Recensione Tom Clancy's End War

La guerra non finisce mai

Recensione Tom Clancy's End War
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Disponibile per
  • DS
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Psp
  • Un Matrimonio Impossibile

    Nel corso degli anni le console hanno cannibalizzato molti generi ludici che, fino a poco tempo fa, consideravamo esclusiva dei PC. I primi sono stati i First Person Shooter, grazie soprattutto al lavoro di Bungie con Halo; poi, con l'arrivo dei dischi fissi, sono venuti i MMORPG e infine pare che anche le avventure grafiche stiano vivendo un'altra giovinezza grazie al controller Wii. Ma c'erano ancora dei giochi che resistevano all'assalto delle console. Gli strategici, con i loro complicatissimi menu contestuali e la necessità di muoversi velocemente da un capo all'altro del campo di battaglia erano il bastione del PC Gaming. Nonostante alcuni tentativi poco riusciti, infatti, nessuno sviluppatore è mai riuscito a trovare un modo definitivo per coniugare le costrizioni dei joypad (che mette a disposizione al massimo una decina di tasti) con la libertà concessa dal Mouse. Da Nintendo, fino a Westwood, tutte le grandi case hanno in un modo o nell'altro fallito nel cercare la quadratura del cerchio, tanto da relegare gli strategici su console in una nicchia di mercato davvero risicata che, fondamentalmente, vive di meri remake, più o meno interessanti. Va dunque applaudita la scelta di Ubisoft che, nello sviluppo di questo EndWar ha scelto di concentrarsi proprio su Xbox e Playstation, e soprattutto sul problema dell'interfaccia utente, arrivando a soluzioni per nulla banali.

    Made in China

    Ubisoft Shangai nasce nel 1996 come centro di beta testing e debugging per i giochi sviluppati in America ed Europa. Nel corso degli anni, complice il miracolo economico cinese, la sua importanza è cresciuta sempre di più ed ha partecipato allo sviluppo di alcuni giochi fondamentali della softeca di Ubisoft, da Brothers in Arms a Ghost Recon 2, fino al recentissimo Assassin's Creed. Tom Clancy's EndWar è il primo gioco ideato e sviluppato completamente a negli studi di Shangai.

    Perché la guerra è bella anche se fa male

    Sviluppato dai neonati studi Ubisoft di Shangai, e diretto da Michael de Plater (già dietro ai successi della serie Total War), EndWar si inserisce nella cronologia degli ultimi giochi del brand Tom Clancy, ambientandosi contemporaneamente alle vicende narrate in Ghost Recon e Splinter Cell. Come da tradizione, il gioco mescola elementi reali alla fantapolitica più spinta, costruendo una trama plausibile ma sempre avvincente, nonché terribilmente inquietante, dati i continui rimandi alle condizioni del mondo reale. In EndWar, infatti, siamo nel 2020, quatro anni dopo l'attacco nucleare che ha distrutto tutte le riserve petrolifere Arabe ed Iraniane, portando l'oro nero ben oltre gli 800 Dollari al Barile. Per fronteggiare le mutate condizioni socio - economiche, e per evitare lo scoppio di disordini che avrebbero portato ad una guerra globale, l'Unione Europea decide di autoriformarsi, diventando, a tutti gli effetti, una Federazione sul modello degli Stati Uniti, con un unico presidente ed una politica di difesa comune. La nascita dell'a Federazione Europea però non viene vista di buon occhio dalla Russia che, temendo di rimanere fuori dal giro delle "potenze che contano" rilancia il suo programma militare ed incorpora buona parte dell'est Europa. All'alba del terzo decennio del XXI secolo, dunque, il mondo appare dominato da tre grandi poli (U.S.A, Europa e Russia) che, mantenendo una precaria pace vigile, si spartiscono le risorse energetiche. Nel 2018 però l'America decide, unilateralmente, di avviare un progetto per la costruzione di una grande stazione spaziale, battezzata Freedom Star, che sarà occupata permanentemente da alcune divisioni militari in grado di intervenire entro poche ore in ogni regione del mondo. Le reazioni internazionali non si faranno attendere e, per protesta, la Federazione Europea decide di abbandonare la NATO, mentre la Russia minaccia azioni militari se la Freedom Star dovesse violare le sue zone di interesse strategico. Nonostante le proteste, però, il progetto americano va avanti fino al 2020 quando, poco prima del lancio dell'ultimo modulo della stazione, un gruppo terroristico attacca contemporaneamente il JFK Space Center in Florida, il porto di Copenaghen ed una stazione radio Russa. Ogni superpotenza accuserà le altre di aver finanziato gli attacchi, provocando così un'escalation di violenza che porterà in breve tempo alla guerra mondiale. In questo scenario pessimista ma plausibile saremo chiamati a guidare di volta in volta una delle tre fazioni prima in un prologo tutorial intitolato "Preludio alla guerra", e poi nella campagna militare vera e propria. Nell'introduzione affronteremo tre missioni con gli Europei, tre con i Russi e tre con gli Americani, in modo tale da fare la conoscenza con tutte le unità disponibili ed i vari pregi e difetti di ogni esercito; nella modalità principale, invece, sceglieremo quale nazione condurre e, naturalmente, la storia prenderà una piega diversa a seconda delle nostre preferenze. Il fattore rigiocabilità è, dunque, piuttosto alto, le tre campagne sono impegnative e solo giocandole a fondo riusciremo a capire tutti i sottesi della vicenda principale, senza poi contare che a volte potremo affrontare la stessa battaglia da due diversi punti di vista, approfondendo così la componente strategica e dandoci modo di sperimentare nuove tattiche.

    La guerra è finita, almeno per me

    Ubisoft, nel tracciare il gameplay di EndWar, ha fatto una scelta per certi versi in controtendenza rispetto alla concorrenza: laddove Westwood, Microsoft e Square propongono modelli di gioco sempre più complicati con centinaia di unità, schieramenti, edifici ed opzioni, de Plater ed i suoi hanno spinto invece verso la semplificazione, tornando, de facto, al modello del Risiko. Il giocatore infatti, dovrà solo preoccuparsi di gestire le truppe e richiedere rinforzi, sfruttando saggiamente i punti a sua disposizione, senza entrare direttamente nelle meccaniche di creazione delle unità. Il focus di EndWar, così, si sposta più sul versante tattico, ogni livello è perciò costruito come una grande arena in cui i due contendenti dispongono i loro "pezzi", e li fanno scontrare pianificando accuratamente ogni più piccolo movimento. Agiremo dunque come comandanti sul campo più che come generali, concentrandoci di volta in volta sul singolo teatro delle operazioni più che sull'andamento generale della campagna. L'inquadramento, per così dire "macro", ci arriverà dai telegiornali che vedremo durante i caricamenti, e dai dispacci del Comando Generale che i nostri luogotenenti ci leggeranno nel corso della battaglia. Tutte queste piccole chicche, unite alla perfetta caratterizzazione delle unità (dotate di un campionario che comprende oltre 9000 linee di dialogo) contribuiscono non poco a rendere EndWar estremamente avvincente. L'integrazione con il resto dei giochi della serie Tom Clancy fa il resto, durante il gioco incontreremo infatti molte vecchie conoscenze, da Sam Fisher a Scott Mitchell, fino ai membri della squadra Rainbow Six. Alcuni di loro appariranno come NPC, altri invece saranno utilizzabili direttamente all'interno dei nostri eserciti, come unità di supporto speciali (i Rainbow, per esempio sono ottimi cecchini e hanno dei bonus nel combattimento cittadino).Nel corso del gioco avremo a disposizione sette tipi fondamentali di unità: i fucilieri, paragonabili alla fanteria d'assalto, molto leggeri e veloci, anche se deboli contro i carri armati e contro gli elicotteri; i genieri, armati di lanciarazzi e necessari per riuscire a disarmare bombe e conquistare basi nemiche; i Carri Armati, pesanti e lenti ma dotati di una potenza di fuoco in grado di radere al suolo intere città; i Trasporti, dotati di armi leggere e pensati sostanzialmente per fornire fuoco di copertura alle unità di terra; l'artiglieria, immobile ma fondamentale negli assedi; gli elicotteri, molto utili in caso di attacchi combinati dal cielo e dalla terra e, infine, i veicoli di comando, delle vere e proprie basi semovienti, dotate di armi all'avanguardia e in grado di resistere da sole anche ad attacchi molto intensi. Ogni fazione, naturalmente, ha dei vantaggi e degli svantaggi nell'uso di ogni unità, i coscritti Russi, per esempio, sono molto forti nel combattimento di trincea e non si ritirano finché non glielo ordiniamo, gli Americani, invece, eccellono nell'uso dei mezzi pesanti, mentre gli Europei, forti della loro supremazia scientifica, sono l'unica fazione che può usare Armi Energetiche ed Informatiche. Sarà dunque necessario pesare bene le caratteristiche di ogni unità prima di richiedere i rinforzi, rischiando altrimenti di finire spazzati via in pochissimo tempo. Ogni truppa, inoltre, se sopravviverà alle missioni, continuerà a far parte della nostra compagnia, potremo così far salire di grado i soldati, dandogli nuovo equipaggiamento, oppure addirittura personalizzarne i nomi di battaglia e le attitudini tattiche. Insomma, con la dovuta pazienza potremo veramente creare il nostro esercito ideale, senza contare che questa caratteristica ci renderà molto difficoltoso dare ordini azzardati, per evitare di lasciare sul campo unità che avevamo cresciuto ed educato fin dagli inizi del gioco.

    Generale! Ci dica cosa fare

    Veniamo ora al vero cuore di EndWar, la caratteristica che avrebbe potuto segnarne il fallimento, così come il successo più pieno: la funzione di comando vocale. Presentata fin dagli inizi dello sviluppo come la piattaforma d'interazione definitiva per gli strategici, il sistema di riconoscimento vocale architettato da Ubisoft Shangai, incredibilmente, funziona quasi alla perfezione e permette anche un certo grado di libertà nell'impartire gli ordini. Il suo funzionamento si basa su un principio molto semplice: tenendo premuto un tasto particolare (RT su Xbox360, R2 su Playstation 3) dovremo nell'ordine, dire quale unità vogliamo far agire, cosa vogliamo che faccia, e dove vogliamo si diriga. Sostanzialmente risponderemo ogni volta alle domande "chi? cosa? e dove?", che stanno alla base di ogni discorso, in qualsiasi lingua del mondo. Detto così il sistema può apparire piuttosto macchinoso ma dopo l'ottimo tutorial riuscirete a maneggiarlo perfettamente, imparando tutte le varie opzioni disponibili che, in ogni caso, sono sempre richiamabili a schermo con una semplice pressione del D - Pad. C'è poco da fare, sbraitare ordini in un microfono, vedendo sul nostro schermo centinaia di soldatini che si scannano da una soddisfazione quasi morbosa e, senza dubbio, rappresenta la realizzazione dei sogni più segreti di tutti i generali da scrivania. Certo, giocare ad EndWar in presenza di altre persone può apparire ridicolo e per certi versi un po' fastidioso ma, nonostante sia possibile disattivare i comandi vocali e fare tutto tramite pad, ci sentiamo di consigliare l'opzione vocale a tutti. Non è però tutto rose e fiori, a volte, nei momenti più concitati capiterà che il sistema non riconosca i nostri comandi, oppure li interpreti male, ma è davvero molto difficile che ciò accada e, anzi, più di una volta si rimane stupiti dalla flessibilità della IA che riesce a captare anche gli ordini meno comprensibili.

    Tecnicamente EndWar è sfrutta l'ennesima variante dell'Unreal Engine 3, ma nonostante tutto si muova in maniera fluida ed impeccabile, non è esente da alcuni piccoli difetti, come un leggero pop - up delle texture e dei modelli poligonali nel complesso non troppo definiti, soprattutto per quanto riguarda gli elementi dello scenario. Il sonoro invece è quasi perfetto, a partire dall'ottimo doppiaggio italiano (che ormai è una costante nei titoli Ubisoft) che imita i vari accenti europeo, russo ed inglese senza mai finire nella caricatura. Il sonoro si compone di musiche dal taglio piuttosto epico, con fiati, trombe e un uso sperticato delle percussioni, che, entrando in crescendo quasi sempre nel momento migliore aggiungono ulteriore tensione alla battaglia in corso. Molto buoni anche i suoni ambientali e quelli dei mezzi, registrati durante vere esercitazioni militari.Sul versante Multiplayer, EndWar può veramente di diventare una droga. E' possibile, come in ogni strategico che si rispetti, creare la propria partita, scegliendo il luogo, le fazioni e quant'altro per poi giocare con i propri amici, ma è nella modalità "teatro di guerra" che il gioco diventa a rischio dipendenza. Dopo aver scelto la fazione, infatti, entreremo in un conflitto enorme, combattuto su centinaia di campi di battaglia diversi da moltissimi giocatori, proprio come in una guerra vera. Ogni nostra azione, dunque, sarà un ulteriore passo avanti (o indietro) verso la conquista del mondo e dovremo agire cooperando con gli altri utenti, per garantire la vittoria alla nostra coalizione. Se i giocatori continueranno ad esserci e la community che si sta creando non verrà meno con il passare del tempo, siamo sicuri che EndWar diventerà uno dei giochi più amati su internet, nonché uno dei più longevi.

    Tom Clancy's End War Tom Clancy's End WarVersione Analizzata Xbox 360EndWar è, semplicemente, uno strategico pensato e realizzato con in mente le console. Ed era ora, ci verrebbe da dire. Dalle meccaniche semplici ma profonde e dotato di un innovativo sistema di riconoscimento vocale per una volta funzionante, il primo gioco di Ubisoft Shangai setta un nuovo standard per il suo genere e pone le fondamenta per la prossima generazione dei giochi di strategia. Alcune caratteristiche sono ancora da limare, come la grafica, non troppo curata, o la ripetitività di certe missioni; ma un comparto Online da urlo, soprattutto nella modalità “teatro di guerra”, unito ad un gameplay facile da padroneggiare, gli garantiscono un posto d’onore nel panorama videoludico odierno.

    7.5

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