Recensione The Partners

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Recensione The Partners
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  • Pc
  • THE PARTNERS

    The Partners, realizzato da Monte Cristo Games e distribuito da Microids, è un'atipica “simulazione” ambientata nel mondo degli studi legali americani, filtrati attraverso una certa ottica televisiva. Il gioco è parzialmente localizzato in Italiano - il testo a schermo è nella lingua di Dante, le voci in Inglese.

    I've been down this road, walkin' the line that's paint

    Non molto tempo fa, a proposito di Ski Park Manager avevo fatto notare che ormai s'era visto praticamente tutto nel campo delle simulazioni: Monte Cristo è riuscita a prendermi in contropiede realizzando il “simulatore di Ally McBeal”; per chi non la conoscesse, la popolare serie televisiva americana ruota intorno al personaggio di un'avvocatessa in carriera e dello studio legale di Boston per cui lavora, popolato da personaggi nevrotici e a dir poco “coloriti”; i realizzatori però non hanno la licenza ufficiale e quindi scordiamoci di vedere in azione Ally, Biscottino, Fish & Co.

    Il gioco si svolge in prospettiva 3D vista dall'alto, con possibilità di scrollare, ruotare e zoomare sull'azione. Il sistema di controllo è ripreso dagli RTS più recenti, e si gioca tramite mouse. In basso a sinistra c'è un comodo menu a icone che permette di richiamare informazioni di gioco, le schermate di acquisto oggetti e assegnazione cause, e le opzioni e gli obiettivi di gioco. Questi ultimi sono abbastanza semplici: mantenere alto il prestigio dello studio legale, far fare “conoscenza” ad un paio di soci senza che il capo se ne accorga, evitare che il titolare dello studio si dia da fare con la stagista di turno e dia alla moglie una buona ragione per chiedere il divorzio... Questo genere di cose, insomma. Per raggiungere gli obiettivi di cui sopra, aspettatevi di fare shopping - di mobili, s'intende: occorrono dei particolari mobili (scrivanie, tavoli, eccetera) per permettere ai vostri avvocati in carriere di svolgere determinati compiti lavorativi e non, e parte del gioco ruota attorno alla scelta del mobile giusto, che sarà poi rivenduto una volta esaurito il suo scopo. Nel frattempo occorre tenere sotto controllo i vostri avvocati per evitare che si caccino nei guai o che vadano a scoprire affari che dovrebbero restare riservati: fortunatamente è possibile agganciare una telecamera alle loro spalle e seguire i loro movimenti in un riquadro a parte.

    Obiezione, Vostro Onore!

    Il sistema giudiziario americano è protagonista più o meno principale di una grande quantità di un gran numero di fiction cinematografiche e televisive, grazie ad un impianto legale che trasforma le aule giudiziarie in una specie di palcoscenico ad alta tensione. Purtroppo questo elemento è del tutto assente in The Partners, e i risultati dei processi arrivano sotto forma di sterile comunicato: non è che ci aspettassimo dibattiti alla John Grisham ma un minimo di lavoro d'avvocatura vero non sarebbe stato male. The Partners usa l'ambiente legale solo come sfondo, potrebbe benissimo essere ambientato in un ospedale, in un supermercato o in un liceo e persino negli uffici di una rivista di videogiochi; gli obiettivi sono, alla lunga, tediosi e il senso dell'umorismo forzato se non assente. Non esistono dialoghi - siamo a livello più o meno di The Sims dove le “conversazioni” si fanno a colpi di simboli che levitano come fumetti sulle teste dei personaggi. Non c'è neppure gran varietà nelle possibilità d'azione e il fatto che The Partners non si prenda sul serio non migliora la situazione.

    Gli studi legali a disposizione del giocatore sono tre, ognuno con i suoi personaggi e le sue idiosincrasie, ma siamo lontani dall'umorismo paradossale di Ally McBeal cui il gioco è ispirato. Speriamo che a nessuno ora venga in mente di simulare Sex and the City.

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