Recensione Uncharted: Il Quarto Labirinto

Un'avventura letteraria per l'archeologo Naughty Dog

Recensione Uncharted: Il Quarto Labirinto
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Libri
  • Lo zio Vic ha detto che anche a te piace il mistero.”
    “Cosa intendi con mistero?”
    “La storia. Portare alla luce frammenti di passato rimasti nascosti per secoli.”
    “Già. C’è anche questo. Gli archeologi credono di aver capito tutto. Scrivono libri e articoli dove spiegano il mondo antico come se non ci fosse altro da imparare. E’ un atteggiamento stupido e arrogante, e ogni volta che scopriamo qualcosa che dà loro torto, che dimostra che ci sono delle cose del passato che non capiscono o non avrebbero mai immaginato, ne sono felice.


    Sono numerosi, ormai, i franchise videoludici che vantano una presenza anche all’interno del mercato dell’editoria, spaziando tra il classico formato del romanzo, i fumetti o la produzione di graphic novel.
    Uncharted mancava all’appello ma con l’arrivo del terzo capitolo è stato pubblicato Il Quarto Labirinto, prima avventura letteraria, avente nuovamente come protagonista Nathan Drake e Victor Sullivan.
    Il celebre duo si imbarcherà quindi in un’avventura che richiama alla mente quanto visto nell’attuale trilogia di cui è composta la serie, introducendo alcuni personaggi inediti ma tralasciando quelli femminili, Chloe e Elena, ormai entrati nell’immaginario collettivo degli appassionati.

    Omicidio

    Il romanzo di apre con Drake di ritorno dal Sud America, dopo una delle sue travagliate avventure che, però, gli ha fruttato un bel gruzzolo, alle spese di uno dei tanti signori della droga che controllano il traffico, l’economia e i governi del continente.
    Appena rientrato in territorio statunitense, però, Sully lo contatta e senza spiegargli i dettagli lo invita a raggiungerlo a New York: qualcuno è morto e l’amico di una vita ha davvero bisogno di lui. Un paio di voli interni al paese e Drake si ritrova nella metropoli, spaesato ma felice di rivedere il proprio socio.
    Sfortunatamente i fatti che li hanno portati ad incontrarsi di nuovo sono tutt’altro che piacevoli: Luka Hzujak, amico di vecchia data di Sully, è stato assassinato e il corpo, sezionato in più parti, è stato abbandonato in un forziere sulla banchina di una grande stazione ferroviaria.
    Luka era un archeologo e collezionista di antichità, con la mania di proporre teorie in aperto contrasto con quelle ritenute valide dalla maggior parte degli studiosi, fattore che gli ha sempre fatto tollerare le attività di profanazione di tombe e furto intraprese dai protagonisti.
    Il legame tra Luka e Sully è sempre stato profondo, al punto che quest’ultimo è il padrino della figlia dello studioso, Jadranka: capelli scuri con ciocche tinte di viola, occhi color nocciola e dotata di un carattere deciso e indipendente, fattore che la mette subito sotto un'ottima luce agli occhi di Nate.
    Jada, come viene chiamata da tutti, è ovviamente sconvolta per l’accaduto ed è convinta che l’omicidio sia legato alle scoperte del padre, che lavorava per il miliardario Tyr Henriksen, a capo della Phoenix Innovations.
    Le ricerche porteranno i tre protagonisti in vari luoghi del mondo, dall’America all’Egitto e oltre, nella speranza di capire chi abbia ucciso Luka, i motivi e le potenti forze in gioco.

    Dal Pad alla Carta

    Sono due gli argomenti principali intorno alla quale ruota l’intera trama: l’alchimia e i labirinti. L’antica e mitologica arte della manipolazione della materia emerge quando alcuni riferimenti delle ricerche di Luka portano a Re Mida, il sovrano che poteva tramutare ogni cosa in oro.
    I labirinti, invece, sono stati scoperti dallo studioso, che sosteneva che tre differenti strutture sotterranee avessero qualcosa in comune, partendo da quello di Creta, probabilmente costruito da Dedalo e dimora del temuto Minotauro.
    Il dubbio è: i labirinti sono tre o quattro?
    I temi, quindi, sono abbastanza classici, cari all’immaginario collettivo e che ben si collocano all’interno della tipologia di narrazione offerta dai tre capitoli videoludici di Uncharted.
    La scelta di ambientare buona parte dell'avventura all'interno dei labirinti sotterranei è intelligente, in quanto un nuovo capitolo sotto forma di videogioco sarebbe molto probabilmente risultato mortificato da strutture così strette e soffocanti.
    Un romanzo, invece, è un media più malleabile e in grado di adattarsi a situazioni estreme, senza doversi confrontare con le esigenze dettate dal gameplay e del game design, veri punti di forza dell’intera serie sin da Drake’s Fortune.
    Anche i personaggi, molto ben delineati nella serie videoludica, godono di un respiro maggiore nel romanzo e i dialoghi, spesso sotto forma di battute nei giochi e in calo nel terzo episodio rispetto al passato, tornano prepotentemente nel volume, mettendo Nate e Sully sotto una nuova luce, dando corpo ad una dimensione inedita che, benché non sveli molto sul loro passato, riesce comunque a renderli più veri, più umani.
    Meno interessante Jada, tipica ragazzina che si ritrova improvvisamente catapultata in una storia più grande di lei anche se, malgrado tutto, la caratterizzazione non stona e, anzi, la sua figura si inserisce tra un Sully iper protettivo e un Nate che all’inizio cerca di capire come comportarsi e poi si lascia andare, andando a stringere una profonda amicizia.

    Enigmi e Proiettili

    Il ritmo del romanzo è ovviamente più rilassato rispetto a quello offerto dai videogiochi, con una maggiore attenzione verso i dialoghi e le deduzioni di indizi che fanno avanzare la trama e portano i personaggi ad esplorare svariate parti del pianeta, mettendo ogni volta a rischio la loro incolumità.
    Anche il volume, però, ha un difetto ed è lo stesso che si può ritrovare nell’intera serie videoludica: in tutti gli episodi di Uncharted gli antagonisti non sono mai all’altezza dei protagonisti: dagli esseri deformi del primo capitolo, passando per Lazarevic, arrivando quindi a Katherine Marlowe, anche il romanzo non riesce a dar forma ad un vero e proprio nemico, in grado di tenere testa a Nate e Sully, rubando loro la scena.
    Anche Tyr Henriksen, miliardario proveniente dal Nord Europa, non è mai in grado di stupire, risultando stereotipato e poco interessante, malgrado i buoni colpi di scena che una figura come la sua porterà con sé. Lo stesso dicasi per Olivia Hzujak, moglie di Luka che focalizzerà su di sé gran parte dell’avventura.
    Da segnalare la buona traduzione italiana, con un tasso di errori inferiore rispetto a quello presente in questa tipologia di opere e una scorrevolezza eccellente per quanto riguarda la lettura.

    Uncharted: The Fourth Labyrinth Uncharted: The Fourth LabyrinthVersione Analizzata Libri"Quando vai con i serpenti devi imparare a sibilare ma non significa che tu debba anche strisciare". È una frase che illustra molto bene il modo di agire di Drake e Sullivan, molto più vicino allo stile narrativo de "Il Covo dei Ladri" rispetto al più recente "L'inganno di Drake". Il romanzo riesce ad fornire un punto di vista nuovo sul duo, non del tutto inedito ma sicuramente più approfondito rispetto ai capitoli classici della serie. Il Quarto Labirinto è quindi una buona lettura, di puro divertimento e senza alcuna velleità letteraria di alto livello, in grado però di intrattiene e con il pregio di estendere, senza falsarlo, l’universo creato da Naughy Dog.

    Che voto dai a: Uncharted: The Fourth Labyrinth

    Media Voto Utenti
    Voti: 16
    7.7
    nd