Virtua Tennis 2: il simulatore tennistico recensito su SEGA Dreamcast

Il simulatore tennistico per eccellenza sotto esame

Virtua Tennis 2: il simulatore tennistico recensito su SEGA Dreamcast
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  • PS2
  • DC
  • Quando uno sportivo fa breccia nei cuori dei giocatori... utopia?

    Non sono numerosissime, nell’universo videoludico, le simulazioni di tennis, vuoi per la non eccessiva popolarità del suddetto sport, vuoi per scelte commerciali; ad ogni modo, ciò non ha impedito che alcune stelle spiccassero più di altre per qualità ed originalità, divenendo inesorabilmente dei veri e propri esempi dai quali attingere, anche a distanza di anni. Una di queste stelle è, senza dubbio alcuno, Virtua Tennis 2.
    Ormai è passato qualche mese dall’annuncio ufficiale da parte di SEGA del terzo episodio della saga tennistica per eccellenza: un titolo sicuramente molto atteso, ma che a detta di molti non arriverà mai ad eguagliare il suo predecessore, forse per l’innovazione indotta in quest'ultimo o forse semplicemente perché Virtua Tennis 2 è uscito su una console gloriosa, assolutamente immortale. Ad ogni modo, nonostante i sei anni che il gioco ha oramai compiuto, resta ancora per noi un onore, in data odierna, poterlo recensire.

    Pochi tasti, tanto divertimento...

    Il menù iniziale è molto semplice e si intuisce immediatamente ciò che il prodotto propone: torneo, esibizione, tour mondiale, opzioni.
    Iniziamo con la più classica delle modalità per un genere sportivo: il torneo. Da subito ci viene offerta la possibilità di scegliere se giocare un singolo o un doppio, dove il nostro compagno potrà essere direttamente gestito dal computer o da un secondo giocatore.
    Segue la scelta del campione: ve ne sono abbastanza e da ogni parte del globo, stavolta divisi per sesso; noterete anche la presenza dell’icona vmu immediatamente selezionabile e, più avanti, sarà spiegato il perché. Ritornando ai giocatori, come da manuale ogniuno ha delle abilità e caratteristiche diverse, facilmente avvertibili quando inizierete a giocare; dopo un discreto numero di prove, dovreste essere in grado di aver trovato il vostro alias. Iniziata la partita senza alcun indugio, ed immediatamente saremo catapultati nell’essenza del gioco: i comandi sono intuitivi, non occorre sorprendersi se già dalla prima battuta ci sentiremo dei campioni. Il controllo del giocatore è abbastanza semplice: lo si sposta con lo stick all’interno del campo e si manovra la racchetta con la pressione del tasto B (o A, se le circostanze lo richiedono). Ovviamente si può dare alla pallina un effetto, una velocità ed una direzione differenti a seconda della pressione. Per imprimere una certa forza e far si che la sfera sia irraggiungibile per l’avversario basterà premere il tasto poco prima di colpire la palla: in tal modo daremo il tempo al giocatore di raccogliere energia nel braccio e vibrare un colpo abbastanza violento (il che dipende anche dal giocatore scelto, avendo ogniuno dei proprio parametri, relativi alle diverse abilità). Per impostare le direzioni basta semplicemente utilizzare lo stick in combinazione col tasto B quando si colpisce la palla: stick a sinistra e destra per angolare il tiro e mettere in difficoltà l’avversario e stick basso per fare un tiro corto che superi leggermente la rete. Con il tasto X faremo invece un tiro alto (utile quando l’avversario è vicino alla rete). Molto importante è anche la fase di ricezione perché influenzerà, e non poco, il buon esito della battuta: se il tiro avversario è lento e facilmente raggiungibile avremo il tempo per fare una buona risposta, se invece riceveremo un angolato dovremo necessariamente tuffarci, il ché comporta imprecisione: la palla può finire fuori.
    Col tasto Y invece avremo la possibilità di sistemare la posizione della telecamera, se ravvicinata o semi-aerea.
    Il mach si suddivide in due (o più turni); inizialmente spetterà a noi battere per primi. Le sfide non sono mai monotone, e, specialmente giocando in doppio, il livello di coinvolgimento sarà altissimo- La difficoltà ovviamente è impostabile dal giocatore, ma va chiaramente precisato che nonostante un’iniziale illusione non sarà molto facile battere gli avversari.

    Divertirsi in compagnia!

    Per ciò che concerne invece la modalità esibizione, l'essenza della modalità è già espressa nel nome: utile soprattutto per fare pratica, possiamo impostare già da subito le partite, il nostro rivale e il campo, tutto il resto avviene come per la modalità torneo. In essa risiede però anche l’essenza del multiplayer: infatti, sino a quattro giocatori potranno gareggiare contemporaneamente (2 contro 2), scambiandosi il campo e le battute. Sicuramente un’opzione interessante e coinvolgente, abbastanza da tenere incollati allo schermo amici e parenti per parecchie ore.

    Come diventare campioni, tra birilli, carro armati e navi aliene

    Infine, ultimo ma non meno rilevante, abbiamo il tour mondiale: un chicca da non tralasciare e, asseriscono alcuni, che la vera essenza di Virtua Tennis 2 sia proprio in questo. In altri termini, abbiamo una nostra casa e due nostri giocatori (maschio e femmina), ossia i nostri alter ego virtuali; chiaramente potremo editarli a piacimento, dalla pettinatura, al vestiario. La scelta non è delle più varie ma comunque c’è da accontentarsi: una volta che i nostri personaggi sono pronti possiamo farli viaggiare per il mondo e far maturare la propria esperienza attraverso mini tornei ma anche prove divertenti e spensierate: si va dal colpire dei birilli ad abbattere dei carro armati di gomma, tali prove servono a far cresce la competitività dei nostri personaggi, parametro che possiamo tenere sotto controllo attraverso delle schede che prendono in considerazione svariati valori. Così inizieremo con un personaggio lento e goffo, che col tempo possiamo far diventare un vero e proprio campione. Nel mondo da esplorare si vive attraverso i soldi che guadagnamo nei tornei, ai quali potremo accedere solamente in determinate date e solo se i nostri personaggi avranno raggiunto specifiche caratteristiche. Una volta guadagnata una consistente somma potremo spenderla in un negozio, acquistando tutto l'occorrente per i match e molto altro ancora: dalle magliette, alle racchette, dall’energizzante alle scarpe e via discorrendo. Quando i nostri giocatori saranno stanchi per via dei vari eventi, entrerà in gioco la propria casa, dove potranno riposare perdendo un giorno di attività.
    Una volta allenati a dovere, i nostri due allievi e relative caratteristiche saranno così da salvare ed utilizzare anche nelle altre modalità, cliccando sull’icona della VMU quando sarà possibile selezionare i giocatori.
    Quindi una modalità molto interessante, utile a rendere il titolo abbastanza longevo nel lungo termine, quando ormai le classiche modalità saranno domate fino in fondo (ma evidenziamo come ciò non accadrà in maniera del tutto celere).

    Il tempo non sempre fa delle vittime...

    Abbiamo di fronte una di quelle rarissime occasioni in cui un gioco vecchio di più di sei anni risulta essere ancora molto attuale, permettendosi addirittura di rivaleggiare con giochi molto più recenti. I 16 giocatori (tutti su licenza) sono realizzati minuziosamente, e abbastanza riconoscibili anche solo osservandone il volto poligonale; le animazioni, quando si segna un punto, sono molto curate e verosimili. I ben 20 stadi non stonano se paragonati a quelli di un qualsiasi altro gioco sportivo, e anzi: finalmente abbiamo un pubblico che non appare quale il solito mucchio di sagome di cartone. Menzione particolare anche per l’arbitro, realizzato degnamente, e per alcuni particolari: i tiri diretti agli spalti, ad esempio (vedrete le persone spostarsi per evitare la pallina). Nonostante la qualità grafica il gioco non subisce mai rallentamenti; risultato: un’azione fluida, frenetica e coinvolgente.
    La versione Dreamcast rispetto a quella PS2 risulta essere nettamente superiore, per via di alcuni pregi esclusivi, quali ad esempio l’anti-aliasing, in grado di eliminare delle fastidiose scalettature notabili invece nella versione della console Sony.

    Parliamo di perfezione? Forse...

    Per ciò che riguarda il comparto sonoro non c'è niente di particolare da segnalare: forse per ciò che concerne, nello specifico, le musiche, abbiamo l’unico aspetto in cui Virtua Tennis 2 sembra regredire a confronto del suo predecessore, nonostante la colonna sonora resti adattissima alla tipologia di gioco. Ottimi invece gli effetti acustici e le risposte provenienti dagli spalti. Rendiamo noto, comunque, che tramite apposita opzione, sarà possibile disattivare l'audio e il comparto sonoro tutto.

    Virtua Tennis 2 Virtua Tennis 2Versione Analizzata DreamcastIl titolo ha subito dei miglioramenti evidentissimi, e questo è pacifico; il gioco, come già detto, è intuitivo e si lascia apprezzare sin da subito; attraverso qualche tocco di classe è reso, inoltre, divertente e longevo. Un simulativo che, in alcuni frangenti, propone componenti arcade, senza però indignare l'appassionato della simulazione; ci è proposto tutto il meglio del predecessore senza cagionar danno alla qualità, ma rivedendo anzi tutti i pregi, migliorandol ed ampliandoli oltremodo attraverso semplici ma incisive scelte, operate dai sapienti programmatori della Sega Sports. E’ raro di questi tempi sedersi in poltrona, accendere una console, mettersi a giocare ad un simulatore tennistico, per poi scoprire di non riuscire più a staccarsi dal pad: sintomatico, questo, dell'immortalità del suddetto titolo.

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