Recensione Viva Pinata: Pocket Paradise

Le Pinate di Rare approdano anche sul piccolo di casa Nintendo

Recensione Viva Pinata: Pocket Paradise
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  • DS
  • Rare e Nintendo insieme ancora per una volta.

    Dopo il divorzio di Rare da Nintendo, e la sua conseguente acquisizione da parte di Microsoft, in molti hanno iniziato a pensare che la software house inglese non sarebbe più stata quella di una volta. Non è certo nascosta la supervisione quasi "soffocante" che la casa di Kyoto esercita sulle third party e sui titoli in lavorazione, ed è spesso proprio questa marcata attenzione che in passato ha trasformato molti prodotti delle softCo. ausiliare in veri e propri capolavori. Venuto meno questo intenso controllo, Rare avrebbe mantenuto gli stessi standard qualitativi? La risposta, in un primo momento, fu negativa: Grabbed By The Ghoulies era solo un bel gioco e il seguito del mai troppo lodato Perfect Dark fu un’amara delusione. Insomma la vecchia Rare, quella capace di creare Banjo-Kazooie, platform che per alcuni risulta anche migliore del collega Super Mario 64, sembrava irrimediabilmente morta. Rimaneva una software house talentuosa, ma non certo meritevole degli oltre 330 milioni di dollari che Microsft dovette sborsare per acquistare la compagnia. Chi aveva tanto sofferto per la scissione dalla grande N, in un moto d’orgoglio, rise cinicamente alle prime recensioni dei nuovi titoli sviluppati prima su Xbox e poi su Xbox 360.
    Eppure, sembra che Rare stia lentamente tornando ai fasti di un tempo. Il segno di un ritrovato estro creativo lo si deve poi al genitore del titolo che stiamo prendendo in esame: Viva Pinata. Uscito per Xbox 360 nel 2006, si presentava come un atipico gestionale che ci permetteva di curare un giardino abbellito da fiori e popolato da strani animali di stoffa. Il brand, da poco tornato in una seconda incarnazione sull'ammiraglia Microsoft, è anche sbarcato sul due schermi Nintendo.
    Nonostante tutti i trascorsi, il binomio Rare-Console Nintendo funziona ancora, o la magia si è rotta per sempre? Scopriamolo insieme.

    Dalla TV ai diplay.

    Viva Pinata: Pocket Paradise potrebbe essere brevissimamente descritto come una versione leggermente più contenuta del capitolo originale. Chi lo avrà già giocato, impiegherà pochi minuti per orientrasi nel mondo di gioco e avere il pieno controllo di tutte le azioni disponibili.
    Per tutti gli altri, giungerà in aiuto la modalità denominata Episodies: ciascun livello che la compone verrà di volta in volta introdotto da un simpatico sketch, tratto dalla serie animata in onda su 4Kids TV. Purtroppo, a differenza dei testi a schermo che sono stati tradotti in un ottimo italiano, il parlato è rimasto in lingua inglese e quindi la maggior parte delle gag rimarrà incomprensibile per una parte del pubblico. Al di là di questo piccolo neo, tuttavia, Episodies è a tutti gli effetti il tutorial che vi aiuterà a muovere i primi passi nel mondo di Viva Pinata. I livelli non saranno tutti disponibili sin da subito: per sbloccarli dovrete prima compiere dei progressi significativi nell amodalità principale, intitolata Garden. Muovendovi dall'una all'altra, dunque, non solo potrete in qualche modo spezzare la monotonia, ma imparerete a gestire al meglio tutti gli strumenti a vostra disposizione, muovendovi nei negozi e venendo a conoscenza delle regole comportamentali di base di tutte le Pinate.

    Una volta firmato l’atto di proprietà del vostro nuovo giardino, vi ritroverete alle prese con un appezzamento di terra completamente ricoperto da detriti. Sebbene il tutorial non possa dirsi completamente capace di fugare qualsiasi dubbio, se nello schermo inferiore potrete sempre visionare il terreno, in quello superiore di tanto in tanto qualche simpatica pignatta giungerà in vostro soccorso dandovi i giusti consigli sul cosa fare.
    Imparerete così a spostarvi, via pennino o utilizzando la croce direzionale, e ad utilizzare tutti gli strumenti necessari per ripulire e curare il terreno, sempre agendo sul touch-screen. Piantare, seminare ed innaffiare diventeranno attività importantissime, perché nonostante il vostro compito sia quello di accudire e far crescere diverse specie di Pinate, queste non nasceranno spontaneamente. La loro attenzione dovrà essere guadagnata grazie alla cura degli spazi e alle costruzioni che potrete erigere in giardino. Per renderle a tutti gli effetti "residenti" dovrete dunque accontentare alcune richieste diverse di specie a specie. Inoltre, quando avrete almeno due pignatte uguali, potrete decidere se fargli generare un figlio, ma non prima di avergli costruito una casa (certe cose si fanno lontano da occhi indiscreti).

    Un circolo quasi vizioso.

    Viva Pinata: Pocket Paradise, basando gran parte del gameplay sulle richieste delle creature, induce l'utente a creare un ecosistema funzionante e, perché no, capace di autogestirsi. Il giocatore, infatti, avrà sempre il controllo sugli animaletti: in ogni momento potrà ordinargli di raggiungere un dato luogo, di mangiare un frutto o di attaccare un’altra pignatta, ma in linea di massima ognuna di esse sarà capace di gestirsi in autonomia: starà a voi e alla vostra opera cercare di evitare scontri tra specie diverse o possibili morti premature.
    Il gioco, insomma, a dispetto del look "cartoonesco" potrebbe sembrare semplice e superficiale, si rivela già dopo poche ore profondo e pieno di variabili, e mostra in breve tempo un deciso incremento del livello di difficoltà. Suoerato il tutorial di base, le azioni da fare aumentano a dismisura e il ritmo diventa quasi indiavolato. Tra alberi da piantare, Pinate da far accoppiare per evitarne l’estinzione, e altre da sacrificare per far innamorare coppie di predatori, il giocatore ha il suo bel da fare. Come se non bastasse, dovrà anche stare attento al proprio conto in banca. Nulla è gratis nemmeno nell’universo di Viva Pinata, e anche per un seme di margherita (necessario per accontentare qualche abitante del giardino) dovrete sborsare una certa somma di denaro. Vi toccherà quindi vendere alcune delle vostre creature, oppure i frutti che cadono dagli alberi. Come se non bastasse, a volte farà irruzione nel giardino qualche pignatta amara che, mossa sempre da cattive intenzioni, farà di tutto per rovinarne l’ecosistema.
    Complesso e articolato, il sistema di gioco di Viva Pinata non è certo adatto a tutti. La mole di parametri da considerare costringe l'utente ad una marcata attenzione, ad un corretta pianificazione delle strategie di gestione, ed in generale ad un movimentato lavoro di ammodernamento della struttura. Nonostante il buon numero di Pinate disponibili, poi, lo spettro della monotonia non è del tutto scacciato: sotto la minaccia quasi opprimente della bancarotta, il giocatore dovrà cercare spesso una certa stabilità dell'ecosistema, che generi beni di consumo (Pinate o Semi) da vendere ai mercati, prima di procedere all'acquisto di nuove strutture in grado di attirare nuovi animali. A conti fatti, poi, nonostante richieste e Nidi mutino in continuazione, le routine di gioco sono sempre le medesime, e visto che spesso molte Pinate risultano esose e complesse da attirare, non in tutti sorgerà lo stimolo a proseguire nella modalità principale.
    Fortunatamente, per chi voglia un divertimento disimpegnato, è disponibile la modalità Playground. Qui, a differenza di quanto accade in Garden, avrete la possibilità di creare il giardino dei vostri sogni avendo a disposizione ogni elemento sin da subito, e gratuitamente. Potrete così prelevare le pignatte che più vi piacciono, piantare sul terreno i fiori che preferite e perfino cambiare la morfologia del parco in ogni istante, e senza alcuna spesa.

    Il sapore particolare delle pignatte.

    Vista la disamina delle caratteristiche del titolo, insomma, avrete capito che serve una bella dose di cervello e pazienza per poter trarre soddisfazioni da Viva Pinata: Pocket Paradise. Tanto più se si pensa che, una volta sbloccati tutti gli episodi dell’omonima modalità, di fatto non esiste una vera motivazione per continuare ad accedere al vostro giardino. Esattamente come accade nelle versioni casalinghe, infatti, dopo diverse ore passate a creare l’ecosistema, potrebbero venire meno le motivazioni per continuare a giocare, e la permanenza del prodotto nello slot del vostro DS è legata a fattori molto personali. La longevità del titolo è virtualmente infinita, ma per alcuni potrebbe bastare poco tempo prima che sopraggiunga la noia di vedere la solita location, con le solite pignatte, con i soliti compiti da svolgere. Se amate i gestionali, questo momento potrebbe arrivare piuttosto tardi, ed in questo caso l'acquisto è fortemente consigliato. Ma se non avete mai giocato a un titolo dello stesso genere il consiglio è quello di ponderare prima di metter mano al portafoglio, perché al di là degli indubbi meriti, il titolo resta comunque un prodotto particolare, con un gameplay fine a se stesso.
    Una lode deve essere fatta comunque al modo in cui Viva Pinata è stato adattato al DS. Sebbene il touch-screen sia un po’ troppo piccolo per darci una visione sufficientemente ampia del giardino, costringendoci così a muoverci molto più del dovuto sulla mappa, il sistema input funziona perfettamente. Dare l’acqua alle piante, eliminare i detriti sul terreno, muovere una pignatta: ogni azione si traduce in pochi e rapidi tocchi e il tutto risponde con velocità e precisione. Anche lo schermo superiore viene sfruttato al meglio: sarà qui che potremo visionare un gran numero di informazioni aggiuntive ora sullo stato del terreno, ora sulla pignatta di turno.
    Anche da un punto di vista tecnico, Viva Pinata: Pocket Paradise si comporta in modo egregio. A fronte di un character design di buona fattura, che presenta per lo più animali reali riprodotti con proporzioni deformate e colori folli e allegri, ogni pignatta è resa tramite un ottimo modello poligonale e mossa da poche ma convincenti animazioni. Buone anche le texture e la fluidità, che non si abbasserà neanche quando lo schermo sarà invaso da cinque o più personaggi.
    Dal punto di vista sonoro buoni gli effetti, anche se si ha l’impressione che si sarebbe potuto fare di meglio, e simpatiche, ma non memorabili, le musiche che vi accompagneranno durante le visite nei negozi e nei menù. Ottimo il doppiaggio, se pur solo inglese, dei brevi sketch della modalità Episodies.

    Viva Pinata: Pocket Paradise Viva Pinata: Pocket ParadiseVersione Analizzata Nintendo DSEsattamente come l’orinale, Viva Pinata: Pocket Paradise va prima di tutto capito. Non è un gestionale come gli altri, non è un gioco che vi spinge a migliorarvi in vista di una ricompensa in termini di nuovi filmati o oggetti sbloccabili. E’ la riproduzione di un giardino virtuale che voi potete gestire come meglio credete. Le possibilità offerte sono ampie e non sfigurano affatto con la versione uscita per Xbox 360. Un buon impianto grafico e sonoro, unito a un sistema input molto funzionale che si affida al touch-screen, impacchettano un titolo che sicuramente farà la felicità di tutti coloro che saranno disposti a scendere a patti con la filosofia di fondo. Sconsigliato ai piccoli, nonostante lo stile grafico, sarà richiesta grande pazienza e capacità di gestione per creare l’ecosistema perfetto. Insomma, ancora una volta il binomio Rare-Nintendo ha dato i frutti sperati, ma essi hanno un gusto particolare, adatto non a tutti i palati.

    7.5

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