Recensione Warhammer End Times Vermintide

Warhammer: End Times - Vermintide ha le carte in regola per detenere lo scettro di miglior titolo su licenza Warhammer Fantasy esistente. Con un impianto ludico ispirato dallo sparatutto cooperativo che ha reso popolare il genere

Recensione Warhammer End Times Vermintide
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Appartenente al vasto elenco di studi "clienti" di Paradox Interactive, con i quali hanno presentato i discreti Lead & Gold, War of the Roses e War of the Viking, nei suoi sette anni di vita Fatshark non ha ancora avuto un successo commerciale degno di nota. Il titolo della gloria, quello che farà balzare il nome dello studio svedese sui radar di un maggior numero di giocatori, potrebbe essere proprio Warhammer: End Times - Vermintide, pubblicato in questi giorni su Steam. Grazie al suo mix di adrenalina e senso di tensione costante, condito dalle sporadiche battute pronunciate dai protagonisti durante l'azione e dall'IA sorprendentemente perfida anche alle difficoltà basse, Vermintide sembra avere tutte le carte in regola per essere definito come successore di Left 4 Dead nella ristretta nicchia degli arena shooter che presentano un arco narrativo di fondo. Prima di cimentarci nella più grande derattizzazione del mondo, però, conviene fare conoscenza con i compagni di (dis)avventura.

    Un Cacciatore di Streghe entra in un bar... BLAM!

    Ambientati nell'universo di Warhammer Fantasy, specificatamente nella recente campagna The End Times (da cui deriva lo stesso titolo del gioco), gli eventi di Vermintide si svolgono interamente a Ubersreik, cittadina nella provincia del Reikland che viene sconvolta da un'improvvisa invasione da parte degli Skaven, razza di topi antropomorfi tanto ripugnanti quanto letali, richiamati dal potere sinistro della Luna del Caos. Protagonisti dell'azione un'improbabile banda di avventurieri, ognuno spinto verso la città da motivi diversi. Laddove Markus Kruber, soldato veterano dell'Impero, si trova in zona in quanto scorta di Victor Saltzpyre, spietato Templare di Sigmar (o, come definito dal popolo, Cacciatore di Streghe) con un conto in sospeso nei riguardi degli Skaven, nonché carceriere di Sienna Fuegonasus, Maga Splendente con evidenti difficoltà a mantenere la lucidità quando il Vento infuocato di Aqshy le scorre nelle vene. La Guardiavia degli Elfi dei Boschi Kerillian ha abbandonato il suo posto nella vasta foresta di Loren per i motivi imperscrutabili che contraddistinguono il ragionamento degli Elfi, mentre lo scopo del viaggio a Ubersreik di Bardin Goreksson, Nano Ranger dei Monti Grigi, consisteva inizialmente nell'acquisto di un antico tomo necessario al deciframento di una mappa del tesoro, ma la scoperta dell'invasione gli sarà sembrata un'occasione ancora più ghiotta, considerando l'odio atavico fra Nani e Skaven. La caratterizzazione dei cinque personaggi, di cui massimo quattro possono giocare contemporaneamente, non si esaurisce nell'aspetto esterno e nel minimo di backstory loro associata (e, nel caso del nano, dal posizionamento della telecamera soggettiva) ma si ritrova anche nell'equipaggiamento offensivo a disposizione, che ne rispecchia l'origine e la diversità di ruoli in cui possono essere impiegati. Se il Soldato e il Nano sono gli unici a poter equipaggiare uno scudo e un'arma a una mano (spade, asce, mazze, martelli), oltre alle classiche armi pesanti a due mani, Elfa e Maga si esprimono al meglio nel combattimento a distanza, grazie all'impiego di archi di diversa foggia e capacità, nel primo caso, e di bastoni in grado di incanalare le fiamme ardenti del Vento di Aqshy in incantesimi devastanti come conflagrazioni ad area, raggi scorticanti, coni di fiamme ardenti e classiche palle di fuoco. Il Cacciatore di Streghe, invece, risulta il personaggio più equilibrato grazie alla sua versatilità nell'utilizzo di armi veloci come lo spadino da duello (unica arma da mischia in grado di realizzare colpi alla testa letali) e pesanti come le flamberghe, oltre a un arsenale a distanza che include una balestra, pistole a ripetizione con tamburo rotante e una serie impressionante di pistole ad acciarino, che possono essere sparate in rapida successione senza preoccuparsi di ricaricarle ad ogni colpo. Va da sé che in qualsiasi situazione, pure ai livelli di difficoltà più bassi, è sempre bene organizzare un gruppo omogeneo, con una buona proporzione fra attaccanti a distanza e guerrieri di prima linea, in grado di proteggersi su tutti i fronti, soprattutto quello posteriore, meta preferita per gli attacchi proditori degli Skaven specializzati.

    In Warhammer: End Times - Vermintide, infatti, esiste un gran numero di nemici "speciali", ispirati alle classiche unità scelte del gioco da tavolo appartenenti a diversi grandi clan della razza Skaven, come i Rattorchi (abominevoli incroci fra ratti e orchi), i veloci e letali Ratti dei Vicoli, i pestilenziali Globadieri del Vento Venefico, in grado di lanciare granate di gas mefitico e accecante e i Rattagliatori, armati di mitragliatrici in grado di falciare in pochi secondi il bersaglio prescelto e tutto ciò che si trova sulla linea di fuoco. A condire questo malo assortimento troviamo i Capimuta, in grado di accalappiare i giocatori che si allontanano troppo dal gruppo, trascinarli verso il branco più vicino e lasciarli esposti a un destino crudele, e i Ratti d'Assalto, truppe d'elite bene armate e corazzate, in grado di mettere in seria difficoltà anche i gruppi più affiatati quando una loro pattuglia, almeno cinque elementi, fa capolino durante un'ondata composta da decine di ratti inferiori.

    Dalla torre più alta al cunicolo più oscuro

    Le tredici missioni che compongono la campagna di Warhammer: End Times - Vermintide non consistono in un semplice susseguirsi di arene in cui esibirsi nel massacro indiscriminato della minaccia murina, ma vantano ognuna un diverso obiettivo utile alla sopravvivenza e all'estinzione dell'orda nemica, come raccogliere sacchi di farina e barili di carburante per i sopravvissuti, distruggere strani marchingegni Skaven e avventurarsi nella torre di una Mago Grigio affinché rinnovi l'incantesimo di protezione e occultamento delle poche case sicure rimaste a Ubersreik. Il level design gioca un ruolo importante nella riuscita delle mappe su cui si svolge l'azione: l'alternanza fra ambienti urbani, campagna e i tunnel claustrofobici che compongono l'Impero Sotterraneo degli uomini ratto ha permesso a Fatshark di sbizzarrirsi nella costruzione delle mappe che, oltre alle classiche "arene" dove svolgere le mattanze, si sviluppano anche in verticale e presentano alcuni percorsi alternativi per giungere a destinazione. Il dettaglio degli elementi scenici, così come dei modelli di protagonisti e nemici, è impressionante, frutto di un pregevole uso dello Stingray Engine made in Autodesk che, pur non vantando la distruttibilità ambientale di motori più blasonati, ha permesso una migliore gestione delle ombre, che da sole contribuiscono creare una parte dell'atmosfera di tensione che permea dal gioco, e degli effetti speciali come gli spari delle armi da fuoco e le fiamme evocate dalla Maga Splendente.
    I difetti non mancano, nelle situazioni più affollate o quando si osserva direttamente alcuni effetti grafici il frame rate diventa ballerino, ma in genere si viaggia sempre al di sopra dei 30 frame per secondo, su sistemi che rientrano nei requisiti hardware comunicati dagli sviluppatori. Altro fattore che contribuisce in modo importante all'atmosfera di gioco è il comparto audio, arricchito dalle musiche composte da Jesper Kyd (autore delle soundtrack di molti videogiochi, tra i quali Assassin's Creed, Borderlands e Darksiders 2). Lo scambio di battute e commenti fra gli eroi è quasi costante durante l'esplorazione, finché non vengono interrotti dal suono minaccioso del corno che preannuncia la prossima ondata murina, il cui farfugliamento insistente sommerge e soffoca il giocatore già prima del suo arrivo.
    Fattore importante per la rigiocabilità di uno sparatutto cooperativo è senza dubbio la capacità di invogliare il giocatore a rifare le missioni già completate. A parte i livelli di difficoltà Nightmare e Cataclysm, che contemplano anche il fuoco amico, il cui sblocco si avvia una volta terminati i livelli a Hard, il vero cardine di Warhammer: End Times - Vermintide è il sistema di loot, attraverso il quale ottenere nuove armi più potenti per i nostri personaggi. Invece di poter disporre di tutto e subito, i giocatori devono guadagnarsi l'equipaggiamento aumentando il proprio livello di esperienza e completando le missioni.

    Mentre nel primo caso il loot guadagnato è fisso, nel secondo si passa attraverso un sistema RNG, denominato "Le ossa di Ranald". In onore del Dio dei ladri e dei giocatori d'azzardo, questo sistema si basa sul lancio di sette dadi a sei facce, il cui numero di simboli usciti determina il tipo di oggetto estratto dalla loot table, a sua volta determinata casualmente. Per aumentare le possibilità di estrazione, considerando che i dadi basici hanno solo due facce con un simbolo, basta raccogliere degli oggetti sulla mappa di gioco ovvero i tomi, che sbloccano ognuno un dado a tre facce, i grimori, che, al costo del 33% della salute massima di tutti i giocatori, conferiscono un dado a quattro facce, e i dadi da loot che, con avendo sei facce, permettono un'estrazione sicura.
    La presenza di una Forgia nell'hub di gioco permette di sfruttare gli eventuali doppioni, smantellandoli per ottenere materiali con cui potenziare gli oggetti di qualità superiore, dotato ognuno di tratti aggiuntivi da sbloccare oppure fondendoli per ottenerne uno di qualità superiore. Va da sé che, per ottenere un equipaggiamento abbastanza vario e con i tratti giusti, sarà necessario completare più volte le missioni, in particolare alle difficoltà superiori, ma forse un cambiamento dell'algoritmo che gestisce le loot table di fine livello renderebbe il grinding un po' meno opprimente.

    Warhammer End Times Vermintide Warhammer End Times VermintideVersione Analizzata PCNell’attesa di vederne l’interpretazione strategica ad opera di Creative Assembly, Warhammer: End Times - Vermintide ha le carte in regola per detenere lo scettro di miglior titolo su licenza Warhammer Fantasy esistente. Con un impianto ludico ispirato dallo sparatutto cooperativo che ha reso popolare il genere, adattato per prediligere il combattimento in mischia rispetto alla distanza, Fatshark ha di fatto creato una sua interpretazione ludica di Warhammer Fantasy Roleplay, in cui l’IA sostituisce il master umano, lasciando ai giocatori il “semplice” compito di sopravvivere all’invasione Skaven. Tecnicamente impressionante, l’engine grafico regge bene quasi tutte le situazioni di gioco, tentennando solo nel caso in cui gli effetti particellari affollino eccessivamente lo schermo e comunque solo su sistemi che lambiscono il limite inferiore dei requisiti hardware richiesti. Nonostante il sistema di loot basato su estrazioni RNG sia un fattore importante per la longevità del titolo, crediamo che una “riforma” dell’algoritmo di riferimento, sulla falsariga del Loot 2.0 di Diablo 3, sia necessaria per ridurre il tempo necessario all’ottenimento di equip decente per i personaggi “preferiti”.

    CONFIGURAZIONE PC DI PROVA

    • CPU: I5-4670K
    • RAM: 16Gb RAM
    • GPU: Nvidia GTX 660Ti
    8.5

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