Recensione Trials Fusion

L'arcade di RedLynx sfreccia sulla Next-Gen

Trials Fusion
Recensione: PlayStation 4
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Sviluppato da RedLynx e prodotto da Ubisoft, Trials Fusion è l’ultimo capitolo di una serie di successo, decollata su PC e in seguito atterrata anche su console. L'anima arcade della produzione finlandese ha conquistato negli anni tutti quei giocatori alla ricerca di un titolo immediato nelle meccaniche, ma impegnativo come i giochi di una volta. La saga di Trials è sempre stata piuttosto intransigente, richiedendo una discreta dose di pratica, abilità e tanta pazienza.
    Adatto a a tutti i palati -anche a chi non ha passione per le due ruote o per i videogiochi di corsa- Trials è un concentrato di adrenalina e imprecazioni, un gioco che mette alla prova riflessi e coordinazione. Assuefacente come pochi, il gioco arriva su PC, PlayStation 4 e Xbox One, oltre che sulle console di vecchia generazione, in formato digitale, ma può essere trovato anche sugli scaffali in una più costosa “deluxe edition” che include anche il già annunciato Season Pass.

    Trials Futuristico

    Per dare una svolta al franchise il team di RedLynx opta per un’ambientazione fantascientifica che strizza l’occhio ai più noti videogame sci-fi che hanno accompagnato PC, PlayStation e Xbox nel corso degli ultimi anni. Così gli ambienti “sporchi” e fangosi che hanno caratterizzato i precedenti capitoli del franchise, si fanno lindi e puliti, con lucide piattaforme di metallo, vetro e luci colorate, per degli scenari affascinanti e molto ben realizzati. Procedendo nella campagna quello che stupisce è soprattutto la varietà di ambientazioni. Se credere che l'anima fantascientifica di Fusion prenda sempre e comunque il sopravvento, vi sbagliate di grosso. Ci sono, ovviamente, circuiti futuristici con tracciati al neon che si compongono sotto i nostri occhi, ma non mancano ambientazioni desertiche, templi abbandonati, ripidissime strade artiche, e alcune escursioni in ambienti urbani che rendono la campagna sempre molto vivace.
    Ovviamente il fulcro portante dell'esperienza di gioco è sempre il gameplay, e da questo punto di vista Trials Fusion mostra grandi cose. La mappatura del controller non potrebbe essere più semplice e intuitiva: i due grilletti controllano l’andamento del mezzo su due ruote, lo stick analogico sinistro modifica la posizione del busto del centauro, correggendo quindi il baricentro di moto e motocliclista, mentre la levetta destra gestisce “il resto del corpo” abilitandoci (una volta sbloccata questa possibilità grazie ad un apposito tutorial) a elaborate evoluzioni acrobatiche quando siamo sospesi in aria. Per padroneggiare al meglio Trials Fusion è necessaria un po’ di pratica, dosando attentamente la pressione dei pollici sugli stick analogici. Se all’inizio saremo facilitati da motocicli più pesanti e quindi facili da controllare, procedendo nel gioco avremo necessità di mezzi più veloci e adatti agli stunt più complessi. Per superare gli ostacoli più lunghi è d’obbligo spostare il baricentro del pilota in fase di stacco, così da dare ulteriore slancio e raggiungere punti che non si credeva possibile raggiungere.

    Proprio come nei vecchi capitoli di Trials, si parte da una due ruote generica e ben bilanciata, non molto veloce ma semplice da portare, fino ad arrivare alla bicicletta BMX, per la quale è indispensabile moltissima pratica, se non vogliamo ritrovarci con la faccia nella sabbia a soli 10 metri dalla partenza. Il mezzo più semplice da utilizzare si rivela essere la Quad-bike - una novità per la serie - molto pesante, ma anche potente ed estremamente maneggevole. Il parco mezzi non è molto ampio, ma in compenso è possibile customizzare la nostra due ruote in tutto e per tutto, dalle componenti fino al colore. Ovviamente la personalizzazione non si limita al solo motociclo, ma è estesa anche al nostro alter ego virtule, che in virtù della futuristica ambientazione può trasformarsi in una sorta di Robocop corazzato.
    La curva di apprendimento è meno ripida che in passato, ma è altresì vero che i livelli sono davvero tantissimi, suddivisi come sempre in segmenti che assecondano ambientazione e difficoltà. Si parte dalle ambientazioni fuoristrada classiche, catalogate sotto etichetta Easy, giungendo a quelle urbane più lunghe e complicate che riconosciamo per il tag Extreme. Ecco, proprio verso la fine della campagna si sbloccano una serie di circuiti veramente machiavellici, che hanno un impatto devastante anche su chi credeva di cavarsela in maniera tutto sommato dignitosa. Qui la sfida arcade di Trials Fusion si rinnova in maniera (pre)potente, chiedendovi di parzializzare il gas, destreggiarvi in ritmati “Bunny Hop” (dei saltelli che si eseguono spostando il baricentro prima indietro e poi in avanti), e di atterrare sempre con le ruote ben posizionate sul terreno.
    Forse questo improvviso “scalino” potrebbe addirittura mortificare qualche giocatore, che pensava magari di trovarsi di fronte ad un capitolo meno proibitivo. E invece l'anima di Trials è sempre la stessa: impietosa, cattiva, brutale, fatta di tentativi finiti nel fango e nella polvere.

    Alle corse normali si affiancano varie sfide di diverso tipo. Le principali sono quelle acrobatiche, che ci chiedono di eseguire il maggior numero di trick nel tempo prestabilito. C'è da dire che proprio la componente legata ai trick è quella meno riuscita di Trials Fusion. Il controllo tramite stick analogico destro non è sempre precisissimo, soprattutto perchè in fase aerea il nostro pilota ha l'assurda propensione a mettersi nelle pose più strambe, assomigliando più ad un manichino che ad un rider spericolato. Ecco quindi che l'aggiunta dei trick appare davvero molto debole: nel corso delle gare normali si finirà solamente per utilizzare back e frontflip, senza mai schiodarsi dalla sella. Quando dovremo farlo per necessità, invece, potrebbe sopraggiungere un po' di frustrazione.
    Per fortuna a livello di varierà il titolo si comporta più che bene: più che la componente acrobatica, a rendere la progressione un po' più dinamica ci pensano gli obiettivi extra presenti in ogni circuito, che terranno impegnati i completisti per lungo tempo. Ma anche senza questi obiettivi secondari, per completare veramente in titolo guadagnando tutte le medaglie d'oro, serve necessariamente una mentalità da hardcore gamer, e la passione per dedicarsi ad un meticoloso Trial & Error, nel quale il giocatore dovrà memorizzare ogni singolo passaggio del difficile percorso, così da superarlo nel minor tempo possibile e con il minor numero di errori.

    Scintillante

    Sotto il punto di vista squisitamente tecnico il titolo di RedLynx è di gran lunga più bello e virtuoso dei precedenti episodi. Gli scenari futuristici si raccontano attraverso texture molto ben definite, effetti di luce e HDR, un antialiasing sempre presente a rendere l’immagine nitida e pulita. Il motore grafico proprietario subisce un profondo processo di re-design, dimostrandosi ora capace di elaborare scenari e dettagli più complessi che mai. Purtroppo su Xbox One il lavoro di ottimizzazione non è proprio riuscito coi fiocchi, e tornano insomma i problemi di risoluzione, addirittura acuiti se non scaricate la patch del day one. Su Ps4 le cose vanno un po' meglio: l’obiettivo della software house finnica era quello di ottenere un prodotto fedele all’ideale di 60 fps costanti con un’immagine a 1080p. Il team c'è riuscito, tenendo abbastanza ridotti anche i tempi di caricamento. Purtroppo il load delle texture ad inizio gara è abbastanza visibile, con un “pop-up” degli elementi che ricoprono i poligoni che è abbastanza evidente. Il team ha dovuto anche sacrificare qualche piccolo elemento di contorno e un paio di effetti (per lo più sulle ombre e i particellari).
    Anche la colonna sonora subisce qualche mutazione e i temi punk rock che hanno caratterizzato i precedenti episodi cambiano registro, assecondando il nuovo setting ma rimanendo sempre e comunque abbastanza aggressivi. Purtroppo il main theme abbastanza martellante, sparato mentre navighiamo nei menù, non è proprio il massimo, e anzi risulta troppo invadente e neppure troppo ispirato.

    L'importanza della community

    In un titolo come Trials Fusion non poteva mancare una componente online, rigorosamente in locare. Come da tradizione, le partite potranno ospitare fino ad un massimo di quattro giocatori e si svolgeranno tramite la classica formula di un mini-campionato, liberamente personalizzabile sia per numero di gare che per tipologia di tracciati. L'immediatezza del menù di selezione ci permette di creare la nostra sequenza di piste preferita (anche utilizzando tracciati di difficoltà diverse), e scegliere il mezzo con i quali affrontarle, nel giro di pochissimi secondi. Entrati nel vivo della gara, il nostro intento sarà semplicemente quello di tagliare per primi il traguardo nella classica gara 'in parallelo' contro gli altri tre piloti: il design dei tracciati rimette in gioco tutti quegli elementi che anche nella modalità single player conferiscono una linea ed uno stile di guida tra i più fluidi e sinuosi in circolazione, ponendo ancor di più l'accento sulla rapidità dei propri riflessi e sul controllo fulmineo di trazione e peso del pilota.
    Nonostante una visuale provvista di zoom dinamico garantisca la possibilità di tenere sempre sotto controllo il proprio avatar, anche allontanarsi troppo dal pilota in testa alla gara causerà una massiccia decurtazione punteggio finale, aggiungendo al tutto un pizzico di frenesia in più. La possibilità di cambiare mezzo dopo ogni tracciato e la totale libertà di scelta lasciata al giocatore dona, a dispetto delle apparenze, un miglior bilanciamento alle competizioni, ed il motivo è presto detto: il parco mezzi messo a disposizione dei giocatori si è dimostrato identico a quello testato nelle gare in singolo, con ognuno dei veicoli in grado di riconfermare i propri punti di forza e le proprie debolezze anche in questa modalità.

    Un'altra componente fondamentale dell'esperienza con Triasl Fusion è poi l'editor di tracciati. Il team lo ha strutturato in maniera ineccepibile: in pratica selezionando l'opzione “Crea” avremo a disposizione un immenso playground: un'area gigantesca in cui troveremo città, resort, deserti e ambientazioni artiche. Qui sopra potremo “disegnare” e poi collaudare le nostre piste, indicando i tracciati da percorrere e poi disseminando i vari checkpoint. Sulle prime l'idea sembra geniale: avendo una “scenografia tridimensionale” a disposizione, costruire i nostri tracciati dovrebbe essere semplicissimo. In verità si capisce fin da subito che serve un po' di manualità ed esperienza, ed anche una discreta dimestichezza con gli strumenti dell'editor. Per allestire una pista decente serve tanto impegno, e con tutta probabilità la maggior parte degli utenti finirà per infilarsi semplicemente nel “Track Central”: un apposito Hub dove verranno segnalate le creazioni più meritevoli della community.
    Questo aspetto potrebbe allungare a dismisura la longevità, ma è anche vero che come per tutti i titoli basati sugli “User Generate Content” solo raramente il livello qualitativo delle creazioni raggiungerà quello delle piste “ufficiali”.

    Trials Fusion Trials FusionVersione Analizzata PlayStation 4Trials Fusion recupera la formula dei suoi predecessori e la proietta in un mondo nuovo, fatto di superfici lucidissime, cambi improvvisi di telecamera, piste che coprono una mole impressionante di registri stilistici. Il gameplay è sempre rapido e tecnico, per un arcade spietato che punisce ogni errore e richiede una profondissima dedizione. Tutto va per il verso giusto: design dei tracciati, difficoltà che si impenna solo sulle fasi finali (accompagnando morbidamente il giocatore alla scoperta delle dinamiche di gioco). C'è qualche stortura a livello grafico (texture che caricano in ritardo, soprattutto, ma anche un colpo d'occhio non certo tracimante), e la nuova componente legata ai Trick non funziona come dovrebbe, trasformando il “gioco aereo” in una pratica un po' futile e magari anche frustrante. Anche un po' di tracciati in più avrebbero avuto senso: il team ha preferito invece affidarsi alla community, e allungare l'esperienza di gioco grazie a degli obiettivi extra nascosti in ogni pista. Rispetto all'abbondanza di altri capitoli, forse qui c'è un po' meno carne al fuoco, e sembra quasi che l'obiettivo sia quello di convincere i fan ad acquistare il Season Pass. Per fortuna anche così Trials è un gioco bello denso, di quelli che ti catturano e non ti lasciano più, ricordando che anche nel mondo del gaming, “le radici (arcade) sono importanti”.

    8.5

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