Recensione Torino 2006 - Official Video Game

Medaglia di Legno per Take 2

Recensione Torino 2006 - Official Video Game
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Disponibile per
  • PS2
  • Xbox
  • Pc
  • Con fortuna e gloria delle generazioni passate, è giusto fare i conti anche ai giorni nostri. Certe tradizioni non possono essere ignorate pienamente, nel nome di un'innovazione totale. Anche perchè, se è vero anche in arte ludica che "nihil dictum quid prius dictum" ("Niente può esser detto, che già non sia stato detto"), i sopravvissuti dei generi più antichi, selezionati dallo spietato evolversi dei tempi, tali saranno proprio in virtù di caratteristiche dominanti rispetto alla massa dei decaduti.
    Mettendo da parte le teorie evolutive, il caso che ha scatenato la questione di cui sopra è quello di Torino 2006, ovviamente nella sua veste digitale. Il titolo pubblicato da 2K Sports sembra difatti dimenticarsi completamente dell'eredità che Track & Field ha lasciato al videogioco moderno. Ed è inutile lodare la verve restauratrice di un genere, perchè tale verve è in effetti del tutto assente. Piuttosto, Torino 2006 - Gioco Ufficiale dei XX Giochi Olimpici Invernali, compie una precisa opera di distruzione, metodica, intaccando non solo i caratteri fondamentali di un'impostazione ludica, ma anche l'etica del mercato.
    Con ordine. Dimenticate l'adrenalina, l'emozione, la continua ricerca del proprio miglioramento. Dimenticate la fatica. In una parola, dimenticate lo Sport. Torino 2006 non è affatto un titolo sportivo, piuttosto una piacevole sequenza di immagini gestite più o meno direttamente dal giocatore. In effetti, il pregio della serie summenzionata (Track & Field, Konami), è stato non tanto quello di riuscire a creare un sistema di gioco verosimile e che avesse per oggetto l'effettiva disposizione motoria delle gare olimpiche, piuttosto quello di riproporre il concetto che trascende ad ogni competizione, trasferendo gli elementi fondamentali del gioco sportivo nelle poche disposizioni del gioco televisivo. Pressione spasmodica e ritmata sono al giorno d'oggi alcune delle più abusate metodologie di gioco, eppure in Track & Field esse risultavano pienamente funzionali, alla stanchezza degli arti, all'idea di slancio unico e forzato, a quella di resistenza. E, nel contempo, esse erano incastonate in un contesto grafico-strutturale di prim'ordine, che invogliava il giocatore, attraverso un'impeccabile caratterizzazione dell'ambito sportivo, a proseguire verso la conquista di risultati sempre migliori. Torino 2006 si dimentica di tutto questo, propone "una più ragionata gestione dell'evento singolo", un "approccio tattico" alla gara. Un approccio decisamente soporifero, che vedrà il giocatore direzionare sciatori e slittini, porre attenzione alla fatica degli atleti, attendere con pazienza innaturale il prossimo step di una sequenza (di tasti) tremendamente insipida e lenta. Non c'è niente di nuovo in Torino 2006, e quello che c'è di vecchio (perchè ignorare l'eredità del genere e trarre da quella di altri comparti stagni della produzione videoludica, in ogni modo può esser chiamato fuorchè "innovazione") è mal implementato. E, per altro, del tutto estraneo allo stile degli eventi olimpici: nessuna sequenza animata se non quella di presentazione degli stadi invernali e delle piste, a testimoniare il vostro risultato su di un podio virtuale, nessun riconoscimento eterno in classifiche interne, nessun record mondiale da superare. C'è poco da argomentare: l'incompetenza degli sviluppatori è palesata in quasi ogni aspetto del gioco, e sembra che il team di sviluppo abbia una sorta di intrinseca repulsione per lo sport o per l'atmosfera delle olimpiadi (nonostante quello che si possa dire, un gioco è anche e sopratutto "atmosfera"). Lo si nota anche nella scarsa lista di competizioni che Torino 2006 propone: le 15 possibilità sventolate nel retrocopertina sono in realtà variazioni su tema di 8 concetti basilari, davvero troppo pochi perche il titolo possa risultare una carrellata sufficientemente completa su quelli che sono i giochi invernali. Certo, le competizioni proposte sono le principali e quelle più attraenti per un Casual Gamer, ma è proprio qui il punto fondamentale: il titolo olimpico non è mai stato, per sua natura, particolarmente adatto al mercato di massa (al contrario degli sportivi maggiori), e la soluzione di 49Games Studio è un deprecabile tentativo di effettuare questa improponibile trasformazione. Lo si capisce appunto quando si noti che lo spazio mnemonico del supporto DVD viene occupato in gran parte dall'aspetto tecnico piuttosto che da una struttura ludica completa e varia. E se dunque il lato visivo (piuttosto che sonoro) è l'unico comparto che veramente meriti la promozione, in ambito analitico, esso risulta sfruttato al minimo, proprio per la carenza di tutto ciò che ad esso soggiace. Comuqnue sia, ammirare la pulizia poligonale con cui sono fedelmente riproposti personaggi ed ambientazioni può risultare piacevole ad uno spettatore esterno: un ottimo metodo sarebbe stato per prolungare il permanere dello spirito olimpico sugli schermi se, come in precedenza commentavamo, tale spirito si fosse colto in qualche sequenza d'intermezzo appositamente preparata. Ad oggi resta possibile, grazie alle dolcezze visive di Torino 2006, soddisfare il capriccio di una sera, e nulla più: il vuoto riproporsi di una modalità "carriera" (sequenziale elenco di competizioni), il pressapochismo delle fondamenta ludiche, alla lunga persino il carattere degli interventi vocali, portano indiscutibilmente alla noia. Unico spiraglio di salvezza è la modalità multiplayer, che può, per natura stessa del gioco di gruppo e non per meriti di impostazione, rimandare di qualche giornata l'inevitabile morte dell'amore ludico.

    Torino 2006 - Official Video Game Torino 2006 - Official Video GameVersione Analizzata PlayStation 2Come avrete capito, Torino 2006 è un pessimo titolo, e non trova il suo perchè. La licenza ufficiale è sfruttata pessimamente, inservibile quasi, impalpabile. Eppure, proprio grazie ad essa, sembra trovare un buon riscontro di vendite. Del resto, gli illustri colleghi della stampa italiana, di fronte a tale abominio ludico si sono chiusi in religioso silenzio, dove non abbandonati a commenti sibillini e di larghissima interpretazione, cosicche il giocatore odierno, nell'impossibilità di cogliere una linea guida competente, si abbandoni con fiducia alla rassicurante titolazione (Gioco Ufficiale). Ma Torino 2006 resta quel che è: un prodotto che cede di fronte ai grandi del passato, perde la sua funzione, e risulta piacevole solo dal punto di vista visivo. Un titolo che tutti dovrebbero eticamente evitare, o considerare solo in virtù di uno spasmodico attaccamento alla passione sportiva. Eppure, per chi dovesse riconoscersi in quest'ultimo profilo, ricordiamo che nel corso del prossimo mese Atari pubblicherà un titolo concorrente.

    4.0

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