Recensione Vampire Rain

Una pioggia di sangue scende sul 360

Recensione Vampire Rain
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Non può piovere per sempre...

    Vampiri e Videogiochi. Un binomio impeccabile, che sin dagli albori del nostro passatempo preferito ha sempre portato a risultati degni del nostro interesse. Basti pensare alla serie di Castlevania, che da più di quindici anni ci mette nei panni di un cacciatore di vampiri (o di un vampiro stesso) o alla più recente saga di Legacy of Kain, con i suoi tradimenti, doppio-giochi e monete cadute di taglio. Per non parlare del GdR d’azione Vampire: The Masquerade - Bloodlines, tratto dal gioco di ruolo cartaceo omonimo.
    Insomma, il sodalizio tra le famose creature della notte ed il nostro Joypad sembra essere il risultato di un contratto indissolubile firmato con il sangue.
    Ma a spezzare l’incantesimo ci pensano i creatori di Blinx...

    Underworld De-evolution

    La sensazione che avrete provando per la prima volta Vampire Rain potrebbe non essere proprio quella di avere tra le mani un titolo che valga la pena di ricordare. Ma andiamo per gradi: VR è innanzitutto un action-stealth in terza persona ambientato in una decadente e tenebrosa cittadina americana, popolata dai disumani NightWalkers, una temibile stirpe di vampiri desiderosa di prendere il sopravvento sulla razza umana.
    Ma a mettere i bastoni tra le ruote a questi orribili esseri demoniaci ci penserà la “NightWalker Elimination Squad”, un team di agenti speciali incaricato di porre un freno all’invasione dei succhiasangue. Il giocatore vestirà quindi i panni di John Lloyd, un membro del team in questione, arruolato cinque anni prima in seguito all’uccisione dei suoi vecchi compagni (e quindi desideroso di vendetta). In un’ambientazione caratterizzata da vicoli bui e strade malfamate, il nostro eroe dovrà risolvere il mistero dietro all’apparizione delle micidiali creature, attingendo a piene mani da tutto l’arsenale tecnologico messo a sua disposizione. Ed è qui che inizia il nostro test di prova: l’azione di gioco si svolge di notte, in una città completamente presa d’assalto dai Camminatori del Buio. Attraverso le 25 missioni che saremo chiamati ad affrontare, il nostro compito primario sarà quello di farci strada lungo i vari scenari urbani, controllando bene la via da percorrere. Difatti, al nostro agente speciale Lloyd sarà concesso di esplorare orizzontalmente e (soprattutto) verticalmente le varie ambientazioni, con la possibilità straordinaria di arrampicarsi su muretti, tubi dell’acqua, recinzioni e scale di emergenza. Il sistema concede discrete possibilità esplorative e funziona anche piuttosto bene, se non fosse che il sentiero da percorrere sia uno ed uno soltanto. Avete capito bene: nel caso fortuito che prendiate la via sbagliata, verrete impietosamente uccisi dai Nightwalkers di pattuglia nella zona, senza alcuna speranza di sopravvivenza. In tal caso, non vi resterà che ricominciare dal punto di partenza, sperando stavolta di non sbagliare strada. E’ insomma un “Trial and Error” dei più agghiaccianti, senza alcuna pietà nei confronti del povero giocatore. Ed è altrettanto incredibile quanto una meccanica del genere possa essere ancora riproposta nel 2007, all’alba di una nuova generazione di console.

    Metal Gear Gothic

    A differenza dei capisaldi del genere stealth, Vampire Rain non offre alcuna abilità di “camouflage” particolare, bensì si limita a pretendere la prontezza ed il sangue freddo necessari per sfruttare al meglio i nascondigli offerti dall’ambiente circostante. In maniera analoga (o sarebbe meglio dire identica) al collega Sam Fisher, il nostro Lloyd è in grado di accovacciarsi per evitare di essere visto dal nemico, oltre alla possibilità (ed anche qui il plagio nei confronti di Splinter Cell è palese) di aggrapparsi a vari elementi della scenografia. Un vistoso radar posizionato in basso a sinistra ci indica inoltre i movimenti dei nostri avversari e l’obiettivo primario da raggiungere.
    Nell’ipotesi non molto fortuita che i vampiri si accorgano della nostra presenza (avvenimento scandito dall’apparizione improvvisa di due occhi rossi su schermo) la fuga deve essere decisa ed immediata, dato che basteranno solo un paio di artigliate per mandarci al Creatore (con un animazione finale ed una scritta “Game Over” rosso sangue in puro stile Resident Evil). Certo, in alcune occasioni avremo anche la possibilità di rispondere agli attacchi dei nemici, grazie ad un sistema di mira (anche questo chiaramente copiato dalla serie Ubisoft) che ci consente di deambulare e fare fuoco contemporaneamente, ma è appurato che il gioco premia esclusivamente una condotta silenziosa. Detta così, la giocabilità di Vampire Rain appare quantomeno riduttiva, e spiace constatare come questa impressione possa in realtà coinvolgere l’intera esperienza di gioco: la varietà di un Metal Gear, la cura di uno Splinter Cell o la classe di un Tenchu sembrano essere distanti anni luce dal gameplay dell’ultima fatica Artoon, un prodotto che sembra nato con in mente la vecchia generazione di console.
    Anche l’intelligenza artificiale nemica non brilla per efficienza e varietà: Lloyd si ritroverà a dover eludere veri e propri manichini ambulanti, capaci solo ed esclusivamente di ridurci a brandelli nel caso venissimo avvistati. E se già la scelta di dover attuare strategie “ Stealth Perfect” renderà l’esperienza di gioco snervante al limite della frustrazione, l’intera avventura non fa nulla per farsi piacere, in un crescendo ludico che risulterà molto indigesto ai veterani del genere. Questo, un difetto più di ogni altro. A tentare di salvare la situazione interviene la presenza di alcune missioni “action” in cui, armati di fucile a pompa, dovremo affrontare orde di vampiri assetati di sangue frapposti tra noi e la fine del livello. Divertente, senza dubbio, ma per un periodo di tempo decisamente limitato.

    Bloodlines

    Spiace constatare come anche dal punto di vista meramente tecnico Vampire Rain non sembra voler eccellere in alcun modo, limitandosi ad offrire modelli poligonali nella norma ed ambientazioni completamente prive di qualsivoglia elemento di contorno (sebbene dotate di un fascino sporco e “notturno”). Difatti, il comparto tecnico appare di una mediocrità disarmante, mosso da un engine che combina maldestramente il peggio della generazione a 128 bit con i nuovi parametri tecnici della “Next-Gen”.
    La pioggia, onnipresente, conferisce al titolo un’atmosfera lugubre e tenebrosa, grazie anche ad un notevole effetto liquido sui corpi dei personaggi e sugli oggetti che compongono i vari scenari. Peccato che la blanda realizzazione complessiva faccia dimenticare in fretta questo flebile dettaglio. A completare una messa in scena di dubbio gusto, interviene infine anche il fattore audio, con un doppiaggio (in inglese) tollerabile ma privo di enfasi ed una colonna sonora ridondante e decisamente priva di temi musicali di spicco.
    Ma in questo marasma di mediocrità, unita all’essenzialità della campagna in single player, spicca una marcata (ed inaspettatamente ben fatta) componente multigiocatore online, realizzata con tutti i crismi del caso: un massimo di 8 giocatori possono infatti ingaggiare serrati combattimenti a suon di armi da fuoco in 4 arene di grandezza variabile, attraverso varie modalità di gioco (si va dal classico cattura la bandiera, ai più serrati Deathmatch a squadre). Sebbene possa definirsi un’opzione sbilanciata, l’Online offre inoltre la possibilità di trasformarsi nei temibili Nightwalkers nel bel mezzo di una partita (tramite semplice pressione di un tasto), elemento questo che conferisce ai vari match un alto tasso di adrenalina. Se solo il gioco completo fosse stato pensato con la medesima cura...

    Vampire Rain Vampire RainVersione Analizzata Xbox 360Le qualità dell’ultima produzione Artoon sembrano essere tanto oscure quanto i non-morti che danno il nome al gioco. Vampire Rain appare infatti come uno spudorato plagio di elementi ludici (e grafici) che hanno fatto la fortuna di illustri predecessori (Splinter Cell in primis), non riuscendo tuttavia in alcun modo a replicarne il medesimo livello qualitativo. Malgrado il tutto sia stato pensato con in mente l’hardware della console Microsoft, il risultato finale non sembra avallare questa tesi, il che, inutile dirlo, tarpa le ali ad un progetto che con un briciolo di autorialità in più avrebbe potuto ambire ad un podio ben più alto. Certo, l’atmosfera cupa e tenebrosa, mista ad un look da “B-Movie” potrebbe attrarre più di un giocatore, ma è anche vero che quello che lo aspetta al di la dello schermo potrebbe essere molto peggio di una semplice pioggia di vampiri.

    5

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