Recensione Tiger Woods PGA TOUR 11 per Xbox 360

Il ritorno della Tigre

Recensione Tiger Woods PGA TOUR 11 per Xbox 360
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • iPhone
  • Come abbiamo detto più volte con l’estate è iniziato anche il nuovo ciclo sportivo di Electronic Arts, che ci accompagnerà, mese dopo mese, sino all’uscita -questo Ottobre- di FIFA 11.
    Luglio, in particolare, è il mese di Tiger Woods, simulazione golfistica che da anni fa sognare e disperare contemporaneamente i golfisti di tutto il mondo; quest’anno il titolo promette alcune nuove meccaniche di tiro ed una progressione più approfondita per l’avatar ad affiancare l’oramai solidissima struttura di gioco.
    Tiger Woods PGA Tour 11 è disponibile per Xbox 360, Playstation 3 e Wii a partire dal 2 Luglio.

    Il vecchio e il nuovo

    Per quanto riguarda le modalità di gioco Tiger Woods PGA Tour 11 non presenta molte novità, riproponendo le canoniche scelte in chiave quick play (stroke play, match play, 3-ball, T-I-G-E-R..) affiancate alla solita carriera, suddivisa in tour stagionale con tanto di ranking per la FedEX Cup e Skill Challenge dove mettere alla prova le varie abilità del nostro avatar.
    Quest’ultimo ha subito alcune piccole modifiche: una classificazione delle sfide a seconda del parametro sul quale si baseranno ed una minima semplificazione generale, che ha portato, ad esempio, ad eliminare la riproposizione dei classici tiri impossibili (Tiger in un colpo da sopra una ninfea, Rocco Mediate sul green dal fairway con tre rimbalzi sull’acqua...) e delle estenuanti sfide a tre sulle 19 buche.
    Accanto a questi inevitabili ritorni di fiamma è stata aggiunta la Ryder Cup, famosissima manifestazione golfistica che vede l’emozionante confronto a squadre (2 vs. 2) tra professionisti statunitensi ed europei.
    Le novità riguardano però, per la maggior parte, il gameplay che, sin dal primo approccio, risulta leggermente più ostico rispetto al precedente capitolo; sebbene la configurazione di tasti non sia cambiata e nemmeno le meccaniche (ancora forti dello swing stick), si avverte maggiormente -soprattutto agli inizi e soprattutto nel drive- la sensibilità dello stick, che non ammette, come in passato, nemmeno le più piccole imprecisioni nel movimento rettilineo dal basso verso l’alto dell’analogico sinistro.
    Maggior influenza, quest’anno, anche per quel che concerne gli effetti del vento, soprattutto sui tiri con parabola più alta, e le pendenze del campo che, in particolare con palla in bunker, paiono addirittura esagerati e -di tanto in tanto- casuali al punto di non riuscire a capire come tirare.
    Quest’approccio maggiormente severo va a braccetto con una nuova modalità di navigazione sul percorso, ribattezzata True Aim e votata interamente alla simulazione.
    Attivandone tale funzione (disabilitata di default) vedremo sparire quasi tutti gli aiuti grafici (traiettoria ideale, indicazione circolare del punto di battuta della palla e così via) e dovremo contare solamente sulla nostra conoscenza del campo.
    Ad ogni colpo ci verrà infatti mostrata soltanto una freccia in lontananza che indicherà -approssimativamente- la direzione del colpo; starà a noi, con la visuale dietro la spalla o sfruttando lo zoom verso il “bersaglio”, capire dove e come tirare.
    Una mano, da questo punto di vista, ci verrà data dal sistema GPS attivato zoomando verso il punto d’atterraggio desiderato per la pallina: ci verranno fornite istantaneamente le distanze di alcuni punti chiave del campo, le pendenze più importanti ed altre utili informazioni, proprio come se avessimo il proverbiale blocchetto d’appunti sottomano.
    Dalla visuale zoom, a differenza degli anni passati, sarà possibile navigare lungo l’intero campo da gioco senza modificare potenza ed angolazione del tiro, osservando dunque ogni punto di riferimento e studiando persino le pendenze del green (qualora avessimo deciso di mantenere attiva la griglia sullo stesso).
    Nonostante tutta questa serie di indicazioni, dunque, il tiro andrà deciso nella visuale dietro la spalla, modificando traiettoria, punto in cui colpire la palla e potenza senza la certezza delle copiose indicazioni a schermo; una vera e propria manna dal cielo per chi voglia immergersi completamente nel campo, studiando ogni colpo senza alcuna fretta.
    Electronic Arts, naturalmente, non si è dimenticata dei giocatori meno esperti, dotando anche la parte più “arcade” del titolo di alcune succulente novità.
    Le “abilità speciali” (boost, spin, putt preview) hanno ora una nuova introduzione: l’accuracy boost, che consente di restringere il circolo di mira per ciascun colpo, in maniera da visualizzarne l’esatto punto di battuta sul campo.
    A differenza dei precedenti episodi della serie l’utilizzo di queste tecniche dovrà essere piuttosto parsimonioso, in quanto strettamente legate ad una barra che andrà rapidamente esaurendosi non semplicemente utilizzando l’”aiutino” ma anche a seconda della quantità d’aiuto utilizzata (più spin apporteremo in volo più barra consumeremo, ad esempio).
    I più pigri non dovranno comunque preoccuparsi: basterà qualche colpo senza l’ausilio di boost, spin & Co. per rifocillare quasi completamente la barra e riprendere l’arcade golfing a molti tanto caro.
    Questo sistema apre senz’altro un mondo di possibilità decisamente ampio, consentendo ad esempio a chi fosse debole in potenza piuttosto che in precisione di sfruttare soltanto il boost per i suoi colpi e via discorrendo; a conti fatti, però, questo sistema consente dal giocatore medio-basso in su di sfruttare l’intera barra sul green per visualizzare anche cinque putt-preview di seguito e correggere agevolmente la traiettoria.
    La nostra prova ha chiaramente dimostrato come, a differenza dei predecessori che ne permettevano soltanto due, in questo capitolo sia estremamente facile effettuare putt da distanze a dir poco irreali con una facilità disarmante.
    Il gioco, coadiuvato da tutti questi aiuti, soffre quindi di una mancanza di sfida davvero preoccupante (l’unico problema, sostanzialmente, è arrivare in un punto qualsiasi del green o dell’avan-green con meno colpi possibile) a cui è possibile porre rimedio, almeno dal nostro punto di vista, con l’ottimo True Aim.
    Ecco perchè, spostando il discorso sul gioco online (le cui modalità sono rimaste invariate), risulta a dir poco vergognoso non aver inserito la possibilità di creare partite (libere o classificate che siano) in grado di sfruttare questo sistema, rimasto dunque prerogativa esclusiva dei Live Tournaments, i tornei affrontati online in solitaria.

    Expa che ti passa

    Tra tutte le revisioni previste in Tiger Woods PGA Tour 11 la più consistente riguarda sicuramente il sistema di crescita del proprio alter-ego digitale, approfondito in maniera sostanziale.
    Dopo aver creato il proprio sosia virtuale (pratica resa possibile dal perfetto e completo editor in combinazione al photogameface) ci ritroveremo di fronte ad una schermata suddivisa in schede: Potenza, Precisione, Controllo e Gioco sul green.
    Ognuna di queste sezioni prevede dalle due alle quattro voci da potenziare spendendo i punti esperienza, chiave dell’intero sistema di crescita dell’avatar: per quel che riguarda la Potenza, ad esempio, potremo aumentare la velocità dello swing così come per la precisione diminuire la sensibilità dello stick in maniera da evitare errori dovuti al movimento non perfettamente rettilineo.
    Molto più interessante la “Lettura del green”, aumentando la quale la proverbiale griglia si farà sempre più fitta permettendoci di osservare ogni pendenza con una certa precisione.
    Il sistema è studiato però anche in maniera tale da non poter massimizzare ogni parametro creando una sorta di cyborg, in quanto, aumentando oltre l’80% uno dei parametri, gli altri della stessa scheda verranno gradualmente limitati.
    In soccorso, a questo punto, viene il Pro Shop che consentirà di superare, sebbene non del tutto, anche questa barriera proponendo vestiario in grado di aumentare sino al 19% un singolo parametro; spariti, invece, i completi speciali che permettevano di massimizzare l’intero comparto abilità, sostituiti da altrettanti che consentono il raggiungimento del 100% solo in una sezione.
    Questo meccanismo molto complesso si rivela tanto ingegnoso quanto -parzialmente- fallimentare: ingegnoso poichè costringe, come detto, a fare delle scelte favorendo aspetti del gioco in cui si è potenzialmente più deboli; fallimentare (ma solo in parte) poichè, a conti fatti, forza una serie di abbinamenti estetici e cromatici per quel che riguarda il vestiario, essendo ogni capo strettamente legato massimo a due parametri.
    Non è più possibile, dunque, vestire come più ci aggrada il nostro beniamino senza stravolgerne le qualità sul campo.
    Come detto in apertura tutto il sistema si basa sui punti esperienza (e non sulla pratica e sul bonus/malus come accadeva sino allo scorso anno), compreso l’acquisto degli oggetti al Pro Shop, che richiedono anche un certo livello di abilità (acquisibile accumulando EXP) per essere sbloccati.
    Anche in questo caso l’equilibrio tra positività e negatività della scelta è piuttosto delicato: per quanto sia vero, infatti, che tale sistema garantisca una longevità sicuramente superiore ai precedenti episodi (per acquisire punti a sufficienza ci vuole tantissimo tempo) ed “obblighi” ad esplorare a fondo tutte le modalità compreso l’odiato Skill Challenge, è altrettanto vero che la quantità d’esperienza richiesta per gli oggetti più importanti (25.000 punti) o per completare le schede abilità e sbloccare tutti gli oggetti (oltre 500.000 punti) è davvero eccessiva considerando che una buca ne può dare -trofei esclusi- al massimo 70.
    A questo proposito, non è dato sapere se volontariamente o meno, sono state sin dall’inizio trovate alcune “scorciatoie”: la prima consiste nello sfruttare l’opzione “Invita un amico a provare la demo” che garantisce 25 punti per ogni amico invitato a scaricare la demo di Tiger Woods 11 (qualora questo lo scaricasse ne verranno accreditati altri 75).
    La seconda, decisamente meno lecita, consiste nel portare a termine lo Skill Challenge (impresa non facilissima) e continuare poi a ripetere l’ultimissima sfida (una delle più facili e veloci, a volerla dire tutta): in questo modo, ogni volta, ci verranno assegnati 2500 punti per il completamento dello scenario ed altri 2500 per aver completato la modalità.

    Niente di nuovo sul fronte grafico

    Dal punto di vista tecnico Tiger Woods PGA Tour 11 si mantiene pressochè identico allo scorso anno, mostrando dunque modelli poligonali praticamente perfetti ed una riproduzione decisamente realistica dei vari percorsi realmente esistenti.
    Tornano, come i pregi, anche i difetti, ovvero la carenza di definizione in molte texture e la mancanza di elementi (e di definizione degli stessi) in alcuni circuiti che li fa apparire molto più spogli e meno dettagliati di quanto non siano in realtà.
    Alcune aggiunte davvero interessanti riguardano invece l’effettistica che fa da contorno alla produzione Electronic Arts: quest’anno, infatti, il dev team si è concentrato molto sulle condizioni atmosferiche rendendo la pioggia particolarmente credibile e animando tutti i capi indossati dai golfisti in balia del vento.
    Non possiamo non chiudere con un elogio per la sempre corposa quantità di circuiti professionistici presenti, a cui sono state aggiunte alcune novità: accanto a TPC Boston, TPC Sawgrass, Tunberry, Saint Andrews e molti altri troviamo quest’anno Celtic Manor, The Greenbrier, Liberty National, Wolf Creek (gradito ritorno da PGA tour 09) e molti altri ancora.

    Tiger Woods PGA TOUR 11 Tiger Woods PGA TOUR 11Versione Analizzata Xbox 360Tiger Woods PGA Tour 11, da anni la miglior simulazione di golf in circolazione (poichè anche l’unica), non dimostra di poter ancora assurgere a capolavoro assoluto come alcuni altri titoli sportivi (vedi NHL, ad esempio). Troppi chiaro-scuri si presentano infatti al giocatore, ad iniziare dall’ostico sistema di potenziamento dell’avatar fino ad arrivare all’incredulità nel non poter sfruttare le potenzialità dell’ottimo True Aim anche online come si desidererebbe. Gli sforzi del team hanno dunque prodotto un gran gioco che soffre forse della mancanza di concorrenza per ottenere le limature necessarie (nonchè un comparto tecnico curato al 100%) a diventare una perla immancabile.

    8

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