Recensione Turok

Il ritorno del Dinosaur Hunter

Turok
Recensione: Xbox 360
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Benvenuti al Jurassic Park!

    Hanno dominato l’intero ecosistema terrestre per oltre 165 milioni di anni (dal Triassico fino al Cretaceo), estinguendosi poi in poco meno di 65 milioni di anni e lasciando nelle menti degli scienziati di tutto il mondo tantissimi interrogativi sulla loro scomparsa. I loro resti fossili vennero scoperti per la prima volta all’inizio del diciannovesimo secolo e da allora dominano la fantasia di tutti i bambini e di tantissimi adulti. Ovviamente parliamo dei dinosauri, forse le creature più mitiche ed affascinanti mai comparse sulla nostra beneamata terra. Vuoi per le ricostruzioni realizzate da parte dei paleontologi (che hanno rivelato le più svariate forme e dimensioni di questi rettili), vuoi per l’alone di mistero che ammanta da sempre la loro storia, i dinosauri hanno stuzzicato pesantemente la fantasia di tantissimi autori, sia in campo audiovisivo (su tutti ricordiamo Crichton con il suo best seller che andò ad ispirare la nota trilogia di film) sia nel fervido mondo dei "comics" dove, nel lontano 1954, nacque dalla penna del disegnatore Gaylord DuBois il personaggio di un indio americano di nome Turok, di professione cacciatore di dinosauri. L’interessante commistione fra rettili preistorici, viaggi dimensionali e tanta azione stuzzicò, a distanza di 43 anni, le menti di un piccolo gruppo di talentuosi sviluppatori: i ragazzi del team Iguana. Nel 1997 gli sforzi della software house videro finalmente la luce: Turok Dinosaur Hunter uscì su Nintendo 64 riscuotendo ampi consensi di critica e pubblico. Il successo della loro creatura portò il team americano alla realizzazione, due anni più tardi, di un sequel di pari se non superiore qualità. Lo scioglimento degli Iguana (dovuto anche al fallimento del publisher Acclaim) non giovò ai successivi capitoli delle avventure dell’indiano d’america, che si persero purtroppo nel limbo della mediocrità. A tentare di risollevare le sorti del nostro decaduto eroe ecco arrivare un giovane team canadese, i Propaganda Games, che ha deciso di portare le eroiche gesta di Turok sui potenti hardware delle console next-gen di Sony e Microsoft. Riuscirà nella difficile impresa di far tornare in auge un brand troppo sbiadito dagli errori delle precedenti software house?

    Qualcosa è cambiato

    In questa ultima incarnazione vestiremo i panni di John Turok, un aitante ragazzo dalle chiare origini indiane (e presumibilmente lontano discendente del famoso dinosaur hunter) intento ad affrontare una missione di routine con la Whiskey Company, una sorta di commando formato da elementi altamente qualificati, con il compito di stanare e ricondurre sulla terra un pericoloso criminale: Roland Kane. Nulla di così trascendentale, se non fosse per due particolari tutt’altro che irrilevanti: in primis Kane altri non è che il mentore di Turok, colui che prese sotto la sua ala protettrice il giovane e spaesato orfano per farne una macchina da guerra da inserire nella sua squadra di mercenari, il Wolf Pack Team. Il buon Kane nel frattempo ha segretamente messo su, complice il finanziamento della superpotenza economica Mendel-Gruman, una potente organizzazione paramilitare con l’intento di conquistare il mondo. Come però insegna il manuale del buon terrorista, la prima cosa da fare è sbarazzarsi di tutti coloro che possono mettere i bastoni fra le ruote, nello specifico il Whiskey Team: l’astronave con a bordo l’intero commando viene abbattuta poco prima di entrare nell’atmosfera del pianeta/fortezza di Kane. Parte della ciurma fortunatamente riesce a sopravvivere allo schianto, fra i miracolati ovviamente è presente il nostro prode Turok il quale, mai come prima, è intenzionato a mettere le mani sul suo ex maestro per fargli passare un brutto quarto d’ora. I nostri piani di vendetta, sebbene del tutto motivati, dovranno però scontrarsi sia contro l’esercito tecnologicamente all’avanguardia di Kane, sia contro le aberrazioni scientifiche messe a punto dagli scienziati della M-G: una volta messo piede sul suolo del pianeta infatti, avremo dinnanzi ai nostri occhi uno scenario tanto meraviglioso quanto irrazionale. Grazie infatti agli imponenti esborsi economici della corporazione, il team di ricerca ha ricreato alla perfezione l’ecosistema che fu sulla terra nell’era mesozoica: alberi dal fusto altissimi e di consistente diametro svettano su di una jungla fatta di spesse liane, fitti cespugli ed impenetrabili macchie di rovi. Come se questi due elementi non fossero già abbastanza sufficienti a creare grattacapi, durante la nostra missione dovremo affrontare anche gli abitanti di questo ancestrale ecosistema, vale a dire nientemeno che dei temibili e feroci dinosauri!

    L'angolo della cultura

    Il termine dinosauro (dal greco "deinos" terribile, straordinariamente grande, e "sauros" lucertola, rettile) venne usato per la prima volta nel 1842 dal paleontologo inglese Richard Owen il quale scelse tale nome per esprimere il suo rispetto di fronte alle dimensioni di questi animali.

    Il mio nome è Turok, John Turok

    Ricapitolando: ci troviamo su di uno sperduto pianeta, miracolosamente salvi dopo l’esplosione della nostra navicella spaziale. L’ambiente intorno a noi è ostile, i nostri compagni di squadra sono spaventati, confusi ed anche piuttosto diffidenti nei nostri confronti (d’altro canto, siamo stati il pupillo di Kane). Qualsiasi altra persona avrebbe subito il contraccolpo psicologico e sarebbe scappata all’impazzata all’interno della foresta preistorica, finendo sicuramente fra le grinfie di un gruppo di Velociraptor o peggio come spuntino di un T-Rex. Tuttavia siamo dei soldati specializzati nella guerriglia, abbiamo dalla nostra una fenomenale abilità con le armi da fuoco e soprattutto abbiamo un conto in sospeso con una certa person Dunque armi in spalla e nervi saldi decideremo di scendere in campo con l’intento di ridurre a mal partito il leader del Wolf Pack Team e tornare a casa sani e salvi insieme ai nostri malcapitati compagni di sventura.
    Questo dunque l’incipit narrativo dell’ultimo titolo della saga di Turok, narrato in maniera sufficientemente gradevole durante il filmato introduttivo (interamente realizzato con l’engine del gioco, come tradizione ormai vuole), alla fine del quale ci troveremo subito catapultati nel vivo dell’azione. Sotto questo punto di vista il lavoro svolto dai ragazzi di Propaganda è stato più che buono: il primo quarto d’ora di gioco svolgerà infatti la classica funzione di tutorial in game, fornendo al giocatore la descrizione di tutte le azioni eseguibili tramite il controller, invero piuttosto classiche per quel che concerne il genere first person shooter: tramite le due levette analogiche avremo il controllo sui movimenti del corpo e della testa del nostro alter ego digitale, dandoci così la possibilità di muoverci e guardarci intorno. I grilletti saranno adibiti all’utilizzo delle armi (con il destro spareremo mentre con il sinistro attiveremo una sorta di funzione zoom per aumentare la precisione di tiro), mentre i pulsanti dorsali serviranno rispettivamente ad attivare il fuoco secondario di ogni arma ed a lanciare una granata. Gli altri tasti del controller ci torneranno utili per saltare, ricaricare l’arma, abbassarci ed effettuare tutta una serie di azioni contestuali. Chiude la disamina la croce digitale, grazie alla quale selezioneremo l’arma che più ci aggrada al momento. A tal proposito, l’arsenale a nostra disposizione per poter avere la meglio sui nostri nemici sarà composto da ben dieci armi, ognuna con le sue ovvie peculiarità di rateo di fuoco e portata. Nello specifico:

    - Coltello da combattimento ORO P23. Il primo gingillo ed anche l’unica arma bianca del gioco. Questo machete in stile Rambo, all’apparenza poco efficace, sarà il nostro compagno più fidato e, se usato con maestria, l’oggetto più letale in nostro possesso: il coltello ORO P23 infatti permetterà a Turok di avvicinarsi in maniera furtiva alle spalle dei suoi nemici e, tramite la pressione al momento giusto del grilletto destro, ucciderli con una rapida quanto truculenta mossa; a tal proposito la violenza del colpo sarà enfatizzata da una sorta di breve animazione in stile fatality di Mortal Kombat: la telecamera cambierà visuale passando dalla prima alla terza persona e da qui vedremo il nostro prode alter ego digitale scagliare il mortale fendente.
    - Arco composito ORO C9. Come da buona tradizione, non poteva certamente mancare l’arma più caratteristica della serie. Ecco dunque fare capolino arco e frecce, seconda ed ultima arma “stealth” di tutto il gioco ed anch'essa estremamente letale se maneggiata con cura. Se inoltre il colpo sarà sufficientemente forte avremo la possibilità di inchiodare letteralmente al muro i soldati ed i dinosauri di piccole dimensioni. Una curiosità: a differenza dei precedenti episodi, in questo Turok next-gen non sarà possibile raccogliere le frecce già scoccate; dovremo dunque usarle con parsimonia per evitare di rimanere senza!
    - Pistola ORO Hog 9mm. Una classica pistola automatica, non particolarmente efficace né dal punto di vista della forza d’impatto, né da quello della portata dei colpi. E’ possibile impugnarne due contemporaneamente per raddoppiare il rateo di fuoco.
    - Mitragliatrice ORO FP9. Altra arma d’ordinanza nei corpi dei marine, questa mitragliatrice può essere equipaggiata con un silenziatore (tramite il pulsante RB, adibito al fuoco alternativo) per poter attutire il rinculo e il frastuono creato dai suoi colpi. Anche in questo caso potremo usare due di questi gingilli insieme per facilitarci le cose.
    - Fucile ORO Enforcer. Ultimo e forse più efficace dei gingilli forniti allo sfortunato Whiskey Team, questo fucile a canne mozze risulta essere letale a corta distanza ed abbastanza efficace sulle medie lunghezze. Oltre che vomitare colpi, con l’enforcer potremo sparare alcuni razzi segnalatori che avranno la duplice funzione di illuminare le aree più oscure del gioco e di attrarre i dinosauri grazie al loro bagliore. Il 2x1 è valido anche per questa ottima arma.
    - Fucile ad impulsi. Arma utilizzata dai soldati d’elite dell’esercito di Kane, questa fantascientifica mitragliatrice è forse la più versatile che incontrerete nel gioco. E’ presente su di essa un indicatore di surriscaldamento che, una volta riempito, ne impossibiliterà l’utilizzo per qualche secondo. Come ciliegina sulla torta il fucile ad impulsi è equipaggiato con un lancia granate in grado, con la sua onda d’urto, di scagliare lontano qualsiasi cosa nel suo raggio d’azione.
    - Minigun. Un classico degli sparatutto in prima persona, che non poteva mancare in Turok. L’M60 che fu di Jesse Ventura in predator ha il rateo di fuoco più alto di tutto il lotto (e una conseguente rapidissima depauperazione dei colpi in nostro possesso). Peculiare la possibilità di lasciare sul posto quest'arma, la quale si trasformerà in una torretta mitragliatrice automatica.
    - Pistola lanciagranate. Un’arma dalle piccole dimensioni e dalla buona maneggevolezza, questa pistola è in grado di sparare delle mine che esploderanno al minimo contatto (sia nemico che amico). Potremo alternativamente lanciare delle letali granate adesive contro i nostri nemici.
    - Fucile da cecchino. Altro grande classico del genere, è dotato di tre livelli di zoom per poter abbattere anche i nemici a grandissima distanza. Lento ma estremamente letale.
    - RPG. Un lanciarazzi con due tipologie di fuoco: normale ed a ricerca calorica. Utile per avere la meglio sui mezzi corazzati della Mendel-Gruman o sui dinosauri di grandi dimensione.
    - Lanciafiamme. Chiude la carrellata sull’arsenale messoci a disposizione in Turok un pratico lanciafiamme (in grado di lanciare anche delle piccole bombe al napalm) che tornerà comodo soprattutto contro alcuni insetti decisamente “oversized”.

    Come era verde la mia valle

    Se fino ad ora le premesse del titolo di Propaganda possano dare l’idea di un discreto anche se eccessivamente stereotipato FPS, ci duole constatare come il titolo sia alquanto carente dal punto di vista audiovisivo. Turok in versione next-gen si presenta ai nostri occhi con un comparto tecnico decisamente modesto che, pur utilizzando il solito Unreal Engine, non riesce a spremere al meglio i potenti chip grafici della console di nuova generazione. L’ambiente di gioco nel quale ci ritroveremo a combattere risulta essere alquanto spoglio sia per quel che concerne il numero di poligoni utilizzati (veramente pochi, soprattutto per quel che concerne la modellazione delle rocce), sia per la bassa qualità delle texture che per la loro eccessiva ripetitività, dando quasi l’impressione di aggirarsi sempre e solo in una piccola area del pianeta. Altra cosa che stupisce in negativo è la scarsa qualità degli elementi di contorno come resti di animali, pozze d’acqua piovana, e nidi di dinosauro: veramente approssimativi ed imbarazzanti a vedersi di questi tempi (non esageriamo dicendo che la loro realizzazione sfigurerebbe persino sulla vecchia generazione di software). Emblematica a tal proposito è la realizzazione dei vari cespugli che adornano il suolo sotto i nostri piedi: queste simpatiche piantine altro non sono che una semplicissima texture che ruoterà seguendo la visuale del giocatore, dando (o almeno tentando di dare) l’idea di essere completamente realizzate in vero 3d. Le cose non migliorano purtroppo quando avremo la possibilità di addentrarci in uno dei pochi avamposti nemici, anche essi afflitti dai succitati difetti. Stupisce anche la quasi assoluta mancanza di interazione con l’ambiente circostante: gli elementi da distruggere si contano veramente sulle dita di una mano e la ventilata possibilità di poter ammirare pezzi di corteccia volar via sotto la furia dei colpi è stata misteriosamente eliminata da questa versione finale del gioco. La situazione migliora leggermente ponendo l’attenzione sui modelli poligonali che faranno capolino in Turok. Veramente buone risultano essere a tal proposito le texture che ricoprono sia il protagonista che i componenti dello sfortunato Whiskey Team: diversi particolari nell’abbigliamento, cicatrici e tatuaggi sul corpo, muscoli, vene e peli in rilievo su braccia e viso saranno uno dei pochi elementi positivi che incontreremo durante l’avventura. Meno belle saranno invece le routine di movimento, realizzate con una manciata di frame d’animazione ed un po’ slegate fra di loro. Un gradino sotto si collocano invece i soldati nemici (i quali strizzano eccessivamente l’occhio alle truppe di Killzone) ed i dinosauri: entrambi non brillano né per caratterizzazione né soprattutto per varietà: ci duole segnalare soprattutto l’esiguo numero di razze presenti nel gioco, tutte fra l’altro eccessivamente somiglianti fra loro, a dare quella sgradevole sensazione di riciclo già tristemente notato in produzioni di medio/basso livello. A completare il quadro non certamente incoraggiante abbiamo una totale mancanza di routine fisiche, controbilanciata fortunatamente da un frame rate stabilissimo e privo di scatti o altri tentennamenti, qualità tuttavia non assolutamente in grado di risollevare la valutazione del lavoro svolto dai programmatori. Buono sotto tutti i punti di vista il comparto sonoro, sicuramente l’aspetto tecnico migliore del gioco, con delle musiche ben orchestrate e che andranno ad enfatizzare l’azione durante gli scontri più concitati. Durante l’esplorazione dell’impervia jungla, invece, potremo gustarci tutta una serie di effetti sonori quali ruggiti, fruscii e scrosci d’acqua che aiuteranno non poco l’immedesimazione.

    Dagli umani agli alieni

    Turok, oltre ad essere uno dei primi fps apparsi su console (ed uno dei migliori titoli per Nintendo 64) passò alla storia per la peculiare versione del titolo uscita in Germania. A causa delle severissime imposizioni della censura (la quale vietava di uccidere esseri umani in una qualsiasi produzione videoludica), nella versione teutonica di Turok era possibile combattere degli alieni simili a robot in luogo dei normalissimi soldati. La censura tacita del "politically correct" non smette, neppure oggi, di perseguitare il gioco: non è difficile notare che, a differeza dei dinosauri, gli umani hanno il vizio di non sanguinare.

    Se non puoi batterli, unisciti a loro

    Le brutte notizie non si fermano qui tuttavia, in quanto Turok non riesce ad emergere dal mare magnum della mediocrità nemmeno dal punto di vista squisitamente ludico. Il titolo di Propaganda games risulta essere alla fin della fiera uno sparatutto in prima persona nudo e crudo, sufficientemente frenetico ma mancante di un qualsiasi aspetto distintivo. Nonostante un’aggressività ed una resistenza ai colpi leggermente più alta del solito, i nostri avversari non brilleranno sicuramente per acume tattico o intelligenza in battaglia, restando troppo facilmente in balia della nostra furia. Lo scarso livello di intelligenza artificiale affligge purtroppo anche i compagni di squadra che, in diverse occasioni, ci affiancheranno per darci una mano: affermazione questa veramente eccessiva in quanto i vari Slade, Reese e Cowboy si limiteranno a sparecchiare qualche colpo a destra e a manca, diventando praticamente inutili ed in alcuni casi di peso al giocatore. Deludente inoltre la tanto sbandierata possibilità di aizzare gli ancestrali predatori contro i malcapitati soldati nemici tramite diverse azioni contestuali (come l’utilizzo di razzi segnalatori per attirare un gruppo di velociraptor verso gli incauti soldati oppure fare infuriare le belve distruggendo il loro nido): oltre ad essere veramente poche le occasioni nel quale poter mettere in atto questa peculiare tattica, l’effetto complessivo non sortirà mai un effettivo vantaggio nei nostri confronti, costringendoci dunque alla classica ed efficace offensiva frontale. Nella media la durata della campagna in single player, la quale si attesta sulle otto ore di gioco, mentre praticamente nullo risulta essere il fattore rigiocabilità del titolo, data anche la mancanza di extra da sbloccare (se si eccettua un ulteriore livello di difficoltà).
    Turok è altresì dotato di una modalità multiplayer nella quale affrontare fino ad un massimo di altri 11 giocatori in furiose partite all’ultimo colpo. Le modalità sono invero piuttosto classiche e si dividono in mischia, tutti contro tutti, e deathmatch a squadre nelle due versioni cattura la bandiera e realizza più punti alla fine del round. Ad inserire una punta di originalità in questi scontri saranno ovviamente i dinosauri che, come nella campagna offline, scorrazzeranno liberamente all’interno delle sette mappe disponibili attaccando senza distinzione di sorta i partecipanti. E’ infine disponibile una modalità di cooperativa online fino a quattro giocatori, purtroppo piuttosto deludente: a differenza di altri giochi nei quali è presente questa interessante opzione, potremo affrontare con altri tre amici solamente tre missioni che, oltre ad essere piuttosto corte e prive di mordente, sono totalmente slegate dalla storia principale e danno quasi l’impressione di essere state realizzate ed inserite giusto per far numero ed aumentare l’appetibilità del prodotto.

    Turok TurokVersione Analizzata Xbox 360Turok è un titolo deludente che purtroppo prosegue nel solco della mediocrità tracciato dal terzo capitolo della saga. Dotato di una realizzazione tecnica superficiale e lacunosa, il titolo di Propaganda non convince nemmeno dal punto di vista della giocabilità e della longevità, a causa della totale assenza di tratti distintivi che riescano a garantire un coinvolgimento marcato. Un vero peccato che i proclami entusiastici della software house sulle possibilità di un'interazione contestuale si siano scontrati con l'incapacità di programmare un'IA competitiva ed una effettiva varietà di approcci. Il destino del titolo appare quello di finire ben presto nel dimenticatoio, insieme a tantissimi altri prodotti mediocri. Un’occasione mancata per poter riabbracciare uno dei protagonisti del settore della fine degli anni ’90.

    5.5

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