Recensione Victor Vran

Tra ragni e vampiri il titolo di Haemimont Games ci arruola in una lunga crociata contro le forze degli inferi: un percorso pericoloso che ci ha dato un’idea più precisa di cosa significhi essere un buon cacciatore di mostri.

Recensione Victor Vran
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  • Da alcuni anni il genere degli hack ‘n slash sta vivendo un periodo particolarmente florido, che ha dato i natali non solo a produzioni "classiche", come Diablo 3 e Path of Exile, ma anche a delle varianti sul tema meno concentrate sul farming e più orientate all'esperienza narrativa. Victor Vran appartiene a quest'ultima categoria e, grazie alla distribuzione in Early Access, è stato capace di conquistare il pubblico di Steam ben prima del lancio ufficiale. Tra ragni e vampiri il titolo di Haemimont Games ci ha imbarcati in una lunga crociata contro le forze degli inferi: un percorso pericoloso e pieno di misteri che ci ha dato un'idea più precisa di cosa significhi essere un buon cacciatore di mostri.

    Caos e vampiri

    Il nostro arrivo al Castello Zagore non è casuale. La città di Zagoravia è caduta vittima di una maledizione e la regina Katarina ha bisogno dell'aiuto di un uomo forte e abile, che sappia porre fine all'invasione demoniaca che sta seminando il panico tra la brava gente del posto. Victor Vran corrisponde appieno allo stereotipo del cacciatore di vampiri nato con la figura di Van Helsing, anzi, ne è volutamente la parodia, con il tipico cappello che contraddistingue il personaggio al cinema (e non solo) ormai da decenni. Ciò che però caratterizza in modo piuttosto originale il protagonista è la presenza di una curiosa voce narrante nella sua testa, che interagisce direttamente con lui, prendendolo in giro e sfondando la quarta parete in più di un'occasione, evidentemente consapevole di far parte di un videogioco. Attorno all'identità di questa voce ruota gran parte del mistero della campagna principale, in cui è molto semplice dimenticarsi del greve motivo che ci ha condotti in questi tristi paesini dell'est Europa. I vari membri della corte tenteranno a più mandate di renderci partecipi dei problemi e dei progressi che ogni missione apporterà alla storia, ma la frenesia del gameplay e l'urgenza del loot prenderanno facilmente il sopravvento nella maggior parte dei giocatori. Non va infatti dimenticato che ci troviamo di fronte a un hack ‘n slash e che, per quanto sia poco votato al farming, la crescita del nostro personaggio ricopre un ruolo importantissimo in tutta la produzione. All'inizio ci sarà data la possibilità di scegliere fra tre costumi che il buon Victor potrà indossare, i quali influenzeranno il modo con cui caricare la preziosissima barra della Rabbia, una sorta di tradizionale Berserk da sfruttare nei momenti di maggiore concitazione. Nella nostra prova abbiamo optato per la build "Mago", che permetteva un lento recupero indipendentemente dal combattimento, così da poter sempre iniziare lo scontro con una potente mossa ed eliminando istantaneamente la maggior parte dei nemici. Durante l'avventura i mostri lasceranno comunque cadere vari tipi di magie, come ad esempio la pelle di diamante o il boomerang arcano, ma a conti fatti la scelta non si è poi rivelata ampia come previsto, con la semplice presenza di versioni potenziate delle solite 5-6 mosse. Un simile sistema è stato adottato per il potenziamento del personaggio, che non vanta un vero e proprio skill tree ma equipaggia dei Tarocchi: carte con vari effetti passivi che influenzano la capacità di sopravvivenza nella mischia. Reperibili in giro come drop casuale, queste carte hanno un numero che indica il proprio livello di potenza e il nostro personaggio, guadagnando esperienza, aumenterà non solo gli slot in cui inserirle, ma anche il tetto massimo di punteggio equipaggiabile contemporaneamente. Anche in questo caso la scelta non è delle più ampie, con alcune soluzioni tradizionali come l'aumento della vita, dei danni, dei critici e della penetrazione armatura, ma il team sembra volutamente essersi concentrato su pochi fattori per mantenere un buon bilanciamento generale ed evitare la possibilità di costruire combinazioni potenzialmente troppo vantaggiose.
    Sorprendentemente, Victor Vran non solo permette al giocatore di scegliere il controller Xbox360 come periferica principale, ma si è lasciato giocare in modo estremamente piacevole proprio con il pad, per via della discreta mappatura di comandi (che rende la capriola indispensabile per schivare gli attacchi) molto comoda da eseguire. Diventa fondamentale fin da subito riuscire a evitare ogni tipo di attacco che i demoni ci lanceranno contro, poiché, nonostante si diventi più resistenti con il passare dei livelli, mancano completamente le tradizionali armature, care agli utenti meno orientati alle strategie "glass cannon". Per quel che abbiamo potuto sperimentare, insomma, difficilmente saremo in netta superiorità nei confronti del nemico, e dovremo invece schivare continuamente i colpi nell'attesa di avere nuovamente disponibili le mosse per attaccare. Il sistema di combattimento, del resto, si basa su alcune abilità legate all'arma che attualmente teniamo in mano, con la possibilità di cambiare rapidamente con un'altra: entrambe sono dotate di tempi di cooldown indipendenti a patto che siano di tipo diverso. L'alternanza frenetica tra le due armi e il bisogno perenne di eseguire le rotolate rendono il gameplay un vero inferno, specialmente nelle fasi finali.

    A livello di drop abbiamo contato circa una dozzina di armi differenti, ognuna col suo proprio, ben caratterizzato, stile, ma la voglia di sperimentare è frenata dalla presenza di alcune build palesemente più potenti di altre. Nota positiva per i leggendari che abbiamo reperito (due per l'esattezza), entrambi dotati di curiose abilità speciali che, al di là della potenza, ci hanno invogliati a testarne gli effetti sui poveri scheletri di Zagoravia. Una varietà non proprio esaltante anche a livello di nemici e ambientazioni: proseguendo nell'avventura ci si imbatte nella zona dei ragni, in quella degli elementali, poi in quella degli scheletri. Una generale monotonia che, specialmente in un genere ripetitivo come quello dell'hack ‘n slash, risulta decisamente controproducente. Attraversare certe zone affrontando per un'ora gli stessi tipi di nemici, seppur con delle varianti e con la presenza dei campioni, potrebbe mettere a dura prova un giocatore poco affine al genere, rendendo Victor Vran un prodotto riservato più agli appassionati che non alla massa.
    Nel caso in cui la semplice main quest non fosse abbastanza ricca, i giocatori più hardcore potranno comunque cimentarsi in una serie di contenuti aggiuntivi che aumenteranno di parecchio l'offerta del titolo. Oltre ai prevedibili (ma interessanti) dungeon secondari, ogni area vanterà una serie di 5 sfide da portare a termine se si vuole completare il gioco al 100% e, come se non bastasse, una volta terminata la campagna principale si sbloccherà una nuova collezione di sfide élite, per una longevità davvero invidiabile. Per coloro che cercheranno un gameplay ancora più estremo, il gioco metterà a disposizione alcuni Malocchi, attivabili da menu, che faranno guadagnare più loot e più esperienza al prezzo di condizioni particolarmente svantaggiose, come la continua perdita della vita o l'aumento della presenza di mostri campioni. Opzioni di poco conto nella prima metà della campagna, ma che inizieranno a rendere il gioco un incubo nelle ultime aree, specialmente alle difficoltà più alte. Chiude infine il pacchetto la presenza di una modalità cooperativa online grazie alla quale affrontare l'avventura in compagnia di amici o giocatori casuali fino ad un massimo 4 contemporaneamente.
    Sul fronte tecnico il titolo si difende bene soprattutto in quanto a stabilità. Il motore grafico, infatti, non esita neanche in presenza di grandi quantitativi di nemici su schermo e garantisce una fluidità impeccabile. Forse l'ottimizzazione è stata possibile perché l'impianto visivo non è proprio all'avanguardia: il look di Victor Vran appare molto semplice e senza troppe pretese. L'insieme dei colori accesi e la traboccante dose di effetti speciali, in più di un'occasione, offre uno spettacolo psichedelico che non a tutti potrebbe piacere, ma che rimarca ancora una volta l'indole poco seriosa della produzione.

    Più che discreta la varietà degli ambienti, con un continuo cambio di location che trasmette, anche a livello visivo, la sensazione di vivere un percorso con tappe ben precise e caratterizzate, soprattutto negli ambienti urbani e in alcuni dungeon. Peccato che la storia sia invece raccontata da cut-scene realizzate con una serie di immagini statiche. A livello sonoro segnaliamo la presenza di un doppiatore d'eccezione per Victor, che può vantarsi di condividere la voce con la "star" Geralt di Rivia, grazie all'ottimo lavoro svolto da Doug Cockle. Per il resto sia le musiche che gli effetti sonori, per quanto di buona fattura, generano alla svelta una pericolosa sensazione di monotonia.

    Victor Vran Victor VranVersione Analizzata PCVictor Vran è un titolo complessivamente divertente, ma che soffre dell’assenza di una direzione precisa negli obiettivi di sviluppo, risultando una via di mezzo tra l’hack ‘n slash da farming compulsivo ed un prodotto più concentrato sulla narrazione. Questa via di mezzo potrebbe scontentare molti giocatori: il titolo non presenta un gameplay profondo a sufficienza per soddisfare i maniaci del Level-Up, e neppure una storia con molto mordente, vivace a sufficienza per accompagnarci lungo tutta l'avventura. Nonostante questo, Victor Vran ha saputo divertirci grazie alla sua immediatezza e all’ironia inaspettata. È vero che la scelta nelle build è ridotta, ed è altrettanto vero che i nemici tendono a ripetersi praticamente in tutta l’avventura, ma alla fine il titolo mostra una sua personalità. Il prezzo resta un po’ elevato rispetto all’offerta complessiva, e questo potrebbe trattenere alcuni giocatori dal concedere una chance alla produzione. Resta comunque consigliato agli amanti dell’hack ‘n slash o dello spirito transilvanico, nonché a coloro che iniziano a sentire la mancanza di Van Helsing.

    6.8

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