Recensione UFC Undisputed 3

Il terzo round per il titolo di lotta firmato THQ

Recensione UFC Undisputed 3
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  • Xbox 360
  • PS3
  • Terzo Round. E all'angolo rosso, l'UFC firmato THQ saltella più in forma che mail. Sono passati tre anni dal suo debutto, ma il combattente non sente minimamente il peso dei colpi andati a segno. Anzi, dopo aver messo K.O. persino il favorito Fight Night, è intenzionato a guadagnarsi il titolo anche quest'anno. E le carte in regola ce le ha tutte, per venire incoronato, ancora una volta, campione incontrastato delle simulazioni di combattimento. Un sistema di collisioni migliorato, nuove animazioni, e persino un duro allenamento sostenuto venire incontro ai meno esperti. Al sudore ed alla fatica dello scontro non si sottraggono insomma i ragazzi di Yuke's, che affinano e migliorano il proprio atleta virtuale, gettandolo sul ring nella forma più completa di sempre.
    I miglioramenti, s'intenda, erano richiesti a gran voce dai fan, e piuttosto che incrementare la qualità complessiva del pacchetto hanno l'effetto di mantenere UFC Undisputed 3 al passo coi tempi, sempre vigile ed attento.
    Tuttavia, per gli appassionati della serie, questa incarnazione andrà sicuramente oltre il solito “aggiornamento annuale”, rappresentando un appuntamento da non perdere, fosse anche grazie all'introduzione della licenza ufficiale PRIDE.

    Il brivido della lotta

    UFC 3 non si sconfessa, e si mantiene ancorato alla filosofia della saga. Nonostante alcuni opportuni accorgimenti permettano ai neofiti di avvicinarsi al brand con meno difficoltà, l'impostazione del prodotto è quella di un Fighting Game simulativo all'inverosimile, che richiede impegno, passione e dedizione. L'attenta riproposizione dei ritmi dello scontro, la regolata alternanza fra fasi di riposo e colpi al corpo, la sottile strategia fatta di finte, contrattacchi e assalti più decisi, e tutto l'articolato balletto legato alla lotta a terra ed al clinch vengono ospitati da un titolo complesso e stratificato, non certo adatto a tutti i palati. Lo si capisce subito affrontando il Tutorial di gioco, che ci terrà impegnati per più di un ora, non solo spiegando in dettaglio la configurazione dei controlli, ma cercando persino di trasmettere alcuni concetti di base del combattimento corpo a corpo, come la gestione dell'energia e del fiato, o l'importanza dei colpi d'incontro. Per chi pratica a vario titolo uno sport di combattimento, ma anche per chi segue con attenzione gli incontri nell'oktagon, UFC rappresenterà senza dubbio un titolo fascinoso, capace di rispettare la profonda intimità della lotta.
    Proprio durante il Tutorial, che consigliamo di rivedere anche ai giocatori più smaliziati, si impara a metabolizzare il Control Scheme.
    Ai front button rimangono assegnati calci e pugni, con i dorsali a fungere da vari modificatori. Utilizzando quello sinistro è possibile eseguire le “signature moves” di ogni lottatore, ma anche l'inclinazione della leva analogica permette id gestire la “pesantezza” e la fisicità dei colpi: premendo in avanti lo stick, ai jab veloci si alterneranno pugni più incisivi, gli unici capaci di stendere definitivamente l'avversario, ma assai più prevedibili in termini di esecuzione e traiettoria. Il grilletto destro ci permette invece di modificare l'altezza del bersaglio, sferrando i pugni alla bocca dello stomaco ed i calci sull'articolazione del ginocchio, magari alla ricerca di un KO tecnico (finalmente possibile anche grazie ai calci tagliati bassi, metodicamente scaricati all'altezza giusta per infastidire i legamenti). La gestione dei colpi prevede anche pugni in avvicinamento (durante gli step) o furiosi attacchi in corsa, per un sistema che già così potrebbe apparire complesso.
    Alle tecniche d'attacco di base si affiancano quelle di difesa, che prevedono ovviamente parate classiche al volto ed al corpo, ma anche rapide schivate che possono poi trasformarsi in letali contrattacchi. In questa terzo capitolo del brand sono stati migliorati molto i colpi d'incontro: quando si vede partire uno dei micidiali ganci dell'avversario, è possibile interrompere l'attacco con un diretto veloce, che in certi casi si sovrappone efficacemente alle traiettorie del pugno nemico: una finezza che apprezzerà soprattutto chi conosce in prima persona le dinamiche del combattimento. Studiando approfonditamente la fase di lotta in piedi già si intravede la complessità di un sistema che non solo utilizza tutti i tasti del pad molto intensamente, ma addirittura distingue fra rapidi tocchi degli stick e pressioni prolungate. Sulle prime riuscire a contenere l'impeto dell'avversario con cognizione di causa sarà praticamente impossibile, e prima di eseguire una proiezione rapida o afferrare un pugno per tentare una leva articolare ci vorrà qualche pomeriggio di allenamento.
    Per non tradire lo spirito dell'MMA, UFC 3 non si risparmia sulle fasi del Clinch e della lotta a terra. La leva analogica destra permette non solo di assaltare l'avversario cercando il contatto ravvicinato, ma anche di gestire gli afferramenti, le prese e le proiezioni. In dipendenza dello stile dei combattenti sarà possibile prolungare il Clinch in piedi, spostando l'avversario a destra ed a sinistra mentre si colpisce al petto con sonore ginocchiate (nel caso si prediliga l'impostazione da Muay Thai), oppure cercare l'atterramento, eventualmente con una spettacolare proiezione.
    Ci sono tanti sistemi per beffare gli avversari più abili nella lotta a terra costringendoli a restare in piedi: nuove finte e contrattacchi specifici che consistono in una secca ginocchiata al naso, ma una volta agganciati la risoluzione del combattimento diventa decisamente più complessa.
    Dobbiamo infatti cercare un vantaggio studiando una cospicua serie di rotazioni e mezze rotazioni, che ci permettono di afferrare l'avversario, e poi cercare una posizione adatta per la sottomissione. Stando sempre attenti ai colpi ed agli agganci difensivi che gli atleti possono utilizzare per ridurre il nostro eventuale vantaggio. Nel caso in cui riuscissimo ad avviare una leva di sottomissione, dovremmo comunque impegnarci in uno strano minigioco. In una sorta di sentiero esagonale, due strisce del colore dei due giocatori (blu e rosso), si rincorreranno. Mentre il lottatore in difesa cercherà di scappare, quello in attacco dovrà rimanergli più tempo possibile attaccato, in maniera da rendere efficace la sottomissione. Velocità e lunghezza delle barre saranno proporzionali allo stato fisico degli atleti, tenendo soprattutto conto della stanchezza accumulata sino a quell'istante. A conti fatti questa introduzione rende tuttavia abbastanza lunghe e tediose le fasi di lotta, spezzando il ritmo di uno scontro che troppe volte ci vede partecipare a queste fasi, che hanno l'unica accortezza di rendere meno determinanti le chiavi e le mosse di sottomissione.
    Concettualmente, il sistema funziona alla grande, e riesce a tradurre in chiave videoludica tutta la profondità strategica degli scontri reali. Ci sono inoltre nuove animazioni, ed effetti speciali che accompagnano i tonfi dei colpi più violenti, sottolineando efficacemente la pesantezza di certe bordate. E' anche vero che per ottenere prestazioni dignitose è richiesta un'attenzione davvero morbosa, e che in molti potrebbero sentirsi scoraggiati. Il nuovo sistema di controllo denominato “Amateur” alleggerisce il combattimento a terra e le fasi di clinch, evitandoci le complesse rotazioni della leva destra e sostituendole a rapidi tocchi. Ma a dirla tutta, quel che rende complesso il control scheme è l'intensivo utilizzo di tutti i tasti, che nelle varie occasioni e combinazioni si trovano ad assumere funzioni differenti. Siete dunque avvertiti sull'ermetismo del gameplay. A livello globale si deve comunque segnalare la scarsa fisicità dei calci al corpo e alle gambe, ancora troppo poco rapidi e incisivi. Non che si tratti della risorsa principale dei lottatori dell'UFC e del PRIDE, ma qui mancano i colpi secchi ai polpacci, o i calci girati che di tanto in tanto producono spettacolari KO. Le bordate al busto appaiono così poco determinanti che pare di poterle afferrare senza problemi, ed alcune delle vittorie per KO Tecnico arrivano all'improvviso, dopo un colpo che non appariva troppo debilitante. Al di là di questo, la struttura complessiva funziona grazie ai numerosi aggiustamenti ed alle piccole introduzioni, ed a parte le sbavature appena citate e l'organizzazione non sempre intrigante delle sottomissioni, UFC 3 rappresenta senza ombra di dubbio la migliore simulazione di combattimento disponibile sul mercato. Diversamente da quanto accade con altri sport game molto attenti al realismo, tuttavia, il titolo THQ non è certo universale. Proprio come la disciplina che rappresenta, solo i più appassionati saranno disposti ad accettare i sacrifici che la lotta richiede.

    Con Orgoglio

    Dal punto di vista contenutistico UFC 3 ha davvero pochi rivali. Quello che si nota fin da subito è l'espansione del Roster di atleti, che arriva finalmente ad includere anche i lottatori della Lega Pride, presente con tutte le sue regole ed i Ring. In verità una delle difficoltà più evidenti del titolo è quella di riuscire a differenziare davvero i match nella gabbia da quelli nel quadrato. Molte delle divergenze dei due set di regole hanno poca influenza in termini di gameplay: nel PRIDE mancano le gomitate al volto nella fase in piedi, ma devastanti ginocchiate alla testa si possono durare durante la lotta a terra. L'assenza della gabbia ha qualche riflesso: nella fare di clinch non si può spingere l'avversario al muro per tentare il KO, mentre ci difende durante la lotta a terra non può spostarsi e piantare le gambe sul bordo per tentare il rovesciamento. Ma si tratta di piccolezze, che di fatto non caratterizzano efficacemente i match. La tensione della gabbia è impossibile da respirare, ed anche le tattiche avanzate che abbiamo appena citato si mettono in atto davvero raramente. La differenza più sostanziale resta il primo round da 10 minuti (ma i lottatori più bravi lo chiuderanno prima) e la differenza nel sistema di punteggio (anche qui, spesso si vince per KO). Introduzione dunque marginale nell'economia del gioco, anche se testimonia l'attenzione del team di sviluppo per ogni aspetto della lotta. Attenzione che si nota anche nella presenza di varie arene e, addirittura, di diversi arbitri che possono essere selezionati, nonché nella maggiore durata delle sequenze d'ingresso dei lottatori.
    Fra le modalità, oltre alla classica esibizione e ai tornei veloci per il titolo, spicca Ultimate Fights, riproposizioni di incontri storici in cui, in qualunque dei due angoli decideremo di sedere, dovremo non solo vincere, piuttosto soddisfare nei tempi giusti una serie di obiettivi, per seguire o riscrivere l'andamento del match. Questi eventi sono sempre preceduti da un ottimo commento delle celebrità dell'ambiente, punteggiato da spettacolari sequenze filmate del combattimento reale, che spiegano le varie strategie che i due lottatori hanno o avrebbero dovuto adottare per vincere.
    Infine, perno portante della produzione, la Carriera. All'esile quantità dei contenuti dell'editor, si oppone una rinnovata struttura, meno complessa di quella del precedente capitolo, rivista soprattutto nella gestione degli allenamenti. Ci sono adesso training mirati, che permettono di potenziare apposite statistiche sacrificandone altre. Regolando dunque la tecnica dei colpi nelle varie posizioni (in piedi, durante il clinch, a terra), ma soprattutto aumentando la capacità di proiettare e le quattro statistiche di base (footwork, cardio, strenght, agility), è possibile costruire il proprio atleta, senza più subire il progressivo deterioramento delle statistiche. Questo permette di alternare a piacere le fasi di combattimento con quelle di allenamento, senza la pressione di dover per forza “restare in forma” una volta raggiunti i nostri personali obiettivi. Nel corso della campagna si sbloccano intermezzi filmati molto interessanti, che inquadrano gli allenamenti dei campioni della disciplina. Dobbiamo però ammettere che l'approccio narrativo di Fight Night ci aveva incuriosito di più.
    Chiude il quadro una modalità online più ricca che in passato, che permette di organizzare in rete tornei e partite veloci. Il netcode, in questo caso, non fa miracoli. Nonostante la lotta proceda con ritmi meno accesi rispetto a quelli dei picchiaduro classici, si registra qualche inciampo, e la conseguente frustrazione soprattutto quando pensavamo davvero di aver vinto la lotta per la sottomissione ed il risultato è inspiegabilmente a nostro sfavore. Yuke's ha tuttavia promesso l'implementazione di server proprietari. Sarebbe un peccato se i guai finanziari di THQ ci togliessero questa possibilità, perchè UFC 3 avrebbe la possibilità di diventare un punto di riferimento per tutti gli appassionati, ma in questo momento la situazione dell'online per noi europei presenta alcuni problemi evidenti.

    I muscoli dell'engine

    Diversi passi avanti, UFC Undisputed 3, li ha fatti anche dal punto di vista tecnico che, questa volta, non si limita a proporci dei manichini ben modellati ma tenta (e con efficacia) d'integrare la cura per l'aspetto estetico alla funzionalità imprescindibile per il gameplay di un titolo del genere. Come abbiamo detto i miglioramenti più "tangibili" riguardano il sistema di collisioni, ed il sistema di animazioni, per il quale sono state sfruttate (almeno per gli atleti più famosi) reali sessioni di motion capture (agli altri sono stati assegnati degli archetipi). Sul ring il comportamento dei lottatori è pressoché impeccabile: concentrandosi è possibile notare decine di movenze peculiari, legate l'una all'altra con una fluidità mai vista in un titolo riguardo le Mixed Martial Arts.
    Il piacere di giocare ad Undisputed 3 si unisce, chiaramente, ad un colpo d'occhio (prettamente estetico) più che buono. La modellazione degli atleti e del loro staff agli angoli risulta davvero impeccabile, con i volti e i corpi dei primi in grado di ricoprirsi di lividi e ferite d'ogni sorta. Curata la realizzazione dei palazzetti, fedelmente caratterizzati ed arricchiti dalla presenza di un pubblico -purtroppo- quasi immobile ma capace, se non altro, di partecipare dal punto di vista "acustico" alla prestazione offerta nell'ottagono. Da registrare comunque un generale riuso degli elementi strutturali che compongono le arene. La modellazione è quindi molto buona, anche se ci sono elementi più poveri: tutti quelli di contorno, dai cameraman agli arbitri, che sono abbastanza "plasticosi" e non sempre verosimili. Anche le texture del sangue che spesso imbratta il pavimento dell'oktagon sono povere e l'effetto globale non è molto realistico. Yuke's non si è risparmiata però nelle personalizzazioni "di contorno", inserendo entrate personalizzate per la gran parte dei combattenti ed implementando moltissime chicche come l'annunciatore sul ring, l'arbitro che spiega le regole prima d'inizio match, le ragazze che segnalano il numero della ripresa (alcune piuttosto bruttine, purtroppo).
    Chiude un comparto sonoro di spessore, al cui apice troviamo commentatori dedicati alla UFC ed alla PRIDE (con il fenomenale Bas Rutten ad espletare, in quest'ultimo caso, il commento tecnico).

    UFC Undisputed 3 UFC Undisputed 3Versione Analizzata PlayStation 3UFC 3 è il nuovo punto di riferimento per gli appassionati degli sport da combattimento. Non c'è MMA o Fight Night che tenga. Rispetto all'edizione dello scorso anno i miglioramenti sono notevoli, ed il titolo si porta dietro qualche difetto strutturale probabilmente impossibile da eliminare senza smussare la profondità tecnica della produzione, che risulta il suo vero valore aggiunto. C'è qualche sbavatura, e per noi europei gli inciampi del netcode rendono più problematiche le partite online, ma è ovviamente nel single player che il titolo regala le soddisfazioni maggiori. La Lotta, del resto, è uno sport intimo, fatto di perfezionamento e fatica, di lunghe ore passate a migliorare le tecniche e la capacità d'esecuzione, e questo processo di costante crescita è riprodotto al meglio da UFC. Con tutte le riserve del caso, le solite che vanno premesse quando si parla di una produzione focalizzata sulla simulazione pura (e che si riassumono in una soglia d'ingresso piuttosto scoraggiante per il neofita), l'eccellenza della produzione THQ va testimoniata. In questa edizione, grazie alle molte aggiunte contenutistiche, ai miglioramenti tecnici, e ad una campagna interessante, il titolo trova la sua forma migliore.

    8.4

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