già visti in Garou Mark of The Wolves: Gato e Tizoc (anche conosciuto come “The Griffon”).

    Brace Yourself!

    Quello del 2003 è un episodio particolarmente importante per la serie di King of Fighters.
    Rappresenta il tentativo più forte di prendere una certa distanza da una formula di gioco forse un po’ troppo stantia, nonostante la serie abbia, di anno in anno, presentato sempre qualche piccolo elemento di innovazione che andasse oltre il semplice aggiornamento del roster dei combattenti.
    Questa volta però, piuttosto che aggiungere semplicemente qualche nuovo tipologia di mossa o di combo, è stata proprio l’impostazione degli incontri a subire una certa rivoluzione.
    E la rivoluzione si rivela ancora più rischiosa se si considera che per la prima volta, a cambiare le regole del gioco non è la SNK, ma la Playmore, che ha permesso alla saga di rinascere dalle ceneri del fallimento della celebre software house giapponese.
    Non temano i fan storici della saga, la versione da casa di KoF’03 contiene sia la classica modalità ad incontri in singolo che l’immancabile team battle tre contro tre. La nuova modalità, che soppianta completamente lo Striker System e che ricorda molto da vicino il sistema utilizzato dalla Capcom negli episodi VS (quelli dei crossover tra Capcom e Marvel, per intenderci), si chiama Tag Battle. Qui sarà possibile selezionare tre combattenti proprio come nella Team Battle, che saranno però liberamente intercambiabili durante lo scontro tramite la pressione dell’apposito tasto.
    La partita consiste in un round unico, ma ognuno dei personaggi avrà una propria barra dell’energia, e mentre il combattente principale affronterà il suo avversario, i suoi compagni di squadra inutilizzati si riposeranno, recuperando lentamente e gradualmente le forze.
    Ovviamente giostrando con il sistema di scambio dei personaggi è possibile eseguire lunghe combo assolutamente letali. Come se ciò non bastasse, quando comporrete il vostro team nello schermo di selezione, dovrete scegliere un leader tra i tre personaggi. Costui avrà una capacità offensiva e punti ferita in più rispetto agli altri due combattenti, e sarà in grado di eseguire una mossa speciale chiamata Leader Desperation Move, una tecnica devastante, in molti casi capace di capovolgere l’esito di una partita.

    Round 2...Where are you?

    In generale la modalità Tag è ottimamente realizzata, anche grazie alla presenza di un cast di personaggi estremamente variegato ma pur sempre calibrato con attenzione. Sfortunatamente però, giocando in Single Battle ci si rende conto che i programmatori sono stati un po’ disattenti e malgrado l’aggiunta di questa opzione sia graditissima (specie per aumentare la varietà in caso giochiate contro amici), ci sono alcuni dettagli che sono stati tralasciati e compromettono l’altrimenti eccezionale giocabilità del titolo. Quando vi troverete a giocare un semplice incontro uno contro uno, infatti, i personaggi avranno comunque tre barre d’energia e si giocherà un solo incontro.
    Ciò significa che il combattimento avverrà senza interruzioni, e questo oltre ad aumentare il grado di stress e di stanchezza del giocatore si traduce nell’assenza di quella piccola componente strategica che è insita nella classica battaglia a due (o più) round. Insomma non sarebbe costato nulla programmare il gioco in modo da includere almeno un’opzione per eliminare le barre di vita superflue o inserire il combattimento a round nella versione casalinga.
    Anche se non è possibile ignorare del tutto questo difetto, bisogna ammettere che è difficile non divertirsi con questo titolo. L’ormai testata e affinata meccanica di gioco a base di “mezze lune”, pugni e calci, assieme al nuovo sistema Tag, assicura partite adrenaliniche.
    Ogni personaggio è dotato di un numero elevato di mosse, spesso concatenabili e ricche di varianti. Tutte queste carte da giocare rendono le partite impegnative e ricche di colpi di scena, specie nel caso in cui dietro il pad ci sia un giocatore esperto. Il livello altamente tecnico del gioco, infatti, premia gli utenti che vi si impegnano a fondo piuttosto che coloro i quali si limitano a premere furiosamente i pulsanti senza criterio.
    Per affinare la propria abilità, KoF offre oltre alle tre modalità standard e a quella di allenamento classica, ben due Modalità Survival: una in singolo e una in team.

    1994, 2003...

    Sin dal 1994, la realizzazione tecnica di King of Fighters è rimasta praticamente immutata.
    Gli stessi sprite si sono avvicendati anno dopo anno, ed è incredibile notare come risultino tutt’ora ricchissimi di fascino e modernissimi, anche grazie alle animazioni molto curate e dettagliate.
    Certo non siamo ai livelli dei giochi delle ultime generazioni come Street Fighter III o Guilty Gear XX, ma bisogna ammettere che nonostante la sua impostazione semplice e classica, KoF se la cava.
    I fondali, per la versione da casa, sono stati completamente ridisegnati in 3D ed arricchiti da effetti di nuova generazione, ma nonostante ciò non stonano con gli sprite a due dimensioni dei personaggi.
    Anche la colonna sonora è stata migliorata in occasione della conversione per PS2, con l’aggiunta di chitarre elettriche e tastiere reali al posto di quelle sintetizzate.
    Per gli amanti dell’arcade però è possibile selezionare da uno dei menu delle opzioni la colonna sonora originale piuttosto che quella remixata, così come è possibile configurare la grandezza dello schermo e l’impostazione dello chassis di gioco, a seconda che si preferisca la versione da casa o quella da sala del titolo.
    Com’è lecito aspettarsi, ogni personaggi è doppiato a dovere e grida enfaticamente gli improbabili nomi campionati delle proprie mosse.

    The King Of Fighters 2003 The King Of Fighters 2003Versione Analizzata PlayStation 2Questo titolo è la conversione quasi perfetta del KoF’03 che avete visto (o vedreste) in sala giochi, con una buona dose di aggiunte che ne valorizzano la versione da casa. L’unica cosa che manca, in effetti, è il contenuto sbloccabile. A meno che non abbiate amici con cui giocare, o che siate dei patiti di picchiaduro, l’unica cosa che vi potrebbe spingere a infilare il questo gioco nella vostra PS2 è la possibilità di sbloccare artwork e filmati (realizzati con immagine statiche e dialoghi a scorrimento peraltro) dei finali che arricchiscono la già interessantissima storia . Mancanza peraltro diffusissima tra questo genere di giochi. Insomma aggiunte “di mestiere”, che non permettono però a questo ennesimo ottimo lavoro di SNK Playmore di spiccare il volo verso il firmamento dei capolavori videoludici. Fortunatamente il pad del monolite Sony, forse il più adatto per i picchiaduro, ricreerà in casa vostra quella piacevole atmosfera da sala giochi, ammesso che abbiate un numero sufficiente di avversari in carne ed ossa! Un ringraziamento speciale va alla Ingnition, che ha pubblicato anche questo episodio della serie ad un prezzo ribassato, che si aggira attorno ai trenta euro e che lo rende ancor più attraente. Certo resta incomprensibile perché non sia stato localizzato in maniera analoga a quella americana, ovvero in bundle con KoF 2002, e praticamente allo stesso prezzo...

    7.5

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