Recensione The Park

Dagli autori di The Longest Journey e The Secret World, arriva su PC una nuova avventura horror ambientata in un parco di divertimenti stregato, popolato da strane e malefiche creature.

Recensione The Park
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • In molti ricorderanno la sequenza terribile e ossessionante di Heavy Rain in cui il protagonista Ethan perde il proprio figlio in un affollato centro commerciale. Magistralmente raccontata, quella scena veicolava un senso di angoscia profonda, riuscendo nell'impresa di far provare all'untente il puro terrore di un genitore in preda al panico. The Park non solo è un'innovativa avventura horror sviluppata dai creatori di The Secret World e The Longest Journey, ma è un'esperienza capace di replicare quelle stesse sensazioni.

    Giostre e sangue

    Lorraine e Callum, madre e figlio, si apprestano a passare una giornata spensierata, saltando di giostra in giostra nell'allegro Atlantic Island Park: un parco a tema che alcuni ricorderanno appartenere al mondo tormentato di The Secret World. L'ambientazione non esita a mostrarci la sua vera natura fin dai primissimi minuti, quando di fronte ai nostri occhi l'intera realtà si corrompe, divorata da un male che pervade improvvisamente il telaio di ogni singola attrazione presente. Il tempo di realizzare cosa stia accadendo e già la situazione ci sfugge di mano, con il piccolo Callum che inizia ad allontanarsi sempre di più, quasi inconsapevole degli invisibili pericoli in agguato. L'obiettivo diventa subito quello di recuperare il figlio, muovendosi in questo contesto terribilmente inquietante, spaesati anche se non inermi: il gioco ci permette di orientarci gridando il nome di Callum, come se fosse un richiamo che funziona anche da guida. Facendolo, infatti, capiremo in quale direzione procedere nella mappa di gioco, e scopriremo quali oggetti siano degni delle nostre attenzioni. Un'idea riuscita e interessante, soprattutto perché si intreccia con un sistema di voci dinamiche che si adattano al contesto e al livello di ansia che Lorraine prova in quell'istante: all'inizio del gioco saremo leggermente preoccupati, ma andando avanti arriveremo addirittura alla disperazione, trasmessa dalla voce rotta e inquieta della protagonista. Le interazioni con l'ambiente avvengono generalmente con pochi oggetti significativi che racconteranno più nel dettaglio il rapporto madre-figlio, sicuramente non comune e misterioso, e ovviamente non mancano i molteplici giri sulle giostre. Il parco è infatti costellato di svariate attrazioni su cui poter salire e passare del tempo tra terrore e ricordi, ed è forse questa la parte più riuscita dell'intera produzione. Montare a bordo di una montagna russa o di una ruota panoramica, grazie anche alla visuale in soggettiva, riesce a far rivivere nel giocatore le stesse sensazioni di una vera giornata al Luna Park, con la differenza che in questo caso ogni giro si trasforma in un vero e proprio incubo. Sorvoleremo su ulteriori dettagli per evitare di rovinare la sorpresa: essendo l'esperienza di gioco molto condensata, di circa un'ora e mezzo, sarebbe quasi delittuoso insistere con le anticipazioni. Vi assicuriamo però che il terribile Booogeyman, lo spirito maligno che infesta il parco, vi farà passare lunghissimi momenti di angoscia e, seppur raramente, vi farà fare qualche salto sulla sedia. È importante infatti segnalare che non ci troviamo di fronte alla solita esperienza horror basata solo su "jumpscares" inevitabili, bensì ad titolo più ragionato, che costruisce la paura a un livello viscerale, facendola maturare e, solo alla fine, decidendo se farla esplodere o meno. Qui la tensione non cala mai per tutto il corso dell'avventura, ma anzi cresce progressivamente man mano che si passa da una giostra all'altra, sfruttando dinamiche che alle volte ricordano l'horror cinematografico di matrice giapponese. Un'impresa non semplice, anche alla luce dell'assenza del Game Over, che in qualche modo avrebbe indotto il giocatore a temere per la propria incolumità e a lottare per la vita. The Park va considerato quindi come un film interattivo, in cui c'è parziale libertà di scelta, ma che alla fin fine incoraggia a seguire un percorso stabilito dagli sviluppatori, il quale permette sicuramente di godere di un'esperienza lineare ma coinvolgente. Purtroppo, pur tenendo conto della lavorazione del titolo che ha coinvolto principalmente 3 sviluppatori per circa 6 mesi, non tutti gli aspetti del lavoro di Funcom ci hanno convinti appieno: il titolo presenta lacune sia sul fronte del gameplay sia su quello narrativo.

    C'è innanzitutto da dire che l'intera ambientazione, come accennato in apertura, fa riferimento al mondo di The Secret World ed è innegabile che chi non abbia avuto modo di giocare al suddetto MMORPG sicuramente godrà in misura inferiore dei mille riferimenti che si nascondono in questo prodotto. Anche il modo con cui la trama ci viene raccontata presenta alti e bassi, con i nuclei principali narrati attraverso i pensieri di Lorraine, ma con gli elementi di contorno che vanno dedotti da documenti di vario tipo reperibili in giro e non sempre interessanti da leggere. Più in generale c'è da aggiungere che la prima metà del titolo riesce a mantenersi avvincente e spingere il giocatore alla ricerca della verità su questo posto, ma tutto si perde poi quasi completamente fino ad arrivare a un finale davvero frettoloso che nullifica buona parte del lavoro operato dal team. Sul fronte del gameplay c'è invece da rilevare quanto povera in fin dei conti sia l'intera esperienza. La stessa voce utilizzata come "arma", vero spunto innovativo della produzione, passa poi in secondo piano quando si comprende che in realtà ha funzione più estetica che non pratica, diventando un sussidio alla narrazione facilmente trascurabile. L'aggiunta di qualche sezione ad enigmi, seppur basilare, avrebbe sicuramente contribuito a rendere il giocatore più partecipe.

    Unreal Park

    Non va comunque dimenticato che The Park è un titolo che nasce da un'esigenza particolare da parte di Funcom che, come già detto in un'intervista, ha avviato tale progetto per poter prendere dimestichezza con l'ultima incarnazione dell'Unreal Engine. Da questo punto di vista il titolo può dichiararsi un successo, poiché la resa finale di ambienti e personaggi è globalmente più che buona e lo è in misura ancora maggiore considerandolo come un primo lavoro. La modellazione è precisa, le texture dettagliate e gli effetti in post-produzione, seppure a tratti un po' pesanti, contribuiscono a donare al titolo un aspetto onirico che rende ancor più affascinante la distinzione tra sogno e realtà. Anche sul piano artistico The Park si dimostra ispirato nonostante ci presenti un ambiente così conosciuto come quello di un parco di divertimenti.

    Ogni attrazione è ricostruita nei minimi dettagli e ciò diventa un elemento tangibile nel momento in cui si decide di salire a bordo per farsi un giro e scoprire che cosa si sono inventati gli sviluppatori di volta in volta. Interessante anche il modo con cui viene veicolato il senso del passare del tempo, in relazione alla corruzione degli ambienti che attraversiamo durante le ultime fasi di gioco: una sezione che difficilmente riusciremo a dimenticare e che siamo sicuri colpirà anche voi. Buono anche il doppiaggio, con un'interpretazione convincente di Lorraine che è protagonista assoluta dell'intera avventura, e di cui sentiremo i pensieri man mano che la realtà si disgregherà di fronte ai suoi occhi. A tal proposito ricordiamo che l'intera avventura è disponibile solo in lingua inglese.

    The Park The ParkVersione Analizzata PCThe Park è un progetto interessante e nel complesso riuscito, ma che soffre principalmente a causa di una componente narrativa non sempre all’altezza e di una linearità esageratamente marcata del gameplay. Per un gioco che offre poco più di una camminata all’interno di un parco degli orrori, perdere quota sulla trama a partire dalla seconda metà dell’avventura è un neo che non ci saremmo aspettati e che potrebbe indispettire più di un giocatore. Nonostante questo ci siamo trovati di fronte a un titolo che ha saputo regalarci dei momenti intensi, coinvolgendoci giostra dopo giostra alla ricerca di un figlio in fuga che rappresenta tutto per noi e allo stesso tempo sembra nascondere qualcosa di oscuro che ci sfugge. Se l’idea di un’interazione ridotta all’osso non vi impensierisce potreste voler dare una chance a questo originale titolo di Funcom, un gioco che ci cala in un ruolo diverso dal solito e, a modo suo, lo fa in maniera semplice ma convincente.

    6.5

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