Recensione The Legend of Zelda: The Minish Cap

La Leggenda torna in miniatura su GBA per una nuova stupenda avventura!

Recensione  The Legend of Zelda: The Minish Cap
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  • Narrano le leggende...

    ...di un mondo splendente, nascosto tra le foreste al di là del mondo, dove la luce della pace e della giustizia brilla quasi più del sole.
    Ma tanto, tantissimo tempo fa, il male oscurò quella terra, portando crudeltà e devastazione nel cuore dei giusti. Il cielo si fece buio, e la pioggia batté sui tetti del villaggio per giorni e giorni. I raccolti andarono distrutti, e gli infanti vennero risucchiati dal vortice delle acque, animate da una sete distruttiva.
    Le donne si chiusero in casa con i figli sopravvissuti e posarono le loro membra sui letti ancora sfatti, pregando gli dei di un miracolo insperato, mentre gli uomini, armati dei loro attrezzi, si prodigavano nel riparare le molte cose devastate dal nubifragio, combattendo contro quelle gocce che parevano una pioggia di macigni infuocati.
    Il sole di mezzogiorno illuminava fiocamente i visi della gente, lasciando trasparire un'unica nota di disperazione che si disperdeva tra i nefasti eventi di quei giorni.
    Un raggio luminoso gocciolò dal cielo, squarciandolo come un fendente in una battaglia. Minuscoli esseri, i Minish, comparvero dal nulla, consegnando ad un uomo forte e giusto la luce ed una spada. Egli, con i sacri poteri, sconfisse il male e lo imprigionò in un sepolcro di pietra, sigillandolo con la spada di luce.
    Gli umani furono molto grati ai Minish per il loro aiuto, tanto che ogni anno, ad Hyrule, si festeggia in loro onore e memoria. Canti e balli riempiono la piazza della cittadella, e i vecchi delle generazioni passate riuniscono i fanciulli per raccontare loro le antiche gesta, per far si che il passato non cada mai nell'oblio. Anno dopo anno, generazione dopo generazione, la cultura orale di quel popolo fece entrare i Minish nelle leggende.
    Esse narrano ancora che ogni cento anni il portale che separa i mortali dai piccoli esseri divini si apra, e che un nuovo eroe entri nel mito.
    Quel giorno è arrivato, e ad Hyrule infervorano i festeggiamenti. Un torneo tra guerrieri è stato organizzato, ed ogni bambino o adulto o vecchio che sia, non può far a meno che correre là, dove i forti e coraggiosi sfidano se stessi e l'avversario in una lotta ad armi pari.
    Quest'anno il vincitore sembra essere un certo Vaati, ambigua creatura dagli occhi di ghiaccio e il cuore di fuoco.
    Lente le nubi oscurano i cieli, e da qualche parte in quel mondo la pioggia già comincia a battere.Sono trascorsi cento anni, ed è ora che un altro eroe diventi leggenda.

    Rimembrar le passate gesta

    Passano gli anni, ma le avventure del mondo fatato di Hyrule continuano a sorprendere. Nintendo in collaborazione con Capcom porta su Gameboy Advance, dopo gli splendidi Oracle of Ages and Seasons per Gameboy Color, e il rifacimento di A link to the past con l'inedito Four Swords, The Legend of Zelda: Minish Cap, un capitolo della saga completamente nuovo , sospeso tra novità e rimembranze passate.Per chi non avesse mai giocato ai precedenti capitoli, deve sapere che quella di Zelda è una delle saghe più famose e longeve della storia Nintendo. Nasce come un action rpg e si sviluppa come tale, non cambiando la sua formula, ma innovandosi di volta in volta segnando nel gameplay le basi per i giochi successivi. Questi narrano le vicende di Link, e dei suoi antenati ed eredi, "costretti" dal destino e dal fato a salvare Hyrule e la principessa Zelda, portatrice della forza e della saggezza. E' una saga fantasy dai risvolti avventurosi, ricca di magia e di irrealtà. In questo titolo sono presenti molti chiari riferimenti ed alcune sottigliezze dei giochi precedenti, e chi è un veterano della serie non potrà non apprezzare il profumo di quei ricordi che, sicuramente, come giocatore, hanno lasciato un segno indelebile. Perché è questo che fa ogni volta la leggenda della principessina Zelda, segnare i videogiocatori e la storia videoludica stessa, innovando il genere lasciando però spazio a degli elementi identificativi, che possono andare da semplici motivetti sonori ad oggetti, personaggi ecc. Una sorta di tecnica narrativa per non far sentire il giocatore spaesato, e per agganciarsi al passato creando una linea di continuità dove tutto è perfettamente combaciante ed ogni elementi non è fine a se stesso, ma bensì anello di una lunga catena che non accenna a finire, e che diventa ogni volta sempre più grande e forte.

    Inseguito da un'aquila onnisciente

    Scelta la partita su cui salvare, scritto il nome che vorrete dare al personaggio e ascoltata la breve storia degli eventi, potrete finalmente prendere il controllo del vostro alter ego, un giovane biondino dal ciuffo ribelle e la tunica verde. Noterete subito la visuale a volo d'uccello che caratterizzerà l'intero gioco. Come una grande aquila onnisciente che vede e conosce tutto, così il giovane Link sarà seguito dalla camera in questo modo. Una visuale nata proprio con la serie di Zelda, già nel lontano 1987, comoda e azzeccatissima per il concept di gioco, un action rpg con combattimenti in tempo reale. Infatti, a differenza dei normali giochi di ruolo orientali, qui non vi saranno turni per eliminare i nemici, bensì avremo bisogno della nostra destrezza con la spada e con lo scudo, oggetti ormai che ogni eroe che si rispetti deve possedere. Avremo la possibilità di visitare un mondo abbastanza vasto, passando dalla cittadella al palazzo imperiale, dalle colline alle lande prive di vegetazione, da un'altissima montagna ad un profondo lago. Come sempre, sono stati riportati alcuni dei luoghi tipici che i fan riconosceranno di certo. Ma ne sono stati aggiunti anche di nuovi, ed alcuni molto particolari. Premendo il pulsante start, entrando nel menù, possiamo osservare in che modo la mappa è suddivisa: vi sono varie sezioni corrispondenti a determinati luoghi, che, con la semplice pressione di un tasto, potremo scrutare attraverso una mappa un po' più dettagliata che in un secondo momento sarà di grande aiuto.Le azioni sono abbastanza varie, con importanti novità che rendono molto interessante il titolo in esame. A parte la possibilità di maneggiare la spada e di potenziarla, il numero di azioni aumenta sensibilmente trovando determinati oggetti. Ed anche in questo caso i programmatori hanno voluto fondere il vecchio con il nuovo creando un cerchio perfetto di gameplay e divertimento. Sono sicuro che alcuni di questi nuovi strumenti li ritroveremo presto in un prossimo gioco della serie, come per esempio la giara magica, disponibile quasi sin all'inizio: tenendo in mano questo particolarissimo strumento potremo aspirare l'aria circostante con i dovuti annessi e connessi, come per esempio il risucchio di nemici o pietre o quant'altro. Un arnese sicuramente ben congeniato questo, che ha dato la possibilità di creare molti nuovi enigmi. Poi sono presenti le consuete bombe, l'arco, da potenziare, e l'immortale boomerang.Il fulcro dell'avventura è, oltre all'esplorazione di questo mondo incantato, la riuscita di alcune imprese: i doungen. Questi luoghi bui e pericolosi sono i custodi degli elementi che abbiamo il compito di raccogliere per portare a termine l'impresa. Purtroppo, al contrario dei capitoli precedenti, non sono in un numero elevato, come era successo con Ocarina of Time o, il declamato, e forse più vicino, A link to the past. Sono abbastanza semplici da portare a termine, soprattutto per i veterani che già conoscono come più o meno i programmatori strutturano le cave. Per aiutare comunque i principianti (ma non pecchiamo di presunzione, quindi diciamo "e non solo") sono presenti mappe, bussole e altri piccole guide per giungere al boss del doungen, anch'esso non così difficoltoso come potrebbe sembrare ad una prima occhiata. La semplicità del titolo è solitamente strettamente correlata con la sua longevità. Per quanto possano esserci molti i compiti da portare a termine in un videogioco, quanto più esso è semplice tanto meno ci si impiega a finirlo. Ed ecco appunto una delle pochissime pecche di Minish Cap, l'eccessiva semplicità, soprattutto per gli esperti. Se alcuni punti possono sembrare abbastanza difficoltosi, ci si rende conto che la soluzione dell'enigma è più semplice di quanto sembri, merito o meno anche ai programmatori che hanno voluto creare, tenendo fede alla "linea editoriale" classica, uno Zelda molto intuitivo. Appunto per questo la giocabilità è veramente alta, una delle più belle esperienze apparse su Gameboy Advance. Si riesce a prendere immediatamente dimestichezza con i controlli, e malgrado si utilizzino principalmente i soli tasti A e B, le azioni che possono compiersi sono numerose e facilissime da imparare.

    Come in una delle più belle fiabe

    Ma la vera novità qual è? Cosa rende questo Minish Cap degno di avere il prefisso The legend of Zelda? Beh, ovviamente il Minish Cap! Verde, ricorda un volatile degli arcipelaghi equatoriali, dal becco lungo e ricurvo. Ha una forma allungata ma calza perfettamente sul capo del piccolo Link. Questo particolarissimo copricapo è dotato di una parlantina abbastanza aguzza e cinica, di una loquacità che molte volte può apparire snervante alle orecchie dei diretti ascoltatori, ma che può tramutarsi in gioia per i videogiocatori che stanno davanti allo schermo e non dietro, che possono captare tutta una serie di consigli dalle sue parole. Ma non pensiate che il dialogo sia l'aspetto principale. Piuttosto lo definirei "la punta dell'iceberg". Sotto c'è un mondo tutto nuovo, e non sono parole a caso. Come nelle più belle fiabe mai raccontate, Egeyo (questo il nome del copricapo Minish) ha il potere, attraverso determinati portali sparsi in giro per il mondo di Hyrule, di ridurre in maniera drastica le nostre dimensioni fisiche. Saltando su particolari elementi dello scenario, quali tronchi tagliati e vasi in terracotta decorati per l'occasione, tramite la pressione del tasto R, verremo accerchiati da alcuni simboli, che richiamano molto l'antico linguaggio Hylian, e che potrebbero essere una sorta di formula magica che tramuterà il già piccolo Link in un omettino alto non più di qualche millimetro. Non vi preoccupate delle dimensioni su schermo: i pochissimi pixel con cui verrà visualizzato basteranno per una corretta visione, aiutata comunque da un fumetto con il viso dell'eroe, pronto a seguirlo per tutto il tragitto che dovrà compiere. Questa caratteristica diverrà parte attiva e principale dell'avventura. E' stato creato un perfetto mix tra mondo normale e mondo in miniatura, dove Link può destreggiarsi tra le due realtà, diventando ambasciatore appunto tra il mondo degli umani ed il mondo dei Minish. I posti da visitare sono davvero moltissimi, ma bisogna stare attenti ogni volta perché non potremo andare dove vogliamo, ma, seguendo la logica, alcuni ostacoli appaiono davvero insormontabili per un minuscolo ometto, anche se destinato a diventare eroe. Perciò alte sterpaglie, pietre, pozzanghere ecc. sono tutti impedimenti che, almeno all'inizio, sono insuperabili. Vi sono sezioni comunque in cui visivamente tornerete, almeno in apparenza, alle dimensioni normali. Soprattutto quando entrerete negli abitacoli degli gnomi dal lungo cappello a punto e dalle guance color porpora, o in alcuni doungen, ritroverete il Link di sempre, solo che sarà alle prese con elementi ed oggetti che, alle dimensioni normali, non creerebbero di certo problemi. Vi sentirete un po' come nella fiaba "Il gigante e il fagiolo magico" ( i riferimenti a questa bella storia sono tanti, ve ne accorgerete), vi sentirete minuscoli e quasi indifesi messi di fronte ad un gatto, un libro, un paio di scarpe o un semplice nemico che, a dimensioni reali, fatichereste poco a sconfiggere. Un'idea speciale questa, che amplia gli orizzonti della serie apportando nuovi personaggi ed ambientazioni, ma che soprattutto sostituisce la netta divisione a metà gioco che vi era ai tempi di A link to the past tra il Light World ed il Dark World.

    E' un bambino, e non ha per niente paura!

    In molti si domandavano perché Nintendo, pochi anni fa, presentò Wind Waker con una grafica in stile cartone animato. Che cosa portò i produttori ad un simile cambiamento nello stile visivo, così brusco visti i precedenti (Ocarina of Time e Majora's Mask) ma così straordinariamente affascinante? Beh, immagino che la risposta sia piuttosto semplice. A parte sorprendere i giocatori di tutto il mondo (sia in positivo che in negativo), il protagonista è essenzialmente un bambino, un bambino che certo non vede il vero colore del male, ma prende la sua avventura come un gioco, dove le pedine sono creature bizzarre ed immaginarie, dove tutto è immerso in una tavolozza di tinte cromatiche brillanti e splendenti, dove anche il nero non è nero, ma un blu sfavillante.Così anche con questo Minish Cap. Il Link ha meno di dieci anni ed infatti quel che ci si presenta è un mondo magico e fantastico, coloratissimo ed energetico. Il personaggio principale è animato molto bene, e con un buonissimo dettaglio. Noterete persino la tunica verde muoversi al vento, e in alcuni momenti vi domanderete: ma ad Hyrule portano le mutandine i bambini? Anche il capello Minish è realizzato splendidamente, così come tutto il resto in fondo. Le ambientazioni sono abbastanza dettagliate e ricche di piccoli particolari. Il sublime lo si raggiunge nel momento in cui entreremo in contatto con "l'altro" mondo sotterraneo, dove vedremo gli oggetti quotidiani ingigantirsi. Le ombreggiature sono fantastiche ed il livello di colori su schermo sembra salire. Anche i locali interni sono ben realizzati, ma forse un po' stereotipati prendendo i precedenti modelli quali Link's Awakening.Nota positiva anche per le musiche, dove le melodie sacre della serie vengono completate con delle nuove, ricche d'atmosfera e in alcuni tratti "grandiose". Lo Zelda Theme è stato migliorato, e sarà piacevole ascoltarlo nuovamente essendo una di quelle musiche che, come il tema di Super Mario Bros, è ormai entrato nel mito. Gli effetti sonori sono abbastanza curati, benché non brillino certo come il resto del comparto tecnico. La voce di Link è sempre quella di Ocarina of Time, con i suoi urli e mugugni. Ma nel complesso è tutto ben calibrato, e musiche, effetti e grafica si completano a vicenda.

    L'altra metà della mela

    E come in ogni The Legend of che si rispetti, anche in questo caso vi sono molte cosucce che potrete fare staccandovi dall'avventura principale ed andando a frugare in ogni angolo del mondo, in ogni casa, in ogni buco. Ritroverete come sempre i vecchi e cari quarti di cuore per aumentare l'energia vita, ed in più sono state aggiunte alcune sottomissioni abbastanza particolari. Prima fra tutte la ricerca dei frammenti di gioia. Sparsi per tutta Hyrule troverete molto spesso alcuni medaglioni spezzati in metà che vi serviranno per scoprire alcuni piccoli e grandi segreti. Si narra che, trovando la persona che possiede l'altra metà, ed unendo i due frammenti, un'ondata di fortuna e di gioia vi travolgerà. Lascio a voi il gusto di scoprire cosa accadrà con questa unione.Oltre ai suddetti frammenti, vi saranno anche particolari conchiglie con cui giocare ad una speciale lotteria. Chi avrà giocato a Wind Waker ricorderà certamente il mastro scultore che deliziava la nostra vista con delle splendide sculture. Lo ritroveremo anche in questo gioco dove potremo vincere le sue belle sculture, che all'incirca sono centotrenta.

    The Legend of Zelda: The Minish Cap The Legend of Zelda: The Minish CapVersione Analizzata Gameboy AdvanceQuesto, come penso avrete già capito dalla mia analisi, è un forte gioco che consiglio caldamente a tutti i possessori di GameBoy Advance, e non solo. Per chi non lo possedesse ancora è nei negozi una speciale versione creata per l'occasione, dorata e con il simbolo della triforza. Uno dei migliori titoli per la piccola console, che fa del piccolo la sua maestosità, gettando le basi per futuri cambiamenti nella serie. Tra poco uscirà per GameCube Four Swords, e questa potrebbe essere l'occasione per conoscere e capire com'è nata la Quadrispada che permette al nostro piccolo giovane eroe di moltiplicarsi in quattro.

    9

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